RASSEGNA STAMPA
SUI
TEST A MEDICINA TRE INCHIESTE AL VIA
TEST:
MISTRETTA: "COLPA DEL QUIZ UGUALE PER TUTTI"(7/09/2000)
I
TEST DIMOSTRANO LE CONTRADDIZIONI DELLA RIFORMA UNIVERSITARIA
MEDICINA E ODONTOIATRIA: DEFINITE (IN RITARDO) LE CLASSI DEI TITOLI (17/07/2000)
I DIPLOMI UNIVERSITARI DELL'AREA SANITARIA(17/07/2000)
MEDICI: METÀ DEI LAUREATI DISOCCUPATI A TRE ANNI DAL TITOLO (17/07/2000)
BENE ANESTESISTI-RIANIMATORI E DI ORTOPEDICI, KO I DENTISTI(17/07/2000)
Unione Sarda 14 Set.00
Test di ammissione il 25 Settembre
Roma
Si svolgeranno lunedì 25 settembre, in tutta Italia, i nuovi test di ammissione
ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia
Roma
Si svolgeranno lunedì 25 settembre, in tutta Italia, i nuovi test di ammissione
ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia per l'anno accademico 2000/2001, dopo
la sospensione delle prove lo scorso 5 settembre in seguito al ritrovamento a
Palermo di una busta dei test aperta. Lo ha annunciato il ministro
dell'Università e ricerca scientifica e tecnologica Ortensio Zecchino. La prova
riguarderà circa 22.000 studenti. Nel decreto ministeriale che fissa la nuova
data è prevista una proroga dei termini delle domande per gli obblighi di leva
per quanti parteciperanno alle prove selettive. Il ministro Zecchino ha
annunciato anche un nuovo sistema di graduatorie nazionali per stabilire
l'accesso al corso di laurea in Medicina e chirurgia. La novità potrebbe
diventare operativa già dal prossimo anno accademico 2001-2002.
È
"un'ipotesi che stiamo studiando - ha detto Zecchino - perché a fronte di
test unici ed uguali per tutto il territorio nazionale, deve esserci una
condizione di maggiore equanimità che può appunto derivare dall'unicità della
graduatoria, data l'esiguità dei posti per l'accesso alla laurea in Medicina
rispetto alle richieste". Oggi infatti, ha ricordato il ministro, si hanno
varie situazioni: "Si possono avere candidati ammessi con un numero di
risposte basso in alcune università e, viceversa, con un numnero di risposte
più ampio candidati non ammessi in altri atenei. Questo crea dei problemi dal
punto di vista della giustizia del sistema - ha sottolineato - ma il punto può
essere migliorato, e una graduatoria nazionale renderebbe più giustizia al
merito dei candidati".
In
funzione del merito acquisito nelle prove poi, ha detto Zecchino, gli studenti
potrebbero quindi scegliere l'ateneo dove studiare, ma "tali ulteriori
dettagli sono allo studio". Quanto alla centralizzazione delle prove per
l'accesso alla laurea in Medicina, da molti contestata, Zecchino ha affermato la
necessità di "garantire la centralità delle prove per una serie di
ragioni: per garantire innanzitutto l'uniformità dei criteri delle modalità di
valutazione e per evitare un fenomeno di "turismo universitario" dei
candidati presso i vari atenei sedi dei test di accesso". Secondo Zecchino,
dunque, il sistema centralizzato "va bene e sta dando eccellenti frutti,
annullando tutti i rischi e sospetti che esistevano negli anni scorsi, ma va
migliorato con il sistema della graduatoria nazionale".
Il
Sole24Ore 7 set.'00
SUI
TEST A MEDICINA TRE INCHIESTE AL VIA
Dopo
l'annullamento delle prove in tutta Italia
ROMALe
buste non si toccano. E a prendersi le bacchettate ministeriali sono
gli
imprudenti membri della commissione che, a Palermo, era incaricata dello
svolgimento
dei test per l'ammissione alla facolta' di medicina. Un errore
procedurale
che comunque non e' del tutto chiaro. Le conseguenze piu'
pesanti,
pero', le subiranno i 22mila aspiranti studenti che dovranno rifare
le
prove, a causa dell'errore commesso a Palermo. Cosi' ha deciso il
ministro
dell'Universita', Ortensio Zecchino, che ha invalidato i test. Ma
qualcuno
si e' salvato: i "fortunati" che hanno svolto i test d'ammissione
alla
facolta' di medicina dell'universita' cattolica di Milano non devono
rifare
la prova, anzi hanno gia' avuto i risultati del primo test. Questo
perche'
alla cattolica i test sono diversi da quelli delle universita'
statali
e la vicenda palermitana diventa quindi irrilevante.
