RASSEGNA STAMPA


Unione Sarda 14 Set.00

Test di ammissione il 25 Settembre

Roma Si svolgeranno lunedì 25 settembre, in tutta Italia, i nuovi test di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia

Roma Si svolgeranno lunedì 25 settembre, in tutta Italia, i nuovi test di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia per l'anno accademico 2000/2001, dopo la sospensione delle prove lo scorso 5 settembre in seguito al ritrovamento a Palermo di una busta dei test aperta. Lo ha annunciato il ministro dell'Università e ricerca scientifica e tecnologica Ortensio Zecchino. La prova riguarderà circa 22.000 studenti. Nel decreto ministeriale che fissa la nuova data è prevista una proroga dei termini delle domande per gli obblighi di leva per quanti parteciperanno alle prove selettive. Il ministro Zecchino ha annunciato anche un nuovo sistema di graduatorie nazionali per stabilire l'accesso al corso di laurea in Medicina e chirurgia. La novità potrebbe diventare operativa già dal prossimo anno accademico 2001-2002.

È "un'ipotesi che stiamo studiando - ha detto Zecchino - perché a fronte di test unici ed uguali per tutto il territorio nazionale, deve esserci una condizione di maggiore equanimità che può appunto derivare dall'unicità della graduatoria, data l'esiguità dei posti per l'accesso alla laurea in Medicina rispetto alle richieste". Oggi infatti, ha ricordato il ministro, si hanno varie situazioni: "Si possono avere candidati ammessi con un numero di risposte basso in alcune università e, viceversa, con un numnero di risposte più ampio candidati non ammessi in altri atenei. Questo crea dei problemi dal punto di vista della giustizia del sistema - ha sottolineato - ma il punto può essere migliorato, e una graduatoria nazionale renderebbe più giustizia al merito dei candidati".

In funzione del merito acquisito nelle prove poi, ha detto Zecchino, gli studenti potrebbero quindi scegliere l'ateneo dove studiare, ma "tali ulteriori dettagli sono allo studio". Quanto alla centralizzazione delle prove per l'accesso alla laurea in Medicina, da molti contestata, Zecchino ha affermato la necessità di "garantire la centralità delle prove per una serie di ragioni: per garantire innanzitutto l'uniformità dei criteri delle modalità di valutazione e per evitare un fenomeno di "turismo universitario" dei candidati presso i vari atenei sedi dei test di accesso". Secondo Zecchino, dunque, il sistema centralizzato "va bene e sta dando eccellenti frutti, annullando tutti i rischi e sospetti che esistevano negli anni scorsi, ma va migliorato con il sistema della graduatoria nazionale".

 

 

Il Sole24Ore 7 set.'00

SUI TEST A MEDICINA TRE INCHIESTE AL VIA

 Dopo l'annullamento delle prove in tutta Italia

ROMALe buste non si toccano. E a prendersi le bacchettate ministeriali sono

gli imprudenti membri della commissione che, a Palermo, era incaricata dello

svolgimento dei test per l'ammissione alla facolta' di medicina. Un errore

procedurale che comunque non e' del tutto chiaro. Le conseguenze piu'

pesanti, pero', le subiranno i 22mila aspiranti studenti che dovranno rifare

le prove, a causa dell'errore commesso a Palermo. Cosi' ha deciso il

ministro dell'Universita', Ortensio Zecchino, che ha invalidato i test. Ma

qualcuno si e' salvato: i "fortunati" che hanno svolto i test d'ammissione

alla facolta' di medicina dell'universita' cattolica di Milano non devono

rifare la prova, anzi hanno gia' avuto i risultati del primo test. Questo

perche' alla cattolica i test sono diversi da quelli delle universita'

statali e la vicenda palermitana diventa quindi irrilevante.

