L'ITALIA IMPARI A TRATTENERE I SUOI CERVELLI BERLINGUER: "AFFOSSANO I CICLI PER FAVORIRE LE SCUOLE PRIVATE" LO SPINELLO PIACE AGLI STUDENTI FRANCIA: SPOT TV PER TROVARE INSEGNANTI CORTE COSTITUZIONALE A STATALI E PENSIONATI ARRETRATI PER 750 MILIARDI DA LUNEDI' A CAGLIARI IL MONDIALE DI CALCIO (DEGLI STUDENTI) ASSUNZIONI IN CALO NELLA "PA", 5MILA POSTI IN SEI MESI LA PA METTE IN RETE LEGGI E INFORMAZIONI ================================================================== RENATO SORU E MARIO PIRASTU: DUE PATRIOTI DELLA SARDEGNA INFERMIERI E TECNICI TUTTI PROMOSSI SENZA GERARCHIE SASSARI: LA REGIONE HA 14 MILIARDI I DEBITI COL POLICLINICO IGLESIAS:"BASTA CON I VIAGGI DELLA SALUTE AL BROTZU" L'OMS CHIEDE UN FONDO MONDIALE CONTRO L'AIDS DISTURBI ALIMENTARI, UN PROBLEMA PER 500.000 ITALIANI EPOTILONE:UN NUOVO MEDICINALE CONTRO I TUMORI CITTÀ TROPPO RUMOROSE, SI DORME POCO E MALE UN SANGUE SUPER "OSSIGENATO" PER SALVARE IL CUORE DALL' INFARTO IL CERVELLO DELL' UOMO CONTINUA A SVILUPPARSI FINO A CINQUANT' ANNI "PER ORA IL CERVELLO ARTIFICIALE È COME UNO SCOLARO ZUCCONE" COMPIE SETTANT'ANNI L'ANESTESIA PERIDURALE ================================================================== ____________________________________________________ La Stampa 16 mag. '01 L'ITALIA IMPARI A TRATTENERE I SUOI CERVELLI Pier Giorgio Strata* ORMAI tutti sanno che il mondo è un mercato globale dove i capitali e i cervelli si muovono senza frontiere. L'"Herald Tribune" del 3 aprile scriveva che negli Stati Uniti si trovano 75.000 studenti provenienti da India e Cina e 20.000 studenti arrivati da Germania, Francia e Inghilterra. La Colombia denuncia una perdita di decine di migliaia di cervelli nel 1999. L'India è il paese con il più alto esodo di scienziati. Nella sola Silicon Valley il 30% delle imprese informatiche sono di origine indiana, ben 750 imprese. La National Science Foundation degli Usa nota che il flusso migratorio nell'ultimo decennio ha registrato un costante aumento. Recentemente negli Usa la quota riservata all'immigrazione di scienziati è stata innalzata del 70%. Un altro indicatore sono i risultati di pochi giorni fa, sulle assegnazioni di borse di studio da parte dello Human Frontier Science Program, un Programma voluto dal G7 per permettere la collaborazione internazionale nel campo delle neuroscienze e della biologia molecolare. Le domande presentate quest'anno erano 665 e il 67% dei candidati chiedeva di lavorare in Usa. Le borse sono state assegnate a 81 giovani ricercatori, che per il 75% andranno in Usa. Per lavorare in Italia vi sono state 5 richieste, meno dell'1%, e nessun vincitore. Dominique Martin-Rovet, responsabile della Cnrs francese a Washington paragona gli Usa a un "aspiratore" e John Maddox, qualche anno fa come editore della rivista "Nature" aveva affermato che gli Usa, con il 5% della popolazione mondiale, producono almeno il 75% della conoscenza. I flussi migratori confermano il predominio. Vari paesi stanno reagendo a questo impoverimento delle proprie risorse. L'Australia ha investito 5.000 miliardi di lire per trattenere i propri talenti e attirare scienziati stranieri. Il Giappone ha stanziato cifre di gran lunga superiori. Taiwan, una piccolissima nazione, ha richiamato 50.000 ricercatori che erano emigrati negli ultimi due decenni. L'Irlanda è tra i paesi con il più alto incremento di investimenti in ricerca, passando negli ultimi tre anni da pochi miliardi di lire a 1.000 miliardi. Da quest'anno lo Human Frontier Science Program ai giovani che al termine della borsa di studio decideranno di tornare nel paese d'origine darà un finanziamento biennale per la ricerca. La ragione dell'enorme flusso di cervelli verso gli Usa sta nella eccellenza delle loro strutture di ricerca. Gli scienziati cercano laboratori dove si può lavorare e produrre. In Europa Philippe Busquin, presidente della Commissione Ricerca, ha lanciato l'allarme nel gennaio 2000 e ha aperto un dibattito sulla European Research Area, lo spazio europeo della ricerca. Il parlamento europeo dovrà presto deliberare provvedimenti. E l'Italia? Recentemente il governo si è allineato con un "provvedimento acchiappacervelli" per incentivare il rientro di italiani dall'estero. La cifra stanziata è minima, ma è un primo, anche se timido, sforzo nella giusta direzione. Lodevole è anche stata l'iniziativa del presidente del consiglio Giuliano Amato di destinare alla ricerca il 10% dei proventi della vendita delle licenze dei telefonini UMTS. Ci auguriamo che il prossimo governo consideri altamente prioritario il problema. Oltre all'aumento degli investimenti in ricerca per passare dall'attuale 1% del Pil al 3% raccomandato da Bruxelles, abbiamo urgente bisogno di riformare le strutture delle nostre università e dei principali enti di ricerca e soprattutto i criteri per le assegnazioni delle risorse. Fondamentale è rilanciare la ricerca industriale e la sua l'interazione con quella pubblica. Creare condizioni di lavoro eccellenti è l'unico modo per trattenere e recuperare i cervelli. (*)Rita Levi Center for Brain Repair Università di Torino ____________________________________________________ L'Unità 17 mag. '01 BERLINGUER: "AFFOSSANO I CICLI PER FAVORIRE LE SCUOLE PRIVATE" di Piero Sansonetti Luigi Berlinguer, ex ministro della Pubblica Istruzione, padre primo della riforma dei cicli scolastici, professore di diritto, ex rettore dell'Università di Siena e appena rieletto deputato a Pisa - antica potenza marinara che qualche secolo fa colonizzò la sua patria, Sassari - legge la "Stampa", la rilegge, è incredulo, barcolla. Poi sussurra: "Non è possibile, una volta non era così, non lo riconosco. Era un uomo di mondo,insegnava all'estero...". Si riferisce a Buttiglione. Sulla "Stampa" c'è un'intervista di Rocco Buttiglione, filosofo cattolico e berlusconiano, il quale minaccia di fare il ministro della pubblica istruzione e soprattutto minaccia di bloccare la riforma Berlinguer. Ma non è questo che fa inorridire l'autore della riforma. A provocare la sua reazione indignata sono alcune frasi pronunciate da Buttiglione in quell'intervista e riportate dal giornalista. Ne ricopiamo qualche brano, i più piccanti. "La storia va rivisitata, i giovani vanno aiutati a fare un bilancio critico. Anche sul fascismo? Si, anche sul fascismo. Bisogna spiegare ai giovani perché i loro nonni sono stati fascisti, aiutarli a capire come il fascismo e il nazismo sono sorti nell'ottica della lotta al comunismo". Domanda: c'è molto da cambiare nei programmi e nei libri di testo? Risposta: "Sì, molto. I giovani non devono studiare la storia universale ma innanzitutto quella del loro paese. Inseguendo un'astratto cosmopolitismo si annoiano. Devono capire la cultura in cui sono nati. Ad esempio? Il cristianesimo...I programmi del governo di sinistra avevano un approccio mondialista, puntato tutto sulla storia sociale, che non fa capire quello che è avvenuto prima". Domanda: Sta dicendo che programmi e libri di testo sono appesantiti da incrostazioni marxiste che vanno eliminate? Risposta: "Certo". Berlinguer non sa bene da dove partire per commentare questo ³bignami² del fondamentalismo. Inizia col giudizio politico: "Deduco che l'uscita di Storace di qualche mese fa contro i libri di testo di sinistra non era occasionale. Non era uno scivolone. Stava dentro un'idea, un disegno, che accomuna il centro- destra. E questo, capisci bene, è molto preoccupante. I contenuti storiografici dell'insegnamento a scuola non competono a nessun governo. Né di centrodestra né di centrosinistra. È aberrante pensare il contrario. Succedeva solo ai tempi del Minculpop o dello stalinismo. Nessun ministro deve scrivere i libri di testo o ispirali. Non lo ho fatto io, non lo ha fatto De Mauro, né lo hanno fatto i nostri predecessori democristiani. Tantomeno deve immaginarlo Buttiglione. I libri li fanno gli studiosi, li pubblicano gli editori, li scelgono gli insegnanti. Non è così?". Chiedo a Berlinguer se gli accenni al cristianesimo non gli sembrano il segnale di un progetto di rifondazione della scuola e di spostamento di tutto l'asse culturale. Mi risponde spostando la polemica sul terreno di Buttiglione: "Vedi, non ho niente, proprio niente contro il cristianesimo. Non riesco a capire come un cattolico come Buttiglione e un filosofo come Buttiglione possa contrapporre il cristianesimo all'universalismo. Intende dire che il cristianesimo è un fenomeno locale,o italiano,o latino? Ma questa è un'enormità, è offensivo: non