Tutto
comincia nella mattinata di due giorni fa, quando a Palermo, come in
tutte
le altre universita' italiane con la facolta' di medicina, arrivano le
1.150
buste e la restante modulistica e documentazione per lo svolgimento
dei
test dei 982 aspiranti studenti. La commissione, pero', non trova
sufficientemente
chiare le istruzioni, soprattutto relativamente alle schede
con
le risposte, che non sono indicate nell'elenco del materiale e che in
effetti
non si trovano. Il presidente della commissione, Giovanni Zummo,
docente
di anatomia umana, decide, d'accordo e al cospetto della
commissione,
di aprire una delle buste per verificare se, per caso, le
risposte
non siano finite li'. "Quella busta non avrebbe mai dovuta essere
aperta
- spiega Luciano Guerzoni, sottosegretario al ministero
dell'Universita'
- se non dall'aspirante studente cui fosse stata
consegnata.
Punto e basta. E questo pasticcio, combinato per motivi
inspiegabili,
ha necessariamente causato l'invalidazione delle prove in
tutta
Italia, dato che i test erano uguali per tutte le facolta' delle
universita'
statali".
Dopo
l'infausta apertura della busta (dove comunque la scheda con le
risposte
non c'era), lo stesso professor Zummo si e' messo in contatto con
la
Cineca (la societa' cui era stato affidato il compito di preparare le
buste)
per chiedere chiarimenti. E a questo punto, quando a Roma hanno
capito
cos'era successo, e' stata bloccata la prova. Anzi, da
un'associazione
studentesca di Palermo arriva una difesa dell'operato della
commissione,
che avrebbe agito in buona fede, accelerando solo di 24 ore -
dice
l'associazione "Auletta '99" - la sospensione, che sarebbe arrivata
comunque
una volta appurato che nel materiale inviato a Palermo mancava
qualcosa.
"Non
si dicano idiozie - ribatte Guerzoni - Le istruzioni erano chiarissime
e,
in ogni caso, il ministero e la Cineca erano a disposizione per dare
chiarimenti.
Se avessero telefonato prima, sarebbe stato detto loro di non
aprire
le buste. Non e' un caso che su 37 sedi universitarie, solo una abbia
dato
vita a questo pasticcio". Va anche fatta un'altra osservazione: perche'
tutta
questa fretta di conoscere le soluzioni dei test, quando ancora le
prove
non si erano svolte? "Il perche' non lo so e non voglio dare giudizi"
dice
Guerzoni.
Intanto
sono scattate tre inchieste: una ministeriale, affidata a un
ispettore,
una interna sollecitata dal senato accademico palermitano e una
della
procura di Palermo, che ha gia' mandato i carabinieri a controllare i
documenti
relativi alla vicenda. Il professor Zummo, difeso anche dal
rettore
Giuseppe Silvestri, si chiama fuori da ogni responsabilita' e
attribuisce
a eccesso di zelo l'improvvida apertura delle buste.
A
Torino il preside della facolta' di medicina, Francesco di Carlo, accusa
il
ministero di eccessivo centralismo e di avere messo in piedi un sistema
macchinoso,
a rischio d'errore, mentre prima ogni facolta' faceva a modo suo
e
qui non c'era mai stati problemi. Anche da An e Fi e persino dai Ds
arrivano
accuse di eccessivo centralismo. "In passato invece i problemi
c'erano
stati, magari non a Torino - risponde Guerzoni - e il governo ha
dovuto
rispondere a reiterati inviti parlamentari ad adottare una procedura
uniforme
su tutto il territorio, che garantisse imparzialita' e trasparenza
per
tutti, come quella attuale garantiva. L'errore e' stato della
commissione,
non del ministero: la procedura e' rigida perche' solo cosi' si
puo'
essere sicuri che tutto sia in regola e che le risposte non vengano
conosciute
anzitempo. Comunque la commissione per l'elaborazione dei nuovi
quiz
e' gia' stata convocata per domani (oggi per chi legge, Ndr) e in
qualche
settimana, al massimo entro trenta giorni, si svolgeranno i nuovi
test".