 

Tutto comincia nella mattinata di due giorni fa, quando a Palermo, come in

tutte le altre universita' italiane con la facolta' di medicina, arrivano le

1.150 buste e la restante modulistica e documentazione per lo svolgimento

dei test dei 982 aspiranti studenti. La commissione, pero', non trova

sufficientemente chiare le istruzioni, soprattutto relativamente alle schede

con le risposte, che non sono indicate nell'elenco del materiale e che in

effetti non si trovano. Il presidente della commissione, Giovanni Zummo,

docente di anatomia umana, decide, d'accordo e al cospetto della

commissione, di aprire una delle buste per verificare se, per caso, le

risposte non siano finite li'. "Quella busta non avrebbe mai dovuta essere

aperta - spiega Luciano Guerzoni, sottosegretario al ministero

dell'Universita' - se non dall'aspirante studente cui fosse stata

consegnata. Punto e basta. E questo pasticcio, combinato per motivi

inspiegabili, ha necessariamente causato l'invalidazione delle prove in

tutta Italia, dato che i test erano uguali per tutte le facolta' delle

universita' statali".

 

Dopo l'infausta apertura della busta (dove comunque la scheda con le

risposte non c'era), lo stesso professor Zummo si e' messo in contatto con

la Cineca (la societa' cui era stato affidato il compito di preparare le

buste) per chiedere chiarimenti. E a questo punto, quando a Roma hanno

capito cos'era successo, e' stata bloccata la prova. Anzi, da

un'associazione studentesca di Palermo arriva una difesa dell'operato della

commissione, che avrebbe agito in buona fede, accelerando solo di 24 ore -

dice l'associazione "Auletta '99" - la sospensione, che sarebbe arrivata

comunque una volta appurato che nel materiale inviato a Palermo mancava

qualcosa.

"Non si dicano idiozie - ribatte Guerzoni - Le istruzioni erano chiarissime

e, in ogni caso, il ministero e la Cineca erano a disposizione per dare

chiarimenti. Se avessero telefonato prima, sarebbe stato detto loro di non

aprire le buste. Non e' un caso che su 37 sedi universitarie, solo una abbia

dato vita a questo pasticcio". Va anche fatta un'altra osservazione: perche'

tutta questa fretta di conoscere le soluzioni dei test, quando ancora le

prove non si erano svolte? "Il perche' non lo so e non voglio dare giudizi"

dice Guerzoni.

Intanto sono scattate tre inchieste: una ministeriale, affidata a un

ispettore, una interna sollecitata dal senato accademico palermitano e una

della procura di Palermo, che ha gia' mandato i carabinieri a controllare i

documenti relativi alla vicenda. Il professor Zummo, difeso anche dal

rettore Giuseppe Silvestri, si chiama fuori da ogni responsabilita' e

attribuisce a eccesso di zelo l'improvvida apertura delle buste.

A Torino il preside della facolta' di medicina, Francesco di Carlo, accusa

il ministero di eccessivo centralismo e di avere messo in piedi un sistema

macchinoso, a rischio d'errore, mentre prima ogni facolta' faceva a modo suo

e qui non c'era mai stati problemi. Anche da An e Fi e persino dai Ds

arrivano accuse di eccessivo centralismo. "In passato invece i problemi

c'erano stati, magari non a Torino - risponde Guerzoni - e il governo ha

dovuto rispondere a reiterati inviti parlamentari ad adottare una procedura

uniforme su tutto il territorio, che garantisse imparzialita' e trasparenza

per tutti, come quella attuale garantiva. L'errore e' stato della

commissione, non del ministero: la procedura e' rigida perche' solo cosi' si

puo' essere sicuri che tutto sia in regola e che le risposte non vengano

conosciute anzitempo. Comunque la commissione per l'elaborazione dei nuovi

quiz e' gia' stata convocata per domani (oggi per chi legge, Ndr) e in

qualche settimana, al massimo entro trenta giorni, si svolgeranno i nuovi

test".

 

Saverio Fossati

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Unione Sarda 7/09/00

 

MISTRETTA: "COLPA DEL QUIZ UGUALE PER TUTTI"

 

Polemiche reazioni alla Cittadella universitaria di Monserrato

Sono 512 gli studenti cagliaritani che oggi alle 10 si sarebbero dovuti

presentare nell'aula magna della Cittadella universitaria di Monserrato per

sostenere la prova di ammissione alla Facolta' di Medicina e Chirurgia. Ma

per tutti si tratta di un appuntamento soltanto rinviato con i test

elaborati dal ministero poiche' tra una settimana sara' comunicata la nuova

data. C'e' da dire tuttavia che la sospensione della prova d'esame - dopo

l'incredibile gaffe della commissione di Palermo - ha suscitato anche a

Cagliari vivaci reazioni: dal Rettore che ha rivendicato per i sardi la

necessita' di una maggiore autonomia nella gestione delle cose

universitarie, al preside della facolta' che invece teme pericolosi

contraccolpi nel calendario accademico.

