MISTRETTA SBARAGLIA TUTTI E’ RETTORE PER LA QUINTA VOLTA VIA LIBERA AL PASQUALE QUINTO L’UNIVERSITA’ INCORONA MAIDA: ELETTO RETTORE PER LA TERZA VOLTA SCUOLE DI SPECIALITA’: CAMBIA L'ACCESSO UNIRE LE FORZE PER VALORIZZARE LA RICERCA: 34 aTENEI DULBECCO: PER LA RICERCA, L'ITALIA E’ UN PAESE TERRIBILE L’UNIVERSITA’ ONLINE ORA E’ DI CASA IN ITALIA CNR LA MATEMATICA E’ UN'OPINIONE IL CNR SULLA STRADA DI SAMARCANDA MURST: LA CORTE DEI CONTI BOCCIA IL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE UN TESTO UNICO METTE ORDINE IN OTTO ANNI DI LEGGI SULLA PRIVACY PRIVACY, IL CODICE AL PRIMO START L’ELOGIO DELLA SPINTARELLA INNOVAZIONE. FUTURO DIGITALE NEGLI UFFICI STATALI LA BUROCRAZIA COSTA TROPPO» SANLURI:ISTITUITA LA FACOLTA’ DI SCIENZE INFORMATICHE ================================================================== SIRCHIA: I TAGLI ALLA SPESA AMMAZZANO LA SANITA’ OSPEDALI DA CURARE UN EURO E MEZZO PER IL REFERTO A DOMICILIO «TERAPIA DEL DOLORE SOLO A META’ DEI MALATI» «COMBATTERE LA MALARIA, EMERGENZA DIMENTICATA» CONTRO IL GRASSO ADDIO BISTURI, ADESSO C’E’ IL LASER IL TASSO DI MORTALITA’ DELLA SARS UNA NUOVATECNICA PER L'IMPIANTO DEI DENTI ================================================================== ________________________________________________________________ La Nuova Sardegna 9 mag. ’03 MISTRETTA SBARAGLIA TUTTI E’ RETTORE PER LA QUINTA VOLTA "E adesso lavoriamo insieme a favore degli studenti" ROBERTO PARACCHINI CAGLIARI. Mistretta-D’Artagnan ha vinto. Athos-Fanfani, Portos-Raga e Arami’s- Santacruz hanno perso. Visti i risultati, sembrerebbero sconfitti a sciabolate piu’ che col fioretto. Anche se Pasquale Mistretta ha lavorato dietro le quinte, dribblando i confronti pubblici. Ma le 595 preferenza, su 1.187, eliminano qualsiasi contestazione. L’universita’ ha incoronato il ‘Magnifico’ per la quinta volta. "Adesso c’e’ da rimboccarsi le maniche, tutt’insieme. Dobbiamo concentrarci sulle tante cose da fare, in primo luogo rispondere alle esigenze degli studenti", dice Pasquale Mistretta, soddisfatto del risultato, pur senza perdere il suo abituale autocontrollo. "La mia soddisfazione - riprende il rettore - dipende anche dal fatto che questa volta e’ stata un’elezione vera. Non ero solo, concorrevano al rettorato anche altri colleghi importanti con i quali ho dovuto confrontarmi fino all’ultimo". - Tra le accuse principali che le sono state rivolte: essere accentratore, insomma: amare troppo il potere. "Beh, credo che chi mi ha votato, lo abbia fatto per l’attivita’ amministrativa svolta sinora e non per una questione di potere. Altrimenti non avrei avuto il consenso che mi e’ stato accordato". - Il primo pensiero dopo la vittoria? "Oltre alla soddisfazione, la preoccupazione per un impegno che dovra’ essere sempre maggiore". - Lei continua il suo mandato ma, nell’immediato, quali gli impegni maggiori e piu’ pressanti? "Sul piano della riforma, completare il quadro delle lauree specialistiche, il conto consuntivo, le questioni in itinere di edilizia universitaria e le entrate esterne". Questi i voti degli sfidanti di Pasquale Mistretta; 239 preferenze il chimico Luca Fanfani, 138 il fisico Francesco Raga e 73 il medico Giuseppe Santacruz. Piu’ 56 schede bianche e 26 nulle. Seppure la vittoria dell’uscente-entrante Mistretta e’ stata schiacciante, il risultato degli sfidanti e’ apprezzabile soprattutto se si considera che il rettore e’ al dodicesimo anno di governo dell’ateneo, con tutto quello che questo comporta in termini di rapporti con i colleghi. Mistretta, succeduto a un altro monarca dell’universita’ (re Duilio Casula), e’ considerato dai piu’, uomo abile e intelligente ma bifronte: dalla grande capacita’ di mediazione, da un lato; e dalla tendenza accentratrice, dall’altro. ________________________________________________________________ L’Unione Sarda 9 mag. ’03 VIA LIBERA AL PASQUALE QUINTO Il voto Vista l’affluenza il vero nemico era il quorum: e’ stato superato di 60 voti E’ bastato un turno elettorale per rieleggere Mistretta rettore dell’Universita’ cagliaritana. Ieri alle sette di sera, un’ora dopo la chiusura dei sei seggi, la notizia era gia’ ufficiale. "Non era e non e’ stato facile", dice subito Pasquale Mistretta. Anche perche’, a parte il risultato degli altri candidati, la buona affluenza alle urne (il 79 per cento, 1.187 su 1.495 elettori) ha fatto schizzare sino a 595 voti il quorum necessario per l’elezione al primo turno. Mistretta e’ andato oltre di 60 (655 voti, il 55 per cento), staccando nettamente gli altri candidati. Luca Fanfani ha avuto 239 voti, Francesco Raga 138, Giuseppe Santa Cruz 73. I primi a complimentarsi con il Magnifico, al primo piano del Rettorato di via Universita’, sono stati il preside della facolta’ di Medicina Giovanni Faa e Bachisio Scarpa, professore di Igiene. "Il famoso detto di Andreotti (il potere logora chi non ce l’ha, ndr) a volte e’ ancora valido, soprattutto se si e’ convinti di aver fatto qualcosa di positivo. Non credo", dice Mistretta, "che l’Universita’ sia un centro di potere, anche se l’ateneo amministra 260 milioni di euro, occupa migliaia di persone, ha 40 mila studenti iscritti. In tutti i casi, io non credo di aver esercitato questo potere". Il telefono fisso del rettore squilla senza soste ("Grazie, davvero", risponde cortese), il cellulare pure ("Il vostro sostegno mi ha aiutato a bilanciare il voto nei seggi piu’ deboli"), ma Mistretta - apparentemente meno stanco di quanto sarebbe lecito dopo la maratona del voto, tanto piu’ per un uomo di 70 anni - ci tiene a evidenziare pubblicamente gratitudine "verso i presidi delle facolta’ e verso un elettorato molto determinato nel darmi questa fiducia, anche se forse non totalmente meritata". Mistretta non dimentica di ringraziare gli studenti, il personale tecnico- amministrativo "e, se mi e’ consentito, il mio staff". Le tante persone che, dietro la porta, attendono con pazienza la fine dell’intervista per brindare a un risultato "che da’ continuita’ di gestione". Guardando i dati, il rettore evidenzia come il sostegno di Lettere, Scienze della formazione e Lingue "di per se’, con il 53 per cento, ha consentito di compensare il deficit di Monserrato, dove comunque giocavo in trasferta". Pasquale Mistretta non dimentica i tre avversari: "Candidature di tutto rispetto, l’avevo detto subito. Una convinzione confermata dai risultati, che hanno premiato la loro volonta’ di candidarsi". Un pensiero per gli studenti, un altro per i professori. "Agli studenti dico che spero di avere lo slancio per una riforma universitaria che sia di risultati. Ai professori", aggiunge Mistretta, "dico che e’ auspicabile un coinvolgimento maggiore della Regione, viste le difficolta’ economiche e il carico didattico, vista l’esiguita’ dei fondi per la ricerca scientifica. Una risposta", aggiunge il rettore, "e’ ormai nella cultura politica, ma non trova ancora riscontro nei fatti". Da qui a parlare del Policlinico il passo e’ breve. "Per l’azienda mista, ospedale-Universita’, credo siano vicini i tempi per la firma del protocollo e per un’intesa tra universitari e ospedalieri, che fa formandosi". La serata del rettore proseguira’ con alcune dirette televisive. Non c’e’ traccia, in agenda, di cene o pizzate di festeggiamento. "Domani? Saro’ qui da presto, come sempre. Anche perche’, lo ricordo, il mio mandato finisce il 31 ottobre prossimo. Abbiamo da esaminare il conto consuntivo, programmi edilizi. Tutti impegni che non aspettano". Dal primo novembre prossimo partira’ il quinto mandato triennale per Pasquale Mistretta, rettore dal 1992. Rimarra’ in carica sino al 2006. Prima dell’abbraccio con il suo staff, Mistretta ha ancora una considerazione sugli studenti. "Aspettando le elezioni, non hanno ricordato la vicenda delle tasse. Questo mi ha fatto piacere. Significa che hanno l’intelligenza politica per scindere le cose dai comportamenti. E dalla reciproca stima". Emanuele Dessi’ Per la conferma 655 consensi: secondo e’ Luca Fanfani Quasi otto elettori su dieci hanno risposto alla chiamata. Alle sei di sera, dopo nove ore di voto, si erano presentati nei sei seggi per l’elezione del rettore in 1.187, il 79 per cento degli aventi diritto, 1.495. Tre anni fa la percentuale dei votanti si era fermata al 71, ma allora Pasquale Mistretta correva da solo. Le schede bianche, ieri, sono state 56 (il 4,7 per cento), le nulle 26 (2,1). Mistretta ha avuto 655 voti, la somma di quelli riportati nei seggi allestiti a Sa Duchessa (132), Ingegneria (146), Giurisprudenza (113), San Giovanni di Dio (107), Cittadella di Monserrato (97) e Policlinico (60). Luca Fanfani ha avuto 239 consensi, cosi’ distribuiti: 73 a Sa Duchessa, 36 a Ingegneria, 28 a Giurisprudenza, 42 al San Giovanni di Dio, 48 a Monserrato e 12 al Policlinico. Per Francesco Raga 138 voti, la somma di 15 consenti avuti a Sa Duchessa, 32 a Ingegneria, 13 a Giurisprudenza, 32 al San Giovanni di Dio, 39 a Monserrato e 7 al Policlinico. Per Giuseppe Santa Cruz, 73 voti, il seggio piu’ importante e’ stato al San Giovanni di Dio, 31 voti. A Sa Duchessa 10 voti, 7 a Ingegneria, 2 a Giurisprudenza, 11 a Monserrato e 12 al Policlinico. I dati dovranno essere confermati dalla commissione elettorale centrale, presieduta da Francesco Sitzia che, ieri, e’ stato confermato preside di Giurisprudenza. E. D. ________________________________________________________________ L’Unione Sarda 8 mag. ’03 L’UNIVERSITA’ INCORONA MAIDA: ELETTO RETTORE PER LA TERZA VOLTA Sassari «Maida, 374»: il conteggio del presidente elettorale Francesco Angioni fa scoppiare l’applauso nell’aula magna dell’Universita’, il quorum e’ stato raggiunto: Alessandro Maida e’ eletto per la terza volta consecutiva rettore dell’Universita’ di Sassari. Non c’erano altri concorrenti, e non c’era alcun dubbio. Come da copione Maida e’ volato indisturbato verso il suo terzo mandato. Poco prima delle 20, dopo meno di un’ora di scrutinio, lo spoglio delle schede e’ terminato, e anche l’unica flebile incertezza sul raggiungimento del quorum e’ stata superata in scioltezza. Hanno votato 658 elettori pari all’88,2 per cento degli aventi diritto. Il rettore ha ottenuto 530 voti, pari all’80,5 per cento. Pochi minuti dopo il raggiungimento del quorum il Magnifico fa il suo ingresso nell’aula magna, dove continua lo spoglio delle schede. Si siede in terza fila, e aspetta che lo scrutinio termini. Le preferenze a suo favore sono schiaccianti, superano le 500, e il Maida si lascia scappare un soddisfattissimo «stanno salendo, stanno salendo» appena sussurrato all’orecchio del professor Antonio Milella, storico rettore dell’Ateneo sassarese. Alle 19 e 55 l’ultima scheda e’ ancora a favore di Maida. Il presidente del seggio elettorale legge il verdetto: Alessandro Maida ha ottenuto 530 voti, le schede bianche sono state 99, quelle nulle 29. Il rettore si avvicina al microfono e prende la parola chiedendo quasi scusa ai presenti: « Vi posso rubare cinque, sei minuti? - esordisce con un sorriso - Questa mattina vedendo i colleghi recarsi alle urne, mi e’ venuto in mente il lontano 1976, quando partecipai per la prima volta all’elezione del rettore. Eleggemmo per il suo secondo mandato