MISTRETTA SI DIFFENDE DALLE ACCUSE DEI RIVALI ATENEO, LA SFIDA DEI MAGNIFICI TRE A SASSARI MAIDA UNICO PARTECIPANTE LE REGIONI ALLA SFIDA DELLA RICERCA GLI SCIENZIATI: «MORATTI CI INSULTA, DEVE DIMETTERSI» CARA ITALIA, NON PERDERE IL TRENO DELLE BIOTECNOLOGIE «MANCANO I FONDI, UNIVERSITA’ IN GINOCCHIO» ITALIA: LE SPESE DI RICERCA FUORI DAL PATTO CERVELLI IN FUGA L’INNOVAZIONE COSTA LA NUOVA SCUOLA? E’ ANCORA TUTTA DA SCRIVERE VELTRONI "L’UNIVERSITA’ DEVE ESSERE UNA DELLE LEVE DI SVILUPPO CONSIP: SOLO IMPICCI E OSTACOLI DALLA NOSTRA BUROCRAZIA BIBLIOTECHE, VARATO IL MASTER AL TESORO GLI STIPENDI MIGLIORI IN CODA L’UNIVERSITA’ ERSU: POLEMICHE TRA GLI STUDENTI ERSU, VINCE CANDIDATO DI SINISTRA ================================================================== SANITA’: VIA AL PIANO SANITARIO, PROROGATA L’«INTRAMOENIA» FLORIS «SBAGLIATO BOCCIARE IL MICROCITEMICO» INTERNET, LE IMMAGINI DEI NEONATI RICOVERATI PER I PULLMAN AL VELENO A CONFRONTO ASL E POLICLINICO UN "CORPO VIRTUALE" INSEGNA AD OPERARE ASMA, NE SANNO TROPPO POCO MALATI E MEDICI ARSENICO E TUMORI LA PROTEINA DELLA LUNGA VITA AUTISMO - DNA E DINTORNI PROGRESSI NELLA CHIRURGIA SOLARE IL CNR AVVERTE: «TROPPO SPORT FA MALE» LA GENETICA ALL’ATTACCO CONTRO LE LEUCEMIE CIAMPI«PREVENZIONE E RICERCA SONO INTIMAMENTE CONNESSE» ================================================================== __________________________________________________________ L’Unione Sarda 6 apr. ’03 MISTRETTA SI DEFFENDE DALLE ACCUSE DEI RIVALI «Accentratore, poco democratico, non e’ disposto a concedere deleghe e segue ogni cosa personalmente escludendo sempre tutti gli altri» Per due volte e’ stato il candidato, nel senso che alle ultime elezioni si era presentato solo lui. Ora no, ora Pasquale Mistretta e’ un candidato, perche’ a contendergli la poltrona di rettore sono ben tre concorrenti. Nel suo magnifico ufficio in Rettorato, il Magnifico (maiuscolo, stavolta) non si sbilancia in previsioni: «L’alto numero di candidati, alcuni di assoluto rispetto, potrebbe frammentare il voto», scandisce Mistretta, «ma se arrivero’ al ballottaggio non credo che avro’ problemi per essere rieletto». Sarebbe la quinta volta consecutiva: un pontificato, piu’ che un incarico. «Non lo decido io: ci sono le elezioni, il nome del rettore sara’ scelto con un voto». Lei ha 71 anni, e’ rettore da 12 ed e’ riuscito a far approvare dal Senato accademico una modifica dello statuto, per consentirle di candidarsi ancora. Perche’? «Perche’ sono convinto di aver portato avanti un’azione incisiva sui temi legati alla riforma universitaria e alla ricerca scientifica, soprattutto in chiave di impresa. Voglio continuare a essere partecipe del nostro mondo giovanile in un momento in cui la formazione, da sola, a volte non e’ sufficiente per trovare lavoro». Molto sapere teorico, ma difficile da spendere dopo la laurea: e’ cosi’ che fuggono i cervelli? «Il pericolo della fuga, ma in realta’ e’ un vai e vieni di cervelli, esiste: spesso i laureati, per necessita’, si accontentano di occupazioni che non sono legate al loro titolo di studio. Penso di poter fare ancora molto, in questo senso». Su chi conta, nell’elettorato, per una nuova conferma? «Sul voto di tutti, certo non si potra’ dire che sono il candidato di una parte politica a scapito di un’altra: la mia storia parla da sola. L’Ateneo e’ un insieme di universi: ci sono i docenti e i ricercatori, che hanno problemi diversi. Proprio ai ricercatori ho dedicato un enorme spazio, nel depliant della Settimana della cultura scientifica. Votano anche i 120 rappresentanti del personale non docente: in quest’ultimo caso, hanno grande peso le quattro sigle sindacali che convivono all’Universita’, quindi e’ un voto piu’ politico. Lo puo’ scrivere tra virgolette, “politico”?». Fatto. Per il rettore votano anche i rappresentanti degli studenti. Dopo la bagarre sulle tasse, pensa che saranno affettuosi? «Perche’ non dovrebbero? La mia politica e’ garantire l’accesso a tutte le fasce di reddito, soprattutto alle piu’ deboli. L’aumento di 50 euro e’ compensato da una leggina regionale, che ha abolito la tassa d’ingresso all’Ersu per le prime due fasce. Dunque, non si puo’ dire che l’Ateneo di Cagliari sia un privilegio per i ricchi». I suoi “rivali” nella competizione elettorale la accusano di essere un accentratore. «Puo’ apparire cosi’, ma solo dall’esterno: con le istituzioni e con il mondo delle imprese, a dialogare non puo’ che essere il rettore. Vista da dentro, la situazione e’ ben diversa: i corsi istituiti a Sorgono, Ilbono, Nuoro, Oristano e Iglesias sono il frutto del lavoro di docenti e pre’sidi, che hanno grandi meriti. Poi, ovviamente, l’ultima firma e’ la mia». Mistretta-tiranno, cosi’ dicono. «Ignorando, o fingendo di ignorare, che la mia e’ una gestione pluralista e democratica: ascolto tutti, ho sempre cercato di essere l’interprete dell’Universita’, con l’appoggio del corpo docente». Gianni Marongiu si e’ dimesso da tempo, ma lei non ha nominato un nuovo prorettore. «In scadenza di mandato? Inutile, servirebbe solo per darlo in pasto a chi mi vuole male, pregiudicando il suo prossimo, eventuale impegno di governo nell’Ateneo». Anche il direttore amministrativo e’ provvisorio. «Ho nominato l’unico dirigente che abbiamo, a giugno il nuovo rettore decidera’». Anche al Policlinico di Monserrato, tutte le nomine sono a orologeria. «Non ci sono alternative, almeno fino a quando non sara’ siglato il protocollo d’intesa con la Regione per creare l’azienda mista. Oggi il Policlinico non ha personalita’ giuridica, e’ Universita’ a tutti gli effetti e la Regione ci deve ancora 12 dei 15 miliardi di lire di debiti». Dopo tante contestazioni, si faccia un complimento. «Quelli devono arrivare dagli altri. Tutti hanno difetti, e io avro’ i miei, ma sto rimodernando quest’Ateneo tra mille difficolta’, in una terra dove le collaborazioni con le imprese sono impossibili perche’ non ne esistono. Anche la ricerca va avanti: presto, al Parco tecnologico di Pula, l’Universita’ avra’ laboratori di robotica e automatica, programmazione, elettronica avanzata, energetica, materiali innovativi. Non ci si puo’ lamentare». Luigi Almiento __________________________________________________________ La Nuova Sardegna 12 apr. ’03 ATENEO, LA SFIDA DEI MAGNIFICI TRE Ufficializzati i nomi per le elezioni del nuovo rettore. Le urne saranno aperte l’8 maggio Obiettivo: scalzare Mistretta, da dodici anni in carica CAGLIARI. L’8 maggio si eleggera’ il rettore dell’universita’. Oltre ai 41mila studenti - i "clienti" principali - vi sono centinaia e centinaia di docenti, ricercatori e amministrativi. Ma, soprattutto, c’e’ la ricerca e la didattica e i luoghi dove queste vanno fatte. E i finanziamenti da avere. E le attrezzature da richiedere. E gli spazi da predisporre. Insomma: i problemi sono tantissimi. Per questo l’elezione del responsabile dell’ateneo e’, secondo alcuni, forse piu’ importante della nomina del sindaco. Interessa Cagliari e tutta la Sardegna visto che nell’isola sono due le universita’ e quella del capoluogo regionale e’ la maggiore. In carica e’ re Mistretta, ingegnere, di nome Pasquale, professore ordinario di urbanistica, classe 1932. Mistretta, a capo della citta’ degli studi dal ’91, punta a diventare il responsabile d’ateneo col regno piu’ lungo. L’autunno scorso ha chiesto e ottenuto dal senato accademico allargato che venisse modificato l’articolo dello statuto che fissava in due mandati il limite massimo di rielezione. Ma lui, re Mistretta, era gia’ al secondo mandato quando venne istituito quel regolamento, se sara’ rieletto entrera’ nel quinto. Succeduto a un altro monarca dell’universita’, re Duilio (Casula), il rettore in carica viene considerato dai piu’, uomo abile e intelligente ma bifronte: dalla grande capacita’ di mediazione, da un lato; e di accentramento di ruoli, dall’altro. Anche chi non lo ama gli riconosce, pero’, che per l’edilizia universitaria ha fatto molto, come dimostra la cittadella universitaria. Ma 12 anni di comando sono tanti. Dopo diversi mandati di silenzio, quest’anno la corte dei "baroni" (il rettore puo’ essere solo un professore ordinario) si e’ risvegliata e nella competizione si sono inseriti altri tre docenti. Il primo a uscire allo scoperto e’ stato Giusepe Santacruz, professore di anatomia istologica e patologica nella facolta’ di Medicina, direttore della scuola di specializzazione di medicina legale, presidente dell’area disciplinare di medicina e da sei anni componente del senato accademico. Poi si fece il nome, ora ufficializzato, di Francesco Raga, classe 1940, docente di fisica generale nella facolta’ di Scienze, fisica e matematica, di cui e’ stato anche preside, gia’ direttore del dipartimento, e’ oggi presidente del corso di laurea in fisica: ha fatto parte del senato accademico sino al 2002, attualmente siede in quello allargato. Candidato da un gruppo di colleghi e’ Luca Fanfani, chimico, di origine fiorentina dove nacque nel 1941, professore di mineralogia dal ’76, anno di approdo a Cagliari, gia’ delegato per la ricerca scientifica e prorettore. Re Mistretta, per il momento, sta alla finestra. Forse vede i pretendenti al "suo" seggio come i tre moschettieri, certemente da temere. Ma chi lo conosce ritiene che tenga per se’ il ruolo di D’Artagnan che, dietro le quinte, si allena di fioretto a piu’ riprese rinforzando la rete di alleanze tessuta in quasi dodici anni. Alleanze, va detto, che anche i suoi concorrenti sanno tessere e giocare. Secondo Santacruz, Mistretta va spodestato perche’ "e’ un monarca assoluto. D’ora in poi tutte le cariche universitarie dovranno essere elettive". Per Raga il problema centrale e’ il "coinvolgimento piu’ ampio dei diversi organi collegiali e l’utilizzo migliore di tutte le intelligenze". A parere di Fanfani, invece, "ora si tratta di ricomporre in una visione unitaria cio’ che oggi e disgregato, disorganizzato e disarticolato". L’attuale rettore, dal canto suo, ha piu’ volte detto di aver lavorato sempre e comunque avendo presente "il futuro dei nostri giovani". Al