Saverio
Fossati
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Unione
Sarda 7/09/00
MISTRETTA:
"COLPA DEL QUIZ UGUALE PER TUTTI"
Polemiche
reazioni alla Cittadella universitaria di Monserrato
Sono
512 gli studenti cagliaritani che oggi alle 10 si sarebbero dovuti
presentare
nell'aula magna della Cittadella universitaria di Monserrato per
sostenere
la prova di ammissione alla Facolta' di Medicina e Chirurgia. Ma
per
tutti si tratta di un appuntamento soltanto rinviato con i test
elaborati
dal ministero poiche' tra una settimana sara' comunicata la nuova
data.
C'e' da dire tuttavia che la sospensione della prova d'esame - dopo
l'incredibile
gaffe della commissione di Palermo - ha suscitato anche a
Cagliari
vivaci reazioni: dal Rettore che ha rivendicato per i sardi la
necessita'
di una maggiore autonomia nella gestione delle cose
universitarie,
al preside della facolta' che invece teme pericolosi
contraccolpi
nel calendario accademico.
La
decisione di regolare l'accesso alla facolta' di Medicina (che comprende
anche
il corso in Odontoriatria) in effetti non era stata accolta con molti
entusiasmi
non solo dal corpo docente ma anche dagli studenti. Su 512
candidati
c'e' posto solo per 170 mentre il rapporto in Odontoiatria e' di
16
posti per 235 concorrenti. Un concorso veramente a quiz con risultati
ovviamente
a sorpresa Non a caso si teme una pioggia di ricorsi al tribunale
amministrativo.
Il
rettore Pasquale Mistretta - da nove anni alla guida dell'Ateneo
cagliaritano
- se la prende soprattutto con chi ha messo in piedi la
selezione
con uno spirito da "bottega". "Non solo - dice - siamo stati
costretti
a recarci a Bologna per ritirare la modulistica della prova
d'esame
ma qui siamo davanti all'esasperazione della trasparenza nelle
Universita':
e' una mistificazione bella e buona della formazione e della
mobilita'
degli studenti. Nessuno ha pensato a un minimo di decentramento e
di
autonomia: il test non puo' essere uguale dappertutto. Ed ecco il
risultato".
Piu'
pacato la reazione del preside della facolta', il professor Angelo
Balestrieri,
anche lui da moltissimi anni timoniere di migliaia di studenti
sardi.
"Il test uguale per tutti - dichiara - e' una garanzia per gli
studenti:
cosi' si evitano polemiche sulla severita' di certe facolta' e
sulla
permissivita' di altre. Aggiungo che il test-unico mette sicuramente
fine
all'anarchia dei concorsi all'Universita', un problema che si si
presenta
puntualmente in queste circostanze. Semmai la sospensione
dell'esame
creera' molti problemi nella scansione della vita accademica: ne
risentira'
la semestralizzazione del corso di studio con tutto cio' che ne
puo'
conseguire in materia di esami e frequenza. Non ci voleva, ma tant'e',
e
adesso bisogna fare in modo di ridurre al minimo il disagio".
E
gli studenti? Tutti quelli che hanno trascorso l'estate a consultare i
manuali
in vendita sui quiz ministeriali non hanno sicuramente accolto di
buon
grado il rinvio dell'esame. Sara' piu' interessante verificare cosa
accadra'
ad esame finito, davanti ai nomi degli ammessi. Il tribunale
amministrativo
sara' sommerso dai ricorsi degli esclusi. Qualcuno propone:
ma
perche' il numero degli studenti non viene calcolato alla fine dell'anno
accademico
in base al profitto? Puo' essere un"idea ma al ministro
probabilmente
non piacera'.
G.
P.
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Unione
Sarda 7/09/00
TRA
I GIOVANI RESISTE IL MITO DEL CAMICE
Sassari
"A dire il vero non abbiamo ricevuto notizie ufficiali, comunque
anche
noi dobbiamo sospendere la prova". Giulio Rosati, preside della
facolta'
di Medicina, non puo' che confermare: anche a Sassari gli aspiranti
nuovi
iscritti restano al palo, almeno per ora. Sono circa 350 i giovani che
hanno
presentato la domanda di partecipazione al test, un nutrito plotone di
ragazzi
pronti a contendersi i cento posti (piu' dieci riservati agli
studenti
extracomunitari) messi in palio dalla facolta' per l'anno
accademico
2000-2001.
