UNIVERSITA': STIAMO DAVVERO PER DIVENTARE COME GLI STATI UNITI? ARCHIMEDE: A MONTE CLARO UN CENTRO DELLE SCIENZE UNIVERSITÀ: QUATTRO SEMINARI SULLA VIOLENZA GIOVANILE SETTIMANA SCIENTIFICA CON MOSTRE E CONVEGNI IL TAR BLOCCA LE ELEZIONI UNIVERSITARIE GLI STUDENTI: MISTRETTA RESPONSABILE DELLA SOSPENSIONE DEL TAR GLI STUDENTI: LA SOSPENSIONE DEL TAR E' UN PASTICCIO CHE CI UMILIA LIBRI IN FOTOCOPIA PER LE MATRICOLE E IL PRESIDE SI INFURIA E PER I TREMILA MANAGER DI STATO ADESSO ARRIVA L'ESAME ANNUALE ========================================================= SIRCHIA: UN "TICKET" PER LE FALSE URGENZE CASSAZIONE: LE VISITE MEDICHE INUTILI VANNO PAGATE LOMBARDIA:I MEDICI: FIRME CONTRO LA NUOVA SANITÀ LOMBARDIA: "AI PAZIENTI DAREMO PIÙ SCELTA E PIÙ SPECIALISTI" CIAMPI: "TUMORI, TAGLIATE LE LISTE D' ATTESA" VISITE ANDROLOGICHE GRATUITE AL POLICLINICO UNIVERSITARIO IL PRESIDE DI MEDICINA CONTRO IL DIRETTORE GENERALE DEL POLICLINICO (di Roma) L'INFERMIERE PENSIONATO TORNA IN CORSIA LA CONSAPEVOLEZZA DEI PAZIENTI NELLE TERAPIE SPERIMENTALI COLESTEROLO E HIV IL COLESTEROLO DELLA MAMMA METTE A RISCHIO IL CUORE DEL NASCITURO COLESTEROLO,INSIDIOSO QUANDO È OSSIDATO CANCRO, IL FUMO DI MARIJUANA È PIÙ PERICOLOSO DEL TABACCO UNA PELLE "NUOVA" CON LE STAMINALI SPERIMENTAZIONE SULL' UOMO DA NATALE I DANNI DEL RUMORE: COME DIFENDERSI LEGALMENTE ========================================================= CISCO SYSTEMS APRE SCANO MONTIFERRO UNA SUA "LOCAL ACCADEMY" INTERRUTTORI FOTONICI PRIMI TRANSISTOR OTTICI ========================================================= ____________________________________________ Corriere della Sera 23 nov. '01 UNIVERSITA': STIAMO DAVVERO PER DIVENTARE COME GLI STATI UNITI? Stiamo davvero per diventare come gli Stati Uniti, da una parte università di serie A, Harvard, Yale, Princeton, Chicago e poche altre e poi la massa delle State Universities che, invece di far ricerca e didattica avanzata, fanno solo didattica generica? Leggendo il testo del parere sui requisiti minimi per l'attivazione di nuovi corsi all'università, uscito dal Comitato Nazionale nel settembre 2001 e diffuso ora via Internet, i pericoli di una fine di questo tipo sono evidenti. In apparenza nulla da ridire: si invita il Ministero dell'Università (Murst) a stabilire dei requisiti minimi perché si possa attivare un corso. Ma, a ben vedere, il progetto appare di segno molto diverso. Chiedere che, per attivare vecchi e nuovi corsi, vi debbano essere negli organici delle singole facoltà il 90 per cento dei docenti di ruolo per coprire l'offerta formativa, vuol dire avere 18 docenti di ruolo per corso di studio, diminuibili a 14 se vi sono altri corsi attivati; non si permette quindi ai docenti di tenere più di un corso, come in passato e, soprattutto, non si conteggiano i professori a contratto. Con conseguenze gravissime. Le grandi sedi universitarie dispongono di centinaia di docenti di ruolo in ogni facoltà e quindi possono attivare molti corsi; le piccole non hanno queste possibilità, anche con i ricercatori, ma spesso posseggono attività scientifiche avanzatissime e capacità innovativa. Le facoltà finora potevano integrare la docenza di ruolo con professori a contratto che ora non potranno essere conteggiati dal Murst e quindi molti corsi chiuderanno o non si apriranno. Con una norma del genere diventano vane le parole sul rapporto indispensabile fra ricerca accademica e libere professioni, fra università e mondo del lavoro. Nel progetto del Comitato sono implicite anche sanzioni: nessun finanziamento per chi deroga, non riconoscimento del titolo. Le conseguenze del provvedimento sono ovvie e gravissime: si favoriscono sei, sette sedi che avranno quindi tutta l'offerta didattica; tutte le altre avranno vincoli vessatori tali da mandare in crisi non solo gran parte della didattica ma anche la formazione di ricercatori avanzati non potendosi proporre se non poche lauree e pochissime specialistiche. Dunque, delle due l'una: o rifiutiamo il modello che privilegia poche grandi università ma penalizza tutte le altre, oppure avremo un grande ritorno, di centinaia di migliaia di iscritti, nelle maggiori sedi con congestione e crisi del sistema. Serve invece sviluppare la crescita delle medie università e favorire in ogni modo la loro capacità progettuale insieme a un fecondo rapporto con il mondo della produzione che, attraverso i docenti a contratto, fornisce alla ricerca e alla didattica un contributo irrinunciabile. Arturo Carlo Quintavalle ____________________________________________ L'Unione Sarda 23 nov. '01 ARCHIMEDE: A MONTE CLARO UN CENTRO DELLE SCIENZE Monte Claro. Mistretta: "Posto ideale". Balletto e Floris: "Parliamone" Il parco di Archimede Tra gli alberi un Centro delle scienze Metti un Centro della scienza nel cuore di Monte Claro. Un'idea affascinante, nata quasi per caso durante la presentazione della settimana scientifica in città. Ma che rischia di avere un seguito. Al momento non è esiste una proposta concreta: "Il mio", premette il rettore dell'Università, Pasquale Mistretta, "è soltanto un suggerimento, saranno poi la Provincia e il Comune a valutare se esistono le condizioni per portare avanti un discorso del genere". Ma l'ipotesi sembra aver già raccolto i primi consensi: sia il sindaco, Emilio Floris, che il presidente della Giunta provinciale, Sandro Balletto, fanno sapere di essere "disponibili ad approfondire l'argomento". Il Parco apre alla scienza? Il cammino è ancora lungo e tutto da individuare. La recente inaugurazione di Monte Claro ha però stuzzicato l'attenzione di chi da anni sogna di trasformare Cagliari in un polo scientifico e di regalare un'oasi degli esperimenti ai sardi più intraprendenti. "Soprattutto nella parte di competenza della Provincia", afferma Mistretta, "esistono spazi adatti per questo progetto". Il rettore lo ripete sino alla nausea: "Si tratta soltanto di un'ipotesi, anche perché non è casa mia". Ma allo stesso tempo lancia un invito alla Provincia e al Comune: "Di prenderla in considerazione. Per questo allargo l'invito a tutte le parti interessate al Centro della scienza, anche alla "mia" Università: perché si possa stilare una proposta seria, non evanescente, e capire da dove potrebbero arrivare i finanziamenti". Che servirebbero non solo per la realizzazione del Centro. "Dovrebbero garantire anche l'allestimento", sottolinea Ugo Galassi, portavoce delle associazioni che si occupano del miglioramento dell'insegnamento scientifico, "e la presenza dei massimi esperti in materia". Presenza indispensabile, come sottolinea l'ex presidente nazionale dell'Aif (Associazione italiana fisici), Carla Romagnino. C'è poi il discorso dei più giovani: "Avrebbero l'opportunità di stare a stretto contatto con la scienza", aggiunge il fisico Guido Pegna. Sulla carta gli esperti sono tutti d'accordo, il prossimo passo potrebbe essere dunque una conferenza di servizi con i rappresentanti di Provincia, Comune, Università e Regione. Un passo che Sandro Balletto è pronto a fare: "Sono disponibilissimo ad affrontare il discorso e valutare se esistono le basi per una programmazione: l'idea è ottima, da tanti punti di vista". La premessa del presidente della Provincia è tuttavia imprescindibile: "Di sicuro non vogliamo ipotecare il Parco per nessuno". Sulla stessa linea il sindaco, che ha accolto con particolare interesse "l'idea" del rettore. "Spesso, progetti che nascono per caso", dice Emilio Floris, "hanno più successo di quelli a lungo studiati a tavolino". Un'idea comunque da approfondire: "Allo stato attuale, non mi sento di confermarla, tanto meno di smentirla a priori", precisa Floris non tralasciando tuttavia quelli che potrebbero essere i vantaggi per la città: "Si tratti di Monte Claro o di un altra sistemazione, un'iniziativa di questo tipo la considero positiva dal punto di vista dell'occupazione, ma anche in linea con l'idea di un polo telematico e scientifico per una Cagliari capitale". Nei Centri della scienza - in Italia ce ne sono una quarantina - si possono trascorrere intere giornate: vedere film scientifici o storici, consultare la biblioteca, partecipare a conferenze. Per i più giovani la possibilità di assistere a veri e propri esperimenti. Ed eventualmente di imitare gli scienziati. Fabiano Gaggini ____________________________________________ L'Unione Sarda 21 nov. '01 UNIVERSITÀ: QUATTRO SEMINARI SULLA VIOLENZA GIOVANILE "La violenza: un approccio interdisciplinare. Riflessioni per la costruzione di percorsi formativi": sarà questo il tema centrale di quattro seminari organizzati dalla Fondazione "Istituto storico Giuseppe Siotto" e le facoltà di Teologia e di Scienze della Formazione dell'Università, in collaborazione con l'Istituto regionale di ricerca educativa (Irre Sardegna) e la direzione scolastica regionale. Il primo seminario si svolgerà oggi nell'aula magna della facoltà di Scienze della Formazione. Prossimi appuntamenti: 10 dicembre,14 gennaio e 28 gennaio 2002. Questo pomeriggio alle 16 Pasquale Mistretta e il direttore dell'ufficio scolastico regionale della Pubblica Istruzione Armando Pietrella daranno inizio ai lavori. Alle 16.15 Aldo Accardo e Maurizio Teani presenteranno il seminario. Alle 16.30 Giuseppe Contini parlerà di "Diritto e violenza" e alle 17.15 si aprirà il dibattito con il pubblico. "La scelta di approfondire la riflessione sul tema della violenza giovanile", spiegano gli organizzatori, "è maturata a maggio, ed è quindi precedente ai tragici fatti di settembre". (e. b.) ____________________________________________ L'Unione Sarda 22 nov. '01 SETTIMANA SCIENTIFICA CON MOSTRE E CONVEGNI L'obiettivo è quello di avvicinare i cagliaritani al mondo della scienza. Attraverso mostre, convegni e iniziative in grado di catturare l'attenzione di appassionati e non, adulti e bambini. Prende il via oggi (e si concluderà giovedì 29 novembre) la seconda edizione della "settimana cittadina della scienza". L'intera manifestazione - promossa dal Comitato società scienza e patrocinata da Regione, Provincia, Comune e Università - sarà un punto di riferimento per le scolaresche, ma non solo. Sarà caratterizzata da una mostra allestita alla Cittadella dei musei: potrà essere visitata dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Nell'Aula Magna del Rettorato e al Palazzo Regio non mancheranno poi le tavole rotonde e i dibattiti sui temi più attuali: dalla droga all'elettrosmog, all'alimentazione. Tra i vari relatori ci sarà, nella conferenza di domani, anche il premio Nobel per la pace (nel 1995) Francesco Calogero. Numerosi gli appuntamenti di grande interesse, come quello (sul tema "L'universo") che vedrà protagonista Enrico Fermi, fiore all'occhiello della fisica italiana: quest'anno si celebra il suo centenario. Da non perdere anche l'appuntamento con i cibi transgenici. Scienza ed esperimenti, ma non solo. Domenica per esempio si parlerà della chimica del vino. Incontro al quale seguirà un'invitante degustazione. Spazio anche al divertimento: durante tutta la settimana, i bambini avranno la possibilità di improvvisarsi