c'è nulla di più cosmopolita e universalista del cristianesimo nella cultura moderna. Il cristianesimo è mondialismo. Quanto alla contrapposizione tra globalizzazione e localismo, francamente credo che non esista. Io sono per un mondo e una cultura, se mi permetti il gioco di parole, ³Glocalizzati². L'Italia, la sua tradizione, la sua cultura, sono state sempre un intreccio tra radici territoriali e ambizioni mondiali. E bene che sia così. Ed è bene che la scuola si riferisca a questa Italia e cerchi l'equilibrio tra globale e locale. La scelta dell'autonomia scolastica va in questa direzione. Serve a rendere possibile l'equilibrio. Nel ragionamento di Buttiglione invece sento ²puzza di Padania². Ma è possibile che per il centrodestra la cultura di Bossi sia così importante? È possibile che l'impianto culturale di questa maggioranza si sorregga sul fondamentalismo cristiano e sul nazionalismo padano?". Chiedo allora a Berlinguer cosa pensa delle affermazioni di Buttiglione sul nazismo, che hanno un sapore revisionista, o forse sarebbe meglio dire ³giustificazionista². E cosa pensa che possa produrre il ³giustificazionismo² se dovesse essere spostato dalle pagine dei giornali fin dentro le aule della scuola. Berlinguer mi risponde che certi valori etico-politici, come l'antinazismo, sono scritti nel codice genetico della nostra società e nella lettera della Costituzione. E non si cambiano quando cambia l'alleanza di governo. E dice che lo studio della Storia, grazie al cielo, non è affidato ai ministri, o alle maggioranze politiche, o ai partiti, ma agli storici. Dopo questi ragionamenti generali parliamo della concreta minaccia di bloccare la riforma dei cicli scolastici. Berlinguer mi spiega che, anche dal punto di vista tecnico, sarebbe una vera sciagura. Centinaia di migliaia di famiglie hanno iscritto i propri figli, a gennaio, alla nuova scuola di base, col ciclo di sette anni. Il 40 per cento delle scuole di base sono già organizzate in istituti ³comprensivi², cioè hanno anticipato la riforma. Rinviare l'applicazione piena della riforma sarebbe irresponsabile, perché tutta la macchina è in movimento. "Bloccarla è una una pazzia". Ma qual è il disegno del Polo? Perché vuole bloccare la riforma? Berlinguer fa due ipotesi. La prima è che il Polo voglia un pò di tempo per modificarla in alcuni punti e poi farla ripartire tra un anno e due. Se è così - dice - sappiano che da parte nostra siamo disponibilissimi a correggere alcuni punti della riforma. Anche perché sicuramente non è perfetta. Facciamolo però senza inutili rinvii. Facciamo partire la riforma e intanto studiamo le giuste modifiche. Seconda ipotesi, il Polo blocca la riforma perché vuole affondare la scuola pubblica. Con due obiettivi: rilanciare la scuola privata col bonus previsto da Berlusconi (cioè col finanziamento alle famiglie), e attuare la devolution, cioè favorire- diciamo così - la scuola padana. Faccio notare a Berlinguer che però non tutti, neanche a sinistra, sono entusiasti della riforma dei cicli. Soprattutto tra gli insegnanti si sono sentite molte resistenze. Berlinguer dice di no e difende la sua riforma. Dice che gli insegnanti possono essere divisi in tre categorie. Quelli ideologicamente e pregiudizialmente contrari alla riforma. E sono una minoranza. Quelli assolutamente favorevoli, che lavorano con passione per attuare la riforma, ma che hanno poca voce e poca capacità di comunicare. Anche questi sono una minoranza. La terza componente è quella, larghissima, di coloro che vorrebbero capire meglio, vogliono discutere. Berlinguer dice che hanno ragione, che bisogna discutere con loro e vedere se e dove la riforma va corretta. Respinge però la critica sull'impossibilità di mischiare maestri e professori delle medie. Dice che i due ruoli e le due professionalità vanno tenuti ben distinti. Perché sono molto diversi. Però devono agire insieme. Spiega con un esempio: "C'è un cardiologo e c'è un pneumologo. Possono intervenire o no sullo stesso malato? Non solo possono, ma in certe situazioni è essenziale che collaborino, perché uno solo non basta a salvare il malato. Certo, non sarò il cardiologo a decidere quali medicine somministrare per aiutare i polmoni. Giusto? Nella scuola è lo stesso". Berlinguer, un ultima domanda: è meglio la scuola di latino e greco o la scuola delle tre ³I² di Berlusconi ( inglese, impresa e internet)?. "Latino e greco - mi risponde, scandendo bene le parole - sono essenziali nell'indirizzo classico umanistico che abbiamo rafforzato con la riforma. Non lo sono negli altri indirizzi. Alla base di tutti gli indirizzi, però, deve esserci una forte cultura umanistica affiancata da una forte cultura scientifica. La scuola delle tre ³I² non sta in piedi: è un goffo tentativo di professionalizzazione della cultura. Se il governo andrà per quella strada troverà la sinistra di traverso. Cioè ci opporremmo. E anche nelle scuole si creerà confusione e tensione". ____________________________________________________ L'Unione Sarda 17 mag. '01 LO SPINELLO PIACE AGLI STUDENTI Dopo le parole del ministro della Sanità Umberto Veronesi è esplosa la polemica: ecco la situazione in città Uno studio rivela che i maggiori consumatori sono iscritti a Lettere "Il 50 per cento di ragazzi si fa lo spinello, così come il 50 per cento degli insegnanti se lo fa o se l'è fatto". Parola del ministro Veronesi. Che con la sua affermazione ha scatenato una tempesta di polemiche tra studenti e professori, medici e ricercatori, partiti politici e sindacati. E mentre la Gilda minaccia querela, e i parlamentari di Forza Italia invitano il ministro a fare prevenzione e a informare i ragazzi sui rischi legati all'utilizzo di hascisc e marjiuana, una domanda serpeggia come un dubbio: queste cifre sono vere? Dati alla mano, l'affermazione del ministro potrebbe anche essere dimostrata. Prendiamo Cagliari. Dove uno studio scientifico condotto da una docente universitaria di Psicologia Generale e Psicologia delle Tossicodipendenze dimostra che su 1000 e più studenti dell'ateneo cagliaritano, 219 fanno uso abitualmente di cannabis, hascisc e marjiuana. E il primato spetta a Lettere e Filosofia: il 17 per cento dei ragazzi che si gira una canna, frequenta la facoltà di via Trentino. Seguita a ruota da Psicologia, Scienze dell'Educazione, e poi Scienze Politiche, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Medicina. All'ultimo posto, Geologia: qui non è emerso neanche un caso di droga leggera, ma fa la sua comparsa l'ecstasy. Due studenti ammettono di consumarla almeno una volta alla settimana. Prima considerazione: "Stiamo attenti: se la percentuale cagliaritana non sfiora il 50 per cento, questo non significa che la situazione in città non sia preoccupante. Anzi: il 21,25 per cento che emerge dagli studi è una cifra sin troppo allarmante". Maria Pia Lai Guaita, psicologa, docente universitario, fine studioso dei ragazzi e del mondo delle droghe, racconta e spiega all'Unione Sarda i dati emersi dal suo ultimo studio. Dati non ancora pubblicati - la psicologa li presenterà tra qualche settimana - frutto di una ricerca minuziosa e attenta, che trova nel questionario anonimo la base del lavoro. La ricerca della psicologa è il seguito ideale del libro pubblicato nel '99. "L'ecstasy e le altre droghe, era il titolo. Avevo analizzato gli usi, gli effetti e le conseguenze dell'assunzione e del consumo delle droghe sintentiche nei ragazzi, tracciando un quadro anche per la cannabis". Questa volta, invece, lo studio prende le mosse proprio da hascisc e marjiuana. "Ho preparato 1040 questionari, che insieme alla dottoressa Graziella Giordanu ho distribuito tra gli studenti delle facoltà universitarie della città". La forma, rigorosamente anonima. "I ragazzi non devono aver paura di essere riconosciuti: per questo, una volta compilato, il questionario non è stato consegnato a mano ma imbucato dentro un'urna". E poi i dati sono stati inseriti al computer, per essere trasformati in percentuali. Da questo campione di 1040 studenti, dalle domande del questionario e dalla loro analisi sono nati questi dati. Il primo, allora, quello più importante, è la percentuale dei ragazzi che fumano spinelli: a Cagliari, il 21,25. Facile, per la psicologa, tracciarne l'identikit. "Ha tra i 19 e i 25 anni, è maschio, frequenta il secondo anno dell'Università, vive in città, il suo rendimento universitario è buono e buono è anche il rapporto che ha con la famiglia. Appartiene a una borghesia media