di la’ di chi vincera’, un’aspettativa ce l’hanno tutti: che si discuta, che i problemi e i nodi irrisolti diventino dibattito pubblico. (r.p.) __________________________________________________________ La Nuova Sardegna 8 apr. ’03 A SASSARI MAIDA UNICO PARTECIPANTE ALLE ELEZIONI DEL 7 MAGGIO MAIDA DA IERI CANDIDATO ALLA CARICA DI RETTORE PER IL PROSSIMO TRIENNIO SASSARI. Alle 11,10 ha consegnato la sua candidatura all’ufficio protocollo dell’universita’: in 52 pagine il rettore uscente Alessandro Maida ha steso la sua proposta di programma per i prossimi tre anni, formalizzando cosi’ la sua rinnovata disponibilita’ al rettorato. Ieri e’ scaduto il termine per la presentazione delle candidature e, come preannunciato, non ci sono antagonisti per il rettore uscente che per la terza volta si presenta alle elezioni in solitario, a testimonianza dell’ampio consenso sul lavoro svolto. Non ci sono state, dunque, altre candidature e nessuno (apprendiamo dal proocollo) ha neppure richiesto la modulistica per farlo. Chiusi i termini per la presentazione delle candidature, l’appuntamento per le elezioni e’ fissato per il 7 maggio, data della prima votazione. Settecentoquarantanove gli elettori aventi diritto al voto: 201 professori di prima fascia, 233 di seconda fascia, 250 ricercatori, 33 membri del personale tecnico-amministrativo e 32 componenti del consiglio e della consulta degli studenti. La meta’ piu’ uno degli aventi diritto al voto e’ il quorum necessario per l’elezione, da raggiungere nelle prime tre votazioni. Ma l’esito si preannuncia scontato gia’ al primo scrutinio, che si svolge in forma segreta, previsto fra un mese. Nelle giornate di votazione il seggio rimarra’ aperto dalle 9 alle 19, quindi il 7 maggio prossimo gia’ intorno alle 20 si potrebbe avere esito certo dello spoglio delle schede. Il calendario delle votazioni e’ gia’ fissato e se alla prima giornata non sara’ raggiunto il quorum, gli elettori saranno chiamati ad esprimere la loro preferenza ancora il 14 e il 21 maggio per la seconda e la terza votazione. Il 28 maggio e il 4 giugno, infine, sono le date stabilite per eventuali, sebbene improbabili, ballottaggi. Gia’ parzialmente confermata dall’assenza di altri candidati, quindi, la fiducia a Maida, rettore uscente che ha governato l’Ateneo sassarese negli ultimi sei anni e che, se il pronostico pre-elettorale verra’ confermato, si prepara a ricoprire ancora una volta l’incarico al rettorato a partire dal primo novembre prossimo fino al 31 ottobre 2006. (a.re.) __________________________________________________________ Il Sole24Ore 09 apr. ’03 LE REGIONI ALLA SFIDA DELLA RICERCA Trasferita la parte industriale, mentre al centro resterebbe quella pubblica e degli enti In gioco i fondi attualmente gestiti da Universita’ e Attivita’ produttive ROMA • La ricerca industriale potrebbe presto avere un alleato in piu’: le Regioni. Il nuovo progetto di riforma del Titolo V affida, infatti, ai Governatori il compito «esclusivo» di legiferare (in quella dell'Ulivo era una competenza «concorrente») sul fronte del la ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica, «a sostegno delle atti vita produttive di Interesse regionale e locale». Si tratta di un terreno ancora poco esplorato dalle Regioni, a parte qual che eccezione di rilievo culminata in passato nella nascita di distretti locali a elevata specializzazione, che lascera’ allo Stato soltanto la definizione delle «norme generali». «Con questa riforma avverte Giampiero Ravagnan professore all' ateneo di Venezia Ca’ Foscari’ ed esperto del ministero dell'Istruzione universita’ e ricerca (Miur) si configura un quadro nel quale il sostegno alla ricerca industriale e precompetitiva si trasferisce alle Regioni, mentre la ricerca pubblica e il sostegno agli enti resta una competenza nazionale. Nelle mani delle Regioni potrebbero finire, tra l'altro, i fondi che attualmente sono gestiti dal Miur e dal ministero delle Attivita’ produttive e che finanziano i progetti delle aziende: il Far (fondo di agevolazione alla ricerca) e il Fit (fondo per l'innovazione tecnologica). Due strumenti, questi, che negli ultimi tempi hanno visto, tra l'altro, assottigliarsi le risorse a disposizione. Tanto che molte richieste di finanziamento arri vate dalle aziende sono state congelate» in attesa di tempi migliori. E in futuro? »I finanziamenti spiega ancora Ravagnan potrebbero essere gestiti direttamente da fondi regionali o interregionali in modo da sostenere i progetti che hanno un piu’ ampio respiro» Per le Regioni si presenterebbe anche qualche occasione in piu’ per conquistare i fondi europei: il sesto programma quadro per la ricerca, recente mente varato da Bruxelles, sostiene e appoggia i progetti a vocazione regionale. «E un passo molto positivo spiega Antonio Missa. responsabile ricerca di Alleanza nazionale perche’ saranno finalmente le Regioni a individuare quali sono i gruppi di ricerca e le aree di eccellenza presenti sul proprio territorio su cui conviene puntare. Sara’ necessario, poi, creare un centro nazionale di coordinamento in modo che si mettano in rete i progetti locali e i loro risultati». «Mi chiedo avverte critica Flaminia Sacca’, responsabile ricerca dei Ds se esistano allo stato attuale le capacita’, a livello regionale, per poter gestire queste competenze. E poi mi sembra che il Governo non sia affatto coerente: da un lato non ha sentito le Regioni in occasione dei recenti riordini degli enti di ricerca e adesso gli attribuisce nuovi compiti e forse anche nuovi oneri finanziari». MAR.B. __________________________________________________________ L’Unita’ 11 apr. ’03 GLI SCIENZIATI: «MORATTI CI INSULTA, DEVE DIMETTERSI» ricercatori italiani chiedono al ministro di farsi da parte: «Via anche Tremonti, ora dobbiamo autotassarci per comprare gli strumenti» Mariagrazia Gerina ROMA A febbraio hanno riconsegnato caMici e provette per tentare di bloccare i piani del ministro. Adesso cambiano antifona i ricercatori italiani e chiedono che sia il ministro a farsi da parte. «Dimissioni», scandiscono seccamente dopo l'ultima offensiva portata da Letizia Moratti alla comunita’ scientifica, che con gran dispetto della lady di ferro nostrana conta ormai diverse migliaia di oppositori. Diecimila, secondo l'Osservatorio per la ricerca, che si e fatto portavoce della protesta. Fannulloni, secondo la Moratti. «Vorrei sapere quali scoperte hanno fatto questi scienziati", aveva attaccato la scorsa settimana, approfittando dell'ospitalita’ dei giovani di’ Forza Italia, riuniti a convegno, per sferrare un fenomenale colpo mediatico agli scienziati, colpevoli soprattutto di lasciare provette e camici per scendere in piazza. La battuta, dicono gli scienziati, l'ha copiata da Antonino Zichichi’, neoconsigliere del ministro, nonche’ promotore di un comitato per sostenere la riforma. Ma suggerita o no, la battuta e stata detta. Senza esitazioni, senza scuse, senza smentite. «Un ministro non puo’ mica mettersi a insultare cosi’ i suoi amministrati. Sarebbe come se il titolare della giustizia si mettesse a dire che i giudici sono tutti dei venduti>, attacca il fisico Carlo Bernardini, uno dei piu’ accesi oppositori del ministro. Poi si corregge: Anche questo e successo, purtroppo, ma non significa che non dobbiamo continuare a scandalizzarci> «Provi a immaginare cosa succederebbe in Francia, o in Gran Bretagna, se un ministro della ricerca dicesse che gli scienziati di quel paese non fanno scoperte», suggerisce Giovanni Bignami, ordinario di Astronomia a Pavia, chiamato dal Consiglio nazionale delle ricerche francese a dirigere l'istituto di astrofisica spaziale dopo aver dato le dimissioni dalla direzione scientifica dell'Agenzia spaziale italiana. «Il rigore con cui si valuta l'operato della comunita’ scientifica non dovrebbe essere applicato anche all'operato del ministro?', domandano dall'Osservatorio sulla ricerca. Cosi’ su sollecitazione dell’osservatorio, gli scienziati italiani preparano i curricula da far vedere al ministro per farle conoscere le loro credenziali, sperando che nel frattempo lei prepari le dimissioni A questo punto dovremmo chiedere le dimissioni del ministro Tremonti», ritiene un po’ scettico il professo Pietro Galisano, direttore dell'Istituito obologia del Cnr, restio a calcare la mano nella replica alle parole senza dubbio otfensive' del ministro Moratti. «Pero se si trattasse di chiudere gli istituti per incrementare i tagli che gia quest'anno sono arrivati al 40, allora i stai ci, dice Galissano, riaccendendosi di ironie all'offensiva piu’ grande portata dal ministero al mondo della ricerca, che non e quella delle parole ma quella dei soldi. "I ricercatori si stanno gia a autotassati per comprare riviste e strumentazione dando all'istituzione il il 15% del propri guadagni dei proventi delle loro ricerche. Il presidente dell'istituto nazionale di fisica della materia e dello stesso parere: Sono altri i segnali che mi preoccupano, dice io sono impegnato da mesi a salvare dalla riforma Moratti l'istituto da lui diretto, uno dei fiori all’occhiello della ricerca italiana. Quanto alle parole pronunciate dal ministro per screditare i ricercatori italiani, si domanda: Che vogliono dire?". bisogna essere dei geni ? __________________________________________________________ Il Sole24Ore 06 apr. ’03 di Alessandro De Nicola CARA ITALIA, NON PERDERE IL TRENO DELLE BIOTECNOLOGIE Nel Paradiso degli inventori i sentieri sono piatti e i giardini lisci e ben curati. I suoi abitanti sono sempre con la testa per aria e non si puo’ correre il rischio che inciampino in continuazione. Euclide, Archimede, Tolomeo e Galeno sono — beati loro — stesi all'ombra di una palma alessandrina discettando su quel che stanno facendo gli scienziati del XXI secolo «Caro Galeno, vedi, uno degli arconti d'Italia, una donna — come sono cambiati i costumi — rimprovera gli uomini di scienza di non fare abbastanza scoperte». «Eh, Archimede anche noi studiavamo e grazie all'intuizione, al genio di un momento trasformavamo le nostre osservazioni in qualcosa di