Antonio Milella, e il corpo elettorale era composto solamente da 94 docenti. Oggi gli elettori sono 746, il 50 per cento in piu’ rispetto a tre anni fa. Questo e’ il segnale della grande democrazia che regna all’interno del nostro Ateneo.» Quindi il discorso scivola verso i dovuti ringraziamenti per la fiducia che l’Universita’. Non puo’ fare a meno poi di enunciare i punti forti del suo programma per il triennio 2003/2006: «Vogliamo fare di Sassari una citta’ universitaria. Per questo dobbiamo rendere l’ateneo appetibile agli studenti, e offrire loro i servizi adeguati: e’ un loro diritto.» Il discorso si chiude tra gli applausi, e l’aula magna si svuota: la rielezione, per quanto scontata, va festeggiata con un brindisi. Vincenzo Garofalo ________________________________________________________________ Il Sole24Ore 8 mag. ’03 SCUOLE DI SPECIALITA’: CAMBIA L'ACCESSO ROMA Nuove modalita’ per la prova di ammissione alle scuole di specializzazione in medicina. Sulla «Gazzetta Ufficiale» del 6 maggio 2003, n. 103 e’ stato infatti pubblicato il decreto del ministero dell'Istruzione 25 febbraio 2003, n. 99. Le prove si svolgeranno presso le universita’, in una medesima data per ogni singola tipologia di specializzazione. Il calendario sara’ predisposto dal ministero entro il 31 luglio di ciascun anno: ogni ateneo dovra’ pubblicare il bando almeno 60 giorni prima della prova. L'esame consiste in uno scritto, articolato in 60 quesiti a risposta multipla (elaborati da una commissione.di esperti). Lo scritto sara’ seguito da una prova pratica. ________________________________________________________________ L’Avvenire 8 mag. ’03 UNIRE LE FORZE PER VALORIZZARE LA RICERCA. E’ la linea guida di «Network», il primo progetto che vede lavorare insieme 34 atenei italiani proprio sul fronte della ricerca scientifica universitaria. Un settore che da diverso tempo sembra conoscere una crisi di progettazione e di finanziamento. Ma sembra anche essere una risposta dalla base alla volonta’ espressa dal ministero dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Universita’, di riordinare il settore partendo dai diversi enti di ricerca. Un passaggio, quest'ultimo, risultato tutt'altro che indolore per questo settore. Il progetto Network parte direttamente dal mondo universitario. «Il nostro primo obiettivo - spiega Riccardo Pietrabissa nominato coordinatore della giunta esecutiva - sara’ quello di offrire la nostra collaborazione al governo, alle associazioni industriali e corporative. Il secondo e’ di creare un database comune tra tutte le universita’ aderenti per permettere alle aziende di conoscere quali brevetti siano gia’ disponibili, dove si trovino e quali attivita’ di ricerca si possono positivamente intraprendere con gli atenei». Non manca ovviamente il lato economico di questo progetto. Infatti il Network permettera’ di unire le forze e di poter gestire e dirigere meglio anche i finanziamenti, soprattutto quelli provenienti dalle aziende e dagli enti privati. Il tutto anche con uno sguardo internazionale, proprio per allargare i confini del lavoro degli atenei italiani. Nel progetto sono presenti le realta’ universitarie un po' di tutta Italia: dalle universita’ di Udine e Trieste a quelle della Calabria e di Bari, con la presenza anche di alcuni nomi piu’ noti come il Politecnico di Milano, la Bocconi, la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, gli atenei romani della Sapienza e di Tor Vergata e la Luiss. I rappresentanti dei 34 atenei aderenti hanno dato vita a una giunta esecutiva per coordinare al meglio il lavoro. Della giunta fanno parte i rappresentanti delle universita’ di Bologna, di Padova, della Calabria, della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e del Politecnico di Milano, al cui rappresentante e’ stato affidato il compito di coordinare il lavoro del gruppo. Del resto proprio dal Politecnico di Milano parti’ la proposta di studiare e trovare nuovi strumenti per valorizzare la ricerca scientifica. Accanto a questo, spiegano gli atenei coinvolti, si potra’ anche tutelare i risultati brevettabili eventualmente ottenuti e potenziare i rapporti tra l'universita’ e le imprese. E proprio il tema dei brevetti e’ uno degli aspetti che stanno a cuore del mondo accademico. L'attuale regolamentazione dei processi di brevettazione, attraverso i processi di licencing, consente alle aziende di usufruire agilmente de brevetti gia’ realizzati presso le universita’, ma spesso sono carenti le informazioni su quali brevetti siano disponibili presso i diversi atenei italiani. E cosi’ spesso giacciono non sfruttati. La creazione di un database unitario permettera’ di superare in futuro questa mancanza di informazione. (E.Le.) __________________________________________________________________________ IL SECOLO XIX 10-05-2003 DULBECCO: PER LA RICERCA, L'ITALIA E’ UN PAESE TERRIBILE II Nobel ricorda i tempi di Natta quando le aziende destinavano grandi risorse agli scienziati «persi’no il ministro Sircnia ha attaccato il governo di cui fa parte per i tagli ai fondi» RENZO PARODI Genova. Le celebrazioni in onore di Giulio Natta, nel centenario della nascita, conducono in Liguria due premi Nobel, Renato Dulbecco (medicina, 1975) e Carlo Rubbia (fisica, 1984). Il professor Dulbecco ha risposto alle domande de Il Secolo XIX Professor Dulbecco, a differenza di lei, che ha trascorso mezza secolo negli Stati Uniti, Natta si e’ formato ed ha svolto tutta la sua attivita’ in Italia. E' possibile dunque ricevere un Nobel restando in Italia, a dovrei dire era possibile, visto che il premio Natta lo ricevette nel lontano 19637 «Difficile rispondere, certi traguardi dipendono da molte circostanze. Quando Natta comincio’ a lavorare si occupo’ dei problemi legati ai metodi della reazione chimica. Era un lavoro di base, indispensabile per raggiungere i risultati industriali che gli procurarono il premio Nobel, nel 1963 (assieme al ricercatore tedesco Karl Ziegler, ndr). All'epoca in Italia, nell'immediato dopoguerra, le industrie chimiche e farmaceutiche destinavano grandi risorse al finanziamento della ricerca di base. Quando si sposto’ a Milano, per conto della Montecatini, Natta potte’ godere di condizioni di lavoro assolutamente ideali per trasferire nella produzione i risultati ottenuti can la ricerca». Natta ebbe appunto un sostanzioso appoggio finanziario dalla Montecatini e riusci’ a definire, nel 1953, nuove strutture di polimeri che condussero a materiali piu’ avanzati, tra i quali i celeberrimi Moplen (un nuova materiale plastica, molto elastico e resistente) e Meraklon (una nuova fibra sintetica). Oggi le aziende italiane non ritengano piu’ utile finanziare direttamente la ricerca? «1 risultati raggiunti da Natta, come diceva, rappresentavano il punto di arrivo di una lunga catena di lavora, All'epoca si parlo’ delle spirito di Natta, per indicare questo metodo di lavoro. Natta si concentro’ sui processi di catalizzazione assieme allo scienziata tedesco che poi condivise il Nobel con lui. Il punto chiave venne raggiunto quando vennero isolate molecole piccolissime con soltanto tre atomi di carbonio. Oggi purtroppo tutto questo e’ finito, m Italia non esistono piu’ le grandi industrie chimiche e farmaceutiche dei tempi di Natta». I tagli ai fondi pubblici per la ricerca in italia si sono accaniti al punto da indurre molti prestigiosi ricercatori ad abbandonare i nostri laboratori. E' una strada senza ritorno? «Nei giorni scorsi ho letto le dichiarazioni del ministro della salute, Sirchia, che di fatto attaccava il governo del duale qli stesso fa parte per i tagli decisi ai fondi per la ricerca. L'Italia e’ un Paese terribile, che dovrebbe invece pensare a studiosi come Natta e all'importanza delle sue acquisizioni scientifiche». Un Dulbecco italiano di quarant'anni piu’ giovane che oggi studiasse in Italia avrebbe mai le chances che ebbe lei negli Stati Uniti? «lo andavi via dall'Italia perche’ qui non avevo gli strumenti tecnici e neppure i mezzi per approfondire gli studi che mi interessavano. Nei primi anni Cin quanta nessuno si interessava alla ricerca sui geni. Allora avevo 33 anni, avevo lavorato con Salvador Luria a Torino, aveva realizzato studi interessanti sui virus applicati alla genetica». Professor Dulbecco, lei e’ tornato a vivere in Italia? A meta’. Vivo sei mesi l'anno a La ]olia (si pronuncia la Hoya, ndr) vicino a San Diego in California», Oggi l'Italia ha voce in capitolo nella comunita’ scientifica internazionale rispetta al tema della genetica? «Funzionano alcuni centri di ottimo livello, quello del C.N.R, di Milano, l'istituto di genetica dello sviluppo del professor Boncinelli a Trieste, a Napoli c'e’ un grande centro di ricerca. La genetica in Italia e’ uno dei pochi settari che riscuota attenzione». Cambiamo argomenta. Lei, professor Dulbecco, e’ uno studioso poliforme ma e’ anche un medico. Quale giudizio da’ delle vicende legate alla Sars7 Si sta profilando un rischio davvero globale per l'umanita’? «Non sono sufficientemente informato su questo argomento. Ma passo dire che la Sars si pro61a effettivamente come un problema sanitario gravissimo. Occorrera’ lavorare sodo per debellarla». Professar Dulbecco, nel 1999 lei presento’ assieme a Fabio Fazio il Festival della canzone di Sanremo. Che cosa le e’ rimasto di quella esperienza? «Niente di speciale, ma e’ stata una bella esperienza e per me l'occasione per riproporre la questione dei giovani ricercatori italiani» In che senso? «Come e’ nota ho offerto il cachet per la mia partecipazione al Festival al progetto delle carriere, ideato per consentire di rientrare in Italia a giovani ricercatori italiani attivi all'estero che desiderino tornare a lavorare nel nostro Paese. Speravo con quel gesto di accendere una fiammella, di aprire una strada. Devo purtroppo riconoscere che e’ difficile, molto difficile cambiare le cose». ________________________________________________________________ Repubblica 05 mag. ’03 L’UNIVERSITA’ ONLINE ORA E’ DI CASA IN ITALIA LAUREE SU TNTERNET la prima, pionieristica esperienza realizzata al Politecnico di Milano ha fatto da battistrada perla nascita degli atenei telematici Letizia Maratti e Lucio Stanca hanno varato la legge che le istituisce, vista che nell'ordinamento universitario italiano non se ne faceva menzione, definendo standard tecnologici e procedure di riconoscimento che gli atenei dovranno seguire. Un riferimento per le sperimentazioni in corso Gli ultimi dettagli formali sono stati perfezionati nei giorni scorsi e l'iter e’ ormai concluso: le universita’ online hanno finalmente cittadinanza nell'ordinamento italiano. E' un ritardo che viene colmato nel confronto con altri paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Spagna, Letizia Maratti e Lucia Stanca, ministri dell'Istruzione e dell'Innovazione hanno messo a punto assieme le regole sulle caratteristiche delle lauree online, gli standard relativi alle tecnologie e i processi di accreditamento che gli atenei interessati dovranno rispettare per proporre le nuove iniziative. Tutto sara’ comunque pronto per settembre, all'inizio dei nuovo anno accademica. Stanca: “Fibra ottica a Sud: la portera’ Sviluppo Italia" STEFANO CARLI I frutti del lavoro che stiamo portando avanti iniziano ad emergere, a diventare visibili, anche all'estero: nella classifica europea che misura qualita’ e quantita’ dei servizi pubblici online siamo passati dal dodicesimo al nono posto. Adesso si tratta di procedere su questa strada individuando i prossimi obiettivi e trovando i fondi necessari». Lucio Stanca, ministro dell'innovazione, ha un tono soddisfatto per i risultati che via via inizia a mettere in carniere e per l'attesa che sente crescere attorno alle nuove iniziative: «Da quando abbiamo reso noto che stiamo lavorando ad un sistema di incentivi per l'informatizzazione dei piu’ giovani, riceviamo in continuazione sul nostro sito e-mail che ci chiedono informazioni e dettagli». Di che si tratta esattamente? «E’ un'iniziativa che si rivolge a tutti i sedicenni italiani, ossia a tutte le ragazze e i ragazzi che sono nati nel 1987. Potranno ricevere un bonus di 175 curo per l'acquisto di un computer con cui accedere ad Internet, o anche solo per dotare di modem quello che gia’ si ha. Ma non solo. Hanno diritto ad un bonus per il conseguimento dcll'Ecdl, I'European Computer Drive Licence,la patente europea del computer. E' proprio come la patente di guida: si fanno degli esami, sette, e si consegue un attestato valido in tutta Europa e che si puo’ inserire nel proprio curriculum. Tutti possono richiederlo, ha i suoi costi. C'e’ un costo di iscrizione, uno per sostenere ognuno dei sette esami. I bonus intervengono a vari livelli, ma sommato tutto quanto assieme la cifra che mettiamo a disposizione dei sedicenni e’ di 344 euro. Il meccanismo di attivazione e’ piu’ semplice da mettere in pratica che da spiegare. E’ comunque da oggi e’ tutto sul nostro sito (www.innovazione.gov.it) Che budget e’ stato stanziato? «Non c'e’ un tetto vero e proprio: l'iniziativa e’ rivolta a tutti i nati nell'1987. Sono piu’ o meno 560 mila ragazzi. Siamo in grado di fornire potenzialmente il bonus ad ognuno di loro». Anche in questo caso, come in quello degli incentivi per la larga banda, avete privilegiata il lato della domanda e delle famiglie. «Si, e visto che i 31 milioni di euro stanziati per la larga banda sono gia’ finiti, vuol dire che abbiamo centrato l'obiettivo,che la cosa funziona». E questo vuoi dire quindi che cercherete di replicare? «Cercheremo di recuperare altri soldi». In che modo? «Vedremo. Il 9 maggio, venerdi’ prossimo, sono in calendario una riunione del Cipe e il Consiglio dei ministri. E all'ordine del giorno c'e’ proprio la ripartizione dei fondi Cipe. Penso che sara’ una ripartizione che terra’ in considerazione le esigenze dell'innovazione tecnologica. E questo e’ gia’ un bel risultato». Possiamo ipotizzare qualche cifra? «No, non mi pare il caso. Ma visto che il totale dei fondi Cipe ammonta a miliardi di euro, si trattera’ comunque di stanziamenti importanti. Che ci consentiranno di proseguire nei nostri piani». Quali sono i prossimi obiettivi? «Continuare ad operare secondo le lince adottate, Proseguire nel collegare in larga banda tutte le ramificazioni della Pubblica Amministrazione, e 80-90 mila tra scuole e ospedali. Nel complesso contiamo di dare piu’ forza alla domanda pubblica di larga banda per circa mezzo miliardo di euro>. Ci sono obiettivi gia’ definiti? «Si’. Quelli approvati un mese fa dal Comitato Interministeriale per la Societa’ del l'informazione. Sono dieci progetti che vanno dalla Rete Internazionale, che colleghera’ Camere di Commercio, Ice e le rappresentanze italiane all'estero, fino al Portale dei servizi alle imprese. le Biblioteche delle scuole e il progetto Scuola in ospedale, per portare le lezioni delle scuole elementari, medie e superiori di provenienza ai. giovani alunni ricoverati in 146 reparti o ospedali pediatrici. O come quello per creare centri di e-learning nelle biblioteche pubbliche». Avete in cantiere anche iniziative sul versante delle infrastrutture per la larga banda, vista che la crisi ha tagliato le risorse per gli investimenti? «C'e’ un progetto a cui stiamo lavorando con i ministeri delle Comunicazioni e dell'Economia per fare diventare Sviluppo Italia motore del cablaggio del Mezzogiorno. E' Un grosso progetto che prevede investimenti per 1.680 milioni di euro (compresi anche fondi Ue) di cui il 30% verra’ reperito sul mercato dei capitali privati attraverso un project financing coordinato da Sviluppo Italia. E' uno sforzo di quasi un miliardo di curo in 3-5 anni, con un contributo pubblico di 650milioni di’ curo. Il resto dei budget, 750 milioni di euro (di cui 300 pubblici) andra’ a sviluppare i servizi». Che cosa farete esattamente? «Porteremo la banda larga in fibra ottica in 67 capoluoghi di provincia delle regioni del Sud, comprese Abruzzo e Molise, piu’ le citta’ con oltre 50 mila abitanti e in 210 aree di queste regioni che ospitano distretti industriali». Quindi farete voi la rete? «Si. Sara’ Sviluppo Italia a gestire il tutto. Faremo in sostanza quel che si e’ fatto con le autostrade. Quando la rete sara’ realizzata, gli operatori telefonici potranno affittare i collegamenti e offrire la connessione in banda larga senza aver dovuto sostenere il peso dell'investimento che non sarebbero stati in grado di sostenere da soli. E a quel punto, con un territorio piu’ dotato di infrastrutture, contiamo di riuscire ad attrarre investimenti, anche dall'estero stranieri». ________________________________________________________________ L’Unita’ 05 mag. ’03 Cancellata dal ministro Moratti CNR LA MATEMATICA E’ UN'OPINIONE Pietro Greco Che fine fara’ la matematica, dopo l'approvazione del decreto Moratti sul riordino degli Enti pubblici di ricerca? Dove saranno collocati gli istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) che, con un piccolo esercito di cento ricercatori, lavorano nel campo della matematica applicata? Si scioglieranno nel gran movimento imposto al Cnr dal ministro o, con i loro saperi specialistici e la loro tradizione, diventeranno un punto di riferimento? Gli interrogativi circolano nei due grandi istituti di matematica del Cnr, l'Imati di Pavia e 1'Iac di Roma. E prendono corpo nel pubblico appello (una cui sintesi pubblichiamo qui a fianco) lanciato dall'Istituto per le Applicazioni del Calcolo (Iac) «Mauro Picone», diretto dal professore olandese Michiel Bertsch. II fatto e’ che nelle sette macro aree (estendibili a 15) indicate dal decreto della Moratti sul riordino del Cnr, cosi’ come nei documenti approvati dalla maggioranza di governo in Parlamento, della matematica non v'e’ traccia e il destino dei due istituti resta nel limbo dell'incertezza. Ma com'e’ possibile dimenticare la matematica? E com'e’ possibile, per un Ente che il ministro Moratti vorrebbe dedicato alla scienza applicata, dimenticarsi dei saperi specialistici necessari, appunto, alle applicazioni concrete della matematica? Le domande, naturalmente, sono del tutto retoriche. Per chiunque si occupi di scienza, dimenticare la matematica «applicata» cosi’ come la matematica «pura» non e’ semplicemente possibile. Perche’ oggi la matematica e’ piu’ che mai, per dirla con lo scozzese Eric Temple Bell, regina e serva di tutte le scienze. E perche’ l'Italia in questo campo,che governa e insieme offre strumenti a tutte le discipline, vanta una comunita’ e una tradizione di valore assoluto. La matematica e’ serva di tutte 1e scienze. Prendete il caso dell'istituto diretto da Michiel Bertsch. Qui si coltiva matematica applicata ai piu’ vasti settori delle attivita’ scientifiche (si realizzano modelli utili in biologia, medicina, geologia, scienza dei materiali, scienze ambientali), tecnologiche (modelli per la robotica e i sistemi di produzione) e sociali (modelli applicati alla finanza, alle reti di comunicazioni). Insomma, matematica di utilita’ immediata, come quella, per esempio, proposta da Roberto Natalini che, con i suoi collaboratori, ha messo a punto un modello innovativo per lo studio e, di conseguenza, la regolazione di quel sistema dinamico e complesso che e’ il traffico urbano, il grande problema delle citta’ contemporanee. Il fatto stesso che la matematica sia applicata ai piu’ disparati settori della scienza, della tecnologia e della societa’ impone una marcata multidisciplinarieta’. Cosi’ i due istituti di matematica applicata del Cnr sono centri multidisciplinari, in cui, oltre ai matematici, lavorano statistici, informatici, fisici, che collaborano con biologi, scienziati sociali, geofisici, ingegneri. Tuttavia, ricordano Michiel Bertsch e i suoi collaboratori, in questi istituti la matematica e’ l'elemento unificante per pensiero, linguaggio, metodo di ricerca. Certo, la serva matematica, a causa del suo carattere multidisciplinare, potrebbe sciogliersi nelle altre dimensioni della scienza (e della tecnica) e fecondarli. Fuor di metafora: si potrebbe ipotizzare che i due istituti di matematica applicata del Cnr vengano disgregati e disseminati nelle grandi e controverse macro aree immaginate dal ministro Moratti. Ma, forse, non sarebbe una grande idea. Proprio per i motivi indicati: in questi centri e’ la matematica l'elemento culturale unificante. Disperderlo significa disperdere, appunto, una cultura. Molto meglio, visto che le macro aree a quanto pare devono esserci, sarebbe che nel riordino del Cnr imposto dal ministro Moratti si costituisse una macro area matematica: applicativa e non. Gia’, perche’ l'antica disciplina e’ anche regina di tutte le scienze. Lo studio di quegli enti astrattissimiche sono i numeri e le forme geometriche si rivela estremamente efficace nella descrizione del concretissimo mondo fisico. Tanto che dimenticare la matematica piu’ astratta significherebbe per tutte le altre scienze rinunciare a descrivere il mondo fisico. Ovvero, rinunciare alla propria missione. Ebbene, la matematica piu’ astratta, la matematica pura, non e’ affatto un corpo di verita’ gia’ codificate. Ma e’ un sistema in continua evoluzione. Un sistema che produce, in continuazione, nuova conoscenza. Un paradosso italiano e’ che in questo paese vantiamo una delle comunita’ matematiche di piu’ alto livello al mondo, con una delle tradizioni piu’ solide e ricche, e non ce ne accorgiamo. E continuamente ce ne dimentichiamo. Un po' come e’ accaduto a( ministro Moratti quando ha pensato di riordinare il Cnr. Basti pensare che per tutti gli studi matematici e informatici, tra Cnr e universita’, lo Stato italiano investe non piu’ di 8 milioni di curo: 16 miliardi delle vecchie lire. Eppure la nostra comunita’ matematica non e’ affatto chiusa in se stessa. In fondo, dobbiamo al matematico Vito Volterra la creazione e lo sviluppo delle prime attivita’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche, prima che fosse cacciato via per motivi politici da Benito Mussolini. Dobbiamo al matematico Guido Castelnuovo il rilancio del Cnr dopo il fascismo. E dobbiamo a Mauro Picone la lungimirante creazione nel 1932, in seno al Cnr, di un Istituto per le applicazione del calcolo con il compito di «sussidiare le scienze sperimentali». Dimenticare tutto questo, come troppo spesso facciamo, significa arrecare un grosso danno alla nostra cultura, ma anche