La decisione di regolare l'accesso alla facolta' di Medicina (che comprende

anche il corso in Odontoriatria) in effetti non era stata accolta con molti

entusiasmi non solo dal corpo docente ma anche dagli studenti. Su 512

candidati c'e' posto solo per 170 mentre il rapporto in Odontoiatria e' di

16 posti per 235 concorrenti. Un concorso veramente a quiz con risultati

ovviamente a sorpresa Non a caso si teme una pioggia di ricorsi al tribunale

amministrativo.

Il rettore Pasquale Mistretta - da nove anni alla guida dell'Ateneo

cagliaritano - se la prende soprattutto con chi ha messo in piedi la

selezione con uno spirito da "bottega". "Non solo - dice - siamo stati

costretti a recarci a Bologna per ritirare la modulistica della prova

d'esame ma qui siamo davanti all'esasperazione della trasparenza nelle

Universita': e' una mistificazione bella e buona della formazione e della

mobilita' degli studenti. Nessuno ha pensato a un minimo di decentramento e

di autonomia: il test non puo' essere uguale dappertutto. Ed ecco il

risultato".

Piu' pacato la reazione del preside della facolta', il professor Angelo

Balestrieri, anche lui da moltissimi anni timoniere di migliaia di studenti

sardi. "Il test uguale per tutti - dichiara - e' una garanzia per gli

studenti: cosi' si evitano polemiche sulla severita' di certe facolta' e

sulla permissivita' di altre. Aggiungo che il test-unico mette sicuramente

fine all'anarchia dei concorsi all'Universita', un problema che si si

presenta puntualmente in queste circostanze. Semmai la sospensione

dell'esame creera' molti problemi nella scansione della vita accademica: ne

risentira' la semestralizzazione del corso di studio con tutto cio' che ne

puo' conseguire in materia di esami e frequenza. Non ci voleva, ma tant'e',

e adesso bisogna fare in modo di ridurre al minimo il disagio".

E gli studenti? Tutti quelli che hanno trascorso l'estate a consultare i

manuali in vendita sui quiz ministeriali non hanno sicuramente accolto di

buon grado il rinvio dell'esame. Sara' piu' interessante verificare cosa

accadra' ad esame finito, davanti ai nomi degli ammessi. Il tribunale

amministrativo sara' sommerso dai ricorsi degli esclusi. Qualcuno propone:

ma perche' il numero degli studenti non viene calcolato alla fine dell'anno

accademico in base al profitto? Puo' essere un"idea ma al ministro

probabilmente non piacera'.

G. P.

 

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Unione Sarda 7/09/00

 

TRA I GIOVANI RESISTE IL MITO DEL CAMICE

 

Sassari "A dire il vero non abbiamo ricevuto notizie ufficiali, comunque

anche noi dobbiamo sospendere la prova". Giulio Rosati, preside della

facolta' di Medicina, non puo' che confermare: anche a Sassari gli aspiranti

nuovi iscritti restano al palo, almeno per ora. Sono circa 350 i giovani che

hanno presentato la domanda di partecipazione al test, un nutrito plotone di

ragazzi pronti a contendersi i cento posti (piu' dieci riservati agli

studenti extracomunitari) messi in palio dalla facolta' per l'anno

accademico 2000-2001.

Ieri mattina, a poche ore dalla diffusione della notizia dell'annullamento

della prova, l'ateneo turritano cercava di orientarsi e prendere le misure:

"Aspettiamo che il ministero ci faccia sapere qualcosa", si e' limitato a

dire il preside, "quanto meno mi auguro che vogliano mandarci un fax. La

novita' l'abbiamo appresa dalla stampa, a me l'hanno riferita i miei

collaboratori questa mattina, all'arrivo in facolta'. Anche in assenza di

comunicazioni ufficiali, pero' - e' la previsione di Rosati - e' impossibile

pensare di andare avanti con la prova. Quindi anche da noi salta tutto.

