LO SCONFORTO DEI RETTORI: «SIAMO ULTIMI IN EUROPA» - I RETTORI CHIEDONO RIFORME BIPARTISAN PER L'UNIVERSITÀ - ATENEI, RIPARTIRE DAL MERITO - ATENEI MOBILITATI CONTRO LA RI -FORMA RIFORMA DOCENTI SUBITO AL VOTO: LE UNIVERSITÀ SUL PIEDE DI GUERRA - ALTERNATIVE PER LA FORMAZIONE - DEMOCRATICI GRAZIE ALLA SCIENZA - VERONESI: ECCO LA CARTA DELL'ALLEANZA DEI SAPERI - BONCINELLI: «LA RICERCA SIA LIBERA IL DIBATTITO VERTA SULLA TECNICA» - ANGELINI: «IL SAPERE NON HA CONFINI. MA DEVE AVERE LIMITI» - I PROFESSIONISTI CHE CURANO LA SANITÀ - CAGLIARITANI ULTIMI NEI TEST DI MEDICINA TEST IMPOSSIBILI: GRADUATORIA UNICA PER LE AMMISSIONI - TEST DI BIOLOGIA: TUTTI DENTRO PER DECRETO - BIOLOGIA, FACOLTÀ PER POCHISSIMI - CRITERI SBAGLIATI: UNO SPIRAGLIO PER GLI ALLIEVI - SCIENZE INFERMIERISTICHE, APRE L'UNIVERSITÀ ON LINE - FILA NELLE SEGRETERIE, PER GLI STUDENTI È LA FINE DI UN INCUBO - TORRI DI DIFESA PER LE COSTE, I SEGRETI DEL MEDITERRANEO - UNIVERSITÀ ELENCO DI ISCRITTI PRIVACY NON VIOLATA - SI UCCIDE PERCHÉ NON PUÒ PAGARE LE TASSE UNIVERSITARIE DELLA FIGLIA - MELI: RINASCO A PARMA, LA SCALA PER ME È STATA UN INCUBO» - ======================================================= ENTRO L'ANNO I SARDI AVRANNO LA LORO TESSERA SANITARIA- AIDS: GIOVANI E ANZIANI NEL MIRINO DEL VIRUS - ONCOLOGIA: FRATI PER LA RICERCA OCCORRE PIÙ COMPETITIVITÀ - ONCOLOGIA: CNR, IL FUTURO SI CHIAMA APPORT - SENO, UN RAGGIO DI LUCE PER SCOPRIRE I TUMORI - L'ULTIMA FRONTIERA DELLE DIAGNOSI IN TEMPO REALE - SCOPERTA LA CELLULA CHE NUTRE IL CANCRO - TIROIDE, IL BISTURI AD ULTRASUONI "SALVA-VOCE" - "BLUE BRAIN", IL SIMULATORE DI CERVELLO UMANO - TROPPI STIMOLI PER IL CERVELLO - LA RIGIDITÀ TISSUTALE FAVORISCE LA PROGRESSIONE DEI TUMORI - UNA TECNICA DI DATAZIONE DENTALE - UNA SIGARETTA TRIPLICA IL RISCHIO DI CANCRO - CELLULE STAMINALI CURANO IL DIABETE - ======================================================= _____________________________________________ il manifesto 21-09-2005 LO SCONFORTO DEI RETTORI: «SIAMO ULTIMI IN EUROPA» UNIVERSITA' II presidente della Crui espone lo stato degli atenei italiani. E lancia un appello al prossimo governo MATTEO BARTOCCI ROMA «Ricordatevi dell'università!». L'appello di Piero Tosi, presidente dei rettori, nella presentazione annuale dello stato degli atenei ricorda un po' quello di Fort Alamo di 170 anni fa. Le università sono un fortino sotto assedio, dove le truppe messicane sono i pregiudizi della società, il malcostume baronale, le riforme calate dall'alto, la crisi finanziaria e perfino edilizia degli atenei e il basso compito culturale che a questi si affida, come se scuole al servizio del sistema economico. Per questo Tosi chiede alle forze politiche di convocare una «Costituente per l’università», una sorta di stati generali che con una discussione pubblica negli atenei e tra tutte le forze del paese ridisegnino «la nuova missione e il senso dell'università italiana». 177 «magnifici » pubblici e privati della Crui (tutti rigorosamente maschi tranne due) stanno disciplinatamente seduti dietro il loro presidente. Dentro l’Auditorium di Roma la ministra Letizia Moratti, (che in corsa verso il salotto di Porta a porta ha preferito non commentare la relazione critica della Crui) e Gianni Letta, ma anche Romano Prodi e Piero Fassino, insieme al Ds Bersani e all'ex ministro ulivista dell'Istruzione Luigi Berlinguer, vero padre delle riforme degli ultimi anni. Fuori dal teatro i ragazzi di Azione universitaria (An), dell'Unione degli universitari (Ds) e delle Rdb, che fischiano i politici a seconda del colore. La relazione di Tosi - fitta di citazioni dotte da Yehoshua a Platone - delinea un quadro puntualmente preoccupante delle università italiane. Note dolenti sono le difficoltà sul numero di laureati (il più basso d'Europa rispetto alla popolazione), l'esiguità dei ricercatori (la metà della media europea, con l'età più alta e con lo stipendio più basso), la crisi edilizia (solo il 2% dei fuori sede ottiene un posto letto contro i110 della Germania e i120 della Svezia), l’inesistenza del diritto allo studio (le borse coprono a malapena il 70% di chi ne avrebbe diritto) e l'esistenza di un precariato lungo e abnorme. Qualche luce viene solo dall'aumento delle lauree triennali (+33% rispetto al 2002), dalla diminuzione degli abbandoni (passati dal 70% degli immatricolati a un pur sempre alto 35%) e dai timidi segnali di «ritorno dei cervelli» (solo 416 i ricercatori accolti «in patria» dal 2001). La Crui però guarda al futuro e non critica frontalmente un governo ormai in uscita. La relazione 2005 dunque preferisce concentrarsi sull'impianto culturale e di programma, con una difesa appassionata dell'università come comunità di ricerca e formazione opposta al modello anglosassone della «teaching university». Non una fucina di lauree «professionalizzanti» al servizio del sistema produttivo ma un luogo «in grado di anticipare il cambiamento centrato su nuovi modelli di apprendimento». Dove i veri laboratori sono quelli