alle applicazioni della nostra cultura. Chiederci perche’ in Italia ci dimentichiamo della «nostra» matematica, prima e piu’ di altre dimensioni culturali, significa almeno avviare a riparazione questo danno. Pietro Greco ________________________________________________________________ Il Sole24Ore 6 mag. ’03 IL CNR SULLA STRADA DI SAMARCANDA L e moschee di Samarcanda, dalle suggestive cupole rivestite di maioliche color turchese, rischiano di cadere a pezzi, a causa dell'abbassamento del terreno di fondazione dovuto a errati interventi dell'uomo. Per tentare di salvare questo patrimonio unico al mondo, partira’ il 12 maggio per l'Uzbekistan, su iniziativa della Commissione europea e del Cnr, un'e’quipe formata da esperti italiani, francesi e finlandesi. Proprio mentre l'Italia e’ pronta a inviare in Irak squadre di esperti per accertare e riparare i danni che la guerra e i saccheggi hanno arrecato al museo di Bagdad e ai parchi archeologici del Paese. Fin dall'inizio degli anni 90, il Consiglio nazionale delle ricerche ha compiuto le prime indagini a Samarcanda e ha avanzato le prime proposte per restaurare le moschee e il mausoleo di Tamerlano (vissuto tra il 1336 e il 1405). II conquistatore turco mongolo aveva fatto di Samarcanda la magnifica capitale di un impero che si estendeva dai confini della Cina alla Turchia. «Sottoporremo ad accurate analisi fisiche e chimiche le ceramiche delle moschee, che furono costruite tra il XV e il XVII secolo - annuncia Vincenzo Francaviglia, dirigente di ricerca del Cnr e ideatore della missione, insieme con il professor Max Schvoerer del['Universita’ di Bordeaux -. Per l'edificazione fu usata argilla della migliore qualita’, depurata a lungo nell'acqua, e noi andremo a reperire proprio quella, presente in loco». Francaviglia sara’ accompagnato dare architetti del Cnr (Luciano Tessari, con il quale aveva incominciato le indagini, piu’ dieci anni fa, Elena Gigliarelli - Cinzia Bacigalupo), un ingegnere (Gabriele Fangi dell'Universita’ di Ancona) ed Enza Cia Platamone, direttrice del Museo regionale della ceramica di Caltagirone. Un'e’quipe interdisciplinare, quindi. Le moschee piu’ a rischio sono quelle sottoposte a vari restauri fino agli anni 80. Il paradosso si spiega: per tagliare le spese, i restauri erano stati condotti usando argilla non adatta e senza seguire le antiche tecnologie di produzione. La base grezza di terracotta, che una volta smaltata viene nuovamente messa nel forno, fu riscaldata troppo velocemente, cioe’ con un gradiente troppo elevato. «Ma se il riscaldamento e’ troppo rapido, il risultato finale puo’ essere scadente», riferisce Francaviglia. L'e’quipe guidata dal Cnr avra’ con se’, fra l'altro, colorimetri - capaci di distinguere sfumature di colore non percepibili ad occhio nudo - e strumentazione laser. Questa servira’ soprattutto per controllare la curvatura della doppia cupola del mausoleo di Tamerlano, detto il Guri Amir (la tomba dell'emiro), e accertare se siano avvenuti cedimenti, anche minimi. Un braccio automatico, comandato da un computer, lancia impulsi luminosi che, rimbalzando, permettono di misurare con precisione la distanza tra le varie superfici e segnalare, percio’, eventuali dissesti. Nella cupola a 64 coste (tanti quanti gli anni di vita di Maometto), 1'e’quipe del Cnr confrontera’ i nuovi dati con quelli gia’ raccolti negli anni 90. Alla fine dell'indagine, il computer rivelera’ se, e di quanto, la curvatura attuale delle due cupole si discosta da quella teorica.La superba cupola a bulbo del mausoleo di Tamerlano ha ispirato uno stile architettonico molto diffuso in Oriente, dal Cremlino di Mosca al Taj Mahal in India. L'attenzione degli esperti del Cnr si rivolge anche a una particolare "madrasah" (o scuola coranica) di Samarcanda, quella di Tila Kari (1646-1660), la cui stabilita’ e’ in pericolo perche’, su un lato, il terreno sta lentamente sprofondando. L'ingegner Giorgio Croci, dell'Universita’ La Sapienza di Roma, aveva presentato, gia’ sette anni fa, alla soprintendenza uzbeka una proposta di consolidamento delle fondazioni di questa moschea. Grazie alla collaborazione con il Cnr, il governo di Tashkent intende riportare alla bellezza di una volta l'antica leggendaria capitale del Paese. LUIGI DELL'AGLIO ________________________________________________________________ Corriere della Sera 6 mag. ’03 MINISTERO DELL' ISTRUZIONE: LA CORTE DEI CONTI BOCCIA IL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE I sindacati: «congelati» sei direttori Benedetti Giulio ROMA - La riorganizzazione degli uffici del ministero dell' Istruzione, universita’ e ricerca (Miur) voluta dalla Moratti e’ stata parzialmente bocciata dalla Corte dei conti. Si tratta dell' unificazione tra i due dicasteri, l' Istruzione da una parte e l' Universita’ e la ricerca dall' altra. Per i sindacati del palazzone di viale Trastevere la decisione del massimo organo della giustizia amministrativa rischia di produrre seri contraccolpi sull' attivita’ dei vari uffici, impegnati nell' attuazione delle varie riforme. Secondo fonti vicine al ministro la macchina amministrativa non si fermera’. La Moratti, quando si e’ insediata al ministero, ha deciso di rivedere l' organizzazione del Miur emanata dai suoi predecessori Berlinguer e De Mauro, avvalendosi del contributo di un importante societa’ di consulenza organizzativa. Il risultato: una sola struttura divisa nei tre grandi dipartimenti dell' Istruzione, Universita’ e Ricerca e sei «direzioni» esterne e trasversali, al servizio dei dipartimenti. La Corte dei conti ha ritenuto illegittima la parte del regolamento che prevede gli uffici esterni e non l' ha registrata. Ora il Miur si trova di fronte a due strade: chiedere la registrazione con riserva del regolamento bocciato oppure rivedere l' organizzazione. La seconda ipotesi, al momento, sembra la piu’ probabile. Le direzioni esterne contestate potrebbero confluire in un dipartimento affari generali, il secondo dipartimento comprenderebbe l' istruzione e il terzo l' universita’ e la ricerca, alla quale la Moratti intendeva accordare una particolare attenzione con una struttura organizzativa autonoma. Per il ministero dell' Istruzione, che ha gia’ risposto ai rilievi della Corte dei Conti, l' incidente non avra’ conseguenze pratiche. Per i sindacati del personale del Miur invece la bocciatura della Corte dei conti rischia di congelare, se non addirittura cancellare, sei posti di direttore generale. I dirigenti, secondo quest' interpretazione, non potrebbero piu’ emettere atti o disposizioni al di fuori di quelli di ordinaria amministrazione perche’ di fatto senza nomina. G.Ben. ________________________________________________________________ Il Sole24Ore 9 mag. ’03 UN TESTO UNICO METTE ORDINE IN OTTO ANNI DI LEGGI SULLA PRIVACY ROMA - Centottantasei articoli, piu’ una serie di allegati, tra cui tre codici deontologici e un disciplinare sulle misure di sicurezza: e’ il Testo unico della privacy. Un corposo documento che manda in soffitta buona parte della legislazione che si e’ venuta accumulando in questi ultimi anni in materia di riservatezza dei dati personali e che oggi sara’ sottoposto all'esame preliminare del Consiglio dei ministri. Il primo passo perche’ si arrivi per tempo alla scadenza di fine giugno, data entro la quale il Codice sulla privacy dovra’ vedere la luce. Per poi diventare operativo il 1° gennaio 2004. Non si e’ trattato soltanto di un "semplice" lavoro di assemblaggio di norme gia’ esistenti. E’ stato soprattutto necessario coordinare le tante regole sulla tutela della riservatezza varate finora. Ma non ci si e’ fermati qui: in alcuni casi, come, per esempio, per le misure di sicurezza o le modalita’ per rendere anonime le ricette mediche, si sono indicate nuove modalita’ di comportamento. La summa. La corposita’ del codice e’ piu’ che giustificata. In otto anni - dal '96, anno in cui ha visto la luce la legge 675 (entrata in vigore l'8 maggio del '97), a oggi - si sono succeduti numerosi interventi legislativi. A volersi fermare a quelli piu’ importanti, si contano tre leggi (compresa la 675), sette decreti legislativi e un Dpr. Ai quali si aggiungono i codici deontologici - alcuni gia’ predisposti, molti altri ancora in cantiere - gli interventi del Garante, e, da ultimo, la direttiva europea 2002/58 relativa alla riservatezza su Internet, il cui recepimento e’ stato avviato con la Comunitaria 2003, ma di cui il codice tiene gia’ conto. Un testo massiccio, ma in cui gli interessati troveranno tutto il sistema privacy - per alcuni versi, cervellotico - messo insieme dal legislatore italiano. Si passa dai principi di base - ai quali ne viene aggiunto uno, quello fondante: "Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano" - alle regole per l'utilizzo delle informazioni, al modo in cui devono essere tutelate, alle modalita’ previste per ogni specifico settore (sanita’, giustizia, giornalismo, eccetera), alle sanzioni per chi contravviene alle regole. Vecchi testi addio. Una volta che il codice sara’ approvato, tutte le singole normative verranno abrogate. Addio, dunque, anche alla legge 675, la "madre" della normativa sulla privacy. E’, inoltre, previsto un calendario per far debuttare le novita’ introdotte con il codice, con scadenze che arrivano fino al 2005. Ricette anonime. E’ il caso della novita’ relativa all'anonimato delle ricette mediche, in modo da sottrarle a sguardi indiscreti. Una misura prevista dal decreto 282 del '99, ma che aspettava le indicazioni del ministero della Salute, che avrebbe dovuto predisporre i nuovi ricettari. Ora il codice spiega a medici e farmacisti come fare. Per le prescrizioni di medicinali a carico del Sistema sanitario nazionale si dovra’ utilizzare un tagliando da apporre nella zona dove sono indicate le generalita’ del paziente. Tagliando che i sanitari potranno rimuovere per leggere nome, cognome e indirizzo dell'assistito nel caso abbiano, per esempio, necessita’ di controllare la correttezza della ricetta. Potranno, pero’, essere individuate anche altre forme di oscuramento della prescrizione. Per quanto, invece, riguarda i medicinali non a carico del Ssn, nelle ricette non dovranno essere indicate le generalita’ del paziente. ANTONELLO CHERCHI ________________________________________________________________ Il Sole24Ore 10 mag. ’03 PRIVACY, IL CODICE AL PRIMO START ROMA - Un lavoro di "taglia e cuci" che ha portato ad avere l'intera disciplina sulla privacy racchiusa in un unico testo, sia pure poderoso. Ma soprattutto ha permesso di ridurre di circa il 30% il numero delle norme, senza abbassare il livello di tutela. E’ il biglietto da visita con cui il nuovo codice sulla riservatezza dei dati personali si e’ presentato ieri al Consiglio dei ministri, ricevendo il primo via libera. Ritornera’ a Palazzo Chigi per il si’ definitivo dopo avere incamerato il parere delle commissioni parlamentari competenti e quello del Consiglio di Stato. Entro fine giugno, data di scadenza della delega affidata al Governo per redigere il Testo unico sulla privacy, l'operazione dovrebbe essere completata, anche se il debutto ufficiale avverra’ il 1° gennaio del