nuovo: una teoria, una medicina o uno specchio, come quello con cui bruciasti le navi dei Romani». «Si’, ma per studiare bisogna avere tempo e soldi — interviene Tolomeo — e pare che questa signora, Laetizia Moratti. non voglia dar soldi ai nostri colleghi...». E solo grazie al fatto che ho potuto lavorare nella Biblioteca di Alessandria che scrissi il mio Almagesto» «Ma dai, anch'io ho studiato ad Alessandria e quando il re Tolomeo mi chiese se non ci fosse un mezzo piu’ breve degli Elementi per imparare la geometria, gli risposi che non ci sono vie regie nella scienza. La scienza e’ libera e i politici non devono interferire in essa, questo e’ importante. Guarda quanto sta accadendo sempre in Italia. C'e’ una legge che deve essere approvata ed e’ importantissima per lo sviluppo scientifico. Infatti con questa norma si definirebbe la brevettabilita’ delle biotecnologie, elemento essenziale per lo sviluppo scientifico. E solo quando i diritti di proprieta’ sui prodotti dell'intelletto sono certi che ricercatori, scienziati e industriali sono disposti a investire tempo e denaro per scoprire qualcosa. Non e’ piu’ come ai nostri tempi». «Ti capisco — bofonchia Archimede — e allora?». «Allora succede che, nonostante l'esistenza di una direttiva europea in materia, gia’ adottata da alcuni Paesi dell'Unione, in Italia la Santa Alleanza tra Verdi e alcuni deputati cattolici mira a impedire la brevettabilita’ di ogni invenzione basata sull'utilizzazione di embrioni umani. Si vuole impedire che vengano impiegati ai fini della ricerca gli embrioni gia’ prodotti e non utilizzabili per la procreazione assistita. Embrioni, insomma, destinati alla distruzione». «Oscurantisti, questi moderni!», esclama Galeno mentre sta sezionando una rana per trovarne il pneuma. «Proprio cosi’. Si vuole poi proibire l'utilizzo di cellule staminali ottenute con tecnologie che non fanno ricorso agli embrioni o anche di quelle autologhe ottenute cioe’ con donazione terapeutica che nulla a che fare ha con la clonazione umana. Tenete conto che in Britannia tutto questo e’ consentito e il vietarlo in Italia porterebbe semplicemente a una fuga di cervelli e all'importazione dall'estero dei prodotti ottenuti con i brevetti che non si son potuti ottenere in quella disgraziata penisola». «Che vuoi fare? — sogghigna Archimede — Date due stupidaggini politiche, esiste sempre una grandezza multipla di una che e’ maggiore dell'altra». _________________________________________________________ Il Mattino 6 apr. ’03 «MANCANO I FONDI, UNIVERSITA’ IN GINOCCHIO» Mancano i fondi: le Universita’ sono allo sbando. La ricerca scientifica rischia di non poter essere realizzata. In crisi persino l´attivita’ didattica. Forte il grido di dolore che arriva dai rettori campani riuniti a Santa Maria la Nova. Ne diventa alfiere Guido Trombetti. «Non ci sono soldi sufficienti - denuncia - neppure per realizzare i laboratori dove insegnare le lingue straniere. Cosi’ non si puo’ davvero andare avanti». Non bastano, a restituire serenita’, le rassicurazioni del sottosegretario alla Pubblica istruzione Stefano Caldoro, che pure garantisce un investimento di 800 milioni di euro per tutto il Mezzogiorno e di 473 milioni di euro, in tutt´Italia, per la ricerca scientifica e accademica. «Gli studenti della Campania - replicano i rettori - rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro». Ne e’ convinto il coordinatore, il professor Pasquale Ciriello, rettore dell´Orientale. Anche se, avverte, «sarebbe sbagliato se l´Universita’ rincorresse soltanto il mercato del lavoro. Non se ne puo’ prescindere, ma non e’ la sua funzione primaria. Se davvero cio’ dovesse accadere, sconteremmo ritardi e registreremmo danni per molti anni». E Trombetti insiste: «Compito del governo non e’ soltanto elaborare una legge organica sull´Universita’, ma affrontare anche la questione degli Ordini professionali. Se non si rompono gli schemi degli Ordini professionali, diventa sterile ogni ipotesi di riforma». Netto il divario sul fronte Universita’ tra governo e rettori. La spaccatura emerge con chiarezza dal confronto dedicato alla riforma sulla riforma Zecchino dal Forum per un impegno sociale. Troppe, le 5.500 facolta’ italiane per una realta’ accademica spesso «autoreferenziata» e incontrollabile. Netta la presa di posizione del presidente della commissione ministeriale incaricata dal ministro della Pubblica istruzione, Letizia Moratti, di elaborare la «Riforma della riforma accademica». De Maio, retore della Luiss di Roma, invoca un maggiore e piu’ efficace controllo sia su docenti e studenti, sia sulla reale produttivita’ dei corsi di laurea. «E’ indispensabile - osserva - scegliere e codificare lauree a indirizzo professionale e corsi di laurea di alta base culturale». E avverte: «La commistione tra le due realta’ non funzionerebbe. L´Universita’ non e’ soltanto didattica o formazione, ma anche ricerca. C´e’ quindi bisogno di quantita’, ma anche di qualita’ e quindi di alta formazione. La selezione deve essere accurata anche per chi entra nel mondo accademico. In Europa non esistono le formule 3 piu’ 2. Esistono invece due livelli di formazione». Immediata la replica di Raffaele Calabro’, presidente del Fois. «La nostra proposta - precisa - e’ una laurea quinquennale proprio per le esigenze di ricerca scientifica. Il lavoro intellettuale - spiega - fa perno soprattutto su attitudini e predisposizioni che hanno bisogno non soltanto di essere individuate in tempo, ma coltivate con la necessaria attenzione. Se, come accade con il nuovo ordinamento, la decisione di un giovane di avviare l´attivita’ di ricerca e’ possibile soltanto al termine di un itinerario professionalizzante, e quando quindi le attitudini possono gia’ essere state compromesse, c´e’ il dubbio che ai vantaggi che la riforma offre in termini di professionalita’ si accompagnino nuove difficolta’ per la selezione e la formazione dei giovani ricercatori». Per superare l´handicap il Forum per un impegno sociale, presieduto da Raffaele Calabro’, punta invece sulla laurea quinquennale. E avanza seri dubbi sul modello «professionalizzante» degli studi superiori, in particolare di quelli finalizzati alla ricerca scientifica. La linea del Fois viene condivisa anche da Caldoro. Anche se, avverte il sottosegretario, e’ «un po´ troppo dura con la riforma Moratti». Roberto Gianfreda __________________________________________________________ Il Sole24Ore 11 apr. ’03 ITALIA: LE SPESE DI RICERCA FUORI DAL PATTO BRUXELLES u Ipotizzare interpretazioni del Patto di stabilita’ che consentano di’ considerare le spese per la ricerca come spese di investimento e non come spese correnti». E questa l'idea lanciata da tre ministri italiani (Antonio Marzano, Rocco Buttiglione e Letizia Moratti) alla Commissione Ue e contenuto in un documento di 16 pagine gia’ consegnato ad alcuni commissari. Nel documento, che l'agenzia Radiocor anticipa, vengono fissati gli impegni che assumera’ la presidenza italiana della Ue (secondo semestre 2003) per migliorare la competitivita’ europea. «Sara’ opportuno - e’ scritto nel testo consegnato il mese scorso ai commissari Firts Bolkestein, Mario Monti, Erkki Likaanen e Philippe Bousquin approfondire nel processo di riflessione in atto sull'applicazione del Patto di stabilita’, interpretazioni che consentano agli stati membri di incentivare gli investimenti sviluppando interventi piu’ incisivi — nella politica di modernizzazione e crescita competitiva del sistema europeo». Nel documento non viene comunque fatto alcun riferimento esplicito e dettagliato a modifiche all'attuale schema di interpretazioni del Patto di stabilita’ approvato recentemente dall'Ecofin. Il Patto, d'altra parte, non fa distinzioni tra spese di investimento e spese correnti. I tre ministri italiani (responsabili delle Attivita’ produttive, dell'istruzione e delle Politiche regionali) indicano la necessita’ di proseguire la discussione sull'applicazione del Patto con l'obiettivo di affinarne le interpretazioni. Nelle ultime riunioni i ministri finanziari dell'Ecofin avevano deciso di mettere la parola fine alle discussioni su nuove interpretazioni del Patto. La questione delle spese di’ ricerca richiama, in ogni caso, la cosiddetta "golden rule', cioe’ l'esclusione dal calcolo degli investimenti dai deficit pubblici ai fini dei calcoli del Patto (raggiungimento delle posizioni di bilancio vicino al pareggio o in surplus). E nota la posizione favorevole della Gran Bretagna come e’ nota la propensione francese ad adottare una specie di esenzione dalle spese per la Difesa dalla 'contabilita’ di Maastricht". Considerare le spese di’ ricerca come spese di investimento e non come spese correnti e’ in «coerenza con le conclusioni dei precedenti consigli Ue che hanno qualificato le attivita’ di ricerca quale fattore determinante per lo sviluppo economico e sociale». Lo scopo dell'iniziativa italiana e’ quello di rispettare gli obiettivi Ue elevando il livello degli investimenti in ricerca portandolo al 3% del pil in media. R.ES. __________________________________________________________ l’Espresso 10 apr. ’03 CERVELLI IN FUGA di Piergiorgio Odifredd~ Negli ultimi quarant'anni l'America latina ha perso un milione di scienziati. Mezzo milione sono emigrati dall’ex Unione Sovietica dopo la sua dissoluzione, e duecentomila dalla Cina. centomila informatici lasciano l'india ogni anno, provocando una perdita di due miliardi di dollari. Un terzo dei lavoratori qualificati ha abbandonato l'Africa, privandola di medici, tecnici e professori. il Terzo mondo e’ dunque dissanguato da una vera "emorragia cerebrale", che rappresenta una delle facce del colonialismo moderno. La maggior parte di questi emigranti qualificati immigrano infatti negli Stati Uniti, dove un terzo degli ingegneri e degli scienziati e’ di origine straniera, cosi’ come piu’ del cinquanta per cento di coloro che conseguono un dottorato scientifiCo: essi sono gli eredi degli Einstein, dei von Neumann e dei von Braun che hanno permesso all'America di fornirsi di bornbe