della «ricerca di base e le biblioteche», perché «è da qui che passa la vera innovazione». Nel suo accento toscano insomma Tosi delinea un modello (riformista) di comunità accademica autonoma e indipendente, dedita alla «cultura generale e ricerca di base» ma in grado di dialogare con le imprese e gli enti locali, capace di attirare gli investimenti e di garantire, soprattutto, «la formazione permanente» e un vero «umanesimo critico», cioè uno sviluppo culturale e scientifico non condiscendente verso l'esistente per costruire, perfino, «una cultura di pace». Sul merito tecnico però non mancano le critiche e le richieste. Bocciata la «laurea a Y» introdotta dalla Moratti, a chi punta ad abolire il valore legale del titolo di studio (Confindustria), Tosi risponde con una «terza via» fatta di certificazione dei corsi da parte di un organismo indipendente. E in vista della finanziaria chiede di ridurre l’Irap anche per gli atenei come fatto per le imprese. A chi critica i concorsi poi la Crui rilancia chiedendo di affidare le assunzioni degli idonei alle università, che saranno poi valutate per le loro scelte a seconda dei risultati. Non manca infine il riferimento a quei «50mila giovani che garantiscono un apporto essenziale con contratti di varie tipologie»: la richiesta a chi si candida a governare è quella di soddisfare almeno la Carta europea dei diritti e doveri dei ricercatori, «che prevede la valutazione dell'impegno e la fine del precariato». Ai ricercatori di ruolo, infine, «non basta conferire un titolo onorifico come si pensa in parlamento ma bisogna riconoscerne l'indispensabile molo di docenza». Logico che con un programma simile sia Prodi che Fassino commentino con soddisfazione le parole di Tosi. Entrambi infatti lasciano la Crui con la promessa che l'università non sarà abbandonata, anzi, che per loro si parte da qui. __________________________________________________ Il Sole24Ore 21 Sett.05 I RETTORI CHIEDONO RIFORME BIPARTISAN PER L'UNIVERSITÀ ROMA I rettori degli atenei italiani rivolgono al mondo politico un appello a mettere in campo riforme bipartisan e a «ricordarsi dell'università» mentre si sblocca, tra le polemiche, la riforma dello status giuridico dei docenti universitari. In questo clima sì è tenuta ieri in un'affollatissima sala dell' Auditorium di Roma la consueta relazione sullo "Stato delle università italiane", presentata dal Presidente della Conferenza dei rettori (Crui). Piero Tosi, «Al Governo che uscirà dalle prossime elezioni chiedo di promuovere la convocazione degli Stati 4enerali dell'università, una grande assise nazionale. preceduta da un documento programmatico condiviso, che ridefinisca il senso e la missione dell'università» ha detto Tosi, mentre la folta platea di accademici e politici apprendeva la notizia dell'approdo in Aula del Ddl di riordino dello status dei docenti, che giovedì prossimo andrà all'esame dell'assemblea senza attendere il parere della Commissione Istruzione del Senato. L'appello dei rettori. Accanto alla Costituente per la nuova università. Tosi ha chiesto alle forze politiche dei diversi schieramenti di raccogliere «la pletora di norme in un vero e proprio statuto, con principi e clausole che mettano in chiaro quale sarà il volto dell'università italiana del terzo millennio, escludendo da questo ambito le entità che non inte-rano ricerca e formazione. Negli ultimi anni - ha aggiunto - é mancato un quadro strategico negli interventi di riordino e ora voglino una riforma che non sia il frutto improvvisato dì maggioranze». II presidente della Cmi, dopo aver letto il messaggio inviato ai rettori dal Presidente della Repubblica. Carlo Azeglio Ciampi, ha tracciato un quadro puntuale dello stato di salute del sistema italiano. La quota di laureati sul totale della popolazione è ancora tra le più basse dell'Ue - anche se ì "dottori" sono aumentati del 33% in 3 anni - gli abbandoni si sono ridotti dal 70 al 35%, i ricercatori sono pochi (metà della media Ue) e mal pagati. in Italia esistono posti letto solo per il 2% degli studenti fuori sede, contro il 20°Io di Danimarca e Svezia, e solo il 70% degli aventi diritto gode di una borsa dì studio. Tosi ha poi rinnovato l'appello a investire di più nella ricerca, ad abolire «una tassa assurda» come L'Irap, a creare un'agenzia esterna per la valutazione dell'università. a risolvere il problema del precariato di «oltre 50mila giovani che lavorano nei nostri atenei» e a riformare i concorsi. «Il dialogo con l'università è fondamentale per il Paese - ha detto il ministro dell'Istruzione. Letizia Moratti. uscendo dall'Auditorium tra le contestazioni degli studenti - e commenterò la relazione solo dopo averla valutata con attenzione», mentre Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria per l’Educatìon, avverte che «servono profonde riforme strutturali e anche se il nostro Paese fa timidi passi verso il cambiamento, stiamo correndo a una velocità ancora non adeguata». Per Romano Prodi, leader dell'Unione .