Certo che e' un fatto clamoroso, non si era mai verificato niente di

simile".

Le 350 aspiranti matricole si sarebbero dovute presentare questa mattina,

alle 10, nell'Istituto biologico di viale San Pietro, con un bagaglio

composto da una penna e un documento di identita'. Invece biro e documenti

(ed eventuali Bignami tascabili) resteranno nei cassetti ancora per qualche

settimana, in attesa che vengano riformulati gli ottanta quesiti del test.

Solo allora gli studenti sassaresi potranno dimostrare la propria competenza

scientifica.

 

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Il manifesto 7 set.'00

 

I TEST DIMOSTRANO LE CONTRADDIZIONI DELLA RIFORMA UNIVERSITARIA

 

L'autonomia non passa il test. Le prove nazionali servono a garantire tutti,

ma dimostrano le contraddizioni della riforma universitaria (7/9/00)

COSIMO ROSSI

Non poteva fare altro che bloccare tutte le prove di accesso alla facolta'

di medicina e chirurgia, il ministro dell'universita' Ortensio Zecchino. Non

poteva fare altro perche' l'illecito nella prova di Palermo poteva dare la

stura a una serie di ricorsi in tutte le altre sedi universitarie. Perche'

l'indirizzo della legge, ricorda il sottosegretario Luciano Guerzoni,

"chiede una uniformita' di trattamento su tutto il territorio nazionale".

Tanto e' vero che la prova si svolge contemporaneamente in tutte le sedi,

con lo stesso, identico questionario. Cosi' come per veterinaria,

odontoiatria e architettura, le facolta' per cui una legge dello scorso anno

ha stabilito la programmazione degli accessi a livello nazionale.

 

Piu' della "inspiegabile infrazione" di Palermo - che forse, se fosse stata

intenzionalmente tale, non sarebbe venuta cosi' alla luce - l'aporia

dell'universita' del terzo millennio, quella dell'autonomia sbandierata e

ideologizzata, e' proprio quella di questi megaconcorsi da pubblica

amministrazione. Ma tant'e', spiega Guerzoni, "sono gli studenti e il

parlamento che chiedono garanzie di procedure e di diritti identici su tutto

il territorio nazionale". E sono invece le facolta' di medicina che

avrebbero voluto fare in proprio.

La questione della limitazione degli accessi e' stata dibattuta per anni,

anche nelle aule dei tribunali amministrativi. Fino a una sentenza della

Corte costituzionale, che ha ammesso la legittimita' del numero chiuso per

le facolta' come medicina, dove esiste un orientamento e un vincolo di legge

europeo, sollecitando pero' il parlamento a legiferare. Nell'agosto dello

scorso anno e' arrivata la legge (n. 264/99) che ha messo fine al

contenzioso. Per quanto riguarda in particolare le facolta' mediche

l'argomento sostenuto dai fautori del numero chiuso e' che la laurea e'

troppo professionalizzante per lasciare la liberta' di accesso.

Tra i medici c'era una minoranza che proponeva l'idea di una limitazione a

valle, cioe' attraverso le scuole di specializzazione, e sosteneva che nel

mercato internazionale un laureato puo' sempre trasferirsi. Ma ministero

della sanita', ministero dell'universita' e ordine dei medici hanno sempre

preferito la strada della programmazione degli accessi. Quest'anno le

domande sono 22 mila per 7.106 posti: "Che facciamo, accettiamo tutti e poi

diciamo a due terzi che non potranno proseguire gli studi?", risponde

Guerzoni ai fautori delle porte aperte in facolta'. Il ministero della

sanita', dunque, stabilisce il fabbisogno annuo d'accordo con l'ordine dei

medici. E il ministero dell'universita' rende operativa la decisione.

I motivi per cui la selezione non viene lasciata alle singole universita'

sono arcinoti: il primo e' il fatto che si temono nepotismo e fovoritismi,

il secondo e' che si temono facolta' piu' lassiste e altre troppo selettive.