Ieri
mattina, a poche ore dalla diffusione della notizia dell'annullamento
della
prova, l'ateneo turritano cercava di orientarsi e prendere le misure:
"Aspettiamo
che il ministero ci faccia sapere qualcosa", si e' limitato a
dire
il preside, "quanto meno mi auguro che vogliano mandarci un fax. La
novita'
l'abbiamo appresa dalla stampa, a me l'hanno riferita i miei
collaboratori
questa mattina, all'arrivo in facolta'. Anche in assenza di
comunicazioni
ufficiali, pero' - e' la previsione di Rosati - e' impossibile
pensare
di andare avanti con la prova. Quindi anche da noi salta tutto.
Certo
che e' un fatto clamoroso, non si era mai verificato niente di
simile".
Le
350 aspiranti matricole si sarebbero dovute presentare questa mattina,
alle
10, nell'Istituto biologico di viale San Pietro, con un bagaglio
composto
da una penna e un documento di identita'. Invece biro e documenti
(ed
eventuali Bignami tascabili) resteranno nei cassetti ancora per qualche
settimana,
in attesa che vengano riformulati gli ottanta quesiti del test.
Solo
allora gli studenti sassaresi potranno dimostrare la propria competenza
scientifica.
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Il
manifesto 7 set.'00
I
TEST DIMOSTRANO LE CONTRADDIZIONI DELLA RIFORMA UNIVERSITARIA
L'autonomia
non passa il test. Le prove nazionali servono a garantire tutti,
ma
dimostrano le contraddizioni della riforma universitaria (7/9/00)
COSIMO
ROSSI
Non
poteva fare altro che bloccare tutte le prove di accesso alla facolta'
di
medicina e chirurgia, il ministro dell'universita' Ortensio Zecchino. Non
poteva
fare altro perche' l'illecito nella prova di Palermo poteva dare la
stura
a una serie di ricorsi in tutte le altre sedi universitarie. Perche'
l'indirizzo
della legge, ricorda il sottosegretario Luciano Guerzoni,
"chiede
una uniformita' di trattamento su tutto il territorio nazionale".
Tanto
e' vero che la prova si svolge contemporaneamente in tutte le sedi,
con
lo stesso, identico questionario. Cosi' come per veterinaria,
odontoiatria
e architettura, le facolta' per cui una legge dello scorso anno
ha
stabilito la programmazione degli accessi a livello nazionale.
Piu'
della "inspiegabile infrazione" di Palermo - che forse, se fosse stata
intenzionalmente
tale, non sarebbe venuta cosi' alla luce - l'aporia
dell'universita'
del terzo millennio, quella dell'autonomia sbandierata e
ideologizzata,
e' proprio quella di questi megaconcorsi da pubblica
amministrazione.
Ma tant'e', spiega Guerzoni, "sono gli studenti e il
parlamento
che chiedono garanzie di procedure e di diritti identici su tutto
il
territorio nazionale". E sono invece le facolta' di medicina che
avrebbero
voluto fare in proprio.
La
questione della limitazione degli accessi e' stata dibattuta per anni,
anche
nelle aule dei tribunali amministrativi. Fino a una sentenza della
Corte
costituzionale, che ha ammesso la legittimita' del numero chiuso per
le
facolta' come medicina, dove esiste un orientamento e un vincolo di legge
europeo,
sollecitando pero' il parlamento a legiferare. Nell'agosto dello
scorso
anno e' arrivata la legge (n. 264/99) che ha messo fine al
contenzioso.
Per quanto riguarda in particolare le facolta' mediche
l'argomento
sostenuto dai fautori del numero chiuso e' che la laurea e'
troppo
professionalizzante per lasciare la liberta' di accesso.
Tra
i medici c'era una minoranza che proponeva l'idea di una limitazione a
valle,
cioe' attraverso le scuole di specializzazione, e sosteneva che nel
mercato
internazionale un laureato puo' sempre trasferirsi. Ma ministero
della
sanita', ministero dell'universita' e ordine dei medici hanno sempre
preferito
la strada della programmazione degli accessi. Quest'anno le
domande
sono 22 mila per 7.106 posti: "Che facciamo, accettiamo tutti e poi
diciamo
a due terzi che non potranno proseguire gli studi?", risponde
Guerzoni
ai fautori delle porte aperte in facolta'. Il ministero della
sanita',
dunque, stabilisce il fabbisogno annuo d'accordo con l'ordine dei
medici.
