Tavola XVIII

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Organo della vista

Al centro vi è una testa con demolita la parete laterale dell’orbita ed aperta la cavità cranica per dimostrare i nervi dell’orbita nell’intero loro decorso. Si vede anzitutto il nervo ottico che dal bulbo oculare entra nella cavità cranica attraverso il foro ottico dello sfenoide e raggiunge il chiasma ottico, dal quale parte a sua volta il tratto ottico che abbraccia il peduncolo cerebrale.

Si osservano poi i tre nervi motori dei muscoli oculari che si recano all’orbita attraverso la fessura orbitale superiore dello sfenoide (qui aperta): l’oculomotore comune, che si diparte dalla fossa interpeduncolare del mesencefalo; il trocleare (o patetico), che emerge sotto il tubercolo quadrigemino inferiore e cammina in avanti costeggiando il limite tra il ponte (del Varolio) ed il peduncolo cerebrale; l’abducente, che è visibile per breve tratto, sporgendo medialmente al nervo oftalmico.

Sono bene evidenti inoltre i rami orbitali del nervo trigemino; dal ganglio trigeminale (del Gasser), lasciato in situ entro il cavo trigeminale (del Meckel) aperto, si vede infatti partire il nervo oftalmico che, immediatamente prima della fessura orbitale superiore, si divide nei suoi tre rami: il nervo nasociliare, che si nasconde dietro il muscolo retto superiore dove emette i nervi ciliari lunghi, il nervo frontale che decorre sulla volta dell’orbita e irradia poi sulla fronte, il nervo lacrimale, che raggiunge la ghiandola omonima (qui spostata in basso); dal ganglio trigeminale si vede anche originare il nervo mascellare che entra nel foro rotondo dello sfenoide e indi emerge sul pavimento dell’orbita, passando per la fessura orbitale inferiore.

È preparato infine il ganglio ciliare con la sua radice lunga staccantesi dal nervo nasociliare quando questo entra nell’orbita, e coi suoi nervi ciliari brevi che penetrano nell’occhio. Ai lati stanno due preparati, di cui l’uno dimostra i vasi arteriosi e venosi dell’orbita, l’altro mostra le vie di deflusso delle lacrime; in quest’ultimo si nota all’angolo mediale delle palpebre il lago lacrimale con la piega semilunare della congiuntiva e la caruncola lacrimale, si vedono inoltre preparati i due condotti lacrimali ed il sacco lacrimale. In alto, si trova un frammento della palpebra superiore vista dalla superficie congiuntivale nella cui parte inferiore, tarsale, si osservano i rilievi longitudinali determinati dalle ghiandole tarsali (del Meibomio).

Inferiormente si trova una serie di bulbi oculari. Nei primi tre, rimosse la cornea e la sclerotica è messa allo scoperto l’uvea sulla quale sono preparati rispettivamente le arterie ciliari, i nervi ciliari e le radici delle vene vorticose. Vi è poi un occhio non dissecato per dimostrare la cornea e la sclerotica sulla quale ultima sono conservate le inserzioni dei due muscoli obliqui. Seguono due spaccati di bulbi oculari, il primo che rivela la retina, il secondo (di feto) che presenta il corpo vitreo percorso dall’arteria ialoidea. Vi sono infine due bulbi oculari con preparato il corpo ciliare l’uno con il cristallino in loco, l’altro con quest’ultimo asportato.

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