o medio-alta, o comunque i genitori svolgono una professione di responsabilità, sono insegnanti o lavorano nella pubblica amministrazione. È favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere, e soprattutto fuma tabacco". Ama bere: l'80,93 per cento beve più di una birra durante il fine settimana, magari accompagnata da superalcolici (32 per cento). Tra l'hascisc - che si presenta sotto forma di resina - e la marjiuana - foglie - preferisce l'hascisc: "È più forte, dà sensazioni più intense". Ma per il 3,2 hascisc o maria non fa differenza. Non rinuncia al pacchetto quotidiano di sigarette, e fuma uno spinello una volta al mese (43,4 per cento), magari dopo una cena tra amici o durante una festa, o addirittura più volte durante una giornata (8,7 per cento). "E, punto che deve farci riflettere", spiega ancora la psicologa, "frequenta nel 17 per cento dei casi la facoltà di Lettere e Filosofia". Cosa significa? "Probabilmente che la canna viene considerata ancora un fatto sociale, quasi una moda distintiva di un certo gruppo di ragazzi". Un po', insomma, come negli anni Sessanta. "Ma a differenza dell'epoca della contestazione, dallo studio emerge che i ragazzi che fumano spinelli hanno un ottimo rapporto con la famiglia. Questo vuol dire che i genitori, per farsi perdonare la mancanza di tempo, i pochi interessi che dividono con i figli, la capacità di tenere unita e salda la famiglia, sono più permissivi". Citando Hegel: "Tra genitori e figli non si crea l'antitesi. A svantaggio della sintesi, a svantaggio della formazione dell'io del ragazzo". Che, e il dato è inquietante, spesso si trova ad accendere uno spinello o a ingoiare una pasticca da solo, in casa, "tra il libro lasciato aperto sulla scrivania e la tv accesa in salotto". In questa ricerca, due studenti l'hanno confessato. "Troppo pochi? Ma il ministro è questo che deve avere chiaro: che siano due o diecimila, la droga è un incubo. E ai ragazzi bisogna insegnare ad averne paura". Francesca Figus ____________________________________________________ L'Unione Sarda 18 mag. '01 FRANCIA: SPOT TV PER TROVARE INSEGNANTI Scuola, è crisi di vocazioni PARIGI In Francia la scuola è alle prese con una crisi di vocazioni sempre più allarmante. Il mestiere di insegnante non attira più. Ne servono 185 mila di nuovi da oggi al 2005 e nel timore che a farsi avanti con le competenze giuste siano in pochi il ministro della Pubblica istruzione Jack Lang ha lanciato una campagna promozionale senza precedenti. Da domani tre spot commissionati da Lang andranno in onda sulle televisioni per cantare le lodi di quel "bel mestiere" che è l'insegnamento e sottolineare "il piacere e le gioie" connesse. Il target sono i giovani ed è per questo che il ministero ha comprato spazio pubblicitario anche a ridosso del controverso "Loft Story", il "Grande Fratello" in salsa gallica. Tutti e tre gli spot terminano con lo slogan-chiave della campagna ("Professore. E se l'avvenire fossi tu?"), con in calce un numero telefonico dove si possono avere informazioni sui prossimi concorsi per le cattedre nelle scuole pubbliche. Una pubblicità dello stesso tenore sarà fatta sul sito Internet del ministero della pubblica istruzione e con l'affissione di manifesti nelle università. Difficile prevedere quale possa essere l'impatto di tanto battage. In Francia il mestiere di insegnante ha perso negli ultimi anni molto "appeal" per due ragioni di fondo: lo stipendio poco entusiasmante e il fatto che le scuole, soprattutto nei quartieri più caldi, sono diventate campi di battaglia ed è molto aumentata la violenza degli studenti nei confronti dei poveri prof. "L'insegnamento - ha sottolineato Lang quando ha presentato la campagna promozionale - continua ad attirare i giovani sensibili ai valori umani e interessati a coniugare la passione del sapere con la sua condivisione. Dobbiamo però confortare, consolidare e anche amplificare le vocazioni". ____________________________________________________ IL sole24Ore 18 mag. '01 CORTE COSTITUZIONALE A STATALI E PENSIONATI ARRETRATI PER 750 MILIARDI Sentenza della Consulta: bocciate due norme della Finanziaria '99 di Luigi Lazzi Gazzini La Corte costituzionale "boccia" un articolo della legge collegata alla Finanziaria '99 e apre un potenziale buco da 700-750 miliardi nei conti dello Stato. Buco derivante da un tentativo di risparmio finanziario che la pronuncia della Corte fa venir meno, con conseguente diritto, per i circa 290mila interessati (i dipendenti dei ministeri) di ottenere quanto loro dovuto e prima negato: 400 miliardi (i restanti spettano a pensionati, pure coinvolti nella vicenda). La prossima Finanziaria, quella del 2002, dovrà dunque prevedere, nella tabella "A" dei fondi globali, un apposito stanziamento. La sentenza della Consulta ha stabilito infatti l'incostituzionalità dei commi 4 e 5 dell'articolo 26 della legge 23 dicembre '98, n. 448 che, per amor di risparmio pubblico, vietavano il pagamento di interessi legali e rivalutazione monetaria al personale dei ministeri come conseguenza del loro inquadramento definitivo nelle nuove qualifiche funzionali. Ed estendevano il divieto alle pensioni liquidate a seguito di un'altra decisione della Corte (la n. 1 del '91: si veda il servizio qui sotto). Il fatto è - stabilisce la Consulta accogliendo i dubbi di costituzionalità avanzati da una miriade di ordinanze presentate da Tar, compreso quello del Lazio, e da varie sezioni giurisdizionali della Corte dei conti - che con interessi e rivalutazione monetaria non c'è da scherzare. E le motivazioni addotte dall'Avvocatura dello Stato a difesa della norma della legge collegata (esigenza di contenere la spesa pubblica) sono del tutto generiche e certo non bastano a esorcizzare gli effetti di grave discriminazione che ne conseguono a danno del personale dei ministeri. "Il diniego di interessi e rivalutazione - si legge nella sentenza - comporta per il personale in esame una posizione deteriore rispetto a qualsiasi altro creditore di somma di denaro", cui in caso di inadempimento spetta come effetto normale sia il pagamento degli interessi, sia il recupero dell'eventuale maggior danno derivato dalla perdita di valore della moneta. Se questo vale in generale, figurarsi - avverte la Corte - se si può evitare di tenerne conto quando si tratti di crediti retributivi. Perché proprio a un credito retributivo, dunque specialissimamente tutelato, la Consulta assimila quello cui hanno diritto i ministeriali a seguito dell'inadempimento che lo ha fatto nascere. Già: ma da quale inadempimento retributivo ha avuto luogo il credito dei dipendenti che Governo prima, Parlamento poi, con la legge 448, hanno tentato di disconoscere? Tutto nasce dalla legge 312 dell'80, che ha dato al personale civile e militare dello Stato un nuovo assetto, sostituendo al sistema delle carriere quello delle qualifiche funzionali. "A tal fine - riepiloga la Consulta - essi sono stati dapprima inquadrati provvisoriamente, dalla stessa legge, nelle nuove qualifiche; e poi - dopo che un'apposita commissione ha individuato i profili (...) - definitivamente inquadrati". I giudici di merito ritengono - e la Consulta dà loro ragione - che, con la pubblicazione della delibera della commissione (8 novembre '88), sia sorto il credito dei dipendenti per la parte di retribuzione, commisurata alle mansioni effettivamente svolte, non percepita per l'inadeguatezza dell'inquadramento provvisorio. Inadeguatezza che emerge proprio dall'inquadramento definitivo. Per concludere: "Alla totale genericità del riferimento alle esigenze di bilancio (fatto dall'Avvocatura dello Stato, ndr) consegue che la Corte non debba soffermarsi..." sul se e quanto tali esigenze possano incidere sui crediti retributivi del lavoro pubblico. Ragione per cui la norma secondo la quale le somme corrisposte al personale dei ministeri per effetto dell'inquadramento definitivo "non danno luogo né a interessi né a rivalutazione monetaria" deve essere dichiarata "costituzionalmente illegittima per contrasto con gli articoli 3 e 36 della Costituzione". Ovvero, rispettivamente, per irragionevole disparità di trattamento e altresì perché il diniego degli "accessori" (interessi e rivalutazione), aventi natura retributiva, lede l'integrità e l'effettività delle retribuzioni. ____________________________________________________ L'Unione Sarda 18 mag. '01 DA LUNEDI' A CAGLIARI IL MONDIALE DI CALCIO (DEGLI STUDENTI) Trenta squadre in lotta per il titolo Mille