Per questo si e' scelto il concorso nazionale: procedure meccanizzate che

non prevedono l'intevento umano, con buste full-optional per ciascun

candidato e identificate con il codice a barre. Tanto per dimostrare che, se

la sfida dell'autonomia doveva essere quella dell'autogoverno, il ministero

e le facolta' per ora non sono certo in grado di vincerla.

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Corriere della Sera 6/09/2000

Medicina, bloccati i test di ammissione

E nelle scuole slitta al 2001 l'assegnazione delle cattedre per chi ha vinto i concorsi

ROMA - Sospesi in tutta Italia i test per l'ammissione alle facoltà di medicina e chirurgia, previsti per

domani. La decisione è stata presa dal ministro Zecchino dopo la segnalazione dell'apertura di una delle

buste sigillate con i testi delle prove a Palermo. Gli studenti che devono affrontare l'esame sono circa 22

mila. "Fatto gravissimo". "E' un fatto gravissimo - ha detto il ministro in un'intervista al Corriere -:

manderò un ispettore in Sicilia. Non avevo alternative alla sospensione: solo così possiamo garantire la

trasparenza". Il rettore dell'Università di Palermo, Giuseppe Silvestri, replica che "è accaduto tutto in

perfetta buonafede". I membri della commissione sostengono di avere aperto la busta solo per verificare

l'assenza delle schede con le risposte. "E' ridicola la pruderie del ministro - attacca il preside di Medicina

Giuseppe Amato -: fino all'anno scorso erano le commissioni a fotocopiare le domande".

Graduatorie in ritardo. E anche l'anno scolastico 2000-2001 inizierà con i caroselli degli insegnanti, piaga

pluridecennale della scuola italiana. Le graduatorie dell'ultimo grande concorso, soprattutto per quanto

riguarda le secondarie, dovevano essere pronte entro il 31 agosto, ma non sono state ancora ultimate e

quindi l'amministrazione non ha potuto nominare per tempo i vincitori. Il rischio dello stillicidio delle

immissioni in ruolo ad anno scolastico avviato (marzo, aprile) è stato tuttavia scongiurato grazie a un

escamotage : la riconferma di quanti erano in servizio lo scorso anno. E i vincitori del concorso?