atomiche, computer e razzi e diventare la potenza che e’. Se gli altri piangono, noi non ridiamo. Dei sei italiani viventi che hanno vinto il premio Nobel,cinque (Dulbecco, Rubbia, Modigliani, Montalcini e Giacconi) l'hanno ottenuto lavorando all' estero, ed essi non costituiscono che l'avanguardia di quel quattro per cento dei laureati che lasciano l'Italia. li’ nostro paese e’ oggi agli ultimi posti tra quelli industrializzati, per i finanziamenti alla ricerca e per numero di brevetti: una politica scellerata, inaugurata da politici e manager come Saragat e Valletta, che ritenevano che «costruire centrali nucleari per produrre energia e’ come costruire segherie per produrre segatura", e che «L’elettronica e’ un neo da estirpare. Nel suo appassionato e appassionante pamphlet Claudia di Giorgio ci fornisce i dati per comprendere come siamo arrivati alla situazione odierna, e quanto grave essa sia: tanto grave, da aver costretto i rettori di tutti gli atenei italiani alle dimissioni in massa per protesta contro la "politica scientifica" del governo Berlusconi. Claudia di Giorgio, "Cervelli export", Aankronos Isbn. 2003, pp. 111, E 8 __________________________________________________________ Corriere della sera 08 apr. ’03 LA NUOVA SCUOLA? E’ ANCORA TUTTA DA SCRIVERE La legge sul riordino dei cicli e’ stata pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale», entrera’ in vigore il 17 aprile. Da quella data, il governo ha tempo due anni per presentare i decreti attuativi. Adesso il ministro puo’ finalmente diramare il primo decreto sull'iscrizione anticipata alla scuola primaria. La riforma e’ lanciata, fresca di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (2 aprile): la legge sul riordino dei cicli, n.53 del 28 marzo 2003, entrera’ in vigore il 17 aprile. Da questa data partira’ il conteggio dei 90 giorni necessari per trovare la copertura finanziaria, e dei 24 mesi occorrenti per emanare i vari decreti attuativi. Lavori in corso, dunque, e si incominciano a cambiare le gomme della nuova macchina-scuola in gara. L'articolo 2 della legge dice che la nuova scuola e’ costituita da «bienni didattici», con relativa valutazione, e questo piace poco a buona parte della scuola. Nessun problema: dietro front, bocciatura ogni anno se necessario. Rimangono i «debiti», due o tre, lievi, da sanare l'anno successivo. Rimangono i dubbi su quei «bienni didattici» in cui si articolano i vari cicli. Tutto e’ ancora da scrivere. O quasi. Perche’ gli esperti sono gia’ al lavoro. Altri 250 «saggi» nominati sul finire dello scorso anno, proprio per stendere i piani di studio dei vari corsi. I nomi? I soliti noti del panorama culturale, qualche professore di scuola, qualche bel nome dell'universita’. Docenti in cattedra e in pensione, suddivisi in sottogruppi, uno per ogni tipo di futuro liceo. E balza subito agli occhi la presenza (esigua) di insegnanti (che insegnano). Qualche scrittore, qualche scienziato, industriali, giornalisti e cattedratici, di spessore, per carita’, ma quando sono entrati l'ultima volta in una classe di scuola media superiore? A loro, comunque, il compito di cambiare le regole del gioco. E sul tavolo, c'e’ il futuro dei ragazzi. (G. Tes.) __________________________________________________________ La Stampa 12 apr. ’03 PER IL SINDACO VELTRONI "L’UNIVERSITA’ DEVE ESSERE UNA DELLE LEVE DI SVILUPPO DELLA CITTA’" L’ex ministro Tullio De Mauro ha apprezzato che "i ragazzi cercando un’occupazione mirino alla soddisfazione" ROMA. "Stiamo rafforzando il rapporto con l’universita’ che deve essere una delle leve di sviluppo della citta’, come al Flaminio, riqualificato insieme alla facolta’ di Architettura di Valle Giulia". Lo ha sottolineato il sindaco Veltroni presentando la ricerca del dipartimento alla Cultura del Comune e dell'Eures, "La condizione giovanile a Roma". A Roma i giovani tra i 15 e i 29 anni sono sempre di meno, il 17,4% della popolazione. Rispetto al '99 ne mancano all'appello 35.000, ma sempre piu’ ingegnosi. Per lavorare accettano part time, corsi di formazione e stage gratuiti. E Veltroni ha lanciato un appello: "Basta con la nostra storia generazionale: quelli del '68,quelli del '77, ormai e’ insopportabile. Siamo noi a doverli ascoltare". Mentre all'ex ministro Tullio De Mauro, delegato alle politiche universitarie, e’ piaciuto "come i ragazzi, nel lavoro cercano soprattutto la soddisfazione. E' bello che leggano piu’ dei fratelli maggiori e dei padri. Si sfata cosi’ una leggenda, perche’ esclusi i libri di testo ne leggono quasi 6 l'anno e frequentano tanto le biblioteche comunali, un'altra bella sorpresa. E sono contenti, bonta’ loro, dell'offerta culturale: cinema, teatro, eventi". Per De Mauro la ricerca "da’ un'indicazione chiara: dobbiamo lavorare di piu’ sugli universitari, chiedere loro cosa pensano dei servizi che offriamo. Il Comune deve fare di piu’ e meglio: nel bilancio abbiamo 40 progetti di collaborazione tra facolta’ , dipartimenti ed assessorati ma quando ne parlo coi rettori spesso trasalgono perche’ nessuno li informa.Allora bisogna capire come si puo’ agire meglio, non disperdendo questa ricchezza. Solo la Sapienza ha 10.600 docenti, basterebbe coordinarsi con noi per essere una leva di sviluppo della citta’. Lo 060606 del Comune e’ un ottimo centralino, ma c'e’ un buco sugli atenei, se si chiama per sapere qualcosa sull' universita’ danno informazioni solo sulla Sapienza. Ci sono ottime universita’ pontificie,l'Ateneo Salesiano ha un importanza mondiale, ma nessuno lo sa. Serve un elenco con tutti i telefoni e le sedi delle universita’, pubbliche, private e straniere, altrimenti le troveranno solo i vecchi professori che si piazzano in cattedra. Io lavoro al dipartimento di studi linguistici e penso a un concorso a premi per chi riesce a trovare l'indirizzo ed il telefono senza essere rimandato da un ufficio all'altro". Il De Mauro linguista non rinuncia a giocare con le parole: "Si e’ perduto il senso della parola universita’, non e’ piu’ la corporazione omogenea di studenti e ricercatori. Ma bisogna esserne contenti perche’ rimane sempre "degli studi" vuol dire che ce ne sono diverse, grandi e piccole. Se non ci sbloccheremo, le condizioni potrebbero diventare drammatiche. In una citta’ piena di catacombe potremmo finire per avere solo rapporti catacombali. Non ci sono posti letto ne’ case per i fuorisede. Sono 91.000 e abbiamo appena 1736 posti nelle case dello studente. Per fortuna l'assessore ai lavori pubblici, Giancarlo D'Alessandro, sta preparando un'agenzia per gli affitti per mettere in collegamento le famiglie romane e i fuorisede, contribuendo agli affitti". "I giovani immigrati a Roma vivono una diaspora che non e’ piu’ sofferenza e sradicamento - ha commentato l'antropologo Massimo Canevacci - si dimostra che ci sono piu’ condizioni giovanili diverse". "L'Universita’ e il Comune sono due separati in casa, coniugi che neanche si parlano - e’ stata la provocazione di Marina D'Alessio, docente di psicologia alla Sapienza - chissa’ quante cattedre fanno ricerche che il Comune ignora". MARCO LAUDONIO __________________________________________________________ Il Sole24Ore 09 apr. ’03 L INNOVAZIONE COSTA 25 Miliardi alle imprese ROMA • L'introduzione di innovazioni tecnologiche e’ costata, nel 2000, circa 20 miliardi di euro alle imprese dell'industria e circa 5,3 miliardi a quelle dei servizi, con una spesa media per addetto di 9.300 curo per l'industria e 3.600 per i servizi. E quanto emerge dall'analisi strutturale dell'Istat sull’innovazione nelle imprese italiane. Nel triennio 1998 2000 la percentuale di imprese, dai 10 addetti in su che ha introdotto prodotti o processi tecnologicamente nuovi e’ stata pari al 38,1% nell'industria e al 21.2% nei servizi. Non e vero, evidenzia l'Istat, che la tecnologia riduca l'occupazione: un' azienda su quattro che ha introdotto novita’ ha anche aumentato il numero degli occupati. A puntare sull'innovazione sono soprattutto le grandi aziende e quelle del Nord. Se nel settore industriale triennio di riferimento, hanno introdotto novita’ legate alla tecnologia oltre il 73% delle grandi imprese, la percentuale scende al 31% per le piccole. Analoga la forbice nel settore dei servizi. A livello territoriale, le imprese innovatrici appaiono piu’ diffuse nel Nord Est (41% nell'industria e 24% nei servizi) e nel Nord Ovest (41,4% nell'industria e 22,9% nei servizi). Se per l'industria a innovare di piu’ sono le imprese che fabbricano macchine per ufficio (82%), apparecchi di precisione (73%) o apparecchi radio-tv e delle tlc (61%), nei servizi i settori piu’ innovativi sono quelli dell'intermediazione monetaria e finanziaria (51%) e delle assicurazioni (50%). In coda alla classifica ci sono invece comparti tradizionali, distribuzione di energia e abbigliamento per l'industria, alberghi, ristoranti e trasporti marittimi per i servizi. __________________________________________________________ Il Tempo 8 apr. ’03 AL TESORO GLI STIPENDI MIGLIORI IN CODA L’UNIVERSITA’ In coda le Politiche agricole e l'Universita’. I dati del budget del ministero dell’Economia SONO i dipendenti del ministero dell’Economia e delle Finanze ad avere la retribuzione piu’ alta tra i dipendenti dello Stato: con una media di 42.404 euro superano di circa 11.000 euro la media degli stipendi dei diversi ministeri, che ammonta a circa 31.104 euro. Fanalini di coda sono invece i 1.163.438 stipendiati del ministero dell'Istruzione, dell'Universita’ e della Ricerca (in media 28.860 euro l'anno) e i dipendenti delle Politiche Agricole e Forestali (28.138 euro). E’ quanto emerge dall'analisi del costo del personale dei diversi ministeri, contenuto nel Budget 2003 messo a punto dal ministero dell'Economia e consegnato in Parlamento. Il Budget prevede per il 2003 un aumento del 3% delle spese relative al personale, che viene stimato in 1.964.079 dipendenti anno. Il 59,24% dell'ammontare complessivo delle spese viene comunque attribuito al ministero dell'Istruzione, in considerazione della rilevanza numerica del personale (1.163.438 dipendenti). Costo