atleti, trenta squadre, novantotto gare in cinque giorni. Questi alcuni numeri della diciassettesima edizione dei campionati Mondiali Studenteschi di calcio, al via lunedì a Cagliari e provincia. Dopo il successo del '99, la Sardegna è stata scelta di nuovo per ospitare la manifestazione, in seguito alla defezione del Marocco. Un'occasione in più per candidarsi a "capitale" del Mediterraneo, a pochi giorni dai Mondiali di bocce e dal Campionato nazionale universitario. Al di là dell'indubbio prestigio dell'evento, emerge anche un altro fattore: il collegamento con la riforma scolastica, che riafferma l'importanza della collaborazione tra scuola ed enti locali, nonché la formazione dello studente. Momento fondamentale è l'attività sportiva, vista come opportunità di crescita umana ed interiore. Questo lo spirito che anima gli addetti ai lavori, capaci di allestire la manifestazione in poche settimane. Uno sforzo notevole, visto il gran numero di studenti partecipanti. Di età compresa tra i 15 e 17 anni, provengono da tutti i continenti, esclusa l'Oceania. Venti le nazioni in gara: Austria, Francia, Grecia, Italia, Lussemburgo, Porto Rico, Repubblica Ceka, Repubblica Slovacca, Sudafrica, Svezia, Turchia, Ucraina, Ungheria porteranno una squadra maschile. Belgio, Brasile, Cina, Danimarca, Finlandia, Germania, Svezia, Israele e Italia parteciperanno anche in ambito femminile. L'Italia sarà rappresentata da tre squadre: per le gare maschili il "Serra" di Forlì, per quelle femminili il "Colabianchi" di Verona e il liceo "Amaldi" di Carbonia, ammessa in extremis per sostituire la rinunciataria Ucraina. Le partite si svolgeranno in ventuno campi di gioco, dislocati in altrettanti comuni della provincia: Arbus, Assemini, Cagliari Poetto, Capoterra, Decimoputzu, Dolianova, Elmas, Guspini, Iglesias, Nuraminis, Quartu, Quartucciu, Sanluri, San Sperate, Selargius, Serdiana, Sestu, Sinnai, Villacidro, Villasimius, Villasor. Inaugurazione lunedì alle 18 presso il campo Coni a Cagliari. Clara Mulas ____________________________________________________ IL sole24Ore 15 mag. '01 ASSUNZIONI IN CALO NELLA "PA", 5MILA POSTI IN SEI MESI Sa.Fo. ROMA Assunzioni in calo nella "Pa". Almeno sulla carta: quella della "Gazzetta Ufficiale" n. 109 di sabato 12 maggio, dove è stato pubblicato il Dpr del 30 marzo 2001, "Programmazione semestrale delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni". Sono state "contingentate" 4.828 assunzioni e 2.997 posti per concorsi ancora da bandire. Il regolamento era stato approvato dal Consiglio dei ministri il 22 marzo scorso. La nuova norma fa seguito al decreto legislativo 29/93 e alla legge 449/97. Con il primo era stato fissato l'obbligo di procedere attraverso "procedure selettive" e avviamento dal collocamento. Con la legge 449/97, invece, viene stabilito che le procedure di reclutamento debbano essere autorizzate dal Consiglio dei ministri. Il "contingente" del personale da assumere con procedure rapide e quello da reclutare con i concorsi devono, quindi, rispondere a regole precise. I tetti fissati per il primo semestre 2001 partono da una serie di dati oggettivi, illustrati nello stesso Dpr del 30 marzo: Nel 2000 non è stato raggiunto l'obbiettivo di riduzione del 2,5% fissato per il periodo 31 dicembre 1997-31 dicembre 2000; la riduzione è stata infatti pari all'1,83% (concentrata nei ministeri e nel settore della sicurezza). Nel 2000 sono state autorizzate assunzioni per 11.344 unità. Il numero delle assunzioni per l'anno 2000 non può essere superiore alle 8mila unità per consentire una riduzione dell'1% nel corrente anno. Con il Dpr del 30 agosto 2000 sono già state autorizzate 1.645 assunzioni sulla quota spettante per il 2001. Il Dpr del 30 marzo 2001 fissa quindi alcune cifre: 4.828 unità da "assumere" (di cui 3.180 per Forze armate, Vigili del fuoco e Corpi di polizia) nel primo semestre e 2.997 da reclutare con concorsi, le cui procedure di bando possono così iniziare. Il Dpr autorizza, inoltre, ufficialmente le 500 unità dell'Arma dei carabinieri già presenti alla data del 31 dicembre 2000 e già considerate nel calcolo generale della riduzione del personale (obiettivo 2000). Viene anche autorizzata (sempre nell'ambito delle 4.828 unità) l'immissione in servizio di 135 unità provenienti dall'ex Ente Poste, che verranno distribuite un po' dappertutto tranne che nelle Forze armate e nei corpi di polizia. Gli assunti provenienti dalle "categorie protette" saranno invece 149. ____________________________________________________ IL sole24Ore 18 mag. '01 LA PA METTE IN RETE LEGGI E INFORMAZIONI Tra i meno evoluti i siti di Difesa, Industria e Istruzionea cura di Rossella Rega Una volta esisteva solo la "Gazzetta Ufficiale", da conservare in archivio per eventuali successive consultazioni. Oggi, nell'era di Internet, l'informazione sulle leggi non passa più solamente attraverso la conoscenza attinta dalla pubblicazione ufficiale per antonomasia ma è accessibile anche online, diversificata, personalizzata e lasciata alla libera casualità delle navigazione. Non c'è sito istituzionale, infatti, che non abbia una sezione dedicata alla normativa del proprio settore e, in alcuni casi, essa rappresenta la parte più qualificante del presidio internettiano. Tuttavia i siti messi a punto dalle pubbliche amministrazioni, non offrono il vantaggio di rendere disponibili in Rete, quindi comodamente accessibili con un semplice click dal proprio computer, soltanto le normative: alcuni già permettono agli utenti "telematici" di ottenere direttamente e in tempo reale alcune informazioni, senza la necessità di perdere tempo alla ricerca dello sportello giusto. Va anche detto, inoltre, che in pressoché tutti i casi l'indirizzo Internet delle publiche amministrazioni ha superato lo stadio della semplice "vetrina": non si tratta più di una semplice postazione telematica che alla struttura poteva servire più che altro a essere presente sull'online. Per verificare qual è lo stato dell'arte dei siti predisposti dalle pubbliche amministrazioni, è stata condotta un'indagine diretta sui siti. L'esame ha riguardato i 18 indirizzi Web degli attuali ministeri (più quello della presidenza del Consiglio dei ministri), articolandosi su tre filoni: l'offerta normativa disponibile per l'utente, il grado di interattività possibile e il superamento della fase di semplice presidio, l'effettiva utilità. Ebbene per quanto riguarda il primo filone, si è rilevato che su 19 siti ben 12 contengono un'esauriente raccolta delle norme relative all'attività svolta; a proposito della componente interattiva, risulta presente nella maggior parte dei casi attraverso la possibilità data agli utenti di scrivere a vari indirizzi di posta elettronica per porre quesiti o esprimere un'opinione. Quasi del tutto superato, infine, lo stadio della "vetrina". Nelle schede sotto particolari e aspetti da migliorare. ================================================================== ____________________________________________________ L'Unione Sarda 17 mag. '01 RENATO SORU E MARIO PIRASTU: DUE PATRIOTI DELLA SARDEGNA Il quotidiano tedesco "Die Welt" li ha definiti "due patrioti della Sardegna". Renato Soru e Mario Pirastu si sono conosciuti quasi per caso, non tanto tempo fa, ma tra loro c'è stato qualcosa di molto simile a un colpo di fulmine. Uno è il creatore di Tiscali, imprenditore che dal nulla ha fondato una società di telecomunicazioni diventata uno dei primi Internet service provider d'Europa, l'altro è lo scienziato che ha messo a punto il metodo di diagnosi del Dna per la talassemia. In comune hanno un carattere schivo (però sono notissimi alla stampa internazionale) e un amore sconfinato per la loro Isola. L'incontro è avvenuto un anno fa, Soru aveva letto degli studi di Pirastu, che a sua volta aveva bisogno di finanziatori per il suo progetto. "Ci siamo incontrati e abbiamo deciso tutto in mezz'ora", dice il genetista. "Pur non capendo niente di queste cose, mi ha convinto subito", spiega l'imprenditore. Mario Pirastu, 50 anni, si è laureato in Medicina all'Università di Cagliari, ha trascorso cinque anni negli Stati Uniti (di cui tre alla prestigiosa Ucsf, University of California San Francisco School of Medicine) e, tornato a casa, a messo su l'Istituto di genetica molecolare del Cnr ad Alghero, di cui da sei anni è direttore ____________________________________________________ IL sole24Ore 14 mag. '01 INFERMIERI E TECNICI TUTTI PROMOSSI SENZA GERARCHIE Paolo Del Bufalo