Il sole 24ore 17 Lug.00 

I D.U. DELL'AREA SANITARIA 

Con la riforma verranno trasformati almeno 16 diplomi di area sanitaria: quasi 14mila le iscrizioni programmate negli atenei I tecnici laureati trovano un lavoro in sei mesi Fra poco si chiameranno lauree ma, per ora, il settore è dominato dai corsi di diploma universitario (Du). Si tratta delle 16 professioni sanitarie destinate a trasformarsi, non appena sarà definitivamente approvato l'ordinamento didattico presentato in questi giorni dal ministero dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica (Murst), in lauree di primo livello e specialistiche. Lauree e no. I profili interessati sono: dietista, fisioterapista, igienista dentale, infermiere, logopedista, ortottista assistente di oftalmologia, ostetrica, podologo, tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista, tecnico sanitario di laboratorio biomedico, tecnico di neurofisiopatologia, tecnico ortopedico, tecnico sanitario di radiologia medica, terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, tecnico dell'educazione e della riabilitazione psichiatrica e psicosociale. Ma ci sono altre sei professioni (tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, terapista occupazionale, assistente sanitario, infermiere pediatrico, tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, educatore professionale) per cui devono ancora essere organizzati i relativi ordinamenti didattici in diploma universitario. Per il prossimo anno accademico 2000-1 il ministero dell'Università ha confermato l'attivazione dei primi 16 Du del 1999 (aggiungendo anche all'elenco dei profili tradizionalmente sanitari il Du per informatore farmaceutico e biotecnologo, anche se con pochissimi posti a concorso), aggiungendo quasi 4mila posti rispetto allo scorso anno: da 12.150 a 13.796 (si veda il dossier pubblicato il 3 luglio). Ancora incerto è invece il via dei diplomi per le altre professioni (circa 100 mila operatori), ma è probabile che in alcune sedi sia attivato quello per tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, quale trasformazione delle precedenti scuole universitarie dirette a fini speciali per tecnici di igiene ambientale e del lavoro. E per tutti i corsi, gli esami sono fissati al 12 settembre prossimo. La chance. Per comprendere meglio i criteri con cui orientarsi nella scelta dei corsi occorre anzitutto conoscere l'entità numerica degli operatori che attualmente esercitano le varie professioni, perché è su questo dato che vengono elaborate le ipotesi di programmazione. In pratica, il calcolo del fabbisogno futuro è effettuato sulla base del turnover stimato in media a circa il 3 per cento. Gli operatori sanitari sono circa 400 mila: in netta maggioranza si tratta di infermieri (300 mila) mentre i restanti 100 mila sono distribuiti fra gli altri 15 profili professionali. Su queste basi, negli ultimi due anni i posti messi a disposizione dalle Università sono stati circa 10mila l'anno. "Le professioni che riscuotono maggiore interesse per l'iscrizione - spiega Angelo Mastrillo, competente della Conferenza dei Du - sono fisioterapista e logopedista, con 12 domande per un posto. Seguono dietista e igienista dentale e ostetrica con cinque domande ogni posto, mentre con due-tre domande per posto troviamo i tecnici di radiologia, quelli di laboratorio, i tecnici di neurofisiopatologia, gli ortottisti e i podologi". La domanda non copre invece l'offerta dei posti disponibili per tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista e per infermiere. Per gli sbocchi occupazionali va segnalata l'alta disponibilità di posti per infermiere e per tecnico audioprotesista, mentre è molto probabile una forte espansione per gli igienisti dentali e i podologi. A fronte dell'incertezza degli sbocchi occupazionali per i laureati in medicina e chirurgia, per i Du esistono invece sbocchi occupazionali certi e relativamente immediati (attesa media sei mesi). Addirittura, per il corso di infermiere nelle sedi del Nord siamo di fronte alla prenotazione dei diplomandi da parte delle aziende sanitarie pubbliche e private. Per scegliere il diploma, è fondamentale fare riferimento alle diverse tipologie occupazionali che sono soprattutto tre: per i rapporti di lavoro dipendente pubblico o privato: dietista, infermiere, ostetrica, tecnico di laboratorio, tecnico di radiologia, tecnico di neurofisiopatologia, tecnico di audiometria, ortottista; per la libera professione: igienista dentale, audioprotesista, tecnico ortopedico e podologo; sull'uno e sull'altro settore, invece, possono contare i fisioterapisti e i logopedisti.