scienziati attraverso giochi realizzati grazie al contributo, in particolare, delle scuole medie di Sant'Elia e di via Venezia. ____________________________________________ La Nuova Sardegna 20 nov. '01 IL TAR SOSPENDE LE ELEZIONI UNIVERSITARIE È stato accolto in extremis il ricorso di una delle liste escluse: oggi e domani i seggi resteranno chiusi Gli studenti soddisfatti: "È una vittoria della democrazia" 'Irregolarità ignorate da rettore e commissione elettorale' CAGLIARI. Il Tar ha sospeso le elezioni universitarie che si sarebbero dovuto svolgere oggi e domani per la scelta dei rappresentanti degli studenti negli organi accademici. Era tutto pronto ma i giudici amministrativi hanno riscontrato numerose irregolarità e accolto il ricorso presentato dalla lista Insieme per l'Università, esclusa dalla competizione in alcuni degli organi che sarebbero dovuti essere eletti. Tutto rinviato dunque, il 4 dicembre il Tar si pronuncerà definitivamente sulla questione. Il voto avrebbe dovuto riguardare 39 mila studenti e si sarebbero dovuto svolgere nei 22 seggi dislocati a Cagliari e in quelli di Nuoro, Oristano, Iglesias, Ilbono e Sorgono per il rinnovo dei rappresentanti degli studenti nel senato accademico, nel senato accademico allargato, nel consiglio di amministrazione, nei consigli di facoltà e nel comitato sportivo per il triennio 2001-2004. Ma la sospensione non è arrivata del tutto inaspettata. Troppe le polemiche che negli ultimi giorni avevano caratterizzato la competizione elettorale. E troppe le irregolarità segnalata da alcune delle liste che avrebbero dovuto partecipare al voto. Lo ha ricordato ieri sera Giuseppe Frau, rappresentante della lista "Insieme per l'università", poi esclusa dalla gara: "Mai nella storia dell'università si era verificata una situazione del genere - ha detto Frau in una conferenza stampa convocata per spiegare i motivi che avevano spinto al ricorso (presentato dall'avvocato Benedetto Ballero) e per chiarire la decisione del Tar - Si è trattato di una decisione nuova ma evidentemente i giudici amministrativi hanno verificato che qualcosa (troppo?) non andava". D'accordo si sono trovati altri gruppi: Unione studentesca, Studenti a sinistra e Don Chisciotte: "Sono state riscontrate una lunga serie di irregolarità, già segnalate del resto ma regolarmente ignorate da Rettore e commissione elettorale". E anche i giovani popolari (con una dichiarazione del loro rappresentante Vito Tito) hanno parlato di "legalità ripristinata". I ciellini di Unità e libertà, i forzisti di "Scuola" e la destra di Nuovo ateneo hanno espresso "contrarietà": "Così si nega diritto di voto e si blocca il sistema di gestione dell'ateneo". I rappresentanti di Insieme per l'università non sono andati tanto per il sottile nel contestare la commissione elettorale: "Alcuni dei fatti che si sono verificati sono stati gravissimi, dimostrando la mancanza di sensibilità e serietà che ha informato troppo spesso le elezioni studentesche. Certi gruppi l'hanno fatta da padroni, impedendo una partecipazione democratica degli studenti. Abbiamo rilevato inoltre precise mancanze nella macchina organizzativa: basti pensare che nei manifesti elettorali manca persino la data delle elezioni. I nomi dei candidati erano sbagliati, i manifesti non sono stati affissi nei tempi stabiliti e, fatto ancora più grave, in alcune sedi decentrate dell'università come Nuoro, Iglesias e Oristano non sono nemmeno arrivati". Ancora: "Gli articoli uno e due prevedono che le elezioni vengano convocate entro il 30 marzo. Stavolta c'è stata una vacanza di un paio di anni assolutamente incomprensibile: qualche volta si è parlato pure di vicinanza con le politiche. Stavolta si è deciso di far votare chi si era iscritto all'anno accademico entro il 30 ottobre, sapendo benissimo che in molti regolarizzano la loro posizione più tardi. La data è stata spostata al 5 e poi al 19 novembre. È serio tutto questo?". Con il risultato che a confusione si è aggiunta confusione: "È mancata l'informazione e in questo caso l'atteggiamento dei vertici universitari è stata incomprensibile". Concludono i popolari: "Accogliamo con soddisfazione - ha aggiunto Vito Tito - l'atto della magistratura amministrativa che ha ritenuto valide le contestazioni al procedimento elettorale messe il evidenza da Insieme per l'Università. Il rinvio del voto è un atto di democrazia perché consente agli studenti di scegliere con consapevolezza e serenità di giudizio da chi far rappresentare le quotidiane esigenze di vita universitaria. Ringraziamo chi si è dimostrato attento ai bisogni e ai diritti degli studenti. Sicuramente la prossima volta in tanti di più andranno a votare". ____________________________________________ L'Unione Sarda 22 nov. '01 GLI STUDENTI: MISTRETTA RESPONSABILE DELLA SOSPENSIONE DEL TAR Dopo l'intervento del Tar: prese di posizione del Rettore e degli studenti Pasquale Mistretta "Sul nuovo bilancio deciderà ancora il Consiglio in carica" Il rettore Pasquale Mistretta è nell'occhio del ciclone. Gli studenti lo ritengono in qualche modo responsabile del decreto di sospensione emesso dal presidente del Tribunale amministrativo che di fatto blocca le elezioni degli organi di governo accademici. Ma il magnifico rettore non ci sta e mette in guardia dalle facili strumentalizzazioni politiche. Nello stesso momento rimanda al mittente le accuse che gli stanno piovendo addosso con la delicatezza di un macigno. "La vita dell'università ovviamente non si ferma", dice con tono deciso Mistretta. "Gli organi di governo dell'ateneo operano già dal 30 settembre in regime di prorogatio, con un regolare decreto che li tiene in carica". Secondo il rettore, quindi, i piani di studio, i finanziamenti europei e i consuntivi seguiranno il loro corso naturale e l'università non perderà una lira, o meglio un euro. "Non ci sono i tempi tecnici per approvare il bilancio 2001 con il nuovo Consiglio - spiega Mistretta - Ma non è un problema: porterò in discussione il documento con il vecchio organo ancora in carica". Le critiche degli studenti puntano dritte all'immobilismo del rettore che, dicono, "furbescamente non ha mosso un dito per difendere l'Università dalle accuse". Né l'Ateneo, né la Commissione elettorale centrale, infatti, si sono costituite in giudizio di fronte al Tar. "Non ci siamo presentati perché non ci è stato comunicato", afferma il rettore. Ma il 4 dicembre, giorno di convocazione della Camera di consiglio del Tribunale amministrativo, come si comporterà l'Ateneo cagliaritano? "Neanche in quella data mi costituirò in giudizio", dice il rettore, che analizza i quattro punti che hanno indotto il presidente del Tar a decretare la sospensiva e ribatte: "I nomi dei candidati pubblicati sui manifesti elettorali sono stati corretti; i manifesti sono stati affissi in ritardo solo in qualche seggio". Anche sulla data delle votazioni, che non compare sui manifesti, Mistretta dà la sua versione: "È strano, neanche nelle scorse votazioni universitarie è stata pubblicata la data e nessuno ha protestato. Chissà perché". Sul motivo che ha spinto la lista "Uniti per l'università" a presentare ricorso l'atteggiamento del rettore è distaccato: "Non voglio discutere sulle motivazioni che hanno fatto prendere la decisione di esclusione della lista alla Commissione elettorale, ma forse sarebbe stato meglio ammetterla alla gara elettorale. Ci sarebbero stati sicuramente ricorsi ma, se il Tar avesse dichiarato l'irregolarità della lista, dopo le votazioni gli eletti esclusi sarebbero stati rimpiazzati dai candidati aventi diritto. Senza creare così alcun danno all'Università". An. Ar ____________________________________________ L'Unione Sarda 22 nov. '01 GLI STUDENTI: LA SOSPENSIONE DEL TAR E' UN PASTICCIO CHE CI UMILIA Università. Tra gli studenti dopo l'intervento del Tar che ha bloccato le elezioni "Un pasticcio che ci umilia" A rischio piani di studio e finanziamenti Ue La decisione del Tar di sospendere le elezioni universitarie, in programma ieri e oggi, ha scatenato un mare di polemiche. Non sono mancate le prese di posizione dei candidati dopo il ricorso presentato dalla lista "Insieme per l'università" che, rappresentata dall'avvocato Benedetto Ballero, è riuscita di fatto a bloccare la competizione elettorale. Un provvedimento che rallenterà la vita amministrativa dell'ateneo: tutto rimandato per il rinnovo del Consiglio di amministrazione, Senato accademico, Senato accademico allargato, Comitato per l'attività sportiva e Consigli di facoltà. Un pasticcio anche perché, al contrario, le nomine per il personale docente e non docente, sempre per gli stessi organi di governo, sono andate a buon fine. Così i rappresentanti delle liste si chiedono come fare a lavorare: con i vecchi membri o con i nuovi eletti, tra il personale docente e non, senza la rappresentanza studentesca? Nei vari incontri non sono mancate le accuse reciproche di immobilismo, incapacità e ostruzionismo dei candidati. Ma il comune denominatore delle accuse lanciate dagli studenti è sempre lo stesso: il rettore Pasquale Mistretta. Nuovo Ateneo. Pierpaolo Batzella, Simone Paini e Antonella Zedda sono espliciti: "La sospensione e il conseguente annullamento delle elezioni per il rinnovo degli organi rappresentativi è un atto grave e illegittimo. Già da tempo avevamo presentato una domanda di proroga di dieci giorni sulla data delle votazioni e non una sospensione o annullamento come chiesto da altre liste. Il momento è critico e delicato: l'Università dovrà dare le linee di indirizzo per spendere finanziamenti europei. In questa situazione si preannuncia un blocco totale degli organi di governo accademici con la conseguenza di un ulteriore decadimento del nostro Ateneo in termini di produttività e organizzazione. Venerdì il caso verrà presentato d'urgenza al ministro all'Istruzione Letizia Moratti. Per il rimborso dei danni useremo le vie legali". Uniti e liberi. Altrettanto decisi i commenti di Mauro Badas, Samuela Mingoia e Matteo Antonio Orrù, consiglieri di Amministrazione attualmente in carica: "Il rettore ha favorito uno schieramento politico, quello della lista esclusa. Non solo, ha assunto un atteggiamento passivo e nonostante i nostri inviti formulati all'Ufficio legale dell'Ateneo non ha preso decisioni pensando che le decisioni del Tribunale amministrativo sarebbero arrivate dopo le elezioni. Non è stato così". Dalla stessa lista, ma da un altro gruppo arrivano le affermazioni di Federico Ibba: "Segnaliamo l'incapacità e la mancanza di volontà da parte di molti movimenti di condividere la risoluzione dei problemi comuni. La spiegazione sta nel fatto che sta prevalendo sempre più la logica di partito e la contrapposizione ideologica". Insieme per l'università. I candidati della lista che hanno presentato il ricorso al Tribunale amministrativo sono soddisfatti del decreto di sospensione. Ecco il parere di Giuseppe Frau: "Siamo d'accordo con la decisione emessa dal Tar: si rischiava di ripetere quello che è successo nelle precedenti elezioni quando ha partecipato al voto solo il 