prossimo anno. L'impegno - seppure sotto l'ombrello del principio solenne sancito dal nuovo articolo uno («Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano») - e’ stato quello di semplificare. Meno adempimenti per i privati e anche per la pubblica amministrazione. Elemento che, in particolare, si apprezza in relazione all'obbligo della notificazione del trattamento dei dati personali, ora ridotta a pochi casi circoscritti. Il registro generale dei trattamenti - una sorta di utopico grande archivio che il Garante avrebbe dovuto istituire proprio sulla base delle notificazioni - puo’ considerarsi tramontato. O almeno fortemente ridimensionato. Con l'impostazione attuale e’, pero’, quanto meno probabile che riesca a trovare corpo. Oltre alla ricette mediche "oscurate" (si veda l'articolo a fianco) arrivano le sentenze anonime. Il codice della privacy riserva, infatti, agli interessati la possibilita’ di chiedere alla cancelleria dell'ufficio giudiziario in cui si svolge il giudizio, che venga apposta sull'originale della sentenza una dicitura con cui si vieta, in caso di diffusione del documento in qualsiasi forma (anche attraverso riviste giuridiche, supporti elettronici o mediante Internet), l'indicazione delle generalita’ e degli altri dati identificativi delle parti del processo. La nuova possibilita’ di rendere anonimo il verdetto si estende ai lodi arbitrali. La decisione di omettere i nomi riportati nella sentenza puo’ essere anche presa d'ufficio dal giudice e comunque l'oscuramento della sentenza va sempre operato nel caso che il processo riguardi minori oppure quando dalla pubblicazione di determinate informazioni si possa desumere l'identita’ delle parti coinvolte in procedimenti relativi a rapporti di famiglia e stato delle persone. Semplificata, inoltre, l'informativa. In particolare, il codice prevede che il Garante possa studiare forme di informativa snella per i call center e per quelli di informazione al pubblico. Meno adempimenti per i datori di lavoro nell'utilizzo dei dati sensibili: si precisa che il consenso dell'interessato non e’ necessario quando le informazioni sono trattate dall'azienda per adempiere a specifici obblighi imposti dalla legge. Si deve solo attendere il via libera del Garante, il quale adotta lo strumento dell'autorizzazione generale, valida per intere categorie di attivita’. ANTONELLO CHERCHI ________________________________________________________________ La Stampa 9 mag. ’03 L’ELOGIO DELLA SPINTARELLA I raccomandati, proprio come le raccomandate, devono per forza arrivare a destinazione, poiche’ c'e’ qualcuno che garantisce per loro. Arte antichissima e doppia - perche’ bisogna saper raccomandare, ma bisogna anche sapersi far raccomandare -, la raccomandazione regola i rapporti umani secondo una logica di scambio raffinata che soltanto apparentemente mette in palio benefici materiali. Nel triangolo della raccomandazione ci si scambia infatti, prima di tutto, potere, prestigio, autorita’, autorevolezza. Per un vero potente, raccomandare e’ prima di tutto un piacere. Non ci si deve dunque stupire piu’ di tanto se, come rivela una ricerca dell’Eures, la raccomandazione e’ considerata dai giovani italiani una pratica diffusa e assai utile. Sebbene il 63% dei giovani si dichiari contrario, il 70% ha tranquillamente ammesso che si farebbe raccomandare. Il solo aspetto irritante di questi dati e’ l'ipocrisia che ne traspare, cosi’ come suona un poco ridicolo che - citiamo a caso - quasi il 40% ritenga tollerabile una raccomandazione per ottenere un buon lavoro, mentre meno del 10% la giustifichi per farsi cancellare una multa. Il punto e’ che la raccomandazione, entro certi limiti, non soltanto e’ utile ma e’ necessaria, e persino indispensabile: non basta un curriculum, e spesso neanche un concorso, per conoscere una persona, fidarsene, affidargli un compito. La raccomandazione, da questo punto di vista, segna la rivincita delle relazioni umane, del rapporto diretto, dell'amicizia e della riconoscenza sull'astrattezza burocratica e sulla pretesa totalitaria di definire ciascuno di noi con un punteggio o con una qualifica, come se avessimo sulla schiena un codice a barre. E' vero pero’ che la diffusione estrema della raccomandazione ne ha di fatto vanificato lo scopo. Se siamo tutti raccomandati, nessuno lo e’ veramente. Cio’ nondimeno, come dimostra l'indagine dell’Eures, farsi raccomandare piace. In una pagina famosa dei «Promessi sposi», la folla si solleva in punta di piedi per vedere meglio: e siccome lo fanno tutti, tutti anche vedono come prima. «Ma tant'e’ - osservava Manzoni -, tutti s'alzavano» ________________________________________________________________ L’Unione Sarda 4 mag. ’03 SANLURI:ISTITUITA LA FACOLTA’ DI SCIENZE INFORMATICHE Nasce l’Universita’ del Medio Campidano Sanluri Dal prossimo anno accademico Sanluri ospitera’ il primo polo universitario del Medio Campidano. Una sede decentrata per seguire le lezioni, dare gli esami, laurearsi in Scienze informatiche. La facolta’ sfornera’ esperti delle piu’ moderne tecnologie della comunicazione e dell’informatica. Lo ha annunciato il rettore dell’Universita’ di Cagliari, Pasquale Mistretta. E la conferma arriva anche dal sindaco di Sanluri, Antonello Mancosu. «La dichiarazione del rettore non puo’ che farci felici. Sara’ uno stimolo importante per la formazione dei nostri giovani». Ancora: «Abbiamo scritto a Mistretta dopo una serie di chiacchierate fatte con Renato Soru sulla necessita’ di formare giovani nel settore informatico. Le richieste da parte delle aziende di esperti del computer sono altissime, a partire da Tiscali». Da qui la richiesta ufficiale inviata dall’amministrazione comunale all’Universita’. Nella lettera, Mancosu individua anche i locali della sede universitaria: gli Scolopi gia’ dotati di servizi, parcheggi spazi e aule informatiche che attualmente sono utilizzati dagli studenti del Liceo linguistico europeo “Calasanzio”. «Ma se questi non fossero disponibili ci attiveremo immediatamente per trovarne altrettanti idonei». Il nuovo polo universitario a Sanluri verra’ attivato grazie alla recente partecipazione al consorzio di ricerca per gli studi universitari a distanza (consorzio Stud) dell’Ateneo cagliaritano. Assieme ai patner Tiscali e Cis, l’Universita’ aderisce allo Stud proprio nel settore delle tecnologie informatiche e di comunicazione. Il corso di laurea in Informatica per tutto il Medio Campidano sarebbe un’opportunita’ da cogliere al volo per tutti i giovani. E Sanluri, per la sua centralita’, si propone come sede. «Il nostro centro e’ il posto ideale, proprio per la posizione baricentrica, ma anche perche’ e’ sede di importanti strutture pubbliche e private e di numerose scuole superiori», prosegue Mancosu. Nella sola Sanluri gli studenti che studiano per prendere la maturita’ sono quasi mille tra l’Istituto tecnico commerciale e per geometri e il Liceo linguistico. Ma se si guarda qualche chilometro piu’ in la’ gli istituti superiori sono davvero tanti: a San Gavino il liceo Pedagogico e lo Scientifico, a Villacidro il Classico e l’Agrario, a Guspini ancora i Ragionieri e Geometri, a Serramanna le Industriali, ad Arbus e Villamar l’Alberghiero. Insomma, una popolazione scolastica che si aggira attorno ai cinquemila studenti, un quinto di questi pronto per gli esami di maturita’ del prossimo giugno. E molti sceglieranno di andare all’Universita’. Cagliari la meta prescelta, ma anche Sassari o qualche citta’ della penisola. Lunghi anni a fare i pendolari o a vivere lontani da casa con spese che in molti non riescono a sostenere. E tanti abbandonano. La facolta’ dietro casa, lontano dal caos cittadino e dagli estenuanti viaggi, sarebbe un’importante conquista per gli studenti del Medio Campidano. Ancora meglio se a due passi da casa si puo’ diventare dottori in Informatica, cosi’ richiesti nel mercato del lavoro. Arianna Concu ________________________________________________________________ Il Sole24Ore 10 mag. ’03 LA BUROCRAZIA COSTA TROPPO» ROMA - La pubblica amministrazione e’ un fattore di ricchezza per il Paese e va ammodernata per rendere l'Italia competitiva. Ad affermarlo e’ stato ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo al convegno conclusivo di Forum Pa, cui ha partecipato anche il ministro della Funzione pubblica, Luigi Mazzella. Il premier ha anche ricordato i suoi rapporti con la Pa locale negli anni in cui la sua attivita’ era di costruttore: «Se dovevi andare al Comune di Milano per una pratica era un calvario e qualche volta ci dovevi andare con l'assegno in bocca...». A chiedere, sempre nell'ultima giornata della rassegna, di accelerare la riforma della Pa e’ stato il presidente della Piccola industria di Confindustria, Francesco Bellotti, che ha sottolineato come i costi della burocrazia soffochino le imprese, con «35 miliardi di oneri impropri», secondo dati Istat che ricomprendono anche le spese sostenute dalla Pa per il personale, la gestione fiscale e tributaria, sicurezza e ambiente. Pa piu’ competitiva. Secondo Berlusconi, «bisogna essere ottimisti: abbiamo la possibilita’ di dotare il Paese di una macchina amministrativa efficace e in grado di competere» con quelle degli altri Paesi. Il premier ha espresso soddisfazione per la scalata delle classifiche Ue da parte dell'Italia sul fronte dell'informatizzazione: «Eravamo al dodicesimo posto, siamo saliti al nono, superando Germania, Belgio e Olanda». E rivolgendosi a dipendenti e dirigenti pubblici Berlusconi ha aggiunto che «chi appartiene al corpo amministrativo dello Stato deve sentirsi orgoglioso del suo ruolo e della sua importanza». Il ministro Mazzella ha ricordato che mercoledi’ ci sara’ la firma del contratto dei ministeriali: fin dall'inizio dell'estate i dipendenti avranno in busta paga «un incremento di 106 euro». Spingere sulla riforma. Per Bellotti la Pa ha compiuto «passi avanti ma non sono ancora sufficienti» per dare slancio al Paese. Il presidente di Piccola industria, in particolare, ha sottolineato che i tempi delle procedure burocratiche «sono troppo lunghi». Da una ricerca dell'osservatorio Formez sui rapporti tra azione pubblica e attivita’ economica (presentata ieri), emerge che le aziende sopportano ogni anno 5,7 miliardi di costi per gli adempimenti burocratici, pari allo 0,47% del valore aggiunto prodotto dalle imprese da 10 addetti in su. Secondo il Formez, comunque, il 60% delle aziende si mostra abbastanza soddisfatto del processo di semplificazione in corso attraverso l'introduzione dello Sportello unico per le imprese. Donne penalizzate. «Esiste un problema ancora irrisolto di leadership femminile. La politica e’ probabilmente il settore che si e’ mostrato, negli ultimi decenni di tumultuosa crescita dell'universo femminile, il piu’ impermeabile alle istanze delle donne». A pronunciare questa sorta di denuncia e’ stata il ministro per le Pari opportunita’, Stefania Prestigiacomo. Unire servizio e imprenditorialita’. Secondo il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione, mettere insieme i due modelli sui quali e’ concentrata la Pa, ovvero funzione pubblica e modello d'impresa, «e’ la sfida che il Governo cerca di portare avanti per realizzare il motto: lo Stato al servizio del cittadino. Stato significa infatti amministrazione efficiente». Federalismo e innovazione. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, «l'innovazione tecnologica e’ l'elemento propedeutico per raggiungere la riforma» federale dello Stato». MARCO ROGARI ________________________________________________________________ Il Sole24Ore 6 mag. ’03 INNOVAZIONE. FUTURO DIGITALE NEGLI UFFICI STATALI ROMA - Meno code agli sportelli e un accesso ancora piu’ agevole da casa o dal posto di lavoro alla pubblica amministrazione. E’ questo l'obiettivo della nuova guida, una sorta di "pagine gialle dei servizi online", presentata ieri dal ministro all'Innovazione tecnologica Lucio Stanca nella giornata inaugurale della quattordicesima edizione di "Forum Pa", la mostra-convegni sulla pubblica amministrazione promossa dal ministero della Funzione pubblica (e patrocinata da Presidenza della Repubblica e Presidenza del Consiglio). Non a caso il manuale messo a punto dal ministero per rendere piu’ fluidi i rapporti tra cittadini e Pa e’ donominato "Dalle code al clic". "Il Governo ha posto tra le sue priorita’ la trasformazione della pubblica amministrazione e della relazione tra i cittadini e lo Stato proprio tramite le tecnologie digitali", ha detto Stanca. Che ha ricordato che nell'ultima rilevazione della Commissione Ue l'Italia e’ passata dal dodicesiomo al nono posto per qualita’ e quantita’ dei servizi in rete. Stanca ha poi detto che la cosiddetta tassa occulta che grava sulle imprese per le inefficienze della burocrazia va abolita: e’ stata "indentificata una serie di interventi per fornire servizi alle imprese, tali da togliere questa tassa". Le nuove tecnologie, dunque, dovranno continuare a essere il motore del processo di modernizzazione della Pa. E, intervenendo all'inaugurazione di "Forum Pa", cui hanno partecipato anche i ministri Luigi Mazzella e Stefania Prestigiacomo, il vicepresidente di Confindustria, Francesco Bellotti, ha detto che le imprese "affermano la propria volonta’ di collaborare" per raggiungere l'obiettivo comune di "ammodernare la pubblica amministrazione". Bellotti ha anche ricordato di aver chiesto al presidente del Consiglio "una task force per la semplificazione dell'attivita’ che ostacola la crescita". Anche Mazzella ha detto che la rivoluzione elettronica e’ benefica. Ma per il ministro della Funzione pubblica sarebbe un errore mettere sull'altare il computer perche’ "nella societa’ dell'informazione l'uomo deve restare al centro". Secondo Mazzella, bisogna impegnarsi perche’ la pubblica amministrazione "non rappresenti terreno di conquista". Per il ministro le tecnologie devono rappresentare "il mezzo, non il fine: solo da una pubblica amministrazione dotata di dipendenti efficienti - ha detto - puo’ venir fuori una collettivita’ ben organizzata". Di qui, a parere di Mazzella, la necessita’ di fare "meno "e" e piu’ "government": l'elemento umano della pubblica amministrazione e’ essenziale". Le "pagine gialle" della Pa. La guida dei servizi "online" per i cittadini e’ gratuita ed e’ reperibile nel sito del ministero dell'Innovazione tecnologica (www.innovazione.gov.it), nei principali uffici dell Poste italiane, in tutte le 103 Camere di commercio (e nelle loro 300 sedi distaccate attraverso Unioncamere) e nei Comuni italiani. Stanca ha anche colto l'occasione per fare il punto sull'e-government della Pa e ha sottolineato i grandi passi in vanti compiuti sul terreno dell'informatizzazione degli "statali": i lavoratori pubblici con un Pc sono passati dal 70% del 2000 all'86% nel 2002. Per quanto riguarda la scuola l'obiettivo e’ di arrivare nel 2005 a un personal computer in rete ogni 12 studenti (oggi la media e’ di un Pc ogni 15 studenti mentre la media Ue e’ pari a 13,2). Anche il ministro Maurizio Gasparri si e’ soffermato sul tema delle nuove tecnologie: "Noi vogliamo un mondo "online" e non "inline"". A definire l'e-government fondamentale per i piccoli Comuni e’ stato il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici. Per il sottosegretario alla Funzione pubblica, Learco Saporito, serve governabilita’ con corretta comunicazione. E Il vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Masi, ha detto che sul fronte della comunicazione istituzionale l'Italia e’ in una situazione migliore di altri Paesi. La "parita’" nella burocrazia. Secondo il ministro per le Pari opportunita’, Stefania Prestigiacomo, nella Pa e’ stata sostanzialmente raggiunta la pari opportunita’: uomini e donne sono presenti al 50 per cento. Anche se il ministro ha aggiunto che "quel 50% di partenza si va assottigliando man man che si sale verso le posizioni apicali: le donne dirigenti sono solo il 23%, una parcentuale che scende al 15% se si considerano solo i dirigenti generali". Negli ultimi dieci anni comunque la presenza femminile ai vertici dell Pa e’ cresciuta. Quanto all'intero comparto del pubblico impiego, dagli ultimi dati della Funzione pubblica emerge che nel 2002 gli "statali" erano 3.108.803 (54 ogni mille abitanti) di cui oltre la meta’ utilizzata nelle amministrazioni centrali. "Forum Pa". "Cittadini al servizio dei cittadini": e’ questo lo slogan della quattordicesima edizione di "Forum Pa" che si concludera’ il 9 maggio. In tutto gli appuntamenti (tra convegni, seminari, mostre e via dicendo) sono oltre 100 mentre gli operatori coinvolti sono piu’ di 50mila. Tra le varie iniziative presentate ieri, quella della Polizia che, presso il proprio stand, dal tema "vacanze in sicurezza", ha offerto la possibilita’ di avere subito il passaporto a vista. MARCO ROGARI ================================================================== ________________________________________________________________ Corriere della Sera 7 mag. ’03 SIRCHIA: I TAGLI ALLA SPESA AMMAZZANO LA SANITA’ «E' un grande nemico che uccide i centri d' eccellenza e spinge a ridurre i servizi per i cittadini» Il ministro: qualunquistico il criterio dell' economicismo ROMA - «Senza dirlo stiamo ammazzando il Servizio sanitario nazionale con il criterio dell' economicismo: criterio qualunquista di taglio alla spesa senza saperla governare. Vedo in tutto questo un grande nemico». Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, attacca la «linea dura» imposta nella spesa per la sanita’. E senza mai citarlo, chiama in causa i provvedimenti severi varati dal suo collega Tremonti. Lo ha fatto nel corso del convegno «Governare il sistema salute» in svolgimento a Roma al Forum della Pubblica amministrazione. «Il criterio di economicita’ - ha proseguito il ministro - prescinde da qualunque provvedimento di governo, da qualunque criterio della qualita’ e dal rispetto del malato. Questo e’ il nostro nemico, perche’ prende tutta la spesa in sanita’ come un unicum, senza governarla a sufficienza e senza entrare nel merito di come e dove si spende». Per Sirchia proprio questo e’ un pericolo per la sanita’ in Italia. «In alcuni casi il criterio e’ semplicemente ridurre l' offerta oppure tagliare ulteriori erogatori di servizi. Entrambi i sistemi sono sbagliati perche’ comportano lunghe liste e gravissime difficolta’ per le aziende sanitarie come per gli ospedali e le Asl che, a loro volta, sono costrette a tagli ulteriori. Questo taglio indiscriminato ammazza i centri di eccellenza, che sono il motore dello sviluppo della medicina, cioe’ quello che interessa proprio il malato». Secondo Sirchia, l' Italia va in controtendenza rispetto all' Europa. «Ad esempio la Francia sta investendo invece nei centri di eccellenza, nei brevetti. Non passeranno molti anni - ha aggiunto - da quando in Europa avverra’ la libera circolazione dei malati e saranno proprio quei Paesi che attirerranno i pazienti. Ci stiamo giocando quindi l' eccellenza del nostro Paese». E ha poi contestato anche le industrie farmaceutiche, che non investono piu’ ricerca. Immediata la reazione dei Ds, che hanno invitato il ministro a dimettersi: «Finalmente Sirchia, in un impeto di sincerita’, ha confessato che il governo Berlusconi sta uccidendo il Servizio sanitario nazionale... - hanno dichiarato Livia Turco, responsabile Welfare, e Silvio Natoli, responsabile Sanita’ dei Ds -. I Ds denunciano da mesi lo sfascio crescente di un sistema sanitario tartassato da provvedimenti, leggi e norme che lo strangolano e che privano i cittadini, in molte zone del paese, di servizi e prestazioni fondamentali ottenibili ormai solo a pagamento». «Delle due l' una - proseguono -: o questa e’ l' ennesima sortita di Sirchia nelle vesti di neo ministro della stampa e propaganda del governo o e’ l' ammissione esplicita che il vero ministro della Sanita’ e’ Tremonti come noi sosteniamo da tempo. In entrambi i casi le dimissioni di Sirchia da ministro della Sanita’ appaiono come l' unico gesto dignitoso di un ministro che ha perso ogni credibilita’». ________________________________________________________________ Corriere della Sera 9 mag. ’03 OSPEDALI DA CURARE Sanita’, tagli e proposte Remuzzi Giuseppe L' idea che gli ospedali debbano ridurre l' attivita’ ha creato sconcerto e critiche. E l' accusa del ministro Sirchia («La sanita’ pubblica va verso lo sfascio») ha aperto nuovi interrogativi. I medici avvertono questa confusione, ma anche il grande pubblico fatica a capire cosa sta succedendo. Non c' e’ dubbio che la spesa e’ fuori controllo. E qualcosa bisogna fare. Ma in Lombardia le tasse sono state aumentate, il ticket si paga gia’ e allora non c' e’ altra via che ridurre le spese. Con che criterio? Si potrebbe lanciare un' operazione- trasparenza. Intanto spiegando candidamente ai cittadini che per quanti sforzi si faccia non si riuscira’ mai a soddisfare le esigenze di tutti: la Regione puo’ farsi carico di certi interventi e non di altri. Pero’ i criteri devono essere chiari, rispondere davvero ai bisogni piu’ importanti e applicarsi, senza eccezioni, al pubblico e al privato. Certo, con flessibilita’: il giorno che lo Stato dara’ piu’ soldi alla Sanita’ - come succede gia’ in altri Paesi - si potra’ fare di piu’. L' assessore Borsani dice che si devono ridimensionare (e perche’ non chiudere?) le strutture inefficienti e valorizzare quelle che funzionano bene. E' giusto. Ma intanto si chiede ai direttori degli ospedali (a tutti, per quello che si capisce) di ridurre l' attivita’. Questo non va bene. La strada e’ un' altra. Prima si stabilisce se un determinato intervento e’ appropriato (molti, ancora oggi, non lo sono e non vanno rimborsati) e poi si valutano i risultati e li si compara alle migliori casistiche. Fatto questo bisogna chiedersi quanti medici e quanti infermieri servono per ottenere certi risultati. C' e’ gia’ qualche registro regionale e altri se ne potrebbero istituire. L' analisi dei dati gia’ disponibili fa vedere che c' e’ in Lombardia una straordinaria disomogeneita’ fra provincia e provincia e verosimilmente fra ospedale e ospedale. Facciamo un esempio: per la dialisi c' e’ una provincia in Lombardia che ha un infermiere ogni sette ammalati e un medico ogni trentanove, in altre province c' e’ un infermiere ogni quattro ammalati e un medico ogni ventisei o