del personale +3% — Il Budget dello Stato prevede per quest’anno un incremento del 3% della voce di spesa del costo del personale dello Stato. Ma le retribuzioni, che valgono 61 dei 63,6 miliardi del costo del personale, mostrano un aumento piu’ contenuto, del 2%. Crescono di piu’, invece, le altre voci che pero’ hanno minore incidenza sulla spesa complessiva. Per le missioni c'e’ un aumento del 3,54% del budget che arriva a 453 milioni, mentre salgono del 42,3% le spese per altri compensi. Lo stipendio medio — A conti fatti il Budget dello Stato prevede una spesa di media annua 32.408 euro per ciascun dipendente. Ma la retribuzione media e’ leggermente piu’ bassa, raggiunge i 31.104 euro e sale di altri 1.300 euro grazie alle missione e agli altri compensi. Retribuzioni piu’ alte — I dipendenti del Tesoro, con un costo medio di 42.404 euro sono in testa alla classifica delle retribuzioni. Se si considera, invece, il costo complessivo del personale i primi sono i dipendenti del ministero degli affari esteri che balzano da una retribuzione media di 35.090 euro (all’8 posto della classifica) ad un "costo" di 86.743 euro, questo grazie all’indennita’ di servizi per sedi estere che pesa in media per 49.255 euro. Se si considerano le sole retribuzioni, i dipendenti dell' Economia sono seguiti a stretta posta dai colleghi della Giustizia (41.787 euro) e dell’Ambiente (40.182 euro). __________________________________________________________ La STampa 08 apr. ’03 CONSIP: SOLO IMPICCI E OSTACOLI DALLA NOSTRA BUROCRAZIA LETTERA APERTA ALLA CONSIP LA REALIZZAZIONE DI UN DISPOSITIVO SPAZIALE IN RITARDO SENZA ALCUNA COLPA DEI RICERCATORI SIGNOR Burocrate, certamente Lei conosce la famosa citazione del presidente Luigi Einaudi che, parlando di imprenditori, diceva: «Migliaia, milioni di individui producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli». Anche i ricercatori universitari producono e, soprattutto, risparmiano (i fondi per la ricerca sono pochi). Acquistare carta per fotocopie e cartucce di inchiostro secondo le Sue regole, tramite un fornitore centralizzato come la CONSIP, piuttosto che al vicino negozio, potrebbe consentire un risparmio (certo non di tempo, e non sempre, da quanto risulta). Anche acquistare componenti elettronici e calcolatori dal miglior offerente europeo potrebbe implicare un risparmio (ma mesi di ritardo!). Mi permetta una domanda: lei volerebbe su un aereo la cui elettronica fosse acquistata tramite CONSIP o correrebbe su una Ferrari le cui ruote fossero fornite dal piu’ economico (e magari sconosciuto) offerente europeo? Sono responsabile di un progetto affidatomi dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e tra sei mesi devo consegnare un dispositivo che forse andra’ sulla stazione spaziale l'anno prossimo. Il contratto prevede una clausola di ritardo per cause di forza maggiore. Da tre mesi non posso fare acquisti (con i fondi che l'ESA ha affidato a me, non a Lei, ma che sono gestiti da Lei che opera anche nel mio ateneo) e ho chiesto di avvalermi di questa clausola per giustificare il ritardo di consegna dovuto al bando europeo in cui Lei mi impone di inserire i miei acquisti. Ci rispondono che causa di forza maggiore e’ una scossa tellurica o un fulmine atmosferico, non ministeriale. Mi suggeriscono di trasferire i fondi a un consorzio o a un’altra struttura non soggetta a questi vincoli e finire il mio lavoro alla svelta. Ma Lei, signor Burocrate, non me lo permette. Paghera’ Lei l'eventuale penale per il lavoro non concluso nei tempi pattuiti? Sara’ la Sua reputazione ad essere lesa ? Sara’ Lei a perdere il prossimo contratto a favore di un collega francese o tedesco privo delle forche caudine a noi imposte? Vuole spiegare Lei all'ESA con quale diritto Lei stabilisce che io non possa acquistare o far costruire su mio disegno, da ditta di mia fiducia e per 10-30 mila euro, i componenti di alta affidabilita’ sulla cui qualita’ si gioca il mio contratto, la mia reputazione e, forse, anche la vita di qualcuno? Se la responsabilita’ e’ mia devono essere mie, non Sue, le decisioni e le scelte, come ESA Le scrive. Ovviamente, per il futuro, si stanno gia’ creando enti privati, che sono meno soggetti alle molestie e agli inceppamenti di cui parlava il presidente Einaudi, su cui far confluire finanziamenti di contratti internazionali. A quel punto, Lei ed io, entrambi servitori dello Stato, potremo essere soddisfatti del nostro lavoro? Roberto Merletti __________________________________________________________ La Nuova Sardegna 11 apr. ’03 BIBLIOTECHE, VARATO IL MASTER CAGLIARI. Un’opportunita’ per avvicinare le biblioteche alle nuove esigenze di informazione, salvandole dal pericolo estinzione e garantendo al contempo la soddisfazione delle mutate necessita’ degli utenti. E partito ieri il primo master per la gestione dei servizi bibliotecari, iniziativa che, caso unico in Italia, vede operare in sinergia le Universita’ di Cagliari e Sassari e l’assessorato regionale alla pubblica istruzione. Rivolto a 33 persone, appartenenti a personaggi con responsabilita’ organitive e gestionali dei servizi bibliotecari delle amministrazioni coinvolte, il master si articolera’ in otto moduli, per un totale di 300 ore, suddivise tra formazione in aula e attivita’ di studio ed elaborazione di nuovi progetti. «Grazie a un protocollo di intesa, firmato dalla Regione e dall’Universita’ di Cagliari e Sassari, per la prima volta si cerca di fare qualcosa perche’ il sapere, e’ in piu’ in generale la cultura, possano a livello territoriale, diventare piu’ accessibili», ha detto durante la presentazione del progetto Giuseppe Bisceglie dell’Universita’ di Sassari: «La novita’ non e’ da poco: basti pensare che sono coinvolti circa 300 biblioteche, distribuite su 370 comuni sardi». L’obiettivo, ambizioso e’ quello di far si che una rinnovata professionalita’ dei bibliotecari, possa permettere di contare per ciascuna di queste strutture, sullo stesso tipo si dervizio, accessibile e di elevatissima qualita’. «Nell’ultimo decennio, salvo rari casi, in Europa le biblioteche sono cresciute - ha osservato Alberto Petrucciani, docente di biblioteconomia all’Universita’ di Pisa - a fronte di un servizio di base, che rimane quello di mettere a disposizione delle risorse per lo studio, vi e’ l’esigenza di organizzare servizi che rispetto al passato, richiedono nuove e maggiori competenze». Sabrina Zedda __________________________________________________________ L’Unione Sarda 10 apr. ’03 ERSU: POLEMICHE TRA GLI STUDENTI: UNA DELLE TRE LISTE E’ STATA ACCUSATA DI «IRREGOLARITA’» La Polizia municipale interviene alla facolta’ di Scienze politiche, dove esplodono le contestazioni tra le liste degli studenti per le elezioni di un loro rappresentante nel Consiglio di amministrazione dell’Ersu. Dopo l’annullamento del voto dello scorso anno, per irregolarita’, anche le nuove consultazioni non iniziano nel modo migliore. La lista “Uniti e’ meglio” e’ accusata dalle due concorrenti di aver distribuito nelle facolta’ materiale propagandistico durante le elezioni, anche se il regolamento lo vieta. Il candidato di Cl Antonio Tamponi minimizza. I suoi compagni affermano che sono liberi di parlare con chi vogliono: «Qui in Ingegneria ho tanti amici - afferma un’attivista - nessuno puo’ vietarmi di parlare con chi conosco». Le “manovre” di “Uniti e’ meglio” non piacciono pero’ alle altre liste. Simone Paini, responsabile nazionale a livello studentesco di Forza Italia, e’ uno dei piu’ arrabbiati: «Chiederemo l’annullamento della lista 1, poi presenteremo un ricorso al Tar». In Scienze politiche le due liste concorrenti hanno fatto intervenire la Polizia municipale e in Ingegneria sono riusciti a far mettere tutto a verbale. «Ti fermano all’ingresso e ti chiedono se devi votare - protesta Matteo Murgia, candidato dell’omonima lista - poi ti accompagnano al seggio e ti indicano i “loro” candidati. Riguarda soprattutto le matricole, perche’ sono piu’ spaesate e disponibili». Tirato in ballo alla vigilia delle consultazioni, il rettore Pasquale Mistretta ha piazzato in ogni facolta’ una guardia giurata. Evidentemente, pero’, nemmeno questa misura e’ servita a calmare le acque. Marco Solinas, candidato di “Polo per l’ateneo”, e Murgia per una volta la pensano allo stesso modo: «Con la nostra irruzione all’Orto botanico, nel giorno di presentazione della Settimana scientifica, avevamo chiesto al rettore di garantire il controllo delle elezioni, ma Tamponi e i suoi sono riusciti ad aggirare i controlli e persino l’intervento della forza pubblica non ha avuto successo». Accuse campate per aria, frutto di un clima invelenito? A sentire i responsabili dei seggi della facolta’ di Ingegneria, non sembrerebbe: «Confermo tutto - dice Alessio Mentisci, docente universitario e presidente del seggio numero 14 - nel nostro verbale e’ gia’ documentata la dichiarazione dei rappresentanti delle altre due liste su questa attivita’, che va contro il regolamento». Stesso discorso da parte di Enrico Gioffre’, vicepresidente e segretario del seggio numero 16. Idem per Matteo Costantini, presidente di “Giovani europei.com”, a Cagliari come osservatore delle elezioni, che ha gia’ riscontrato irregolarita’: «E’ vero, ho visto rappresentanti di lista che davano indicazioni in prossimita’ dei seggi e presenze anomale, non solo all’ingresso della facolta’, ma addirittura all’interno dei locali dove si vota». Cosi’, gia’ dal primo giorno, si rischia che anche queste consultazioni siano invalidate. Federico Fonnesu __________________________________________________________ La Nuova Sardegna 11 apr. ’03 ERSU, VINCE CANDIDATO DI SINISTRA Oggi conferma ufficiale, ma i numeri sono per Murgia Su quarantunmila aventi diritto, hanno votato in cinquemila Elezioni all’Ersu, ha vinto la sinistra CAGLIARI. La sinistra ha vinto le elezioni per il rappresentante degli studenti nell’Ersu. Secondo i dati ufficiosi, Matteo Murgia, candidato di un’omonima lista appoggiata da sinistra, e’ il nuovo consigliere d’amministrazione. CAGLIARI. Gli