10 per cento degli studenti. Siamo fiduciosi e convinti che il 4 dicembre il Tar annullerà definitivamente le elezioni, alle quali devono partecipare tutti gli studenti universitari che ne hanno diritto. Puntiamo l'indice accusatore contro la Commissione elettorale centrale che non ha applicato il regolamento elettorale e il decreto del rettore, prorogando i termini per le candidature "passive" dall'otto ottobre al 5 novembre, e per l'elettorato "attivo" al 19 novembre, giorno delle elezioni. Così facendo ha impedito il diritto degli studenti di andare alle urne". Andrea Artizzu ____________________________________________ L'Unione Sarda 22 nov. '01 LIBRI IN FOTOCOPIA PER LE MATRICOLE E IL PRESIDE SI INFURIA Sapienza, distribuiti testi gratis e il preside di Scienze politiche s'infuria Sembra un buffet per affamati, persone che si accalcano intorno a un tavolino e tornano a mani piene. Di libri. Gratis. Aula "A" di Scienze Politiche, ieri mattina. La protesta degli studenti attacca in modo diretto il diritto d'autore: decine di testi fotocopiati - alla fine saranno una settantina - sono distribuiti alle matricole, a "quelli che ogni anno devono comprare libri che sono identici, o quasi, all'edizione precedente, salvo ovviamente per il prezzo, che è diverso, è stato aumentato senza motivo". Lo striscione esposto non lascia dubbi: "I saperi non hanno recinzioni, nessun guadagno per i baroni". La disubbidienza, come strumento di lotta, irrompe all'università. I testi fotocopiati vanno via in pochi minuti, poi c'è spazio per la protesta: i ragazzi urlano slogan contro le tasse d'iscrizione che aumentano, la finanziaria che toglie soldi all'istruzione, le mense chiuse, e altre parole in difesa del diritto allo studio; il preside Lanchester irrompe e minaccia denunce per "interruzione di pubblico servizio", stacca lo striscione con cui i disubbidienti avevano coperto la lavagna, dall'aula si levano fischi e applausi, e una frase "un esempio di tolleranza". E lui: "Qui deve svolgersi una lezione!". Fuori, agenti in borghese controllano con sguardi discreti. Uno striscione scende come un ordine dal terzo piano della facoltà: "Disobbedisci!". La protesta cresce, in partecipanti e intensità: la segreteria viene occupata dagli studenti, il preside si infuria, "Sono costretto a ricevere gli studenti nel corridoio...". E nel corridoio ci sono anche gli studenti di Azione Universitaria, vicini ad Alleanza Nazionale: restano immobili ad osservare. I poliziotti in borghese si avvicinano, aspettano di vedere cosa accade. Nello stesso stabile, ma nella facoltà di Giurisprudenza, da sempre frequentata da studenti di destra, è in corso la proiezione di un video sul G8 di Genova, organizzata dai "Collettivi universitari", vicini a Rifondazione (un'altra proiezione è prevista a Lettere, lunedì 26: "Il decalogo dei taliban", di Paolo Grassini e Beniamino Natale). I diversi schieramenti restano a fronteggiarsi a colpi di sguardi, mentre sui muri vengono affissi cartelli - "La proprietà intellettuale è un furto" - e in uno si annuncia un'assemblea. Accanto, c'è la lista dei testi che sono stati fotocopiati, una sorta di classifica dei più regalati: "1) Ricerca della costituzione perduta, del prof Chiappetti. 2) Statistica, prof. Guerrieri. 3) Introduzione alla statistica, prof. Giusti...". E i ragazzi, lì accanto, raccontano di professori che si infuriano quando si accorgono che un esame è stato preparato su un testo fotocopiato, "e fanno di tutto per bocciare...Questa protesta è giusta, i professori si arricchiscono sulla nostra pelle". E sulle tasse della Sapienza, la deputata del Pdci Gabriella Pistone ha chiesto, con un'interrogazione, che il ministro Moratti intervenga per dare "seguito" alla sentenza del Tar che ha annullato una delibera del cda dell'ateneo che "prevedeva un considerevole aumento". Alessandro Capponi ____________________________________________ Corriere della Sera 19 nov. '01 E PER I TREMILA MANAGER DI STATO ADESSO ARRIVA L'ESAME ANNUALE Saranno penalizzati i dirigenti che non raggiungeranno gli obiettivi assegnati Firmata la direttiva per la pubblica amministrazione DAL NOSTRO INVIATO TAORMINA - Per i tremila manager di Stato sta per partire una vera e propria rivoluzione: verranno valutati alla fine di ogni anno e se non raggiungeranno gli obiettivi assegnati potranno essere mandati a casa. Anche prima del termine contrattuale come invece prevede la legge Bassanini. Questo il senso della direttiva firmata giovedì 15 dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e annunciata ieri a Taormina dal ministro della Funzione Pubblica Franco Frattini. "Con questa direttiva - ha spiegato Frattini - viene di fatto anticipata la legge sulla riforma della pubblica amministrazione. Gli alti dirigenti di Stato non verranno più giudicati secondo i meccanismi delle simpatie politiche. Ma andrà avanti solo chi dimostrerà di essere bravo". La legge Frattini, una volta approvata dal Parlamento, introdurrà una specie di mobilità temporanea per gli alti funzionari dello Stato: i dirigenti potranno anche prestare il loro servizio presso aziende private, come già avviene all'estero, per poi tornare, se lo vorranno. La direttiva di Berlusconi prevede che tutti gli anni, entro dieci giorni dall'approvazione della legge di bilancio, ogni ministro dovrà emanare una sua "direttiva sull'azione amministrativa e la gestione" per stabilire gli obiettivi del dicastero. La prima della legislatura sarà fondamentale. A partire dalle direttive ministeriali del 2002 tutte le amministrazioni dovranno dotarsi di un sistema per la valutazione dei dirigenti, che "entro il primo semestre 2002 dovrà essere operativo", e sulla cui base verranno corrisposti gli incentivi economici previsti dal nuovo meccanismo contrattuale. A Taormina la pubblica amministrazione ha tentato di immaginarsi in una veste nuova, con un convegno organizzato dall'associazione dei giovani dirigenti. "Mi sono accorto - ha ammesso il ministro per l'Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca - che anche per modificare l'organizzazione del mio dicastero ci vogliono nuove leggi, col risultato che in quattro mesi, un periodo di tempo che in una azienda privata è considerato importante, sono riuscito a fare ben poco". Bruno Ermolli, presidente di Sinergetica, consulente di Berlusconi per la riforma della macchina statale, è convinto tuttavia che questa sia la volta buona grazie alla stabilità politica. Ma per riuscirci sono necessarie scelte decise: project financing come il modello anglosassone per le opere pubbliche, informatizzazione della giustizia per accorciare i tempi dei processi e massima diffusione delle tecnologie informatiche fino all'introduzione del voto elettronico. Per Frattini è necessario anche agire sul rapporto fra burocrazia e cittadini ai livelli più elementari. "La prima cosa da fare - ha affermato - è tradurre in italiano il linguaggio burocratico. Non voglio più leggere, come è successo anche nell'ultimo censimento, che un pensionato venga definito "ritirato dal lavoro"". E mentre il senatore di Alleanza nazionale Learco Saporito, sottosegretario alla Funzione Pubblica, ha spronato il governo a insistere sullo spoils system "perché è giusto mandare a casa chi non la pensa come noi, solo così si possono cambiare davvero le cose", il segretario generale di palazzo Chigi Antonio Catricalà si è detto certo che in sei mesi la macchina dello Stato sarà rivoluzionata. "Entro la prima settimana di dicembre - ha annunciato - la direttiva Frattini sarà inviata a tutti ed entro il 10 di gennaio saranno pronte le direttive dei singoli ministeri". Saranno coinvolti in prima persona i tremila alti dirigenti dello Stato, cui dipendono 300 mila funzionari e a cascata oltre tre milioni di dipendenti pubblici. In questa "rivoluzione" è prevista anche una offensiva sul fronte dell'immagine. Frattini ha così incaricato l'Osservatorio permanente Giovani editori (realizzato da Cesare Romiti, presidente della Rcs, e da Andrea Riffeser, presidente della Monrif) guidato da Andrea Ceccherini di fare proposte operative. "Potremmo ispirarci all'esperienza del Regno Unito - ha anticipato Ceccherini - che da un anno ha creato un panel di 5 mila cittadini per sondare costantemente il funzionamento della macchina pubblica". Roberto Bagnoli ========================================================= ____________________________________________ Corriere della Sera 21 nov. '01 SIRCHIA: UN "TICKET" PER LE FALSE URGENZE Il ministro: pronto soccorso a pagamento nei casi non gravi. Formigoni annuncia assicurazioni integrative De Bac Margherita Sirchia: un "ticket" per le false urgenze Il ministro: pronto soccorso a pagamento nei casi non gravi. Formigoni annuncia assicurazioni integrative ROMA - La parola ticket è impopolare e il ministro della Salute sta attento a non utilizzarla quando p arla di uno dei progetti allo studio dei suoi tecnici. Un contributo per tutte quelle prestazioni di pronto soccorso "improprie", non urgenti, che avrebbero dovuto e potuto essere effettuate in ambulatorio o dal medico di famiglia. Sono troppi i citt adini che approfittano dell' ospedale per problemi che troverebbero soluzione con una visita nello studio del proprio medico. È così che si ingolfano i Dea, i dipartimenti di emergenza e accettazione. In certi casi c' è il dubbio che il paziente abbi a fatto il furbo, utilizzando volutamente e a sproposito un servizio più comodo, veloce e accessibile, specie il sabato e la domenica. "Se il pronto soccorso diventa una scorciatoia - è l' idea di Sirchia che l' ha esposta al suo Comitato strategico - allora si possono immaginare percorsi differenziati per coloro che hanno davvero bisogno di assistenza e per quelli che non l' hanno". Potrebbe funzionare così. I pazienti non gravi vengono visitati e inviati agli ambulatori. Se rifiutano, mettono mano al portafoglio. OMOGENEO - Una legge del ' 98 prevede già il ticket. Sirchia vorrebbe adesso trovare un modello omogeneo, che venga applicato uniformemente, a discrezione delle Regioni. Oggi infatti c' è la classica situazione a macchia di leopa rdo. Emilia-Romagna, Puglia, Veneto, Liguria o Lombardia applicano il ticket con sistemi diversi, che variano anche da ospedale a ospedale. Il Lazio sta pensando di imboccare la stessa strada: "I codici bianchi costituiscono il 40% degli interventi t otali - spiega l' assessore alla sanità, Vincenzo Saraceni, riferendosi alle visite che nella scala di gravità indicata dai colori occupano l' ultimo posto -. Troppe volte l' ospedale viene usato in modo improprio". In Sicilia, rinviato l' esame del progetto di reintrodurre lo sgradito balzello, ipotizzato dall' assessore al Bilancio, Alessandro Pagano. TAGLI - Fine novembre, periodo chiave per la sanità italiana, rimodellata in parte col decreto tagliaspesa. In dirittura di arrivo il provvedime nto sui Lea, i livelli essenziali di assistenza: verrà tra l' altro indicata una lista di prestazioni che lo Stato non contempla. L' elenco comprende chirurgia estetica, circoncisione rituale