addirittura un medico ogni diciotto ammalati. Si potrebbe pensare che dove ci sono meno infermieri e meno medici gli ammalati siano curati peggio, ma i dati del registro dimostrano che non e’ cosi’. E' solo un esempio, ce ne sono tantissimi altri. Insieme fanno dei numeri, numeri che possono aiutare la Regione ad orientarsi con i tagli (e sarebbe trasparenza). In Lombardia ci sono ancora ospedali grandi e piccoli che a pochi chilometri di distanza offrono le stesse prestazioni e anche molto specializzate (qualcuno di questi centri e’ stato aperto anche recentemente). E' a questo che bisogna porre rimedio prima di chiedere a ospedali e Istituti di ricerca eccellenti di ridurre l' attivita’. Ma non basta che un ospedale sia grande per essere eccellente. Eccellenza e’ appropriatezza e qualita’ delle prestazioni: tutte cose che si misurano. E ancora, nessuno dice mai che i centri davvero eccellenti sono cosi’ perche’ hanno medici ed infermieri colti e dedicati, che si sono quasi sempre formati all' estero, sono tornati, hanno fatto scuola, stabilito collaborazioni nei loro ospedali e fuori (anche fuori dall' Italia). Questo ha un valore inestimabile, difficilissimo da creare: ma ci vuole niente a distruggerlo. Non dare a queste persone tutto quello che serve per lavorare, per aprire strade nuove e migliorare i risultati delle cure, e’ un delitto. ________________________________________________________________ Corriere della Sera 7 mag. ’03 UN EURO E MEZZO PER IL REFERTO A DOMICILIO L' assessore Saraceni e il progetto «Poste e salute»: meno code e attese, il traffico ne guadagnera’ Le analisi potrebbero essere spedite anche ai medici di base Roma e’ la prima grande citta’ nella quale sara’ sperimentato il servizio Particolare cura al rispetto dei dati del paziente: i documenti saranno consegnati in buste riservate e personali Di Frischia Francesco, Merola Anna Le analisi? Tra un po' ce le consegnera’ il postino. La Regione Lazio sta per siglare un protocollo d' intesa con Poste Italiane per garantire, a chi lo vorra’, la spedizione di referti medici a domicilio: risposte a esami e test, cartelle cliniche e radiografie. Una vera rivoluzione nella sanita’ romana che fara’ perdere meno tempo ai cittadini. Vantaggi anche per le cinque Asl e per tutti gli ospedali pubblici: il personale impegnato nelle decine di sportelli per la consegna dei referti potra’ essere meglio utilizzato. Il progetto, che dovrebbe chiamarsi «Posta e Salute», e’ stato messo a punto dall' assessore regionale alla Sanita’, Vincenzo Saraceni, che parla di «uno sforzo notevole per andare incontro ai pazienti costretti a ritornare in ospedale e, spesso, ad attraversare la citta’, per ritirare la cartella clinica o anche una semplice risposta ad un esame». «La convenzione con Poste Italiane - dice ancora Saraceni - ci consentira’, man mano che il progetto prendera’ piede, di abbattere le code e le attese e di contribuire a decongestionare il traffico a Roma». Il servizio non sara’ obbligatorio, «ma aperto solo a chi vorra’ aderire - precisa l' assessore - ma naturalmente si dovra’ versare un piccolo contributo». La lista delle tariffe non e’ ancora pronta, ma la spedizione di un referto o, comunque di documenti non eccessivamente pesanti o voluminosi, costera’ circa un euro e mezzo. A discrezione del paziente, poi si sceglieranno le modalita’ della spedizione: raccomandata, posta semplice o prioritaria. Per le radiografie o per le lastre si sceglieranno buste particolari, in grado di proteggere i documenti. Il giro che il postino fara’, da quando esce dalla Asl o dall' ospedale a quando arriva a casa del paziente, verra’ monitorato per evitare che la busta vada persa. E la privacy? Quella verra’ assicurata dal consenso dell' interessato a cui potranno essere consegnati a domicilio, se lo vorra’, in una busta riservata e personale, perfino i risultati di un test per l' Hiv. Dalla Regione spiegano che il «progetto Posta e Salute» sarebbe gia’ dovuto partire, ma pare che il presidente della Regione, Francesco Storace, abbia chiesto ai suoi uffici di verificare ancora alcuni delicati passaggi. Chiariti gli ultimi dubbi, i vertici della giunta regionale firmeranno il protocollo d' intesa con l' amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi. All' azienda sanitaria Roma-E e negli ospedali Santo Spirito e San Filippo Neri avevano gia’ pensato di realizzare un progetto analogo. Francesco Vaia, direttore sanitario della Asl Roma-C, giudica il piano in modo positivo: «Questa e’ la strada giusta per costruire un servizio sanitario piu’ umano - sostiene il manager -. Oltre ai vantaggi in termini sociali e di costo-beneficio, si risponde davvero alle esigenze dei cittadini. So che la Regione ha previsto di moltiplicare questi progetti, che si rivelano particolarmente vantaggiosi per anziani e disabili». Il destinatario dei referti, in alcuni casi, non sara’ solo l' interessato. «Stiamo pensando - dicono dalla Regione - di spedire i referti anche al medico di base del paziente che potrebbe gia’ leggere le analisi al suo assistito. Il servizio potrebbe cosi’ evitare ennesimi spostamenti e perdite di tempo». A Roma c' e’ gia’ un ospedale che usufruisce, in modo autonomo, della spedizione dei referti a domicilio: e’ il Policlinico Gemelli. Al San Giovanni, invece, i documenti si possono gia’ scaricare da Internet con una password. In Italia un progetto simile e’ gia’ partito in Toscana (prima regione ad abbonarsi) e in Liguria, ma Roma sarebbe la prima grande citta’ a sperimentarlo. Francesco Di Frischia Anna Merola 1,50 E’ il costo ipotizzato, in euro, per la spedizione a casa dei referti, delle cartelle cliniche e degli esami 15 I milioni di euro stanziati dalla Regione, tra il 2002 e il 2004, per informatizzare i servizi sanitari pubblici del Lazio 3,5 I milioni che la Regione conta di risparmiare ogni anno da quando il Centro unico di prenotazione sara’ esteso in tutte le Asl e gli ospedali 2 I mesi entro i quali la Regione prevede di collegare tutte le strutture pubbliche al Cup (tel.800986868) GLI UTENTI «Attenzione alla privacy» Giudizi «positivi ma con riserva» piovono dalle associazioni per la tutela dei consumatori sul progetto «Posta e Salute». Il Tribunale per i diritti del malato (Tdm) e il Codacons esprimono commenti positivi «perche’ i cittadini potranno beneficiare di meno burocrazia e meno file», ma denunciano «il rischio che sia violata la privacy del malato». «L' impiego delle moderne tecnologie, come Internet, nella vita quotidiana costituisce un indubbio miglioramento della qualita’ di vita di ogni cittadino - osserva Antonio Ferraro, segretario regionale del Tribunale per i diritti del malato -. Accogliamo a braccia aperte tutti quei programmi che possono contribuire a ridurre il traffico in una citta’ come Roma». Ma ci sono anche dei problemi: «Il rischio di violare la privacy del malato mi sembra evidente - aggiunge Ferraro -. Le cassette delle lettere, in genere, sono un colabrodo e mettere i dati sanitari sul web richiede l' uso di sofisticati sistemi di sicurezza, che a volte vengono lo stesso violati dagli hacker». Poi il segretario del Tdm aggiunge: «Da due anni la Regione sta parlando di un grande progetto per informatizzare i servizi sanitari pubblici, collegando on line medici di base, Asl e ospedali, ma fino ad oggi una sola struttura, il San Giovanni, ha realizzato questo lavoro. Mi sembra un po' poco». Dubbi anche da Carlo Rienzi del Condacons: «Quello della Regione e’ un buon progetto che non dovrebbe prevedere costi aggiuntivi, ma si deve assolutamente garantire la privacy. Di sicuro questo sistema lo puo’ usare chi sa di poter controllare la corrispondenza». LA RICERCA Tecnologia e sanita’: ecco il piano della Regione Attualmente e’ in fase di progettazione il sistema di controllo satellitare delle ambulanze del 118 Fare sposare Asl e ospedali con l' informatica per cambiare il volto della sanita’ del Lazio: cartella clinica e storia sanitaria on line, un sistema satellitare tra le ambulanze del 118 e gli ospedali, la gestione elettronica dei farmaci e la prenotazione via Internet e per telefono di visite specialistiche, Tac e ogni altra prestazione in ogni struttura pubblica. E’ questo il piano elaborato dalla Regione, che ha investito oltre 5 milioni di euro l' anno, dal 2002 e il 2004, per «l' information technology» nella sanita’. La giunta regionale conta di riuscire entro il 2005 ad avviare questi progetti che dovrebbero facilitare l' accesso dei cittadini alle strutture pubbliche, ridurranno i disagi causati dalla burocrazia, razionalizzeranno i costi e l' impiego del personale. Attualmente l' unico progetto che gia’ in parte funziona e’ quello del Centro unico di prenotazione (Cup) regionale di visite e esami clinici (tel. 800.986.868 attivo dal lunedi’ al venerdi’ 7.30 19.30 e sabato dalle 7.30 alle 13). Gli altri programmi sono in fase di studio. Le strutture gia’ collegate al Cup sono le Asl Roma C, D, F, G, H, le Asl di Rieti e Latina e gli ospedali San Filippo Neri, San Camillo- Forlanini, San Giovanni, Spallanzani, Policlinico Tor Vergata e Sant' Andrea. Per le rimanenti 9 strutture pubbliche e’ in corso il lavoro di «omogeneizzazione» del software e dell' hardware gia’ in dotazione in Asl e ospedali con quello regionale. I tempi stimati dalla Regione per la completa disponibilita’ di tutte le strutture al Cup sono di circa 2 mesi. Molto piu’ tempo, invece, serve per l' attivazione del Cup on line, come ha fatto il San Giovanni, con il collegamento informatico tra medici di base, farmacie e ospedali in tutto il Lazio. Per la Regione quando il Cup sara’ a regime permettera’ di abbattere le liste d' attesa e risparmiare in termini di risorse finanziarie 3,5 milioni di euro l' anno, attraverso la razionalizzazione dei call center operanti nelle Asl e la convergenza dei numeri verdi in un unico centro. E’ in fase di progettazione il sistema di controllo satellitare delle ambulanze del 118. Da una centrale operativa verranno monitorizzati i mezzi sul territorio: a ogni chiamata l' operatore della centrale inviera’ l' ambulanza piu’ vicina al luogo dell' intervento, mentre i dati sanitari sulla persona da soccorrere saranno pescati da unn banca dati e inviati on line al personale dell' ambulanza prima che intervenga e all' ospedale dove poi sara’ assistito. CARTELLA CLINICA ON LINE Tra due anni la storia di ogni malato che sara’ curato nelle Asl e negli ospedali pubblici del Lazio sara’ immagazzinata in un grande cervello elettronico (server ndr). Ogni cittadino disporra’ di una password per poter accedere a questi dati da qualsiasi parte del mondo. Allergie a farmaci, operazioni subite, cartelle cliniche, risultati di visite specialistiche, analisi, ecografie e ogni altro accertamento diagnostico verranno conservati e saranno a disposizione del malato e dei medici che lo cureranno durante la sua vita. Attualmente questo sistema e’ gia’ in funzione nell' ospedale San Giovanni. La Regione sta preparando anche la gestione informatizzata dei farmaci. Ogni farmacia del Lazio sara’ collegata a un data base centrale con il quale la Regione verifichera’ il consumo delle medicine. Il cittadino