studenti universitari avranno un rappresentante del centro sinistra. Secondo i dati, pur ancora ufficiosi, di ieri notte e’ Matteo Murgia, candidato di un’omonima lista appoggiata da sinistra, il nuovo consigliere d’amministrazione nell’Ersu (l’ente regionale per il diritto allo studio). La conferma ufficiale verra’ data oggi. In teoria sono quarantunmila gli studenti che tra ieri e oggi sarebbero dovuti andare a votare. Di fatto la cifra oscilla attorno al 12 per cento (esattamente 11,8). Ma il numero limitato di votanti non tragga in inganno, la posta in gioco delle elezioni era (ed e’) molto alta. Per intendersi: l’Ersu una struttura che gestisce le case e le mense dello studente, le borse di studio, le attivita’ sportive e una miriade di altre iniziative. I consiglieri sono cinque, compreso il presidente (attualmente l’ente e’ retto da un commissario, Silvaldo Gadoni) due funzionari regionali, un rappresentante dei docenti e quello degli studenti che, volente o nolente, si trova a fare l’ago della bilancia. Da qui l’importanza della tornata elettorale terminata ieri sera alle 17. Che si sia trattato di elezioni sentite, lo dimostra anche il fatto che nei due giorni di votazione non sono mancate le polemiche. I candidati erano tre: Matteo Murgia (studente di ingegneria edile) per la lista «Matteo Murgia per l’Ersu bis»: ha corso con l’appoggio del centro sinistra e ripostato 2.225 preferenze; Marco Solinas (iscritto in Giurisprudenza) per «Polo per l’ateneo, Marco Solinas per l’Ersu»: era candidato per il «Polo», centro destra, e ha avuto 326 voti; e Antonio Tamponi (universitario in ingegneria elettronica) per «Uniti e’ meglio, Antonio Tamponi per l’Ersu», che rappresentava l’area cattolica che si muove attorno a Cl (Comunione e liberazione), ha ottenuto 2.157 preferenze. I voti contestati sono circa 35-40, il che signfica che Murgia dovrebbe essere sicuro dell’elezione. La lista «Polo per l’Ateneo» ha presentato anche ieri un esposto formale (al preside di Giurisprudenza) affermando che i giovani di «Uniti e’ meglio» facevano propaganda nei pressi dei seggi. Le polemiche, pero’, sono ormai di casa nelle elezioni del rappresentante studentesco dell’Ersu. La carica scade ogni tre anni, nel 2002 finiva il mandato ma il responso delle urne venne annullato. Il vincitore (per 56 voti sul candidato dell’area di Cl) Matteo Murgia ha poi fatto ricorso, ma il tribunale amministrativo non si e’ ancora espresso. L’ultima elezione, quattro anni fa, venne vinta da un esponende vicino a Cl (Anna Serra), stesso discorso per la penultima tornata (Francesco Anedda, sette danni fa). Nelle elezioni, successivamente annullate, di un anno fa avevano votato circa il venti per cento degli aventi diritto: una cifra molto alta (per questo tipo di consultazione), ma - va detto - che in parallelo c’erano altri 56 organi da eleggere. Il che aveva prodotto circa un migliaio di candidati e un centinaio di liste. Questa volta erano tre. Da qui, probabilmente, l’affluenza allora superiore alla media. Ma l’alto numero di liste porto’ a una serie di problemi valutati negativamente dalla commissione elettorale e dal rettorato che annullo’ le elezioni per l’Ersu. La posta in gioco, come accennato, e’ alta. Matteo Murgia, se non avessero annullato il voto, sarebbe consigliere gia’ da un anno. Ma il risultato di ieri - se confermato oggi - riscattera’ la delusione del 2002. «Con la mia elezione - se i dati ufficiali mi confermeranno - precisa Mattero Murgia - gli studenti universitari avranno finalmente un rappresentante che si fara’ vedere». (r.p.) ================================================================== __________________________________________________________ La Nuova Sardegna 12 apr. ’03 SANITA’: VIA AL PIANO SANITARIO, PROROGATA L’«INTRAMOENIA» ROMA. Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri un decreto legge che dispone la proroga dei termini di scadenza per i rapporti di lavoro dei medici a tempo definito e per la cosiddetta «intramoenia allargata», avvia i finanziamenti di un progetto innovativo per la cura del cancro da parte dell’Istituto superiore di sanita’ e per la realizzazione a Roma dell’Istituto mediterraneo di ematologia (Ime) e stanzia, infine, i fondi per il risarcimento danni da trasfusioni di sangue infetto. Il consiglio dei ministri, inoltre, ha approvato il nuovo piano sanitario nazionale 2003-2005, che dispone i dieci obiettivi strategici del servizio sanitario nazionale per il triennio. Il decreto legge, spiega una nota del ministero della Salute, proroga al 31 dicembre 2003 i rapporti di lavoro dei medici a tempo definito, soprattutto per consentire una definitiva e omogenea soluzione della questione con il contratto collettivo, secondo quanto richiesto dall’ordine del giorno del Senato, accolto dal governo in sede di esame della Legge finanziaria 2003. Viene inoltre prorogato di due anni, fino al 31 luglio del 2005, il termine per l’utilizzo degli studi professionali privati per lo svolgimento dell’attivita’ libero- professionale intramoenia, in considerazione della carenza di ambulatori adeguati in alcune strutture pubbliche e in attesa di un provvedimento di piu’ ampia portata ed efficacia per il completamento degli interventi strutturali e di riforma dell’intero settore. Il decreto legge, poi, risponde all’esigenza di poter utilizzare quanto prima i fondi relativi a due importanti progetti di ricerca e di cura, come previsto dalla Legge finanziaria 2003 (tabella A). Autorizza infatti sia la spesa totale di 9 milioni di euro nel triennio 2003-2005 per la realizzazione di un progetto di terapie oncologiche innovative su base molecolare da parte dell’Istituto superiore di sanita’, sia le spese di funzionamento e di ricerca della Fondazione Istituto mediterraneo di ematologia, istituita recentemente a Roma, per un totale di 35 milioni di Euro nel triennio 2003-2005. Infine, il decreto legge risponde all’urgenza di stanziare fondi destinati al risarcimento danni per i cittadini emotrasfusi vittime di emoderivati infetti, che hanno instaurato azioni risarcitorie tuttora pendenti. __________________________________________________________ L’Unione Sarda 8 apr. ’03 FLORIS «SBAGLIATO BOCCIARE IL MICROCITEMICO» Floris scrive a Sirchia Si e’ preso qualche giorno per meditare. E poi il sindaco ha detto la sua sul naufragio della candidatura di Cagliari a sede del dell’Istituto Mediterraneo di ematologia. In una lettera indirizzata al ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha fotografato la situazione. «Con disappunto ed amarezza ho appreso - scrive Floris, che ha inviato la lettera anche all’assessore regionale della Sanita’, ai parlamentari sardi, al direttore dell’Istituto superiore di Sanita’ e al direttore dell’Asl 8 - la notizia della mancata scelta di Cagliari quale sede dell’Istituto Mediterraneo di Ematologia. Le ragioni che avrebbero ampiamente giustificato l’accoglimento della candidatura dell’ospedale Microcitemico di Cagliari sono troppo note e inoppugnabili perche’ io debba qui riaffermarne la validita’. Come sindaco della citta’ capoluogo di una regione che vanta un poco invidiabile primato nell’incidenza di tale malattia, non posso quindi non condividere le proteste e soprattutto le preoccupazioni che la citata decisione ha suscitato, in particolare tra i familiari dei malati e dei portatori sani». Floris chiede al ministro di comunicargli se la scelta della sede di Roma e’ definitiva e irreversibile. __________________________________________________________ L’Unione Sarda 6 apr. ’03 INTERNET, LE IMMAGINI DEI NEONATI RICOVERATI Universita’ Clinica pediatrica I genitori piu’ apprensivi si rilasseranno almeno un po’: potranno vedere da casa, attraverso un collegamento via Internet, il proprio bambino ricoverato nel reparto di Puericultura nido della Clinica pediatrica dell’Universita’, convenzionata con l’Asl 8. Per rendere possibile il nuovo servizio e’ stato predisposto un sistema audio e video per il controllo e la sorveglianza di ogni neonato da parte del personale di assistenza. Attraverso il collegamento via web, pero’, e’ stata introdotta anche la possibilita’ - per i familiari - di seguire i piccoli pazienti anche da casa, sul monitor del personal computer. Il servizio informatico e’ una delle novita’ previste nel nuovo reparto di Puericultura, la cui inaugurazione e’ in programma per domani. «Tutte le camere di degenza saranno dotate di due letti - spiega il responsabile del reparto, Adriano Corrias - e anche dotate di gas medicali, impianti elettrici autonomi, servizi igienici, tv e posti letto per le mamme. Avranno cosi’ la possibilita’ di accudire direttamente il proprio bambino per tutta la giornata». Poi, dopo il ritorno a casa, i genitori che vorranno addormentarsi tranquilli potranno, attraverso il proprio computer, dare un ulteriore sguardo al proprio neonato, in attesa di poterlo nuovamente visitarlo la mattina successiva. __________________________________________________________ L’Unione Sarda 7 apr. ’03 PER I PULLMAN AL VELENO A CONFRONTO ASL E POLICLINICO Medici e tecnici dell’Asl 7 a confronto con i colleghi della sezione di medicina del lavoro del Policlinico universitario di Cagliari per capire se i 30 pullman prototipo delle Fms dovranno ancora circolare. La richiesta d’incontro sara’ presentata forse gia’ domani dal direttore generale dell’Azienda sanitaria, Emilio Simeone, e dal medico responsabile del presidio multizonale di Portoscuso, Angelo Biggio. I dati forniti venerdi’ dal Policlinico, sulla presenza degli Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) all’interno dei veicoli costruiti dall’Iveco, infatti, hanno portato a conclusioni discordanti. Mentre dalla Asl e’ stata chiesta la fermata dei due mezzi controllati, fino all’accertamento della causa sulla presenza delle polveri, anche per evitare eventuali conseguenze alla salute di autisti e viaggiatori, da Cagliari e’ stato sostenuto che non ci sono pericoli di alcun genere per i dipendenti delle Fms e per chi utilizza i mezzi di trasporto. «Noi confermiamo