Stipendi in crescita tra le 400mila lire a il milione lordo mensile. Promozioni d'ufficio per tutti, senza esami né valutazioni. È il risultato che dal 1° settembre incasseranno i circa 270mila operatori non dirigenti della Sanità (per l'80% infermieri) grazie al rinnovo del contratto per il biennio economico 2000- 2001 (per il testo si veda www.24oresanita.com). Tutto il personale del ruolo sanitario, infatti, sarà automaticamente promosso dalla fascia C a quella D dei cosiddetti "livelli" del Ssn e a fargli compagnia ci saranno, dal ruolo tecnico, gli assistenti sociali. Nel contratto, il "salto" è definito "qualificazione professionale" e trova le sue radici nelle leggi che tra il 1999 e 2000 hanno abolito i mansionari, introdotto la laurea, la dirigenza per infermieri&C. e previsto che per tutti gli operatori dovesse aprirsi un periodo "rosa" di super-professionalità. Un programma che, secondo i sindacati, avrebbe anche l'effetto di favorire la ripresa delle iscrizioni ai corsi universitari per infermiere. E di mettere una toppa all'emergenza infermieristica, legata allo scarso interesse che finora ha caratterizzato la professione per carriera e guadagni. Di fatto, il risultato finale sarà lo svuotamento della fascia C del ruolo sanitario (dove oggi si trovano infermieri professionali, tecnici sanitari, ostetriche, fisioterapisti e così via che lavorano nel Ssn, coordinati dai caposala), che scomparirà dall'organizzazione del lavoro. E visto che anche la fascia A (quella più bassa) è praticamente deserta e in quella B ci sono ormai figure "a esaurimento" (gli infermieri generici, a esempio, aspettano il loro profilo per essere tutti inquadrati in fascia D), fra qualche anno il livello degli operatori sanitari diventerà unico: quello più alto. C'è chi, come i caposala, lancia l'allarme su una organizzazione del lavoro che avrà difficoltà a essere gestita senza gerarchie. E c'è chi, al contrario, conta molto sul criterio dell'assegnazione delle "funzioni" (in analogia a quanto accade nell'area medica), senza più affidare compiti "a vita" a nessuno, ma solo in base a meriti dimostrati. Meriti che, comunque, contribuiranno a far lievitare lo stipendio fino alle 900mila lire al mese in più: per chi coordinerà i suoi colleghi, infatti, ci sarà un'indennità di funzione fissa di tre milioni, a cui potrà aggiungersi un'ulteriore indennità, variabile, sempre di tre milioni, legata alla complessità dell'incarico. E se quest'ultima viaggerà legata alla funzione e si perderà nel momento in cui questa verrà meno, l'indennità fissa resterà nella busta paga di chi l'avrà conquistata. E chi già oggi era nella fascia D e aveva compiti organizzativi? Niente paura: l'indennità di "organizzazione" resterà come assegno ad personam (in analogia agli ex primari dell'area medica) e il suo importo potrà variare dai sei ai diciotto milioni lordi l'anno: fino a 1,5 milioni al mese in più. Il maxi-livello D, comunque, non sarà così unico come sembra. Si articolerà, infatti, in due gruppi, D e D super, suddivisi rispettivamente in cinque e sei fasce economiche. E fra il livello D "semplice" e il D5 super le differenze retributive potranno superare anche i dodici milioni lordi l'anno. Infine anche il cosiddetto "scavalco" sarà in qualche modo tutelato. Si tratta, in pratica, della situazione per cui, con le promozioni tout-court, un operatore in fascia D potrebbe guadagnare meno di un neo-promosso dalla fascia C. Scatterà allora un meccanismo di compensazione che attingerà risorse dal fondo composto dalla retribuzione individuale di anzianità (Ria). Ma a gestire questa spesa, questa volta, saranno solo le aziende. ____________________________________________________ L'Unione Sarda 18 mag. '01 SASSARI: LA REGIONE HA 14 MILIARDI I DEBITI COL POLICLINICO La Regione ha un debito di 14 miliardi con il Policlinico di Sassari. Lo sostiene il consigliere Gavino Cassano, dei Riformatori, che in una interrogazione a risposta scritta rivolta all'assessore regionale della Sanità Giorgio Oppi, ha chiesto notizie sulla grave crisi finanziaria del presidio sanitario dell'università sassarese. I chiarimenti riguardano, in particolare, la data cui si riferiscono i debiti, le responsabilità sui ritardi dei pagamenti e il tempo necessario perché il presidio sanitario possa avere la somma che gli spetta. "Il Policlinico - precisa Cassano, segretario della Commissione regionale alla sanità - ha anche stipulato una convenzione con l'Asl n.1 per 45 posti letto in un reparto a lunga degenza e riabilitazione per pazienti affetti dal morbo di Alzheimer". Nel chiedere quando il nuovo reparto inizierà l'attività, il consigliere regionale ha sottolineato "l'importanza della struttura sanitaria che garantisce un servizio essenziale di prestazioni ambulatoriali, diagnostiche, cliniche e strumentali". ____________________________________________________ L'Unione Sarda 14 mag. '01 IGLESIAS:"BASTA CON I VIAGGI DELLA SALUTE AL BROTZU" Sanità. Chiesta all'Asl l'istituzione di un centro per la cura delle malattie infiammatorie intestinali Ogni settimana gli ammalati devono rivolgersi al Brotzu di Cagliari Iglesias Crescono gli ammalati di infiammazioni intestinali e così l'associazione "Amici" ha proposto all'Asl 7 un nuovo servizio sanitario. "Dopo un attento studio della situazione locale - ha detto Filippo Privitera, presidente - siamo arrivati alla determinazione di chiedere l'istituzione di un servizio per la cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali in città ed a Carbonia con l'apertura di un day-hospital in linea con i migliori standard nazionali. Si tratta di un progetto fattibile in breve tempo, ed a costi praticamente nulli, che permetterebbe a tanti pazienti, affetti da queste malattie intestinali, di non doversi più recare a Cagliari per le cure". Un reparto di gastroenterologia con obiettivi su: colite ulcerosa, morbo di Crohn, celiachia, epatiti croniche. Un programma dettagliato che ha già previsto l'équipe sanitaria, i medici, sedi di svolgimento dell'attività, le risorse da acquisire e gli esami di laboratorio da autorizzare. Nulla è stato tralasciato. "Abbiamo avuto modo - commenta Paolo Cossu, fondatore dell'associazione sarda - lo scorso febbraio di esporre ai responsabili dell'Asl il nostro progetto ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Sono passati ormai tre mesi. Sembra ci sia una sorta di non curanza per quanto abbiamo proposto. Intanto continuano a farne le spese i tanti pazienti che devono settimanalmente recarsi a Cagliari per le visite e le cure. Non abbiamo nulla da dire - continua Paolo Cossu - sulla qualità dei servizi dell'ospedale Brotzu dove troviamo tanta disponibilità, gentilezza e professionalità. Quello che però vorremmo evitare, dato che c'è la possibilità, sono le trasferte che comportano notevoli spese e disagi per i tanti pazienti". L' associazione, in questi anni, ha dimostrato di riuscire ad arrivare a risultati molto importanti, come quello dell'assistenza sanitaria integrativa, relativa ai prodotti dietetici e nutrizionali, e l'esenzione del ticket per i malati di colite ulcerosa. "La disponibilità dei prodotti - ha continua Privitera - ha avuto come conseguenza un netto miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Michele Tocco ____________________________________________________ Repubblica 15 mag. '01 L'OMS CHIEDE UN FONDO MONDIALE CONTRO L'AIDS Ginevra, 10 miliardi di dollari GINEVRA - L'Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto a tutti gli stati di rispondere positivamente alla proposta di istituire un fondo globale per la lotta all'Aids, lanciata dal segretario generale dell'Onu Kofi Annan al vertice di Abuja il 28 aprile scorso. Aprendo i lavori dell'Assemblea mondiale della sanità ieri a Ginevra, la direttrice dell'Oms, Gro Harlem Brundtland, ha affermato che occorre aumentare progressivamente a 10 miliardi di dollari all'anno le risorse destinate a lottare contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria. La direttrice dell'Oms ha quindi invitato le delegazioni dei 191 stati membri dell'Oms a discutere le modalità concrete per l'istituzione del nuovo fondo proposto da Kofi Annan. ____________________________________________________ Repubblica 17 mag. '01 DISTURBI ALIMENTARI, UN PROBLEMA PER 500.000 ITALIANI Giovani ossessionati dal cibo parte la sfida all'anoressia MARIO REGGIO ROMA - Spezzare il meccanismo perverso che spinge migliaia di giovani, specie ragazze, ad ingrossare