maschile, medicine non convenzionali (inclusa l' omeopatia ), vaccinazioni non obbligatorie e alcune cure riabilitative, come ultrasuoni, terapia antalgica, mesoterapia e laser. Su questo il Lazio non è d' accordo. L' esclusione sarebbe a danno dei più deboli. MUTUE - In Lombardia il presidente della Regione Roberto Formigoni annuncia una delle novità più rilevanti del Piano socio sanitario regionale, le polizze di assicurazione integrativa, che copriranno ciò che lo Stato non assicura. L' adesione del cittadino sarà volontaria e facoltativa. La qualità della polizza sarà garantita dalla Regione, attraverso una gara. Questo tipo di assicurazione andrà a colmare gli spazi lasciati vuoti dal Servizio sanitario nazionale, come odontoiatria o geriatria. FARMACI - Pronta la riclassificazione dei farmaci su cui ha lavorato la Cuf (commissione unica del farmaco). Verranno suddivisi in 4 fasce: A (rimborsati dallo Stato), B1 e B2 (il cittadino partecipa alla spesa), C (a pagamento). Qualche buona notizia. È rallentata a settembre la crescita dei consu mi e della spesa farmaceutica. Per i farmacisti di Federfarma è il risultato delle nuove norme sui generici e del limite alle prescrizioni per ricetta introdotto dal decreto tagliaspesa. Margherita De Bac mdebac@corriere.it ____________________________________________ Il Sole24Ore 22 nov. '01 CASSAZIONE: LE VISITE MEDICHE INUTILI VANNO PAGATE Beatrice Dalia (NOSTRO SERVIZIO) ROMA - Il malato trasportabile paga le attenzioni "domestiche" del dottore Asl. Se la visita domiciliare si poteva evitare il medico di base può presentare la parcella, in barba alla convenzione tra camici bianchi e Servizio sanitario nazionale, che elenca l'intervento a casa tra le attività retribuite con il sistema della quota fissa. Sta al medico valutare la "non trasferibilità" o meno del paziente dopo averlo visitato, trasformando autonomamente il servizio gratuito in una prestazione professionale onerosa. Il principio giurisprudenziale che avrebbe mandato sul lastrico il malato immaginario di Molìere e che certamente "spalleggia" i professionisti della salute più degli assistiti, è contenuto nella sentenza 41646 di martedì 20 novembre (di prossima pubblicazione su "Guida al Diritto"). I giudici della VI sezione penale della Cassazione hanno accolto il ricorso di un dottore milanese, ritenuto colpevole del reato di corruzione per un atto d'ufficio. Quest'ultimo, chiamato d'urgenza dai genitori di un'adolescente con febbre alta, si era presentato il giorno dopo e, visitata la ragazza, quando la nonna della paziente riaccompagnandolo alla porta gli aveva chiesto, a titolo di pura cortesia, se gli dovesse qualcosa, il dottore aveva presentato il conto di centomila lire. Il Tribunale di Milano non aveva avuto dubbi e lo aveva condannato per violazione dell'articolo 318 del Codice penale. La norma punisce il pubblico ufficiale che "per compiere un atto del suo ufficio, riceve...in denaro o altra utilità, una retribuzione che non gli è dovuta". L'illecito, per i magistrati di merito, si era sicuramente verificato nel caso in esame, visto che l'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale (Dpr 484/96), all'articolo 33 prevede, tra le attività convenzionate prestate dal medico di base, quella a domicilio "avuto riguardo alla non trasferibilità dell'ammalato". L'imputato, secondo il Collegio milanese, avrebbe dovuto valutare telefonicamente la non urgenza del suo intervento e, quindi, contrattare e pattuire contestualmente il costo di una sua eventuale prestazione a domicilio. Invece, per la Cassazione, pretendere un simile comportamento dal dottore significava inserire due elementi - la preventiva pattuizione del compenso tra medico e assistito e la valutazione preventiva dell'urgenza - che non trovano sostegno normativo nel Dpr 484/96. E, poi, mercanteggiare su modalità e compensi dell'intervento domiciliare è un "negozio da ripudiare". Il nocciolo della questione, invece, a parere della Cassazione, è esclusivamente la valutazione della "trasferibilità dell'ammalato", unico discrimine previsto dall'accordo. Solo se viene provata l'infondatezza della valutazione di trasportabilità del paziente, il dottore può essere perseguito penalmente. Un percorso interpretativo tecnicamente corretto che però rischia di avere numerosi strascichi sul piano concreto. Il primo timore arriva proprio dalla categoria dei medici di base. Secondo il segretario della Fimmg, Mario Falconi, infatti, se questa decisione da un lato rappresenta un deterrente "per quel cittadino che pretende anche per fesserie di far andare il medico a casa", dall'altro espone all'arbitrarietà dei singoli, perché a decidere sulla trasferibilità dell'assistito "sarà sempre il medico". ____________________________________________ Corriere della Sera 20 nov. '01 LOMBARDIA:I MEDICI: FIRME CONTRO LA NUOVA SANITÀ Volantini negli ambulatori per contestare il piano regionale. L' assessore Borsani: non è corretto Cremonese Antonella I medici: firme contro la nuova sanità Volantini negli ambulatori per contestare il piano regionale. L' assessore Borsani: non è corretto Da giovedì scorso, nei loro ambulatori, i medici di famiglia dello Snami (il sindacato dei medici di famiglia ma ggioritario a Milano) raccolgono le firme dei cittadini contro il piano sociosanitario della Regione, e l' assessore regionale alla sanità Carlo Borsani contrattacca: "Non è cosa che si possa fare nei presidii sanitari", è in sintesi quanto ha scritt o ieri in una lettera di reprimenda inviata a Roberto Anzalone, presidente nazionale del sindacato nonché presidente dell' Ordine dei Medici di Milano e provincia. Si profila una "grana" concettuale e politica. Dice infatti Anzalone: "Visto che il me dico di famiglia svolge la sua attività in un ambulatorio di cui è titolare e di cui paga l' affitto, abbiamo sempre respinto la dizione di "presidio sanitario", che ci metterebbe alla pari con gli ospedali. Siamo liberi professionisti che lavorano " in convenzione" con il Servizio sanitario, lo studio è casa nostra, e nessuno può venirci a dire che cosa dobbiamo fare o non fare." Ma proprio sulla convenzione affonda le radici lo scontro duro di questi giorni, sull' onda delle indiscrezioni filtr ate circa l' intenzione della Regione di annullare la convenzione nazionale che regola il rapporto coi medici di famiglia e coi pediatri e passare a trattare direttamente con "gruppi di cure primarie". Via il quadro normativo che rende la medicina di base uguale da Milano a Messina, via i sindacati di categoria, e avanti un rapporto molto più liscio con associazioni di professionisti (medici e pediatri di base, infermieri, specialisti, riabilitatori), soggetti di diritto privato che come "fornit ori" delle cure primarie ai cittadini dovrebbero dipendere dal potere politico locale per potersi conquistare un posto al sole, cioè il progettato "accredito" senza il quale non si lavora. Venti di guerra, insomma. Stasera nella sede dell' Ordine dei Medici s' incontrano alle 21 il professor Umberto Marini (consigliere di Borsani) e la Federazione degli Ordini dei Medici della Lombardia presieduta da Giuseppe Messina, ma le posizioni sono molto lontane. Ieri, presieduta da Roberto Anzalone, c' è stata la riunione dell' esecutivo nazionale dello Snami. Ha dichiarato Anzalone: "Non siamo pregiudizialmente contrari ai cambiamenti, ma vogliamo che qualunque modello di "nuova sanità" non alteri il rapporto tra medico e paziente. Ci devono spiega re che cosa vogliono fare. Ho chiesto più volte un incontro con Formigoni, ma non mi ha risposto." E' impressione diffusa che il piano socio-sanitario lombardo stia facendo da rompighiaccio a una vera e propria mutazione genetica del Servizio sanitar io. In senso privatistico e liberistico. Dietro la Lombardia avanza l' ex rossa Emilia-Romagna. Ha detto Augusto Pagani, vicepresidente nazionale ddello Snami e rappresentante dei medici emiliani:"Qui in Emilia si minaccia addirittura di sbattere fuo ri dal lavoro i medici che non sono disponibili ad associarsi in gruppi". Stesso orizzonte in Piemonte, "Anche se qui sono tanti furbi da non scoprire le carte prima del tempo" ha detto Gianfranco Ferraro, segretario nazionale dello Snami e delegato piemontese. Ieri la Federazione degli Ordini dei Medici della Lombardia ha diramato una mozione in rappresentanza dei 51mila medici della Lombardia, in cui si chiede che "venga mantenuto il carattere universalistico del Servizio Sanitario" e si espri me preoccupazione per le notizie che ipotizzano "mutue e fondazioni, sostitutive delle Asl e dell' aziende ospedaliere" Antonella Cremonese I punti di contrasto Ecco i due punti "caldi" sui quali i medici di famiglia dello Snami, il sindacato maggior itario a Milano, stanno raccogliendo nei loro ambulatori le firme degli assistiti contro i programmi della Regione I GRUPPI Nel piano sociosanitario sono "privilegiati", anche con incentivi economici, i medici che si associano i "gruppi di cure prima rie". I medici dicono di no, essenzialmente, per due motivi: perché, a parità di lavoro, si creerebbe discriminazione tra chi è "associato" e chi no; e perché si perderebbe il rapporto personale tra medico e paziente LE FASCE La Regione lo nega, ma i l punto di arrivo finale per la sanità della Lombardia è la divisione dell' assistenza in tre fasce: la A (cure essenziali, coperte ancora dal Servizio sanitario), la B (tutto ciò che non vi rientra, con l' iscrizione obbligatoria a una cassa malattia), la C (copertura delle cure ulteriori, con libera iscrizione ad assicurazioni). Il cittadino medio pagherà di più di adesso, saranno esenti da questi cambiamenti solo i cittadini a basso reddito Per quali ragioni i medici protestano contro la Regione? Perché il nuovo piano sociosanitario della Regione introduce numerose novità nella figura del medico di base: prima fra tutte, la possibilità di associarsi ad altro personale sanitario in "gruppi di cure primarie" Che cosa sono questi "gr uppi di cure"? Sono libere associazioni di medici di base, specialisti, terapisti e infermieri, che andranno ad affiancarsi al tradizionale medico di famiglia Qual è il loro scopo? Secondo la Regione, i gruppi potranno offrire un servizio più complet o e integrato ai cittadini. Ma i medici temono che questo sia il "cavallo di Troia" per affidare la sanità di base a gruppi e associazioni private ____________________________________________ Corriere della Sera 21 nov. '01 LOMBARDIA: "AI PAZIENTI DAREMO PIÙ SCELTA E PIÙ SPECIALISTI" Cremonesi Marco L' ESPERTO DEL PIRELLONE "Ai pazienti daremo più scelta e più specialisti" Medico di famiglia addio? È quello che temono i medici lombardi aderenti al sindacato Snami, a Milano il più rappresentativo. Renato Botti è il direttore generale della sanità lombarda. Un collaboratore di stretta fiducia del presidente Roberto Formigoni. E dunque, in grado di chiarire meglio di chiunque altro come il Pirellone pensa al medico di famiglia di domani. Direttore, i medici accusano l' amministrazione di voler snaturare il loro ruolo. "Se è per