E il ministero dell'universita' rende operativa la decisione.
I
motivi per cui la selezione non viene lasciata alle singole universita'
sono
arcinoti: il primo e' il fatto che si temono nepotismo e fovoritismi,
il
secondo e' che si temono facolta' piu' lassiste e altre troppo selettive.
Per
questo si e' scelto il concorso nazionale: procedure meccanizzate che
non
prevedono l'intevento umano, con buste full-optional per ciascun
candidato
e identificate con il codice a barre. Tanto per dimostrare che, se
la
sfida dell'autonomia doveva essere quella dell'autogoverno, il ministero
e
le facolta' per ora non sono certo in grado di vincerla.
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Corriere
della Sera 6/09/2000
Medicina,
bloccati i test di ammissione
E
nelle scuole slitta al 2001 l'assegnazione delle cattedre per chi ha vinto i
concorsi
ROMA
- Sospesi in tutta Italia i test per l'ammissione alle facoltà di medicina e
chirurgia, previsti per
domani.
La decisione è stata presa dal ministro Zecchino dopo la segnalazione
dell'apertura di una delle
buste
sigillate con i testi delle prove a Palermo. Gli studenti che devono affrontare
l'esame sono circa 22
mila.
"Fatto gravissimo". "E' un fatto gravissimo - ha detto il
ministro in un'intervista al Corriere -:
manderò
un ispettore in Sicilia. Non avevo alternative alla sospensione: solo così
possiamo garantire la
trasparenza".
Il rettore dell'Università di Palermo, Giuseppe Silvestri, replica che "è
accaduto tutto in
perfetta
buonafede". I membri della commissione sostengono di avere aperto la busta
solo per verificare
l'assenza
delle schede con le risposte. "E' ridicola la pruderie del ministro -
attacca il preside di Medicina
Giuseppe
Amato -: fino all'anno scorso erano le commissioni a fotocopiare le
domande".
Graduatorie
in ritardo. E anche l'anno scolastico 2000-2001 inizierà con i caroselli degli
insegnanti, piaga
pluridecennale
della scuola italiana. Le graduatorie dell'ultimo grande concorso, soprattutto
per quanto
riguarda
le secondarie, dovevano essere pronte entro il 31 agosto, ma non sono state
ancora ultimate e
quindi
l'amministrazione non ha potuto nominare per tempo i vincitori. Il rischio dello
stillicidio delle
immissioni
in ruolo ad anno scolastico avviato (marzo, aprile) è stato tuttavia
scongiurato grazie a un
escamotage
: la riconferma di quanti erano in servizio lo scorso anno. E i vincitori del
concorso?
Il sole 24ore 17 Lug.00
Con la riforma verranno trasformati almeno 16 diplomi di area sanitaria: quasi 14mila le iscrizioni programmate negli atenei I tecnici laureati trovano un lavoro in sei mesi Fra poco si chiameranno lauree ma, per ora, il settore è dominato dai corsi di diploma universitario (Du). Si tratta delle 16 professioni sanitarie destinate a trasformarsi, non appena sarà definitivamente approvato l'ordinamento didattico presentato in questi giorni dal ministero dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica (Murst), in lauree di primo livello e specialistiche. Lauree e no. I profili interessati sono: dietista, fisioterapista, igienista dentale, infermiere, logopedista, ortottista assistente di oftalmologia, ostetrica, podologo, tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista, tecnico sanitario di laboratorio biomedico, tecnico di neurofisiopatologia, tecnico ortopedico, tecnico sanitario di radiologia medica, terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, tecnico dell'educazione e della riabilitazione psichiatrica e psicosociale. Ma ci sono altre sei professioni (tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, terapista occupazionale, assistente sanitario, infermiere pediatrico, tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, educatore professionale) per cui devono ancora essere organizzati i relativi ordinamenti didattici in diploma universitario. Per il prossimo anno accademico 2000-1 il ministero dell'Università ha confermato l'attivazione dei primi 16 Du del 1999 (aggiungendo anche all'elenco dei profili tradizionalmente sanitari il Du per informatore farmaceutico e biotecnologo, anche se con pochissimi posti a concorso), aggiungendo