l'esercito degli anoressici. È l'imperativo lanciato dal ministro della sanità Umberto Veronesi al cospetto dei crudi dati: mezzo milione di persone con problemi alimentari, 64 mila e 500 malate di anoressia e bulimia, ottomila e 500 nuovi casi ogni anno. E ad ammalarsi sono soprattutto le donne, con un rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini. "Abbiamo progettato una rete che si dovrà occupare di organizzazione, prevenzione e cura - ha dichiarato Veronesi - ma stiamo esaminando le motivazioni determinanti della malattia. Ci sono aspetti affettivi, modelli che si vogliono imitare e anche conflitti interni. Sono i genitori, comunque, che devono imparare ad affrontare la questione con grande serenità". Ma come sarà organizzata la rete di protezione? Secondo il progetto elaborato dagli esperti della Sanità il sistema dovrà poggiare su 75 unità ambulatoriali che avranno il compito di seguire 30 mila casi; 50 centri diurni e day hospital per 4 mila e 400 posti di degenza l'anno e 30 servizi riabilitativi residenziali per 120 posti di degenza. Una struttura di base, secondo gli esperti, necessaria per affrontare la malattia che rischia troppo spesso di scivolare nella cronicità. Il rischio di ricadute, infatti, raggiunge una media del 40 per cento, anche se i casi di mortalità sono scesi dall'8 per cento di una decina di anni fa all'unodue per cento. È possibile uscire dal tunnel dell'anoressiabulimia? I risultati sono confortanti: ci riescono 7 persone su dieci. "Gli altri non sono riusciti a guarire perché non sufficientemente motivati - spiega Fausto Manara - presidente della Società italiana per gli studi sui comportamenti alimentari - proprio per questo è necessario un trattamento d'équipe, l'unico in grado di garantire un vero aiuto ai pazienti. Troppe, infatti, le implicazioni psicologiche, ostacoli che non possono essere rimossi con una terapia a base di farmaci o con un ricovero in ospedale". Ma sta sorgendo un altro problema: da uno studio effettuato su un campione di mille bimbi delle elementari, è emerso che un terzo delle femmine ha pensato di mettersi a dieta e qualcuno ha provato a vomitare per dimagrire. "Anche se si tratta di una ricerca di dimensioni ridotte - precisa il professor Manara - risulta evidente che fin dall'infanzia il rapporto con il cibo può essere un problema". Cosa spinge molti giovani ad identificarsi nei miti dell'apparenza, con gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche? Il bombardamento dei media, della pubblicità e della moda sta cambiando la percezione del corpo e l'atteggiamento nei confronti del cibo. Insomma, Barbie e Taricone dettano legge. A sostenerlo sono sociologi, neurologi, alimentaristi e psicologi nel corso del programma "Star meglio" in onda su Sat 2000, la tv satellitare dei cattolici italiani. Paolo De Nardis, preside della facoltà di Sociologia della Sapienza di Roma, indica nel "Taricone nazionale" il mito della pura apparenza: "Oggi, i modelli da inseguire e da imitare sono persone che appaiono e basta, che abbiano o meno una struttura interiore o mentale non ha importanza". E il mito di Barbie, a sentire Rosario Sorrentino, membro dell'Accademia americana di neurologia, "è ancora uno dei modelli estetici giovanili più inossidabili. Una realtà molto rischiosa, perché porta a veri e propri tentativi di omologazione". ____________________________________________________ Le Scienze 17 mag. '01 EPOTILONE:UN NUOVO MEDICINALE CONTRO I TUMORI Il farmaco è stato originariamente isolato da batteri che vivono nel suolo e funziona in modo molto simile al tassolo Nei primi test clinici su esseri umani, un nuovo medicinale contro il cancro ha prodotto risultati estremamente incoraggianti. L'epotilone, questo il nome dei medicinali, potrebbe ridare una speranza ai pazienti i cui tumori sono diventati resistenti al tassolo. Il farmaco è stato originariamente isolato da batteri che vivono nel suolo, noti come myxobatteri, e funziona in modo molto simile al tassolo. Una delle caratteristiche dei tumori è che le cellule si dividono senza controllo. Quando una cellula si divide, fili di una proteina elastica attirano i cromosomi appena duplicati verso i due nuovi nuclei in formazione. L'epotilone si lega però a questi fili impedendo la divisione cellulare. Poiché l'epotilone è più potente del tassolo, i pazienti hanno bisogno di una concentrazione più bassa del farmaco. Inoltre, le cellule possono diventare resistenti al tassolo semplicemente espellendolo dal loro interno, ma questo sistema non funziona con l'epotilone. La prima fase dei test clinici sul nuovo medicinale è stata condotta presso l'unità di ricerca sul cancro della Newcastle University e ha riguardato 36 pazienti di età compresa fra 35 e 72 anni, con diverse tipologie di cancro. I ricercatori hanno riferito al congresso annuale della American Society of Clinical Oncology che il tumore si è fermato in circa la metà dei pazienti e che in cinque è addirittura regredito. Ora i medici stanno analizzando i dati per capire quali siano i dosaggi migliori, prima di passare alla seconda fase dell'esperimento, che dovrebbe iniziare entro pochi mesi. ____________________________________________________ Corriere Della Sera 15 mag. '01 CITTÀ TROPPO RUMOROSE, SI DORME POCO E MALE Problemi per una famiglia su tre. Traffico sotto accusa, in agguato stress e sbalzi di pressione Arachi Alessandra Città troppo rumorose, si dorme poco e male Problemi per una famiglia su tre. Traffico sotto accusa, in agguato stress e sbalzi di pressione ROMA - Non si scherza con il rumore. Fa male alla salute. Anche quando non ce ne accorgiamo. Rumori martellanti. O motori rombanti. Urla e schiamazzi notturni. Il rumore è un male moderno. Devasta una famiglia italiana su tre, il 34,7 per cento per la precisione. E per quest' anno il ministro della Sanità Umberto Veronesi non ha avuto dubbi: ha inserito il rumore nel suo rapporto annuale sullo stato di salute dei cittadini, segnalandolo tra le cause principali dei disturbi del nostro organismo. I disturbi del sonno sono, ovviamente, al primo posto: si dorme poco e male. Ma gli ammalati di rumore soffro no anche di seri problemi cardiovascolari e sbalzi della pressione arteriosa. Ne sanno qualche cosa a Firenze, città dove la notte il cento per cento degli abitanti è costretto a convivere con un rumore che supera costantemente i limiti di legge, ovvero cinquantacinque decibel, con picchi che arrivano a sfiorare anche i settanta. Non stanno meglio neanche a Pisa, dove i limiti della legge sul rumore la notte sono superati nel 98,9 per cento delle vie della città, mentre a Livorno spetta la palma del rumore di giorno: i limiti legali diurni di 65 decibel sono costantemente superati nell' 84,7 per cento della città. Queste cifre provengono da un rapporto sui rumori nelle metropoli italiane. Sono numeri relativi alle dieci città monitorate dal l' Anpa, l' agenzia nazionale dell' ambiente, rappresentativi di una grande sofferenza nazionale. Perché di rumore ci si può anche ammalare seriamente. Dice, infatti, Oliviero Bruni, neuropsichiatra del centro del sonno dell' Università "La Sapienza" di Roma: "Al rumore non ci si abitua mai, anche quando pensiamo di sì. Anche quando a fronte di grandi rumori ci addormentiamo: la verità è che il rumore incide profondamente sulla qualità del sonno. Se monitoriamo il sonno durante un' esposizione a l rumore, possiamo vedere che il tracciato dell' elettroencefalogramma muta in continuazione. Per capirci: in questo caso non è la macrostruttura del sonno che muta, bensì la microstruttura. E questo crea problemi molto seri alla nostra salute. Come dire? Noi siamo convinti di dormire, di riposare e di ricaricare le energie. Ma non è così". Difficoltà di concentrazione, affaticamento, disturbi dell' umore, scarsa tolleranza alle frustrazioni e agli eventi stressanti, irritabilità: il sonno disturbato dal rumore è una fonte inesauribile di malesseri. Aggiunge Oliviero Bruni: "Il rumore che disturba il sonno alla lunga sviluppa anche malattie psichiatriche: la depressione, per prima, ma anche seri disturbi di ansia". Per non parlare degli incidenti stradali: quando si dorme male per via dei rumori si va soggetti ad una fastidiosa sonnolenza diurna, quella che porta a fare microsonni improvvisi, spesso durante la guida dell' automobile, provocando pericolosi incidenti. Il rumore ha anche delle differenze geografiche. Dormono bene gli abitanti del Molise: soltanto il 18,8 per