i nostri dati - ha detto Angelo Biggio - si tratta di confrontarli con quelli che hanno rilevato i colleghi del Policlinico». Insomma, la situazione e’ ancora in evoluzione, anche se le paure di quest’ultimo periodo si sono in un certo senso sfumate. «Noi abbiamo fiducia nel lavoro fatto dall’Asl - ha sostenuto Carlo Pinna, segretario del sindacato Faisa Cisal - ma siamo dispiaciuti per la consegna alla stampa dei dati di Cagliari prima della verifica da parte del presidio multizonale». Il sindacato autonomo ha anche fatto rilevare che le verifiche sono state fatte dai due enti in condizioni diverse. «E comunque le polveri ci sono ancora - ha spiegato Pinna - e noi le stiamo respirando». (a. m.) __________________________________________________________ Repubblica 10 apr. ’03 UN "CORPO VIRTUALE" INSEGNA AD OPERARE Roma, computer e software per sperimentare interventi DI ANTONIO CAPERNA Roma Un "corpo virtuale" per insegnare la tecnica chirurgica ai giovani medici e aggiornare gli specialisti del settore. E’ l’idea innovativa annunciata da Antonio Bolognese, ordinario di Chirurgia generale all’universita’ La Sapienza di Roma e neo presidente della Societa’ italiana dei chirurghi universitari (Sicu), nel corso della presentazione del II Congresso nazionale, che si e’ svolto al Cnr di Roma recentemente. «Grazie ad un mouse ergonomico, che calcola le diverse forze applicate dalla mano, sara’ possibile simulare l’utilizzo del bisturi, delle pinze o delle forbici. L’idea nasce dall’esempio dei piloti d’aereo, che imparano a volare e si aggiornano, grazie a simulatori specifici», ha spiegato Antonio Bolognese, «in questo modo i giovani medici potranno mettere in pratica le conoscenze teoriche, ripetendo piu’ volte lo stesso esperimento senza conseguenze per i loro errori». Il software, che stanno mettendo a punto i tecnici della Sicu in collaborazione con alcuni esperti del mondo dell’informatica e delle telecomunicazioni, permettera’ inoltre di superare il problema organizzativo ed etico di utilizzare un cadavere o le difficolta’ legate agli interventi sugli animali da esperimento con caratteristiche anatomofisiologiche diverse dal corpo umano. Con l’impiego sempre piu’ frequente delle nuove tecnologie si apre dunque una nuova fase della chirurgia, che permette di imparare attraverso il web, anche se il contatto diretto con il docente e il corpo in carne ed ossa del paziente non viene eliminato del tutto. Il passaggio al corpo umano vero pero’ avviene con una maggiore manualita’. «L’obiettivo della Sicu e’ di divulgare le nuove metodologie didattiche e l’organismo virtuale e’ un ottimo esempio», ha concluso il docente di Chirurgia, «in quest’ottica si inserisce il nostro progetto di creare "una rete" che colleghi i chirurghi della Sicu con le Universita’, coinvolgendo le oltre 50 scuole di specializzazione in Chirurgia, per offrire contenuti scientifici accreditati e certificati, ma anche per dare vita ad eventi on line di autoapprendimento assistito». Il sito: www.sicumed.it __________________________________________________________ Repubblica 10 apr. ’03 ASMA, NE SANNO TROPPO POCO MALATI E MEDICI GENOVA Chi ne soffre, spesso non sa di cosa si tratta. Chi conosce l’asma, di solito ignora la sua origine. Chi ne e’ ammalato ed e’ al corrente, confessa l’incostanza nel seguire la terapia adeguata. E’ lo spaccato dell’indagine sull’asma bronchiale, effettuata su un campione di 607 pazienti cronici e 305 medici. E 5 milioni di italiani (di cui 500 mila bambini) devono fare i conti con sintomi asmatici: 4 malati su 10 hanno una crisi al giorno e 3 su 10 almeno una volta la settimana. L’indagine Target, Terapia dell’Asma nella Realta’ Gestione delle Emozioni e dei Timori, (realizzata con il contributo della Merck Sharp & Dohme), e’ stata presentata a Genova, nel convegno organizzato dal professore Walter Canonica, direttore della Clinica Malattie dell’Apparato Respiratorio del San Martino di Genova. «Lo studio» spiega Giuseppe Di Maria, ordinario di Malattie Respiratorie all’universita’ di Catania, «vuole far conoscere la patologia al paziente e modificare l’atteggiamento dei medici». L’asma, che in Italia ogni anno uccide 1000 persone e provoca 25 mila ricoveri, per il 38% dei soggetti intervistati va messa in relazione con le allergie e per il 47% con le condizioni ambientali, quali smog, clima, polvere (acaridi), fumo e vegetazione (pollini). «Di fatto, si tratta di un’infiammazione diretta delle vie respiratorie», precisa Canonica, «che se non curata per tanto tempo porta alla costrizione dei bronchi e ad una crisi che puo’ essere fatale». __________________________________________________________ Le Scienze 11 apr. ’03 ARSENICO E TUMORI L’arsenico agirebbe come co-carcinogeno, favorendo le mutazioni prodotte da altre sostanze L’esposizione a piccole quantita’ di arsenico nell’acqua potabile potrebbe inibire l’espressione di geni coinvolti in funzioni cruciali della riparazione cellulare del DNA danneggiato. Lo affermano ricercatori della Dartmouth Medical School in uno studio pubblicato sul numero di aprile della rivista “International Journal of Cancer”. “Si tratta del primo studio - ha affermato Angeline Andrew, principale autore della ricerca - a osservare una diminuzione dell’espressione dei geni di riparazione del DNA all’interno di cellule prese direttamente da esseri umani esposti ad arsenico attraverso l’ambiente”. L’arsenico era gia’ noto come sostanza carcinogena. I ricercatori erano interessati soprattutto a scoprire il meccanismo con cui esso provoca i tumori. Lo studio sembra sostenere l’ipotesi che l’arsenico agisca come co-carcinogeno, non causando direttamente il cancro ma permettendo ad altre sostanze, come il fumo di sigaretta o la luce ultravioletta, di provocare in modo piu’ efficace mutazioni nel DNA. Anche se l’arsenico e’ noto come veleno sin dai tempi antichi, in molte regioni del mondo e’ consumato ogni giorno attraverso l’acqua potabile. Questa esposizione era gia’ stata collegata a diverse forme di tumore, ma questo studio e’ il primo di una serie di progetti volti a determinare il meccanismo responsabile del legame fra arsenico e cancro. __________________________________________________________ Le Scienze 9 apr. ’03 LA PROTEINA DELLA LUNGA VITA Una ricerca italiana ha studiato alcuni geni in un gruppo di pazienti centenari Alti livelli di una proteina anti-infiammatoria potrebbero rappresentare la chiave genetica verso la longevita’, almeno per quanto riguarda gli uomini. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista “Journal of Medical Genetics”. Il processo di invecchiamento e’ associato a infiammazione cronica e di basso livello in tutto il corpo, che a lungo termine porta a danni ai tessuti e all’aumento del rischio di sviluppare malattie degenerative, come il morbo di Alzheimer, quello di Parkinson , l’osteoporosi e il diabete di tipo 2. Ricercatori del dipartimento di biopatologia e biomedicina dell’Universita’ di Palermo hanno esaminato i livelli di due proteine (citochine) coinvolte nel processo infiammatorio del corpo: IL-10, che smorza l’infiammazione, e TNFa, che invece la favorisce. Gli scienziati hanno studiato la frequenza dei geni che codificano per le due proteine in un campione di 72 uomini e 102 donne che avevano raggiunto i 100 anni di eta’. Inoltre hanno analizzato anche il DNA di diversi individui di eta’ compresa fra i 22 e i 60 anni. I risultati mostrano che un numero significativamente piu’ elevato di uomini centenari esprimeva geni che codificano per alti livelli di IL-10, la proteina anti-infiammatoria, rispetto agli uomini piu’ giovani. Invece, per quanto riguarda i livelli della TNFa, non c’erano differenze fra i diversi gruppi di eta’. Sempre gli uomini centenari esprimevano i geni corrispondenti alla combinazione di alti livelli di IL-10 e bassi di TNFa. Fra le donne, invece, non c’era differenza nei livelli delle citochine, ne’ separatamente ne’ in combinazione. Secondo gli autori dello studio, queste variazioni genetiche potrebbero essere specifiche dei pazienti presi in esame e non essere evidenti al di fuori della popolazione testata. Ma in ogni caso, i livelli elevati della citochina anti- infiammatoria sembrano associati alla longevita’. © 1999 - 2003 Le Scienze S.p.A. __________________________________________________________ Il Sole24Ore 11 apr. ’03 AUTISMO - DNA E DINTORNI Autismo, l'origine genetica si troverebbe nel cromosoma sette L’origine genetica dell autismo e dei disturbi dello sviluppo potrebbe trovarsi nel cromosoma sette. Lo afferma un numeroso gruppo di ricercatori, tra cui gli italiani Elena Belloni, Pier Giuseppe Pelicci e Francesco Lo Coco (dell'Istituto europeo di oncologia i primi due e dell'universita’ Tor Vergata l'ultimo) che pubblicano oggi su “Le Science” la mappatura completa e le prime osservazioni sul cromosoma numero sette, che contiene circa il 5% di tutti i geni del dna umano e che e’ sede di molte mutazioni che sono state correlate con alcuni tipi di tumore. Secondo i ricercatori i 158 milioni di nucleotidi che lo compongono (i mattoncini base del codice genetico) formerebbero i.455 geni in grado di dare le istruzioni per costruire proteine Per capire la funzionalita’ di alcuni geni e il loro effetto patogeno i ricercatori hanno comparato il genoma umano con quello del topo, che e’ molto simile. __________________________________________________________ Le Scienze 8 apr. ’03 PROGRESSI NELLA CHIRURGIA SOLARE Per ora i ricercatori si stanno dedicando a trial clinici su animali La chirurgia laser e’ una tecnica familiare nelle sale operatorie degli ospedali. Ora, tuttavia, ricercatori dell’Universita’ Ben-Gurion in Israele hanno fatto grandi progressi nel campo della “chirurgia solare”, una nuova tecnica che al posto dei laser utilizza luce solare altamente concentrata. Questa tecnica puo’ produrre nei tessuti biologici gli stessi cambiamenti della chirurgia convenzionale con fibre ottiche per laser e potrebbe rappresentare un metodo alternativo molto meno costoso. La luce laser e’ usata in determinate procedure mediche, come la rimozione dei tessuti tumorali che vengono eliminati da raggi localizzati. La luce del laser e’ trasportata all’interno di fibre ottiche che, tramite un catetere, raggiungono i tessuti da trattare. Questo metodo, pero’, puo’ essere costoso, il che ha limitato finora il suo utilizzo. Il gruppo guidato da Jeffrey Gordon ha gia’ affermato, lo scorso settembre, di aver costruito “concentratori” compatti per fibre ottiche solari in grado di fornire gli stessi livelli di energia e di densita’ delle fibre ottiche per i laser. Il concentratore consiste in uno specchio parabolico di 20 centimetri di diametro con una lunghezza focale di 12 centimetri. Esso concentra la radiazione solare in una fibra ottica di un millimetro di diametro, lunga fino a 20 metri. I ricercatori sono riusciti a produrre diversi watt di luce solare concentrata a livelli di flusso 10.000 volte maggiori di quelli di un normale raggio solare. Ora, in un articolo pubblicato sulla rivista “Journal of Applied Physics”, affermano di essere riusciti a usare questa tecnica per effettuare operazioni chirurgiche su fegati di pollo. In un esperimento, l’estremita’ della fibra e’ stata posta in un tubo di vetro protettivo inserito direttamente nell’organo. In altri esperimenti, non c’era invece “contatto” fra le fibre e gli organi. __________________________________________________________ Avvenire 10 apr. ’03 IL CNR AVVERTE: «TROPPO SPORT FA MALE» Attivita’ fisica moderata. E mangiar bene Troppo sport fa male. Secondo uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche, l'eccessiva attivita’ fisica puo’ contribuire all'invecchiamento precoce o determinare malattie cardiovascolari o di altro genere quali il diabete, la degenerazione maculare, la cataratta, l'artrite, il Parkinson e l'Alzheimer. «Contrariamente all'attivita’ fisica svolta in maniera regolare e moderata spiega in proposito il ricercatore — quella troppo intensa puo’ essere dannosa». E «per tenersi in forma e’ indispensabile calibrare con attenzione l'attivita’ sportiva, seguire una vita sana e fare una buona scorta giornaliera di antiossidanti, presenti in frutta e verdura». Che la notizia suoni da avvertimento per tutti quelli che, ai primi tepori, partono con allenamenti da massacrare un bue per buttare giu’ pancette e fianchi in vista delle spiagge estive. Ma suoni, anche, consolatorio per le legioni di pigri che ai loro rotolini ci sono quasi affezionati. E per i fan di Prezzolini che,a chi gli chiedeva il segreto dei suoi cent'anni, rispondeva secco: «Mai fatto sport». Osservati speciali __________________________________________________________ La STampa 09 apr. ’03 LA GENETICA ALL’ATTACCO CONTRO LE LEUCEMIE RICERCA IMPORTANTE RISULTATO DI UN ITALIANO IN GERMANIA CON LA «RICOMBINAZIONE OMOLOGA» INSERITO IN UN GENE DI TOPO UN COMPLESSO GRUPPO DI MUTAZIONI UN medico di origine napoletana, Giuseppe Testa, ha messo a punto, nel laboratorio diretto da Francis Stewart all'EMBL (Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare) di Heidelberg e all'Universita’ di Dresda, una nuova tecnica di ingegneria genetica applicata alle cellule staminali di topo con il fine di studiare i geni responsabili delle leucemie e di altre malattie umane. Uno dei piu’ importanti strumenti nella ricerca biomedica consiste nel rimuovere o aggiungere pezzi di DNA al genoma degli organismi modello (topi, lieviti, moscerini). Questo serve agli scienziati per capire in che modo geni difettosi possono causare malattie. La tecnica, chiamata in gergo anche"knock-out" (distruggere un gene, metterlo ko, per studiare l'effetto della sua mancanza in un organismo) si avvale della «ricombinazione omologa», un processo grazie al quale, nelle cellule staminali embrionali del topo, pezzi di un gene possono essere sostituiti da loro omologhi prodotti in laboratorio dai ricercatori. Fino ad ora la tecnologia era limitata a piccoli segmenti di DNA. Giuseppe Testa, da cinque anni in Germania, e Francis Stewart hanno superato questo limite e sono riusciti a inserire in un gene del topo un complesso gruppo di mutazioni per studiare in che modo un gene, chiamato MLL (da Mixed Lineage Leukemia) causa una delle leucemie piu’ frequenti nell'uomo, e in particolare nei bambini. Il loro lavoro, iniziato all’EMBL di Heidelberg e proseguito ora all'Universita’ di Dresda, e’ pubblicato nel numero di aprile della rivista "Nature Biotechnology". «Abbiamo esplorato i limiti di questa tecnologia lavorando con pezzi sempre piu grandi di DNA - dice Testa - e alla fine siamo riusciti a manipolare un intero cromosoma batterico artificiale (chiamato in gergo BAC, da bacterial artificial chromosome) che conteneva il nostro gene e l'abbiamo poi usato per trasferire tutte queste modifiche al gene del topo.». Grazie a queste modifiche, si spera di capire come alterazioni di questo gene portino alla leucemia. Ma l'aspetto piu’ importante e’ che questa tecnica potra’ essere applicata sulle cellule staminali anche allo studio di geni responsabili di altre malattie nell'uomo. __________________________________________________________ La Stampa 8 apr. ’03 CIAMPI«PREVENZIONE E RICERCA SONO INTIMAMENTE CONNESSE» Ciampi: «La Sanita’ funziona, ma deve migliorare» Il presidente assegna la medaglia d’oro alla memoria al medico-eroe Urbani ROMA La scienza al servizio del malato. Il sistema sanitario nazionale funziona, «ma sappiamo di poterlo migliorare». Ieri Carlo Azeglio Ciampi, alla cerimonia di consegna delle medaglie d’oro e d’argento al merito della Sanita’ pubblica (tra i premiati «alla memoria», su segnalazione del ministro Sirchia, lo scopritore della polmonite killer Carlo Urbani), ha indicato le priorita’ dell’universo salute. «La prevenzione e la ricerca sono tra loro intimamente connesse - ha affermato il presidente della Repubblica - e non c’e’ prevenzione senza ricerca. Dobbiamo investire, molto e bene, sia in ricerca che in prevenzione». Un monito che nasce dalla consapevolezza che «la Sanita’ pubblica e’ il perno del nostro benessere, del nostro modello di vita» e che cio’ «suscita ammirazione in tante parti del mondo». Sul funzionamento del Sistema sanitario, la ricetta dettata dal capo dello Stato include la riduzione delle liste d’attesa, il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti negli ospedali piu’ affollati e la diminuzione dello spreco dei farmaci. «Certo e’ giusto risparmiare, anche nella Sanita’ - precisa Ciampi - cio’ pero’ si ottiene con la razionalizzazione delle spese e soprattutto con la formazione di medici e infermieri. Il medico di base, per esempio, fa sempre piu’ fatica a gestire il sovraccarico di informazioni che lo raggiungono». Quanto alla ricerca piu’ in generale, il presidente della Repubblica ha sottolineato l’esigenza di concentrare le energie nell’obiettivo di individuare il vaccino contro l’Aids. «Oggi - spiega il capo dello Stato - molta strada e’ stata fatta rispetto ad un secolo fa per debellare le epidemie di massa. Molte sono state sconfitte ma c’e’ ancora molta strada da fare, come dimostrano la Sars, la mucca pazza e appunto l’Hiv». Durante la consegna al Quirinale delle onorificenze a scienziati e a giornalisti specializzati nel settore sanitario, il ministro della Salute Sirchia ha evidenziato «il periodo difficile dal punto di vista istituzionale ed economico», che impone il contenimento della spesa in Sanita’. «Cio’ - sostiene Sirchia - rende indispensabile guardare al futuro e pensare in termini di investimenti, soprattutto nell’assistenza agli anziani non autosufficienti e nella ricerca, per evitare che vada perduto il lavoro dei nostri cervelli». Un lavoro «a tappe obbligate», sulle orme del medico che per primo ha diagnosticato la polmonite letale. «Carlo Urbani e’ un eroe dell’Oms. Lo e’ anche per la Repubblica italiana - ha precisato Ciampi, consegnando la medaglia d’oro a Giuliana Chiorrini, vedova del medico -. Urbani ci lascia un insegnamento prezioso, che scuote la coscienza di ciascuno di noi. Il benessere e la salute devono diffondersi in modo uniforme tra i popoli, altrimenti essi non si fondano su basi durature. La responsabilita’ storica di questa generazione e’ quella di affrontare con determinazione la sfida che pone al nostro modo di essere e alla stessa democrazia, il divario di poverta’, di condizioni di vita con il Sud del mondo. Disinteressarci del problema sarebbe la premessa di nuovi conflitti, di nuove tragedie». Un appello in sintonia con il Piano sanitario nazionale 2003- 2005. Diminuire le liste di attesa. Investire nell’edilizia ospedaliera e nella tecnologia avanzata. Garantire un fondo e un’organizzazione adeguati per le persone non autosufficienti. Possibilita’ per lo Stato di misurare la quantita’ e la qualita’ dei servizi erogati nelle varie Regioni. Questi i quattro «obiettivi strategici» per il rilancio della Sanita’ «made in Italy», individuati dal ministro della Salute nella lettera a Ciampi, aperta dal ringraziamento per aver deciso di dedicare alla salute una giornata dell’anno (il 7 aprile). «La salute e’ per tutti il bene piu’ prezioso - scrive Sirchia -. Dobbiamo percio’ impegnarci sempre piu’ affinche’ il nostro Sistema sanitario garantisca in modo uniforme prestazioni di qualita’ a tutti i cittadini, specie ora che l’organizzazione sanitaria vive il delicato passaggio di competenze tra le istituzioni, secondo la riforma del titolo V della Costituzione». In linea con la devolution, il piano sanitario si e’ trasformato per Sirchia, da atto programmatico per le Regioni, in un «progetto di salute condiviso, da realizzare con le Regioni in modo sinergico ed interattivo». Positiva la reazione del centrosinistra alle parole di Ciampi. Secondo la responsabile delle Politiche Sociali della Margherita, Rosi Bindi, che individua nella devolution il disegno di smantellamento, il presidente della Repubblica «ha opportunamente rimarcato» la centralita’ del sistema pubblico nella tutela della salute e la necessaria integrazione tra formazione universitaria, pratica ospedaliera e ricerca.