quasi 4mila posti rispetto allo scorso anno: da 12.150 a 13.796 (si veda il dossier pubblicato il 3 luglio). Ancora incerto è invece il via dei diplomi per le altre professioni (circa 100 mila operatori), ma è probabile che in alcune sedi sia attivato quello per tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, quale trasformazione delle precedenti scuole universitarie dirette a fini speciali per tecnici di igiene ambientale e del lavoro. E per tutti i corsi, gli esami sono fissati al 12 settembre prossimo. La chance. Per comprendere meglio i criteri con cui orientarsi nella scelta dei corsi occorre anzitutto conoscere l'entità numerica degli operatori che attualmente esercitano le varie professioni, perché è su questo dato che vengono elaborate le ipotesi di programmazione. In pratica, il calcolo del fabbisogno futuro è effettuato sulla base del turnover stimato in media a circa il 3 per cento. Gli operatori sanitari sono circa 400 mila: in netta maggioranza si tratta di infermieri (300 mila) mentre i restanti 100 mila sono distribuiti fra gli altri 15 profili professionali. Su queste basi, negli ultimi due anni i posti messi a disposizione dalle Università sono stati circa 10mila l'anno. "Le professioni che riscuotono maggiore interesse per l'iscrizione - spiega Angelo Mastrillo, competente della Conferenza dei Du - sono fisioterapista e logopedista, con 12 domande per un posto. Seguono dietista e igienista dentale e ostetrica con cinque domande ogni posto, mentre con due-tre domande per posto troviamo i tecnici di radiologia, quelli di laboratorio, i tecnici di neurofisiopatologia, gli ortottisti e i podologi". La domanda non copre invece l'offerta dei posti disponibili per tecnico audiometrista, tecnico audioprotesista e per infermiere. Per gli sbocchi occupazionali va segnalata l'alta disponibilità di posti per infermiere e per tecnico audioprotesista, mentre è molto probabile una forte espansione per gli igienisti dentali e i podologi. A fronte dell'incertezza degli sbocchi occupazionali per i laureati in medicina e chirurgia, per i Du esistono invece sbocchi occupazionali certi e relativamente immediati (attesa media sei mesi). Addirittura, per il corso di infermiere nelle sedi del Nord siamo di fronte alla prenotazione dei diplomandi da parte delle aziende sanitarie pubbliche e private. Per scegliere il diploma, è fondamentale fare riferimento alle diverse tipologie occupazionali che sono soprattutto tre: per i rapporti di lavoro dipendente pubblico o privato: dietista, infermiere, ostetrica, tecnico di laboratorio, tecnico di radiologia, tecnico di neurofisiopatologia, tecnico di audiometria, ortottista; per la libera professione: igienista dentale, audioprotesista, tecnico ortopedico e podologo; sull'uno e sull'altro settore, invece, possono contare i fisioterapisti e i logopedisti.
Il Sole24Ore 17 lug. '00
MEDICI: METÀ DEI LAUREATI DISOCCUPATI A TRE ANNI DAL TITOLO
Il fascino del medico non garantisce il lavoro La laurea non sempre serve a trovare lavoro. E la conferma arriva proprio dal settore medico. A tre anni dal conseguimento del titolo, infatti, i dati Istat relativi al 1998 indicano una percentuale del 50,7% di occupati, che scende al 36,1% se si considera una condizione di "lavoro continuativo". Dei rimanenti, il 16,9% dei laureati cerca lavoro mentre il 32,3% non ci pensa neppure. La condizione occupazionale è più "grave" si registra tra le donne: solo il 44,1% lavora nel settore a tre anni dalla laurea, mentre per gli uomini si raggiunge il 56,4 per cento. Fra gli occupati, poi, il 32,2% trova sbocco nel settore pubblico, mentre quasi il 62% è "indipendente". Apparentemente fra le più elevate, sempre secondo l'Istat, le retribuzioni medie mensili: il settore medico raggiunge quota 2 milioni 154 mila lire, ma in percentuale minore (26,5%) di quanto non sia per altre professioni scientifiche o economiche. Da qui a capire che la soddisfazione è poca non ci vuole poi molto: l'Istat indica infatti che il 56,4% dei laureati nel settore medico è insoddisfatto del propri guadagni, il 57,7% delle possibilità di carriera, il 61,9% della stabilità del