quello, accusano la Regione anche di voler smantellare il servizio sanitario nazionale, di voler porre dei limiti all' universalità delle prestazioni ai malati. Io, francamente, non so come nasca questa convinzione , visto che non è mai stato detto, né scritto". È vero però che puntate molto sui "gruppi delle cure primarie". Esattamente che cosa sono? "Le faccio un esempio concreto. Lei, come accade oggi, andrà dal suo medico di fiducia. Ma un domani, lei potrà andare in quel medesimo ambulatorio anche fuori dal solito orario, sapendo comunque di trovare qualcuno. E magari anche personale per prestazioni infermieristiche, e medici con una specializzazione". Insomma: un micro ospedale... "No. Una libera ass ociazione di medici e di altro personale sanitario per le cure di base. E sottolineo la parola "libera": nessuno sarà mai obbligato ad associarsi. Così come nessun cittadino sarà mai costretto ad andare da un medico che non sia quello di sua fiducia. Sarà un servizio in più. Se posso aggiungere una cosa, io sono convinto che lo scambio di esperienze tra medici sia un vantaggio per il paziente". I medici temono che il superamento del convenzionamento nazionale possa favorire questo tipo di gruppi a scapito dei tradizionali dottori. Hanno torto? "Noi non abbiamo mai nascosto le nostre riserve sull' attuale sistema di convenzionamento. Siamo convinti che ci voglia un margine maggiore di trattativa locale. Detto questo, il sistema non cambierà domattina. Certo, capisco che l' attrattiva di un' innovazione come i gruppi di cure primarie, che all' estero ha già dato ottimi risultati, possa rappresentare una concorrenza temibile". Ma se questi gruppi ricevessero incentivi potrebbe essere una concorrenza sleale. O no? "Sento che i medici parlano di esternalizzazione completa delle cure a soggetti privati. È assolutamente falso. Non ci sarà alcun finanziamento particolare per questo tipo di formula. La concorrenza, certo, è nei fatti: per il paziente, nel momento del bisogno, è meglio trovare più figure che possano dare una prima risposta. Il tutto, senza interrompere il rapporto continuativo con il loro medico di fiducia". Altro problema. I medici si chiedono quale sia il ruol o degli specialisti in questi gruppi di cure primarie. Sono specialisti o sono medici di base? Oppure sono specialisti di serie B? "Sono specialisti, punto e basta. Specialisti che lavorano in modo più integrato con i medici di base. Tarando la cura in modo appropriato. Perché i problemi che oggi esistono tra specialisti e medici generali non credo siano un' invenzione della Regione. E comunque, questo è un capitolo che va discusso, nessuno vuole imporre nulla". I medici temono anche per il loro portafoglio, paventano il ridimensionamento della quota che percepiscono per ciascun assistito. "La quota capitaria non è mai stata messa in discussione. L' amministrazione vuole però, con grande cautela, trovare il modo di retribuire il medico esal tandone la professionalità. E dunque, la quota per assistito resta, ma noi vorremmo affiancarla ad una parte variabile d' incentivo. Legata a nuovi servizi e nuove prestazioni. Per chi vuole fornirle". Altra parola chiave, l' accreditamento. I medici sostengono che sono già laureati, abilitati e magari specializzati. In sostanza, non hanno bisogno di nuove patenti. "Attenzione, qui si è fatta confusione. L' amministrazione pensa ad un sistema di formazione che riconosca anche economicamente i pe rcorsi di formazione seguiti. Se un medico continua a studiare, per noi è un valore da riconoscere. Fa parte del discorso di prima sulle retribuzioni. Altra cosa è un accreditamento supplementare, che noi pensiamo ipotizzabile solo nei confronti dei gruppi delle cure primarie, non del singolo medico". Marco Cremonesi ____________________________________________ Corriere della Sera 19 nov. '01 CIAMPI: "TUMORI, TAGLIATE LE LISTE D' ATTESA" Ciampi: intensificare gli esami di prevenzione, io ho perso mio padre perché non c' era la cura De Bac Margherita La giornata nazionale per la ricerca sul cancro in 42 città. Veronesi: ancora gravi lacune per le visite di controllo Tumori, Ciampi insiste sulle liste d' attesa Il Presidente: intensificare gli esami di prevenzione, io ho perso papà perché non c' e ra la cura ROMA - A Roma un malato di tumore aspetta circa un mese e mezzo per un ciclo di radioterapia. Se è già stato operato, e quindi le applicazioni sono teoricamente meno urgenti, i tempi raddoppiano. Tre o anche quattro mesi. Il calendario del Regina Elena, l' istituto di riferimento del Centro-Sud, non è il peggiore. Più si scende nello Stivale, più si allunga l' anticamera per accedere a una delle cure oncologiche chiave. CIAMPI - Sul problema cruciale delle liste di attesa è tornato il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che ieri, nella Giornata nazionale per la ricerca contro il cancro organizzata dall' associazione Airc, ha ricevuto al Quirinale chi si occupa di scienza. Sostenere la ricerca significa offrire nuove cure e speranza ai malati. Lo sa bene il Capo dello Stato che ha rotto il cerimoniale abbandonandosi ai ricordi, come poco prima aveva fatto il cardinale Ersilio Tonini: "Ognuno di noi ha conosciuto l' angoscia di aver perso qualcuno solo perché non c' era una medicina. Come monsignor Tonini ha perso la madre perché non c' era la penicillina a me è toccato perdere il padre". A distanza di un anno dall' appello ad accorciare le liste, il Capo dello Stato ha chiesto al professor Umberto Veronesi u n aggiornamento: "Mi auguro che si intensifichi l' uso degli apparecchi per la prevenzione. Mi auguro ci siano stati avanzamenti. Spero di avere qualche dato su come sta procedendo la prevenzione e su come si stanno riducendo le liste di attesa nei v ari ambulatori". Non tutto è negativo. Qualche miglioramento si è visto, ma gravi lacune restano per le visite di controllo necessarie dopo la diagnosi e l' intervento. Prenotare esami con Tac, risonanza magnetica, ecografia o mammografia è an cora un' odissea, specie in certe zone d' Italia, specie al Centro-Sud. "Qui sono stati compiuti progressi - ha riferito Veronesi a Ciampi -, le liste sono più brevi, le Regioni stanno facendo la loro parte in un progetto messo a punto lo scorso anno con l' obiettivo di ottimizzare l' uso delle macchine". URGENZE - Francesco Cognetti, direttore scientifico del Regina Elena e presidente degli oncologi italiani, distingue tra urgenze e quello che viene dopo: "Per i malati acuti le porte di ambulat ori e laboratori si aprono senza difficoltà. Chi deve fare controlli invece può aspettare anche mesi. E noi sappiamo che il successo minore o maggiore di una terapia dipende dalla tempestività con cui viene applicata". Al Regina Elena presto comincer anno a funzionare 3 nuovi apparecchi, al posto dei due ora in uso, ormai datati. E il resto d' Italia? Il Tribunale per i diritti del malato sta raccogliendo i dati dell' ultima indagine sulle liste. "E' giusto ricordare che le Asl da Roma in giù sta nno lavorando - dice Stefano Inglese, del Tdm -. Con i miliardi stanziati negli ultimi due anni, 35 in tutto, sono state acquistate nuove apparecchiature. Ovunque, sia al Nord sia al Sud, si riesce a gestire bene i casi urgenti, ma poi si fa f atica a garantire la tempestività dei controlli. Mi riferisco a mammografie, ecografie, radioterapia. In certe città si aspetta da 3 a 6 mesi". In linea generale, denunciano gli oncologi, il divario fra Nord e Sud è profondo. E' come se ci fossero du e Italie. Al Quirinale, Ciampi ha premiato tre aziende che si sono distinte nella lotta ai tumori (Unicredito, Euroball Spa e Ibm Spa) ed è tornato sul tema portante della Giornata Airc, l' umanesimo da opporre a un tipo di assistenza sempre più tecn ologica: "Oggi la malattia è cambiata, non si è condannati". In tutta Italia si sono svolte 42 conferenze pubbliche. L' immunopatologo dell' Università di Bari, Franco Dammacco, ha stimato che circa 50 mila delle 140 mila morti annue in Italia per tu more potrebbero essere evitate con diagnosi precoci (30 mila) o con un uniforme trasferimento di conoscenze terapeutiche fino alla periferia del Paese. Margherita De Bac mdebac@corriere.it ____________________________________________ L'Unione Sarda 21 nov. '01 VISITE ANDROLOGICHE GRATUITE AL POLICLINICO UNIVERSITARIO Visite andrologiche gratuite per tutti i cittadini di sesso maschile, in età compresa tra i 18 e gli 80 anni, oggi dalle 15 alle 19. L'iniziativa rientra nell'ambito della settimana della prevenzione andrologica che si concluderà sabato: un appuntamento promosso dalla Società italiana di andrologia (Sia) al quale hanno subito aderito numerosi centri medici italiani, sia pubblici che privati. In città, le visite si potranno effettuare all'ambulatorio di Andrologia del Policlinico universitario, in via San Giorgio 12 (Clinica Aresu). Quattro ore a disposizione e senza spendere una lira: un'occasione da non perdere dal punto di vista della prevenzione. I rappresentanti della Società italiana di andrologia calcolano che nel mondo circa 140 milioni di uomini soffrono di disfunzione erettile e circa tre volte di più di altri disturbi della sfera sessuale (eiaculazione precoce, infertilità e calo del desiderio sessuale, solo per citare alcuni casi). Ma il dato ancora più preoccupante è che solo l'uno per cento si rivolge al medico, anche se attualmente la scienza medica può curare l'ottanta per cento circa dei casi. ____________________________________________ Il Sole24Ore 19 nov. '01 L'INFERMIERE PENSIONATO TORNA IN CORSIA Richiamo del personale in servizio, contratti a termine, ore in più pagate: il Ddl 824 cerca di rimediare ai vuoti di almeno 50mila unità Pensionati reintegrati in servizio; contratti a tempo determinato annuali, rinnovabili, per "tagliare la strada" a concorsi che non si bandiscono mai; ore di lavoro in più retribuite secondo tariffe concordate a livello locale con i sindacati: la carenza di infermieri, per il momento, si combatte così. Ma solo fino al 2003: entro quella data il contratto dovrà dare una soluzione definitiva al fabbisogno di personale che ormai si aggira su cifre non inferiori alle 50- 60mila unità. Il decreto. Queste sono le armi messe in campo dal decreto legge 402/2001, messo a punto su misura per far fronte alla cosiddetta "emergenza infermieristica" che affligge soprattutto le Regioni del Centro-Nord. A breve il decreto inizierà il suo iter parlamentare di conversione in legge (prima tappa il Senato: il Ddl è il n. 824) dove già annunciano battaglia le altre 21 professioni dell'area sanitaria rimaste tagliate fuori da una serie di novità. Prima fra tutte, la possibilità di iscriversi ai corsi di laurea specialistica biennale, ai master di specializzazione post-laurea triennale e ad altri corsi professionalizzanti organizzati dalle università, anche con il solo diploma universitario conseguito secondo il vecchio ordinamento didattico, senza bisogno di avere il nuovo titolo accademico di base (la laurea triennale). I dubbi. Quelle per l'emergenza infermieristica, tuttavia, sono