cento delle famiglie, infatti, lamenta di essere disturbata dal rumore. E anche in Val d' Aosta se la passano bene, rispetto alla media nazionale: sono il 23,1 per cento le famiglie che dichiarano di essere infastidite. Preoccupante la situazione nel Lazio e nella Lombardia, perché qui si supera la media nazionale della devastazione del rumore: sono quasi quattro famiglie su dieci che lamentano il mal di rum ore (rispettivamente il 39,3 e il 39,2 per cento). Seguono a ruota le regioni del Nord-Ovest: qui sono il 37,3 per cento le famiglie che definiscono il rumore un problema serio per la loro quotidianietà. Va da sé che il traffico è in pole position tra le cause del rumore nelle città metropolitane: lo accusano l' 86 per cento delle famiglie intervistate. Per questo Fulco Pratesi, presidente del Wwf, lancia un appello: "I cittadini dovrebbero rinunciare all' abuso di auto private, ma soprattutto sarebbe opportuno mettere in pratica comportamenti più responsabili nella guida durante le ore notturne: evitare suonate di clacson, sgommate, accelerazioni improvvise, sorpassi stridenti e pericolosi". Ma non è tutto. Secondo Fulco Pratesi anche le amministrazioni hanno la loro quota di responsabilità. "E' ora che i Comuni con i loro assessorati competenti rendano operative le cosiddette zonizzazioni, ovvero i Piani che servono per definire le "destinazioni d' uso" delle aree urbane (residenziali, industriali...). E' grazie a queste che la legge prevede di proteggere i cittadini. E' per l' assenza di queste che in molte città si soffre troppo di rumore". Alessandra Arachi ____________________________________________________ Corriere Della Sera 16 mag. '01 UN SANGUE SUPER "OSSIGENATO" PER SALVARE IL CUORE DALL' INFARTO E Veronesi lancia l' idea di un polo di ricerca stile NIH Pappagallo Mario La tecnica sperimentata al Monzino di Milano Un sangue super "ossigenato" per salvare il cuore dall' infarto MILANO - Salvare le cellule del cuore compromesse dall' infarto irrorandole con sangue iperossigenato. È una nuova tecnica applicata nel Cent ro cardiologico Fondazione Monzino di Milano, nell' ambito di uno studio clinico condotto in collaborazione con gli Stati Uniti. "Si tratta - ha spiegato Antonio Bartorelli, direttore dell' Unità operativa di Cardiologia interventistica del Monzino, in occasione della visita del ministro della Sanità Umberto Veronesi - del primo sforzo della cardiologia mondiale per proteggere la capacità funzionale del muscolo cardiaco colpito da infarto acuto". E il ministro Veronesi ha colto l' occasione per lanciare una nuova idea: la creazione in Italia di "Istituti di ricerca biomedica di respiro europeo". "Una sorta - ha spiegato - di NIH (il National Institute of Health a mericano) di dimensioni più piccole". Dovranno occuparsi di oncologia, cardiol ogia, neuroscienze. Fra gli istituti papabili l' Istituto europeo di oncologia (Ieo), il Monzino, centro di eccellenza nel settore delle patologie cardiovascolari, l' I stituto neurologico Besta. Tutti a Milano. Ma la vera novità riguarda il cuore. " Durante l' infarto - dice Bartorelli -, l' interruzione del flusso sanguigno dovuta all' ostruzione improvvisa di una coronaria impedisce al cuore di ricevere la quantità di ossigeno necessaria alla vita delle cellule e il tessuto tutt' intorno va in necrosi. Il ritardo con cui spesso i pazienti giungono all' unità coronarica in grado di effettuare un' angioplastica (una tecnica che oggi ha successo nel 95% dei casi, contro il 55-60% della trombolisi) incrementa poi il danno, facendo morire ques ta parte di tessuto cardiaco e candidando il paziente allo scompenso cardiaco cronico". Il tempo utile per intervenire con l' angioplastica è di 8 ore. Purtroppo i soccorritori non sempre portano i malati in centri attrezzati come il Monzino. La nuov a tecnica, inoltre, promette un importante recupero funzionale del cuore. Si basa su un' apparecchiatura (A queous Oxygen System) messa a punto dalla società californiana TherOx con la consulenza scientifica di Bartorelli. Consente una piccola circol azione extracorporea durante la quale il sangue del paziente infartuato si arricchisce di ossigeno ad altissima concentrazione, pari a 750 millimetri di mercurio. Nel soggetto normale la concentrazione è di 98 millimetri di mercurio. Il sangue supero ssigenato viene quindi "spruzzato" verso le cellule danneggiate dall' infarto dallo stesso catetere che con il palloncino (angioplastica) ha riaperto la coronaria chiusa. Novanta minuti di irrorazione e le cellule tornano a "respirare". Il trattament o è stato sperimentato al Monzino e in tre centri americani, su 29 pazienti (otto nell' Istituto milanese). Con quali risultati? "I miglioramenti della funzionalità cardiaca - risponde Bartorelli - si vedono già dopo 5-6 giorni dalla terapia. Per doc umentarli, alla fine di questa sperimentazione ne partirà un' altra randomizzata, in Usa e in Europa (2 centri in Germania, uno in Francia), che confronterà 40 pazienti sottoposti a semplice angioplastica con altri sottoposti anche al nuovo trattamen to. Le attese sono enormi. Infarti che compromettono oltre il 30% dell' area del cuore provocano uno choc al paziente e lo scompenso cronico; oltre il 40% è difficile che sopravviva. Una riduzione di 10 punti del tessuto danneggiato è sufficiente a f ar cambiare vita a chi supera l' infarto. E questo obiettivo per ora è stato raggiunto". Mario Pappagallo ____________________________________________________ Corriere Della Sera 17 mag. '01 IL CERVELLO DELL' UOMO CONTINUA A SVILUPPARSI FINO A CINQUANT' ANNI Caprara Giovanni Scoperta di scienziati americani Il cervello dell' uomo continua a svilupparsi fino a cinquant' anni MILANO - Mentre invecchiamo e il corpo segnala qualche limite, il nostro cervello, invece, continua a crescere e a svilupparsi sino a cinquant' anni mantenendo una giovinezza che credevamo perduta. La prova esce dagli studi del professor George Bartzokis responsabile della ricerca al Department of Veteran Affairs di Washington. "A crescere - precisa lo scienziato - è in particolare quella materia bianca che svolge la funzione di comunicazione fra le diverse aeree cerebrali nei lobi frontali e temporali dove risiedono le zone della memoria, del ragionamento e del controllo degli impulsi". Ciò significa che le nostre capacità di apprendimento rimangono inalterate e non vengono ridotte dall' avanzare dell' età. Al contrario, invecchia inesorabilmente, come del resto si sapeva, la cosiddetta materia grigia che raggiunge il suo momento di maggior sviluppo alla fine dell' adoloscenza. "Se par agoniamo il cervello a Internet - precisa Bartzokis - la materia grigia è il Pc, quella bianca è la linea telefonica che connette tutti i computer fra loro". Per arrivare all' interessante risultato gli scienziati hanno "misurato" i cambiamenti delle masse cerebrali in 70 uomini sani con un' età compresa fra i 19 e 76 anni. "Una volta si pensava che il cervello terminasse il suo sviluppo a 12-13 anni e solo l' anno scorso le indagini hanno esteso questo limite sino ai vent' anni. Ma si capiva ch e presto saremmo andati oltre", dice Alberto Oliverio psicobiologo all' Università La Sapienza di Roma e direttore dell' Istituto di psicobiologia e psicofarmacologia del Cnr. "La scoperta - aggiunge - rivela un modello sempre più dinamico del nostro cervello nel quale c' è poco di prefissato. Esistono delle informazioni genetiche di base ma poi le ristrutturazioni sono continue e risentono molto dell' ambiente in cui si vive e dell' influenza esterna a cui è soggetto l' individuo. Ciò che muta semmai è il rapporto fra le cellule cerebrali ". "Il cervello insomma - prosegue Oliverio, autore del libro "La mente: istruzioni per l' uso" appena uscito da Rizzoli - dimostra che sa adattarsi nel tempo con grande versatilità trovando modo di funzi onare al meglio anche quando la materia di cui è costituito cambia nel corso della sua evoluzione ". "Gli studi sul cervello - conclude lo scienziato - stanno vivendo un periodo di grande esplosione che produce grandi risultati. E ciò aiuta anche nel decifrare quelle anomalie di base da cui nascono malattie come l' Alzheimer". Giovanni Caprara Parole chiave CERVELLO E' la parte più grande dell' encefalo. Consiste di due emisferi. Ciascun emisfero è ricoperto da una sostanza grigia chiamata corte ccia che contiene un numero di cellule nervose (neuroni) stimato intorno a dieci miliardi NEURONE Cellula allungata e ramificata specializzata