Il Sole24Ore 17 lug. '00

 MEDICI: METÀ DEI LAUREATI DISOCCUPATI A TRE ANNI DAL TITOLO 

Il fascino del medico non garantisce il lavoro La laurea non sempre serve a trovare lavoro. E la conferma arriva proprio dal settore medico. A tre anni dal conseguimento del titolo, infatti, i dati Istat relativi al 1998 indicano una percentuale del 50,7% di occupati, che scende al 36,1% se si considera una condizione di "lavoro continuativo". Dei rimanenti, il 16,9% dei laureati cerca lavoro mentre il 32,3% non ci pensa neppure. La condizione occupazionale è più "grave" si registra tra le donne: solo il 44,1% lavora nel settore a tre anni dalla laurea, mentre per gli uomini si raggiunge il 56,4 per cento. Fra gli occupati, poi, il 32,2% trova sbocco nel settore pubblico, mentre quasi il 62% è "indipendente". Apparentemente fra le più elevate, sempre secondo l'Istat, le retribuzioni medie mensili: il settore medico raggiunge quota 2 milioni 154 mila lire, ma in percentuale minore (26,5%) di quanto non sia per altre professioni scientifiche o economiche. Da qui a capire che la soddisfazione è poca non ci vuole poi molto: l'Istat indica infatti che il 56,4% dei laureati nel settore medico è insoddisfatto del propri guadagni, il 57,7% delle possibilità di carriera, il 61,9% della stabilità del lavoro e c'è anche un 23,3% a cui non piace l'utilizzo che fa delle conoscenze acquisite. A questi dati fanno eco le preoccupazioni della Federazione degli Ordini dei medici, che indicano una disoccupazione/sottoccupazione crescente, che nel 2000 sta raggiungendo quota 100mila. Un virus, quello del poco lavoro, che serpeggia anche fra gli odontoiatri, occupati in percentuali molto inferiori alle attese di una laurea che, tutto sommato, può dirsi nata da poco. Ma chi sono i neo-laureati? E come si collocono, al loro interno, quelli in medicina? Il profilo globale del neodottore 1999 lo ha realizzato Almalaurea, la banca dati che riunisce 13 università italiane, in base a una serie di dati ricavati dai questionari compilati dai laureandi, subito prima della discussione della tesi. In generale si laurea in corso solo il 9% del totale degli iscritti mentre per metà dei laureati concludere gli studi ha richiesto un tempo superiore almeno del 52% a quello previsto. C'è chi intanto lavora, naturalmente: l'11% ha un'occupazione stabile. Ma in modo non equamente distribuito per facoltà: spiccano i pochissimi di medicina (4%) contro i moltissimi a sociologia (22%). Quasi 40 neo-dottori su cento concludano i propri studi privi di una qualsiasi esperienza lavorativa seppure occasionale. L'incidenza varia da facoltà a facoltà e, anche qui, spicca (in negativo) medicina con il 72% dei laureati dediti solo allo studio teorico, mentre solo il 12% dei laureati in sociologia e un quarto - un quinto di quelli in psicologia, scienze politiche, scuola superiore di lingue moderne non hanno mai lavorato. Arrivare nel mondo del lavoro è, quindi, un percorso a ostacoli per chi sceglie il settore sanitario, aggirabile in parte (ma ci vogliono altri anni di studio e, soprattutto, solide basi economiche, visti i costi di una laurea che, tutto compreso, raggiungono cifre a otto zeri) puntando sulle specializzazioni giuste in medicina, più che altro concentrate su aspetti gestionali e manageriali della professione e solo in alcuni casi in alcune specialità cliniche (oculistica, anestesia e così via). Strade più spianate, invece, per chi ha deciso di dedicarsi alle altre professioni di area medica. Dall'infermiere al fisioterapista, dal podologo al dietista, infatti, il posto di lavoro sembra assicurato e per ottenerlo le statistiche indicano non più di sei mesi dopo il titolo di studio. E, ormai a un passo, c'è per queste professioni anche il balzo in avanti della laurea, sia primaria che secondaria. Con le aziende sanitarie pubbliche e private che aspettano a braccia (e portafogli) aperte il neo-dottor infermiere, ostetrico, tecnico. E gli altri. Paolo Del Bufalo 