giudicate "soluzioni tampone" e, comunque, sono rigidamente ancorate all'autorizzazione regionale e alle disponibilità economiche già in bilancio per i posti in organico carenti. Per quanto riguarda i pensionati richiamati in servizio, infatti, resta il dubbio sul loro aggiornamento professionale, mentre per i contratti a tempo determinato che - scavalcando i concorsi per l'assunzione - consentono di rendere operativo un maggior numero di infermieri, ci si potrà basare su non più di 20mila candidati: pochi per far fronte alle cifre del "buco". E l'intramoenia infermieristica, infine, oltre a far correre il rischio di sfiancare i dipendenti con turni di lavoro massacranti, potrà essere autorizzata solo a chi sia in servizio a tempo pieno da almeno sei mesi, non abbia limitazioni legate al suo stato di salute né sia in un regime di riduzione dell'orario di lavoro, condizione questa frequente, dato l'alto numero di donne-infermiere (80% del totale) che spesso hanno necessità di dedicare tempo, ad esempio, alle proprie famiglie. L'equivalenza dei diplomi. L'equivalenza dei diplomi universitari alle lauree triennali, invece, è una vittoria a lunga gittata dei 300mila infermieri in attività nel Ssn che fa gola anche agli altri 200mila professionisti dell'area sanitaria. "Gli infermieri, a ragione, stanno festeggiando - spiega Angelo Mastrillo, co-segretario della Conferenza delle lauree triennali e responsabile dei tecnici di neurofisiopatologia - mentre gli altri sono un po' risentiti. Tuttavia, le professioni rimaste escluse dal provvedimento si stanno organizzando per accodarsi a quella che di fatto è una sanatoria per l'equipollenza dei titoli". E la battaglia annunciata è a suon di emendamenti al decreto nelle aule parlamentari. Intanto, le stesse associazioni hanno inviato una lettera al ministro dell'Istruzione (Miur) in cui chiedono quattro precise garanzie: l'estensione a tutti dell'equivalenza fra lauree e diplomi universitari; la revisione di una norma del decreto che dà la possibilità a ministero della Salute e Regioni di creare nuove figure di operatori sanitari non meglio identificati senza passare attraverso la formazione universitaria; un intervento del Miur per l'immediata attivazione in tutti gli atenei delle lauree triennali e specialistiche (nella metà circa i corsi sono ancora di diploma universitario); la creazione di un osservatorio sulle professioni sanitarie non mediche presso lo stesso Miur. Ma proprio il ministero dell'Istruzione sarà con molta probabilità - dicono tutte le professioni coinvolte, preoccupate di perdere l'opportunità inseguita da anni - il maggior censore del nuovo meccanismo di equipollenza dei titoli, forte degli ordinamenti didattici già in vigore che assegnano agli atenei il compito di riconoscere i crediti formativi necessari all'equivalenza. Paolo Del Bufalo ____________________________________________ Il Messaggero 20 nov. '01 IL PRESIDE DI MEDICINA CONTRO IL DIRETTORE GENERALE DEL POLICLINICO (di Roma) Umberto I/La replica del preside di Medicina alle accuse del direttore generale "Troppi medici al Policlinico? Longhi vuole assumerne altri" Frati al contrattacco: non è mia la colpa dello sfascio di GERMANA CONSALVI Non sparate sugli universitari. Troppi primari? Macché. Troppi primariati di Malattie infettive? Sono 12 e non 24, e in grado di fare test "bioterroristici". Luigi Frati, preside della I facoltà di Medicina della Sapienza, replica punto per punto al direttore generale del Policlinico, Tommaso Longhi. E, fuor di polemica, lo invita al dialogo e alla collaborazione, specie alla vigilia di decisioni importanti per il futuro del Policlinico, come il piano di decentramento. "Ritengo che Longhi sarebbe dovuto venire a trovarmi - dice Frati - per trovare un minimo di accordo, di integrazione dell'attività di didattica e ricerca con quella assistenziale. Invece, non mi ha mai chiesto di indicare gli obiettivi della facoltà. Lui fa promemoria sulla ristrutturazione dell'ospedale, sul risanamento finanziario, dice sempre che qui ci sono troppi medici, però mi risulta abbia disposto un bando di assunzione di medici e chirurghi per il Dea. Ma se sono troppi utilizzi quelli che ci sono, a me non ha mai detto di avere necessità di medici e chirurghi al Dea. E dà cifre che non corrispondono alla realtà". Per esempio? "Che i primari siano 370 io non l'ho mai saputo, mi risulta siano sui 260". Longhi dice che malgrado i livelli di eccellenza la produttività è bassa: "Questa critica va rivolta al management ospedaliero non agli universitari. Nessuno ha chiesto al management di tenere attive 50 sale operatorie o di non fare trapianti di cuore, ci mettano in condizione di farli e di avere sale operatorie aperte 12 ore al giorno e non 3 ore". I primariati non le sembrano troppi? "I primariati - risponde Frati - derivano da una convenzione dell'89-90 fatta fra Università e Regione, io sono diventato preside un anno e mezzo dopo, non sono stato io a farli. Poi, certi primariati la cui denominazione può apparire strana sono funzionali a ricerche di altissimo livello". Longhi è all'Umberto I da soli 6 mesi, si ritrova un pesante deficit e ha già presentato un piano di risanamento: "Avrei gradito che mi presentasse una pianta organica, anche approssimativa, per poter ragionare, in cui si dicesse magari che i medici sono troppi. Gli avrei detto di non assumere medici, ne ho io in abbondanza. Quando mi si dice che gli universitari costano 200 miliardi devo dire che non è vero, costiamo 60-70 miliardi. C'è una differenza di 150 miliardi. E se il passivo del Policlinico è di 150 miliardi devo dedurre che non esiste. E ancora: chi vuole ristrutturare forse deve chiedermi qualcosa. Comunque, sono sempre pronto a sedermi a un tavolo con il rettore e con il management ospedaliero. Però, come si fa a dire che ci sono 24 primari di Malattie infettive quando sono 12? Longhi sembra non conoscere quest'ospedale". "Quelle dichiarazioni - interviene il professor Salvatore D'Elia, ordinario di Malattie infettive e direttore del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali - sono mistificatorie. Longhi ha incluso come primari - e ciò a testimonianza di come conosce la realtà del Policlinico - addirittura i laboratori di microbiologia e di consulenza infettivologica che non fanno parte del nostro dipartimento. Ha fatto di tutta l'erba un fascio. Ci sono 12 unità operative di malattie infettive articolate in parte come unità di degenza e in parte come servizi speciali. Poi abbiamo servizi particolari che si occupano di Aids, altri di epatite virale". Siete o no in grado di fronteggiare l'emergenza di bioterrorismo? "Al dottor Longhi in una mia lettera del 16 ottobre dichiaravo le carenze del nostro dipartimento dal punto di vista strutturale e delle attrezzature e per quanto riguarda l'emergenza di alto isolamento di agenti patogeni altamente contagiosi. Dall'altra, dicevo che il dipartimento è in grado di approntare tecniche di diagnostica rapida per le eventuali infezioni emergenti, cioé agenti bioterroristici, e che siamo in grado di isolare e identificare il carbonchio, la peste, anche il vaiolo, il colera. Longhi dimentica che Panorama ha classificato questo dipartimento ai primi tre posti in Italia". Allora perché il Ministero della Sanità non si è avvalso del vostro contributo per l'allarme bioterroristico? "Il Ministero ha cassato l'Umberto I come centro di riferimento perché non abbiamo le strutture idonee per l'alto isolamento, che da tempo avevo chiesto". ____________________________________________ Le Scienze 23 nov. '01 LA CONSAPEVOLEZZA DEI PAZIENTI NELLE TERAPIE SPERIMENTALI Molto importante il grado di preparazione culturale per il consenso alle terapie sperimentali Secondo uno studio pubblicato sulla rivista "The Lancet" da un gruppo di ricercatori dell'Università di Boston, la maggior parte dei pazienti affetti da tumore che prende parte a sperimentazioni cliniche capisce lo scopo principale della ricerca, ma circa un quarto di essi non si rende conto che la ricerca sarà di beneficio soprattutto ai pazienti futuri. Inoltre, molti pazienti non sanno neppure che le cure sperimentali non sono necessariamente migliori di quelle convenzionali. Queste "incomprensioni terapeutiche" sono comuni non solo fra i pazienti, ma anche fra alcuni medici. Nel corso dello studio, ben 205 pazienti hanno compilato un questionario sulla comprensione della ricerca. Si è visto così che il 71 per cento dei pazienti sapeva che i trattamenti ricevuti non avrebbero portato necessariamente a un beneficio clinico, e meno del 40 per cento capisce che la partecipazione ai trial comporta qualche rischio in più rispetto alle terapie normali. Allo stesso tempo, tutti i pazienti si sono dichiarati soddisfatti dalle informazioni ricevute e nessuno ha lamentato pressioni da parte dei medici. I ricercatori hanno individuato anche numerosi fattori che sono associati a una migliore conoscenza delle sperimentazioni. Per esempio, i pazienti più coscienti della loro scelta hanno normalmente una preparazione universitaria, hanno riflettuto a lungo sulla loro partecipazione agli esperimenti e letto attentamente i moduli per il consenso. Curiosamente, in uno studio parallelo si è scoperto che solo il 46 per cento dei medici si rende conto che gli esperimenti hanno lo scopo di migliorare le cure per i pazienti del futuro. La maggior parte, tuttavia, sembra sapere che i partecipanti potrebbero non trarre alcun beneficio dalle terapie sperimentali. ____________________________________________ Le Scienze 22 nov. '01 COLESTEROLO E HIV Alcuni farmaci già disponibili potrebbero rallentare l'infezione Un gruppo di ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases statunitense ha scoperto che l'HIV ha bisogno di aderire a regioni della membrana cellulare ricche di colesterolo per poterle infettare. La ricerca suggerisce anche che i vari farmaci attualmente disponibili per abbassare il livello del colesterolo potrebbero servire a rallentare l'infezione anche negli esseri umani, come è stato dimostrato usando cellule in coltura. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sui "Proceedings of the National Academy of Sciences". Tra le strutture presenti sulla membrana cellulare, vi sono alcune piccole aree ricche di colesterolo. Eric Freed e i suoi colleghi hanno stabilito che prima della riproduzione del virus all'interno della cellula una proteina virale chiamata Gag deve attaccarsi alla superficie interna della membrana, proprio in corrispondenza delle regioni ricche di colesterolo. Nella seconda parte dello studio il colesterolo è stato distrutto grazie ad alcuni composti chimici, dimostrando che in questo modo si riduce notevolmente la capacità del virus di riprodursi e portare avanti l'infezione. Ora resta da dimostrare ancora se l'interazione fra il virus e il colesterolo possa essere interrotta con una opportuna terapia farmacologica. ____________________________________________ Il Messaggero 24 nov. '01 IL COLESTEROLO DELLA MAMMA METTE A RISCHIO IL CUORE DEL NASCITURO ROMA - Il colesterolo troppo alto della madre riesce a lasciare il segno sul sistema cardiovascolare dei neonati. I cardiologi, riuniti a Roma per un congresso sull'uso delle piastrine, sono pronti a scendere in campo per salvare i cuori dei più piccoli che rischiano, a causa delle cattive abitudini delle mamme: dieta e fumo. Gli studi hanno infatti dimostrato che già in pancia, ha spiegato Francesco Violi, primario della divisione di Clinica Medica all'Università "La Sapienza", il colesterolo delle mamme riesce a danneggiare il sistema cardiovascolare nei neonati. Se poi le mamme fumano si crea un mix che gli esperti giudicano killer. E così i comportamenti e le scelte delle madri, incidono nel vero senso della parola, sulla vita dei figli. L'annuncio, nell'ambito del congresso "Piastrine 2001", dedicato al trattamento dell'aterotrombosi. Lo studio Cure ha dimostrato che una nuova terapia antitrombotica fa diminuire del 20% infarti e ictus. ____________________________________________ La Stampa 21 nov. '01 COLESTEROLO,INSIDIOSO QUANDO È OSSIDATO RICERCHE AL SAN LUIGI DI ORBASSANO NUOVE SCOPERTE SUI DANNI PROVOCATI ALLE ARTERIE DA UNA FRAZIONE TOSSICA DI MOLECOLE OSSIDATE I più recenti dati Istat sulle principali cause di morte nella popolazione italiana (rintracciabili in www.istat.it alla voce Tendenze mortalità italiana) ben corrispondono a quelle dei paesi più industrializzati in Europa e degli Stati Uniti. In Italia, le malattie cardiovascolari sono causa di morte per circa il 40% della popolazione, seguite dal cancro (25%), dalle malattie non tumorali dell'apparato respiratorio (6%) e di quello gastroenterico (5%), dal diabete (3%). Un secondo dato di fatto è che la patologia cardiovascolare ha tra i fattori di rischio primari un eccesso di colesterolo nel sangue, cioè l'ipercolesterolemia. Se da un lato c'è unanime consenso circa la necessità di mantenere i livelli di colesterolo nel sangue entro i 220-230 mg/ml, si discute d'altro lato ampiamente sui modi per ottenere questo risultato. Fermo restando che nella gran parte dei casi di ipercolesterolemia su base familiare non si può far altro che ricorrere a farmaci, appare comunque essenziale, in tutti i casi, concentrare la nostra attenzione nei confronti del contesto clinico e soprattutto nutrizionale in cui si colloca l'ipercolesterolemia. Perciò è fondamentale approfondire le conoscenze sui meccanismi per i quali il colesterolo presente nelle LDL (lipoproteine a bassa densità) tende ad accumularsi nelle arterie. Le LDL sono microcorpuscoli sospesi nel sangue con la funzione di trasportare dal fegato ai tessuti periferici il colesterolo che deriva dalla dieta e quello che viene a prodursi per sintesi epatica. Per inciso, le HDL sono un altro tipo di lipoproteine anch'esso derivante dal fegato, che però fanno fare al colesterolo il cammino opposto, rimuovendolo dai tessuti periferici e segregandolo nel fegato, dove viene smaltito facilmente attraverso la secrezione della bile. Mentre le HDL sono perciò un valido alleato nella lotta all'aterosclerosi, al contrario una difettosa rimozione delle LDL dal sangue, per mancanza o cattivo funzionamento di specifici recettori nei tessuti periferici (ipercolesterolemia familiare), favorisce l'accumulo di colesterolo nelle pareti delle arterie, in particolare di quelle che irrorano di sangue il cuore e il cervello. La ricerca ha di recente collegato la forte predisposizione del paziente diabetico ad accidenti cardiovascolari, con il fatto che una concentrazione di glucosio nel sangue costantemente e nettamente fuori dai limiti, determina una modifica strutturale delle LDL tale che queste non vengono più riconosciute dai recettori specifici nei tessuti periferici (cellule del cuore, dei muscoli e del tessuto adiposo), finendo così per concentrarsi nelle arterie. Anche un eccesso di radicali liberi nel sangue e nella parte dei vasi sanguigni, causato da insufficiente concentrazione di antiossidanti, può portare allo stesso risultato. Dunque il controllo della glicemia, e un'abbondante introduzione di antiossidanti con la dieta, sono utilissimi metodi di prevenzione della malattia aterosclerotica; tale effetto preventivo è ulteriormente rafforzato dall'astensione dal fumo, che ossida le LDL, modificandole, e danneggia direttamente la parete dei vasi, e da una moderata assunzione di alcol, anch'esso in grado di alterare la struttura delle LDL. Ma ora un nuovissimo suggerimento di prevenzione indirettamente arriva dalla dimostrazione che il colesterolo è ancora più pericoloso quando la sua molecola viene ossidata. In effetti, non tutto il colesterolo presente nelle lipoproteine LDL, cioè quello pericoloso in quanto accumulabile nelle arterie, ha le stesse proprietà chimiche. Esiste una frazione più tossica del colesterolo LDL, quella rappresentata da molecole di colesterolo ossidato (ossisteroli), che è verosimilmente responsabile di gran parte dell'effetto pro-aterosclerotico del colesterolo stesso. Anzi, recenti ricerche che coinvolgono il nostro laboratorio suggeriscono che solamente quando è in forma ossidata il colesterolo sarebbe in grado di innescare la sclerosi della parete arteriosa nonché morte cellulare e infiammazione. Una concentrazione rilevante di ossisterolo è evidenziabile nel sangue degli individui con ipercolesterolemia, e questa può essere significativamente influenzata dalla dieta. Rappresentano una sorgente alimentare di colesterolo ossidato i cibi già di per sé ricchi in colesterolo (uova, prodotti caseari, carne), soprattutto una volta sottoposti a cottura o a conservazione prolungata. Con il finanziamento del National Institute of Health americano, del ministero dell'Università e della Regione Piemonte, si sta ora procedendo presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell'Università di Torino, nell'Ospedale S. Luigi Gonzaga di Orbassano, alla caratterizzazione della quota di colesterolo ossidato presente in pazienti ipercolesterolemici unitamente alla valutazione quantitativa degli antiossidanti presenti nelle LDL. Lo scopo è quello di arrivare a proporre una analisi più completa del profilo lipidico del sangue del paziente a rischio di malattia aterosclerotica. Infine, l'impiego di farmaci che abbassano i livelli di colesterolemia può essere ridotto nei dosaggi dalla contemporanea adozione di una serie di misure come il controllo del peso, un moderato esercizio fisico (brucia i grassi e aumenta le HDL) e una dieta ricca di antiossidanti ma soprattutto povera di colesterolo ossidato. [TSCOPY](*)Università di Torino [/TSCOPY] Giuseppe Poli (*) ____________________________________________ Corriere della Sera 21 nov. '01 CANCRO, IL FUMO DI MARIJUANA È PIÙ PERICOLOSO DEL TABACCO le notizie FRANCIA Cancro, il fumo di marijuana è più pericoloso del tabacco Il consumo di canapa indiana favorirebbe il cancro di bronchi, bocca, faringe, esofago e laringe: lo rivela uno studio dell' Istituto della Sanità francese, i cui esperti ha nno fatto una sintesi di circa 1.200 ricerche. Le conclusioni dello studio saranno rese note oggi a Parigi. "Una sigaretta di cannabis - spiegano gli esperti - contiene 50 milligrammi di catrame, contro i 12 di una di tabacco. E la concentrazione di prodotti cancerogeni del catrame è più alta". ____________________________________________ Corriere della Sera 20 nov. '01 UNA PELLE "NUOVA" CON LE STAMINALI SPERIMENTAZIONE SULL' UOMO DA NATALE De Bac Margherita Ricerca Telethon: e nei trapianti si studiano come antirigetto Una pelle "nuova" con le staminali Sperimentazione sull' uomo da Natale ROMA - Le cellule staminali, le progenitrici di tutti i tessuti, vengono isolate da una piccola porzione di pelle e manipolate per correggere il loro difetto genetico. Poi vengono messe in coltura, dove si moltiplicano in un numero sufficiente per essere trapiantate sui malati che hanno perso l' epidermide. Michele De Luca, ricercatore dell' Istituto dermopatico dell' Immacolata, a Roma, spiega con semplicità una tecnica rivoluzionaria che potrebbe portare in breve a trattare una lunga serie di malattie genetiche della pelle e di altri rivestimenti epiteliali. Si comincia con l' epidermiolisi bollosa, malatt ia rara e gravissima, a volte mortale. Se a Natale arriverà l' autorizzazione del ministero della Salute, a gennaio la nuova cura verrà sperimentata su due pazienti già selezionati, rispettivamente di 30 e 15 anni: "Sarà la prova regina - dice De Luc a -. Se funzionerà potremo applicare la stessa tecnica ad altre malattie genetiche, rare ma che tutte insieme significano migliaia di pazienti. Cito l' ittiosi pigmentosa, la xenodermia lamellare ma anche la distrofia corneale che porta alla perdita della vista". Il progetto dell' Idi è partito 6 anni fa, finanziato da Telethon. È il primo tentativo al mondo di questo tipo: "Siamo ottimisti - aggiunge il ricercatore romano -. Tutti i dati preclinici ci danno ragione. Il ricorso alle cellule stam inali era l' unica strada possibile. Gli epiteli di rivestimento si rinnovano ogni 20 giorni e quindi per puntare su un trattamento definitivo sono indispensabili cellule neonate". TERAPIA GENICA - Una panoramica sulle applicazioni delle staminali è stata presentata a Riva del Garda, nella convention dei ricercatori di Telethon che si conclude oggi. Le cellule fungono da super-navette e trasportano i geni "buoni" che servono a combattere certe forme di immunodeficienza, nello studio coordinato d a Maria Grazia Roncarolo, Istituto Telethon per la terapia genica di Milano (Tiget). A giorni il protocollo di terapia genica verrà presentato al ministero, per il rilascio dell' autorizzazione. La ricercatrice è convinta che sarà possibile compiere un passo avanti decisivo nella cura di una rara malattia del sistema immunitario, la Scid-Ada, causa di problemi immunitari e metabolici. "Abbiamo già provato su 8 bambini una terapia genica dove la navetta di trasporto è costituita da una cellula ma tura - spiega la Roncarolo -. I risultati sono stati buoni dal punto di vista immunologico ma il difetto metabolico non è stato corretto. Ecco perché ci aspettiamo molto dalla nuova tecnica: cellule immature del sangue trasporteranno il gene ingegner izzato e lo faranno funzionare nelle cellule che si differenziano". ANTIRIGETTO - Sempre al Tiget di Milano partirà tra una decina di giorni il primo trapianto di cellule antirigetto capaci di aiutare il sistema immunitario a meglio tollerare un orga no o un tessuto trapiantato. In questo caso le staminali non c' entrano e ad essere chiamate a raccolta sono le cellule regolatrici del sistema immunitario (Tr1 e TrCd25 positive). Infine le applicazioni sul cervello. All' università di Milano, grupp o di farmacologi coordinato da Elena Cattaneo stanno perfezionando un metodo che garantisca alle staminali cerebrali di differenziarsi e maturare in modo corretto grazie all' aiuto di una proteina. Margherita De Bac mdebac@corriere.it Cosa sono CELLU LA MADRE La cellula staminale è un' unità biologica indifferenziata in grado di evolvere in cellula di qualsiasi organo o