lavoro e c'è anche un 23,3% a cui non piace l'utilizzo che fa delle conoscenze acquisite. A questi dati fanno eco le preoccupazioni della Federazione degli Ordini dei medici, che indicano una disoccupazione/sottoccupazione crescente, che nel 2000 sta raggiungendo quota 100mila. Un virus, quello del poco lavoro, che serpeggia anche fra gli odontoiatri, occupati in percentuali molto inferiori alle attese di una laurea che, tutto sommato, può dirsi nata da poco. Ma chi sono i neo-laureati? E come si collocono, al loro interno, quelli in medicina? Il profilo globale del neodottore 1999 lo ha realizzato Almalaurea, la banca dati che riunisce 13 università italiane, in base a una serie di dati ricavati dai questionari compilati dai laureandi, subito prima della discussione della tesi. In generale si laurea in corso solo il 9% del totale degli iscritti mentre per metà dei laureati concludere gli studi ha richiesto un tempo superiore almeno del 52% a quello previsto. C'è chi intanto lavora, naturalmente: l'11% ha un'occupazione stabile. Ma in modo non equamente distribuito per facoltà: spiccano i pochissimi di medicina (4%) contro i moltissimi a sociologia (22%). Quasi 40 neo-dottori su cento concludano i propri studi privi di una qualsiasi esperienza lavorativa seppure occasionale. L'incidenza varia da facoltà a facoltà e, anche qui, spicca (in negativo) medicina con il 72% dei laureati dediti solo allo studio teorico, mentre solo il 12% dei laureati in sociologia e un quarto - un quinto di quelli in psicologia, scienze politiche, scuola superiore di lingue moderne non hanno mai lavorato. Arrivare nel mondo del lavoro è, quindi, un percorso a ostacoli per chi sceglie il settore sanitario, aggirabile in parte (ma ci vogliono altri anni di studio e, soprattutto, solide basi economiche, visti i costi di una laurea che, tutto compreso, raggiungono cifre a otto zeri) puntando sulle specializzazioni giuste in medicina, più che altro concentrate su aspetti gestionali e manageriali della professione e solo in alcuni casi in alcune specialità cliniche (oculistica, anestesia e così via). Strade più spianate, invece, per chi ha deciso di dedicarsi alle altre professioni di area medica. Dall'infermiere al fisioterapista, dal podologo al dietista, infatti, il posto di lavoro sembra assicurato e per ottenerlo le statistiche indicano non più di sei mesi dopo il titolo di studio. E, ormai a un passo, c'è per queste professioni anche il balzo in avanti della laurea, sia primaria che secondaria. Con le aziende sanitarie pubbliche e private che aspettano a braccia (e portafogli) aperte il neo-dottor infermiere, ostetrico, tecnico. E gli altri. Paolo Del Bufalo
Il Sole24Ore 17 lug. '00
BENE ANESTESISTI-RIANIMATORI E DI ORTOPEDICI, KO I DENTISTI
Area medica Mentre i senza lavoro e sottoccupati raggiungono quota 100mila, esistono alcuni settori di nicchia su cui puntare Per oculisti e psichiatri c'è ancora posto Richiesta anche di anestesisti-rianimatori e di ortopedici - Si sono inflazionati i dentisti Ancora allarme sui troppo medici. Gli iscritti a marzo 2000, secondo le ultime rilevazioni della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, sarebbero 370mila. La crescita è vertiginosa rispetto al 1999, nonostante i tentativi di tenere sotto controllo le adesioni a medicina, e supera di molto (circa 15mila unità) i dati rilevati a luglio dello scorso anno, quando i doppi iscritti (a odontoiatria e medicina), ritenuti in calo nell'ultima analisi, erano quasi 25mila. Il primo risultato è che il rapporto medici/abitanti scende ancora: da 1 per 178 di un anno fa raggiunge quota 1 per 176, contro un'Europa mai al di sotto i 1 ogni 200. Il secondo risultato lo mette in evidenza la stessa Federazione: disoccupati e sottoccupati superano la soglia degli 80 mila e raggiungono quota 100mila. E se ciò non bastasse, risultano in diminuzione gli ultrasessantacinquenni ancora in servizio, che raggiungono le 32mila unità e rappresentano l'8,58% del totale, rendendo sempre più flebili le speranze per i giovani medici di vedere liberarsi posti di lavoro. Una conferma del dato Istat: a tre anni dalla