nella conduzione degli impulsi nervosi CERVELLETTO Parte dell' encefalo che governa il coordinamento dell' attività muscolare e dell' equilibrio. Anch' esso è ricoperto di sostanza grigia ____________________________________________________ La Stampa 16 mag. '01 "PER ORA IL CERVELLO ARTIFICIALE È COME UNO SCOLARO ZUCCONE" POLITECNICO DI TORINO ALLA CONFERENZA MONDIALE SUI SISTEMI NEURALI ARTIFICIALI NON C'ERA TRACCIA DELLO SCIENZIATO RUSSO VALZEV E DELLE SUE PRESUNTE SCOPERTE Eros Pasero* NELLE scorse settimane la stampa si è occupata della presunta creazione di un cervello artificiale annunciata dallo scienziato russo Valzev, in grado di replicare il ragionamento di esseri umani. Il "Brainputer" russo sta per rimpiazzare i nostri neuroni e le nostre sinapsi? A Torino da più di dieci anni il laboratorio di Neuronica del Politecnico si occupa di sistemi neurali artificiali: studiosi italiani e stranieri da anni verificano la possibilità di replicare elementi e funzioni della mente umana. Di recente si è tenuta in Italia la conferenza mondiale sui sistemi neurali artificiali e non c'era traccia tra i ricercatori russi di Valzev. Il mondo accademico russo è peraltro ben conosciuto e stimato per i suoi studi teorici sulle dinamiche della mente umana. Nel Laboratorio di Neuronica esistono già numerose applicazioni delle ricerche sulla mente umana. Un piccolo microchip, NESP, brevettato nel 1991, riproduce la struttura di piccoli neuroni e sinapsi dal funzionamento simile a quello umano. Infatti può essere addestrato per imparare nozioni elementari e ha una semplice funzione di "memoria". Il limite principale di questi "cervellini" consiste nel numero: sul silicio attualmente si riescono a realizzare solo poche centinaia di neuroni mentre il nostro cervello ne possiede centinaia di miliardi. Però nel Laboratorio di Neuronica sono in funzione programmi in grado di simulare alcune funzioni del ragionamento umano. ANNIE è un "CAD" in grado di muovere un manichino "umano" in un ambiente di realtà virtuale. Quello che la distingue dagli analoghi già disponibili sul mercato cinematografico è che il movimento non viene realizzato da complicate equazioni. "Lei" è stata addestrata da alcuni studenti che, eseguendo centinaia di movimenti elementari davanti all'occhio del computer, l'hanno addestrata come un maestro insegna a un bambino i primi passi. Per ora ANNIE può solo muovere un braccio. Ma alcune industrie tedesche e svedesi stanno provando ad addestrare il manichino per simulare il movimento di un guidatore nell'abitacolo di un automobile. Non è la sola applicazione: un altro cervello artificiale sta valutando i sedili dell'auto realizzati da una ditta americana. Non vengono usati sistemi di equazioni: alcuni studenti si sono seduti su sedili campione e il sistema neurale artificiale dice se il sedile è comodo oppure no, imitando il giudizio di un cervello umano. In un angolo del laboratorio una scheda con un piccolo sistema integrato gioca a fare l'equilibrista: il suo compito è tenere in equilibrio un'asta al contrario, come fa un giocoliere. L'equilibrista di silicio trasmette colpi a sinistra e destra fino a quando riesce a tenere dritta l'asta malgrado colpettini maligni che uno studente da all'asta. Alla fine un colpo più duro degli altri butta giù l'asta: meno male, per ora l'uomo vince ancora! Un altro computer sta imparando a leggere: migliaia di buste scritte a mano vengono esaminate e lui prova a riconoscere numeri e lettere. E' buffo vedere come impara: ogni volta che sbaglia viene corretto, ma capita che, imparando nuovi caratteri, sbagli a riconoscere quelli vecchi: ricorda proprio certi scolari zucconi che vanno avanti a forza di schiaffi. Al Politecnico di Torino altri gruppi stanno sviluppando aspetti diversi di questi cervelli artificiali. L'Italia è all'avanguardia in questa disciplina con centinaia di ricercatori; siamo ancora lontani dall'annunciato computer neurale, ma numerose applicazioni dimostrano che la strada è giusta. L'approccio del cervello umano, molto diverso da quello dell'elaboratore elettronico, si sta dimostrando vincente in molti campi come quello della risoluzione di problemi non matematici, della previsione di mercato e dell'analisi in generale. Quando la tecnologia umana si avvicinerà a quella naturale potremo avere risultati sorprendenti. (*)Politecnico di Torino ____________________________________________________ La Stampa 16 mag. '01 COMPIE SETTANT'ANNI L'ANESTESIA PERIDURALE IL METODO, NATO A TORINO NEL 1931 DA UNO STUDIO DI DOGLIOTTI, E' UTILIZZATO IN TUTTO IL MONDO L'AVVENIMENTO RICORDATO DA RITA LEVI MONTALCINI Elsa Margaria* SETTANT'ANNI fa "nasceva" a Torino l'anestesia peridurale, oggi applicata in tutto il mondo. Lo si ricorderà con un convegno (Torino, 17-19 maggio), presente Rita Levi Montalcini, Nobel per la Medicina. A parte qualche cenno precedente, possiamo considerare come atto di nascita dell'anestesia peridurale la relazione di Achille Mario Dogliotti intitolata "Un promettente metodo di anestesia tronculare in studio: la rachianestesia peridurale segmentaria" tenuta il 18 aprile 1931 alla Società Piemontese di Chirurgia. La relazione fu pubblicata nello stesso anno sul Bollettino della Società: in 15 pagine l'autore descrive gli studi sperimentali eseguiti sulla colonna vertebrale di cadaveri nell'Istituto di Anatomia, iniettando dapprima gelatina colorata per visualizzarne la diffusione nello spazio peridurale, e in seguito liquido radiopaco in quantità crescente e a diversa altezza. Dogliotti dimostra che si può ottenere un bagno dei nervi spinali all'uscita del sacco durale e per tutta la lunghezza del loro decorso intervertebrale, compreso il ganglio spinale. Inoltre riporta 18 casi clinici, descrivendo minuziosamente le tappe della progressione dell'ago attraverso i vari piani, la differenza di resistenza, gli "scatti" che l'operatore apprezza nel superare il legamento interspinoso, il legamento giallo e la dura madre. Infine Dogliotti introduce il concetto di quella che attualmente viene chiamata "dose test" allo scopo di ottenere la certezza di non avere raggiunto lo spazio subaracnoideo e consiglia di praticare sistematicamente l'iniezione frazionata dell'anestetico, in tre riprese in circa 15 minuti. Era agli inizi, in quel epoca, l'anestesia endovenosa (i barbiturici entrano nella pratica tra il 1924 e il 1935), l'anestesia inalatoria era nata il 16 ottobre 1846 a Boston con William Morton: il famoso "ether day". Nonostante questi progressi avessero consentito un notevole incremento della chirurgia (a Boston si passò da tre interventi al mese a oltre cento alla fine del secolo), l'anestesia di per sé comportava un rischio di mortalità del 30-40 per cento. Le prime nozioni rudimentali di assistenza respiratoria risalgono infatti soltanto agli inizi del secolo; ne sono pionieri Guedel (1883-1956), Magill (1888-1968) e Machintosh, che intorno agli Anni '40 sviluppò la tecnologia dei laringoscopi per l'intubazione tracheale. Nel 1942 viene introdotto il curaro nella pratica anestesiologica, consentendo una più agevole intubazione e una minor profondità dell'anestesia chirurgica. Attualmente, nonostante le tecniche, i farmaci e i mezzi con cui si applica l'anestesia generale abbiano ormai raggiunto alti livelli di affidabilità, l'anestesia peridurale mantiene le sue caratteristiche di indispensabilità soprattutto in alcune specialità e per pazienti particolarmente "a rischio". L'Ostetricia è la più rappresentata tra le specialità chirurgiche nelle quali la peridurale viene utilizzata. Naturalmente l'anestesia peridurale presenta anche complicanze, in parte già descritte dallo stesso Dogliotti. Tra le minori: difficoltà della tecnica di esecuzione, parestesie immediate o a distanza, bradicardia, ipotensione arteriosa, brivido, nausea e vomito, intrappolamento o dislocazione di catetere. Tra le maggiori: ipotensione grave, infezione, crisi convulsive, ematoma con compromissione midollare, lesioni neurologiche traumatiche o tossiche, blocco spinale totale, cefalea da puntura accidentale della dura. In proposito esiste uno studio inglese che riguarda 300 mila casi e che non fa emergere alcuna segnalazione di danno neurologico grave e permanente. Sono riportati invece danni neurologici minori come parestesie e mal di schiena, quest'ultimo determinato probabilmente dal fatto che l'anestesia peridurale consente alla donna di assumere posizioni forzate. (*)Ospedale Sant'Anna, Torino