tessuto e viene definita "cellula madre" PRENATALI Le staminali prenatali sono nell' embrione POSTNATALI Le postnatali sono nel cordone ombelicale o nel materiale abortivo. Nell' adulto sono nel midollo osseo, cervello, fegato, epidermide e cornea ____________________________________________ La Stampa 21 nov. '01 I DANNI DEL RUMORE: COME DIFENDERSI LEGALMENTE GLI APPARTAMENTI DISTURBATI PERDONO UN QUINTO DEL LORO VALORE. ECCO COME POSSIAMO DIFENDERCI TRENI, metropolitane, camion della nettezza urbana, autoclavi, traffico generico, aerei, centrali termiche, motori a ciclo continuo, condizionatori d´aria, autoradio, discoteche, amplificatori, televisori tenuti ad alto volume: un assedio, diurno e notturno; una impressionante potenza di fuoco mirata tutta contro le nostre orecchie. L´ultima relazione sullo "Stato Sanitario del Paese" - pubblicata nel 2000 - fotografa una situazione allarmante: il 34 per cento delle famiglie italiane si dichiara "molto disturbata" dalla presenza attorno a sé di un rumore indesiderato. Ogni anno il centralino del pronto intervento dei Vigili Urbani di Milano riceve diciottomila telefonate di protesta e di richiesta di intervento. Le conseguenze sociali di una prolungata esposizione al rumore sono profonde: aumentato consumo di medicinali per calmare ansia e insonnia, svalutazione fino al 20 per cento degli appartamenti più assediati, stato di diffuso nervosismo che talvolta degenera in tragedie familiari e condominiali. Le peggiori previsioni formulate, trent´anni fa, dal compositore e saggista canadese Raymond Murray Schafer, autore di "Il paesaggio sonoro" (pubblicato in Italia da Ricordi-Unicopli) si sono verificate: la civiltà umana non ha mai conosciuto un´invasione acustica di tale intensità, il rumore è ormai un allarme ecologico. "Ma difendersi si può: si può vincere e far cessare il rumore che ci rovina la vita", dice l´ingegnere Giorgio Campolongo. Nel 1996 ha fondato "Missione Rumore", un´associazione che definisce "il sindacato dei disturbati dal rumore" (missionerumore.it; via Porpora 14, 20131 Milano; tel. 02-2941.9090). La sede nazionale è a Milano; quattro, per ora, le sedi regionali: Toscana, Abruzzo, Marche, Sicilia. Campolongo ha creato slogan efficaci come "deregulation acustica" e "condono acustico di fatto" per definire la scarsa attenzione al fenomeno e il mancato rispetto delle leggi che pure esistono, in particolare la 447 del 1995, una legge quadro che prevede anche una serie di decreti attuativi; è consulente di parte e del Tribunale di Milano nella cause sempre più frequenti intentate dai cittadini contro le numerose fonti di rumore che peggiorano la nostra esistenza. Di quali strumenti dispone il cittadino che decide di combattere l´inquinamento acustico di cui è vittima? "Quando il responsabile del rumore è stato identificato, ci sono due possibilità: contattare l´ARPA (Associazione Regionale Protezione Ambiente), la ASL di zona, l´assessorato all´Ambiente, oppure affidarsi a un esperto di acustica e a un avvocato per rivolgersi al tribunale". Quale la strada più efficace? "La prima possibilità è poco costosa, ma richiede molto tempo e, purtroppo, nella quasi totalità dei casi si rivela inconcludente. Andare in tribunale costa di più, circa dieci milioni, ma se la lamentela è fondata, cioè se il consulente tecnico nominato dal giudice accerta il rumore, ci sono buone probabilità di farlo cessare e di ottenere la restituzione delle spese legali sostenute". Perché la repressione di organi come Arpa, Asl, assessorati, si rivela così inefficiente? "Perché il cittadino è solo, poco informato dei propri diritti, scoraggiato dalla burocrazia. Poi, ci vogliono mesi per avere un sopralluogo, soprattutto se viene richiesto durante le ore notturne, quando il rumore diventa più fastidioso. Ma in quegli orari il lavoro dei tecnici va pagato in straordinario ed è veramente difficile ottenerlo. Infine, spesso la metodologia fonometrica, cioè la modalità tecnica della misurazione, non è adatta a valutare l´effettivo disturbo". Quali tipi di danno da rumore prevede la nostra normativa? "Biologico, se il danno è recato alla salute; esistenziale, quando riguarda il normale equilibrio psico-fisico; morale, per le eventuali conseguenze di carattere penale; patrimoniale, per la svalutazione dell´immobile". Ma ottenere l´effettiva soppressione del rumore sembra quasi impossibile. "Gli organi regionali e comunali trasmettono il loro parere al Sindaco, che emette, prima o poi, l´ordinanza di cessazione dell´attività che produce rumore; ma se il rumore persiste, come avviene spesso nel caso delle discoteche, al cittadino non resta che ricominciare da capo la trafila, con rabbia e frustrazione". Rivolgersi al tribunale dà maggiore garanzie? "Quando arriva il CTU - il rumore non c´è più! E´ uno slogan che abbiamo coniato per dire che quando finalmente il Consulente Tecnico d´Ufficio si presenta per le misurazioni acustiche, le cause del rumore, magicamente, spariscono: la controparte è avvisata per tempo del sopralluogo e, per il molestato, al danno rischia di aggiungersi la beffa. Ma anche quando si vince la causa, bisogna ottenere l´effettiva scomparsa del rumore, contrastando un diffuso garantismo dei giudici che tendono a concedere lunghe dilazioni per effettuare i lavori di insonorizzazione". Quando un rumore supera il limite di tollerabilità e diventa perseguibile? "Quando oltrepassa di 3 decibel il rumore di fondo, cioè quel rumore che è sempre esistente in ogni luogo, casa, ufficio, fabbrica. Un limite piuttosto restrittivo: se questa soglia viene superata, possono scattare le misure di repressione". s. cap. ========================================================= ____________________________________________ L'Unione Sarda 21 nov. '01 CISCO SYSTEMS APRE SCANO MONTIFERRO UNA SUA "LOCAL ACCADEMY" La Silicon Valley del Montiferru Scano Montiferro. Il corso per operatori di networking è stato istituito nel Centro Multimediale Dal nostro inviato Scano Montiferro "Genio cercasi - non è richiesta esperienza". Da qualche giorno questo singolare cartello di richiesta è appeso idealmente sulle porte del Centro Multimediale Montiferru, la prima sede sarda di un'Università (privata) a distanza per materie informatiche. "Si tratta di uno slogan che abbiamo scelto per far capire a tutti che le barriere geografiche non esistono più", dice Antonio De Palmas, responsabile per l'Italia della Cisco Systems, il colosso dell'informatica leader nel settore del networking per Internet. "Oggi, grazie alla rete capillare di scuole e università che esistono in tutti i paesi occidentali, tutti possono "inventare" qualcosa nel campo dell'informatica". E allora per gli studenti (circa duecento) che hanno deciso di iscriversi al corso di ingegneria informatica del Politecnico di Torino, frequentando le lezioni a Scano Montiferro, si aprono orizzonti nuovi. A loro disposizione, oltre al normale corsi di studi per la laurea di primo livello, c'è il patrimonio di conoscenze che la neo istituita "Cisco Networking Academy", mette a disposizione. "Il sogno continua - dice Giuseppe Rosa, fondatore e direttore del Centro Multimediale - con l'istituzione di questo nuovo corso confermiamo la nostra partnership con la Cisco Systems, che guarda con molto favore alla nostra idea di Università decentrata". Un concetto ripreso anche dal sindaco di Scano Montiferro Franco Frascaro, che ha "benedetto" l'iniziativa ricordando "la centralità assunta negli ultimi anni dal paese, dove arrivano e risiedono per buona parte dell'anno tantissimi ragazzi che arrivano da tutta l'Isola". Assenti d'eccezione i politici (dal presidente della Provincia Mario Diana, agli assessori regionali e provinciali), che evidentemente continuano a sottovalutare un'iniziativa che, nel tempo, continua a crescere. L'istituzione del nuovo corso patrocinato dalla Cisco Systems è stata ufficializzata nel fine settimana, davanti a una platea di studenti e appassionati di informatica. Antonio Depalmas ha ricordato le finalità di un corso che punta a "sviluppare una nuova serie di conoscenze nel territorio, creando nuove competenze per lo sviluppo della tecnologia. Il networking (il processo di creazione di sistemi per allargare la base di persone in una rete) è un settore in fortissima espansione. Pensate che nel 2001, in Europa, le aziende avrebbero bisogno di almeno altri 17.000 esperti, mentre per il 2004 si prevede un fabbisogno di almeno altri 50.000 "e-learner"". Musica per le orecchie di studenti che proprio sulla specializzazione basano la loro ricerca di un futuro lavoro. La nuova "Cisco Academy" propone un completo programma di studi teorico-pratici di 280 ore, che consentirà agli studenti di imparare a progettare, realizzare e mantenere reti di telecomunicazioni. Alla fine del percorso formativo, che ruota attorno a quattro moduli, gli studenti sostengono un esame per ottenere il diploma di "IT". Ma Scano Montiferro che benefici potrà ottenere da questa nuova scommessa di carattere "informatico"? Per tutti risponde Giuseppe Rosa: "Come ha detto il sindaco il nome del nostro paese si sta facendo conoscere non sono in tutta l'Isola ma anche nel resto d'Italia. La presenza di studenti crea indubbi vantaggi economici per gli operatori commerciali e poi i benefici vengono estesi a tutti nostri territori. Dopo aver convissuto con l'arretratezza e l'analfabetismo informatico, sarebbe proprio un bella scommessa dare agli altri lezioni sul web del futuro". Perché non sognare, dunque. Del resto non è stato il nuovo presidente della giunta regionale Mauro Pili a parlare di "nuova Silicon Valley dello sviluppo". E allora Scano scommette sui nuovi emuli di Bill Gates. Anthony Muroni ____________________________________________ Le Scienze 22 nov. '01 INTERRUTTORI FOTONICI PRIMI TRANSISTOR OTTICI Importante risultato le future applicazioni nella scienza dei calcolatori Un gruppo di ricercatori dell'Università di Toronto ha scoperto un "interruttore" per fotoni che sembra poter aprire la strada alla creazione dei primi transistor ottici. "L'interruttore - spiega Aephrain Steinberg - permette a un fotone di influenzare il flusso di altri fotoni nello stesso modo in cui i transistor controllano il flusso degli elettroni." Il dispositivo è stato descritto in un articolo pubblicato sulla rivista "Physical Review Letters". I ricercatori hanno scoperto l'interruttore quando hanno illuminato uno speciale cristallo ottico con un intenso fascio luminoso e altri due più deboli. Quando due fotoni, uno da ciascun fascio debole, raggiungono il cristallo contemporaneamente, collidono e non possono attraversare il cristallo, a differenza di quanto succede con un solo fotone. Questo permette di manipolare i fotoni in modo che possano trasmettere, per esempio, i dati in un computer. Usando un interruttore in grado di manipolare i fotoni si possono creare transistor ottici, il componente fondamentale per poter costruire calcolatori in grado di funzionare interamente con segnali luminosi, che sarebbero molto più veloci di quelli attuali.