 Il Sole24Ore 17 lug. '00 

BENE ANESTESISTI-RIANIMATORI E DI ORTOPEDICI, KO I DENTISTI

 Area medica Mentre i senza lavoro e sottoccupati raggiungono quota 100mila, esistono alcuni settori di nicchia su cui puntare Per oculisti e psichiatri c'è ancora posto Richiesta anche di anestesisti-rianimatori e di ortopedici - Si sono inflazionati i dentisti Ancora allarme sui troppo medici. Gli iscritti a marzo 2000, secondo le ultime rilevazioni della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, sarebbero 370mila. La crescita è vertiginosa rispetto al 1999, nonostante i tentativi di tenere sotto controllo le adesioni a medicina, e supera di molto (circa 15mila unità) i dati rilevati a luglio dello scorso anno, quando i doppi iscritti (a odontoiatria e medicina), ritenuti in calo nell'ultima analisi, erano quasi 25mila. Il primo risultato è che il rapporto medici/abitanti scende ancora: da 1 per 178 di un anno fa raggiunge quota 1 per 176, contro un'Europa mai al di sotto i 1 ogni 200. Il secondo risultato lo mette in evidenza la stessa Federazione: disoccupati e sottoccupati superano la soglia degli 80 mila e raggiungono quota 100mila. E se ciò non bastasse, risultano in diminuzione gli ultrasessantacinquenni ancora in servizio, che raggiungono le 32mila unità e rappresentano l'8,58% del totale, rendendo sempre più flebili le speranze per i giovani medici di vedere liberarsi posti di lavoro. Una conferma del dato Istat: a tre anni dalla laurea, solo il 50,7% dei diplomati lavora e il 36,1% con una occupazione fissa e continuativa. Anche gli odontoiatri crescono e la FnomCeO calcola che nei nove anni trascorsi dall'istituzione della laurea in odontoiatria ci sia un incremento del 78,68% (17.500 unità): anche il "dentista", rischia di restare disoccupato, specie se lavora lontano dalle grandi città. "Ci vorrebbero dieci anni di blocco delle iscrizioni alle università per riassorbire l'eccesso", spiega Aldo Pagni, presidente della FnomCeo, che di proposte per ridurre disoccupazione e sottoccupazione continua a presentarne a Sanità e Università e prosegue nella sua opera di dissuasione dall'iscriversi a medicina. Che però non riesce a far breccia nelle aspettative dei giovani. Ma se proprio si vuole fare i medici, dove si deve mirare? "Esistono specialità che hanno tenuto ben sotto controllo il numero dei loro medici", spiega Antonio Panti, presidente dell'Ordine dei medici di Firenze e membro del comitato centrale della FnomCeo. "A esempio gli oculisti: sono riusciti a mantenere il numero di specializzati addirittura al di sotto del turn over, e così, oggi, questa è una branca che trova lavoro. Al contrario i pediatri: si continuano a sfornare medici... ma non con altrettanta intensità i bambini da curare". E nel futuro prossimo, gli sbocchi professionali maggiori li avranno anche ortopedici, anestesisti-rianimatori - che da anni lamentano la carenza di professionisti nel settore - e psichiatri. Ma due professionalità, in particolare, dovranno essere formate secondo gli Ordini. La prima sono i medici del lavoro. La legge, soprattutto quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, prescrive esistano "medici competenti" che oggi sono cercati ovunque si possa trovare un loro "surrogato", visto che le Università ne proparano ben pochi. Poi tutto ciò che riguarda la cosiddetta "medicina di organizzazione". Servono direttori sanitari (non c'è una Scuola di pubblica amministrazioni che li formi), specialisti in igiene, in medicina delle comunità. Pagina cura di Paolo Del Bufalo


Il Sole24ore 3 giu. '00

FISSATO IL CALENDARIO DEI TEST PER MEDICINA E ARCHITETTURA

 

ROMA Tempi stretti per programmare, a livello nazionale, gli accessi all'università per i corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria, veterinaria, architettura e per i corsi di diploma dell'area sanitaria. Entro lunedì gli atenei dovranno "quantificare" al ministero dell'Università il potenziale formativo di ciascuna struttura, sulla base dei posti nelle aule, delle attrezzature disponibili, del personale tecnico, dei docenti, dei servizi di assistenza e dei tirocini attivabili. L'offerta formativa verrà "parametrata" sul fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo (sentendo anche il ministero della Sanità): in questo modo si determinerà il totale nazionale dei posti per le immatricolazioni, che verrà quindi ripartito tra i singoli atenei. L'iter, definito dalla legge 264/99, dovrà concludersi entro la fine di giugno per permettere alle università di definire i bandi di concorso.

Nel frattempo sono già state fissate le date per i test di accesso. Tutte le prove per la selezione relativa ai corsi di laurea in medicina, odontoiatria e veterinaria saranno di contenuto identico: consistono nella soluzione di 80 quesiti a risposta multipla, su argomenti di biologia, chimica, fisica e matematica, logica e cultura generale. Quest'anno le università riceveranno tutti i questionari in busta chiusa (quindi niente più fotocopie, che possono causare fughe di notizia sul contenuto delle prove) e la correzione avverrà con lettore ottico.

I test si terranno il 7 settembre per medicina, l'8 settembre per odontoiatria, il 13 settembre per veterinaria. Per i corsi di diploma universitario della facoltà di medicina la prova di ammissione, che si terrà il 12 settembre, sarà invece preparata dalle singole università.

Lo stesso vale per il test di accesso al corso di laurea in architettura. La prova di ammissione verte sulla soluzione di 80 quesiti a risposta multipla. Argomenti: storia, disegno e rappresentazione, matematica e fisica, logica e cultura generale. I programmi relativi ai test di selezione sono pubblicati sul sito Internet (www.murst.it) del ministero dell'Università.

M.C.D.

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