dovra’ solo andare dal medico di famiglia che, dopo la visita, gli prescrivera’ i farmaci di cui ha bisogno. Il dottore li ordinera’ direttamente nella farmacia di fiducia del paziente che dovra’ solamente andare a ritirare i prodotti. Anche in questo caso meno burocrazia e piu’ controlli sull' erogazione di farmaci appropriati alle malattie. ________________________________________________________________ La Stampa 9 mag. ’03 «TERAPIA DEL DOLORE SOLO A META’ DEI MALATI» Al 45% dei pazienti negati i farmaci contro le sofferenze Ricerca sui decessi negli ospedali Come si muore in ospedale? Il 45% dei malati muore con dolore, e il 64% muore in una stanza a piu’ letti, dove e’ stato semplicemente isolato con un paravento. Paradossalmente, e’ meno doloroso morire di cancro, perche’ nel 76% dei casi vengono dati i farmaci anti-dolore, mentre solo il 56% dei pazienti che muoiono per altre cause viene aiutato a non soffrire. Si riesce ad essere burocratici anche coi morenti: il 21,2% non puo’ avere vicino i propri cari se non nell' orario di visita. E si continuano a fare prelievi di sangue per esami all' 84,7% dei malati con poche ore di vita. E' il primo studio italiano sulla morte in ospedale, e riguarda 377 decessi di pazienti adulti. E' stato effettuato in Toscana e a Perugia, ma soprattutto in Lombardia, dove sono stati osservati 32 ospedali. A Milano, sono Policlinico, Icp, Niguarda, San Paolo, San Carlo, Fatebenefratelli, San Raffaele. La ricerca, realizzata grazie agli infermieri, e’ stata promossa dal ministero della Salute, dalla Regione Lombardia e dall' Associazione cremonese per lo studio contro il dolore, e guidata dalla Fondazione Maestroni di Cremona (direttore scientifico Franco Toscani, presidente del comitato etico Floriani), dall' istituto Mario Negri e dall' Istituto dei Tumori. ________________________________________________________________ La Stampa 5 mag. ’03 UNA VITTIMA OGNI 30 SECONDI «COMBATTERE LA MALARIA, EMERGENZA DIMENTICATA» Il rapporto dell’Oms e dell’Unicef: in Africa rischia di diventare incontrollabile AMMAZZA ogni 30 secondi. In un giorno provoca 10 volte piu’ vittime di quante la Sars ne abbia fatte finora. Minaccia tra il 30 e il 40 per cento della popolazione mondiale e non c’e’ continente che possa dirsi al sicuro. Eppure provate a scorrere gli archivi on line dei media occidentali e vedrete che non le dedicano se non citazioni distratte. La cattiveria della malaria non fa notizia, se non raramente, e nemmeno le forze congiunte di Oms e Unicef sono riuscite a scatenare l’effetto domino di reportage, commenti e allarmi diffusi, quando, la scorsa settimana, hanno presentato il loro ultimo e macabro rapporto: lo studio racconta il lungo elenco dei fallimenti in tutta l’Africa subsahariana, dal progredire del morbo alla crisi dei programmi di eradicamento dell’Anofele, fino ai tremendi costi umani ed economici di un contagio che dalla Nigeria al Sud Africa uccide da uno a due milioni di individui ogni anno. Soltanto l’Aids fa peggio. Nessuna reazione apparente. L’opinione pubblica internazionale continua a ossessionarsi con il conteggio al rallentatore dei casi e delle vittime della polmonite atipica. La malaria non scatena (per ora) alcuna angoscia evidente, anche se si allarga dalle zone endemiche a molte altre tradizionalmente immuni del Terzo Mondo e contemporaneamente moltiplica le sue incursioni nel Primo, complici i cambiamenti climatici imposti dall’effetto serra che allargano gli ecosistemi favorevoli alla zanzara killer. E (per ora) non sembra spaventare quasi nessuno il fatto che aumentino i ceppi di malaria resistenti ai farmaci e che il debutto di un vaccino - i cui test sono appena cominciati in Mozambico - si sia allontanato nel tempo, almeno fino al 2011. L’epidemia si nutre di silenzi e omissioni e ha saputo sfruttare al meglio una serie fatale di debolezze incrociate: da una parte le risorse irrisorie destinate alla prevenzione e alla lotta dalle organizzazioni internazionali, a cominciare dalle Nazioni Unite, e dall’altra l’inarrestabile degrado ambientale e sanitario delle citta’ e dei villaggi africani. I ricercatori dell’Organizzazione mondiale della sanita’ e dell’Unicef citano infatti la velocita’ con cui evolvono i parassiti resistenti alle terapie tradizionali, la caduta delle difese immunitarie di decine di milioni di sieropositivi e di denutriti, l’abbandono dei piani governativi per l’istruzione di massa delle donne e per l’utilizzo massiccio degli insetticidi, la crescente mobilita’ di disperati spinti dalla legge della sopravvivenza e di folle di profughi e, non ultimo, l’inquinamento delle acque. Cosi’ la mortalita’ dei bambini sotto i cinque anni e’ raddoppiata in un decennio e i costi del contagio sono schizzati a 12 miliardi di dollari ogni 12 mesi. In Ghana - per esempio - le famiglie povere sono costrette a spendere un terzo del reddito in cure (spesso palliative), mentre a Lagos, in Nigeria, l’Anofele sta diventando una piaga invincibile. «La verita’ e’ che la malaria tiene ormai in pugno l’Africa», ha dichiarato durante la presentazione del rapporto Gro Harlem Bruntland, presidente dell’Oms. E per dare un’idea piu’ vivida della tragedia nella tragedia ha riconosciuto che segnano il passo i ripetuti sforzi per convincere Europa e Stati Uniti a donare piu’ finanziamenti. I «cocktail» di ultima generazione a base di artemisinina che debellano completamente il Plasmodium falciparum sono carissimi per i parametri africani e - spiegano gli scienziati - «si dovrebbero abbattere i costi da un dollaro e mezzo a dose a 10 cents», se li si vuole rendere finalmente accessibili a milioni di malati. E ancora meno costa un rimedio semplice ma efficace, quello delle zanzariere, in grado - recitano le statistiche - di dimezzare i casi di infezione. Purtroppo, anche per questo strumento, di vecchissima generazione, le risorse restano disperatamente insufficienti, causa indifferenza planetaria. La catastrofe in corso continua a non fare notizia. Mentre la Sars centellina il suo quotidiano spettacolo globale, la malaria fa strage subdolamente negli slums africani, asiatici e latinoamericani, tra baracche e stagni troppo lontani dai telegenici scenari delle piazze deserte a Pechino e dei grattacieli abbandonati a Toronto. ________________________________________________________________ Repubblica 8 mag. ’03 CONTRO IL GRASSO ADDIO BISTURI, ADESSO C’E’ IL LASER La nuova generazione dei laser dermatologici, di pertinenza medica, promette di sconfiggere la cellulite senza bisturi. Spiega Marco Gasparotti, docente di chirurgia estetica all’universita’ Tor Vergata di Roma che ha sperimentato tali apparecchiature: «Il laser mostra risultati apprezzabili nella cura della cellulite giovane e limitata a piccole zone. E’ invece sconsigliato l’impiego sulla cellulite fibrotica o come sostitutivo della dieta per dimagrire piu’ facilmente». All’universita’ degli studi di Pisa sono state trattate 15 pazienti affette da cellulite di media entita’ con il laser diodico da 905 nm, per 2 mesi. La diminuzione della circonferenza della coscia e’ stata in tutti i casi di tre centimetri. I risultati sono stati presentati al recente congresso romano della Sime. Il laser diodico a bassa frequenza, passato sulla superficie esterna della pelle, sembra raggiungere gli adipociti e favorire la fuoriuscita degli acidi grassi dalle membrane cellulari. Una volta finiti nel liquido interstiziale i grassi sono riassorbiti dall’organismo in modo naturale senza provocare alcuna tossicita’ ne’ infiammazione, secondo i produttori dell’apparecchiatura. Un’altra metodica si basa invece sul passaggio di una sonda fredda sulla superficie della pelle dalla quale parte un impulso di radiofrequenza che sembra penetrare fino al grasso e riscaldarlo: assicurerebbe l’effetto drenante e antigonfiore. ________________________________________________________________ Le Scienze 10 mag. ’03 IL TASSO DI MORTALITA’ DELLA SARS Nei pazienti anziani piu’ del 50 per cento dei casi si rivela fatale L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) ha fornito una nuova stima sul tasso di mortalita’ della SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome), la polmonite atipica che sta gettando nel panico la Cina e il mondo intero. La revisione si basa sull’analisi degli ultimi dati provenienti da Canada, Cina, Hong Kong, Singapore e Vietnam. Sulla base di informazioni piu’ complete e dettagliate, e usando metodi piu’ affidabili, l’OMS ora stima che il tasso di mortalita’ possa variare dallo zero al 50 per cento, a seconda del gruppo di eta’ colpito, con una media complessiva del 14-15 per cento. La probabilita’ di morire di SARS in una determinata regione sembrerebbe dipendere dalle caratteristiche dei pazienti, in particolare dall’eta’ e dalla presenza di altre malattie. Il tasso di mortalita’ sarebbe inferiore all’uno per cento nei pazienti sotto i 24 anni, del 6 per cento nelle persone fra i 25 e i 44 anni, del 15 per cento fra i 45 e i 64 anni, e maggiore del 50 per cento nei pazienti di 65 o piu’ anni. Molti fattori complicano il calcolo del tasso di mortalita’ di una malattia quando l’epidemia e’ ancora in evoluzione. I decessi dovuti alla SARS avvengono di solito dopo diverse settimane dal contagio. Una completa guarigione puo’ richiedere anche piu’ tempo. Inoltre, solo alcuni degli individui contagiati sono morti o ricoverati. Soltanto alla fine dell’epidemia sara’ possibile calcolare un valore assoluto e preciso del tasso di mortalita’, prendendo in considerazione il numero totale di decessi, di ricoveri e di guarigioni. Il metodo usato dall’OMS consiste nel prendere in considerazione solo i casi di cui si conosce il destino finale. Tuttavia, questo metodo fornisce una stima al rialzo in quanto il tempo medio dal contagio alla morte per la SARS e’ piu’ breve del tempo medio dal contagio alla guarigione. Fino a ieri erano stati riferiti nel mondo 6903 casi probabili di SARS e 495 decessi. ________________________________________________________________ L’Arena 6 mag. ’03 UNA NUOVATECNICA PER L'IMPIANTO DEI DENTI LA RICERCA. L'ingegneria genetica comincia a far strada anche nell'odontostomatologia L'ingegneria genetica comincia a farsi strada anche nell'odontostomatologia. In particolare e’ stata importata dagli Stati Uniti in Italia una tecnica di rialzo osseo della mandibola con l'uso di emocomponenti autologhe cioe’ generate da tessuti interni dello stesso paziente. Ne ha parlato Franco Manca, chirurgo dentista, presidente della Assiomaa, l'associazione italiana odontoiatria microinvasiva e air abrasion. «Spesso, quando si devono fare interventi di implantologia - ha spiegato - si ha la necessita’ di posizionare impianti in aree critiche, senza osso». In questi casi si ricorreva a varie tecniche, tra cui quella della rigenerazione d'osso guidata, l'innesto di osso autologo (prelevato dall'anca, dalla tibia o dalla teca cranica) o di materiale sintetico e la distrazione osteogenetica. «I vantaggi di questa metodologia stanno nei fatto di una mininvasivita’ nettamente inferiore rispetto agli innesti d'osso, con una conseguente riduzione dei costi e del ricovero».