laurea, solo il 50,7% dei diplomati lavora e il 36,1% con una occupazione fissa e continuativa. Anche gli odontoiatri crescono e la FnomCeO calcola che nei nove anni trascorsi dall'istituzione della laurea in odontoiatria ci sia un incremento del 78,68% (17.500 unità): anche il "dentista", rischia di restare disoccupato, specie se lavora lontano dalle grandi città. "Ci vorrebbero dieci anni di blocco delle iscrizioni alle università per riassorbire l'eccesso", spiega Aldo Pagni, presidente della FnomCeo, che di proposte per ridurre disoccupazione e sottoccupazione continua a presentarne a Sanità e Università e prosegue nella sua opera di dissuasione dall'iscriversi a medicina. Che però non riesce a far breccia nelle aspettative dei giovani. Ma se proprio si vuole fare i medici, dove si deve mirare? "Esistono specialità che hanno tenuto ben sotto controllo il numero dei loro medici", spiega Antonio Panti, presidente dell'Ordine dei medici di Firenze e membro del comitato centrale della FnomCeo. "A esempio gli oculisti: sono riusciti a mantenere il numero di specializzati addirittura al di sotto del turn over, e così, oggi, questa è una branca che trova lavoro. Al contrario i pediatri: si continuano a sfornare medici... ma non con altrettanta intensità i bambini da curare". E nel futuro prossimo, gli sbocchi professionali maggiori li avranno anche ortopedici, anestesisti-rianimatori - che da anni lamentano la carenza di professionisti nel settore - e psichiatri. Ma due professionalità, in particolare, dovranno essere formate secondo gli Ordini. La prima sono i medici del lavoro. La legge, soprattutto quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, prescrive esistano "medici competenti" che oggi sono cercati ovunque si possa trovare un loro "surrogato", visto che le Università ne proparano ben pochi. Poi tutto ciò che riguarda la cosiddetta "medicina di organizzazione". Servono direttori sanitari (non c'è una Scuola di pubblica amministrazioni che li formi), specialisti in igiene, in medicina delle comunità. Pagina cura di Paolo Del Bufalo
Il Sole24ore 3 giu. '00
FISSATO
IL CALENDARIO DEI TEST PER MEDICINA E ARCHITETTURA
ROMA Tempi stretti per programmare, a livello nazionale, gli accessi all'università per i corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria, veterinaria, architettura e per i corsi di diploma dell'area sanitaria. Entro lunedì gli atenei dovranno "quantificare" al ministero dell'Università il potenziale formativo di ciascuna struttura, sulla base dei posti nelle aule, delle attrezzature disponibili, del personale tecnico, dei docenti, dei servizi di assistenza e dei tirocini attivabili. L'offerta formativa verrà "parametrata" sul fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo (sentendo anche il ministero della Sanità): in questo modo si determinerà il totale nazionale dei posti per le immatricolazioni, che verrà quindi ripartito tra i singoli atenei. L'iter, definito dalla legge 264/99, dovrà concludersi entro la fine di giugno per permettere alle università di definire i bandi di concorso.
Nel frattempo sono già state fissate le date per i test di accesso. Tutte le prove per la selezione relativa ai corsi di laurea in medicina, odontoiatria e veterinaria saranno di contenuto identico: consistono nella soluzione di 80 quesiti a risposta multipla, su argomenti di biologia, chimica, fisica e matematica, logica e cultura generale. Quest'anno le università riceveranno tutti i questionari in busta chiusa (quindi niente più fotocopie, che possono causare fughe di notizia sul contenuto delle prove) e la correzione avverrà con lettore ottico.
I test si terranno il 7 settembre per medicina, l'8 settembre per odontoiatria, il 13 settembre per veterinaria. Per i corsi di diploma universitario della facoltà di medicina la prova di ammissione, che si terrà il 12 settembre, sarà invece preparata dalle singole università.
Lo
stesso vale per il test di accesso al corso di laurea in architettura. La prova
di ammissione verte sulla soluzione di 80 quesiti a risposta multipla.
Argomenti: storia, disegno e rappresentazione, matematica e fisica, logica e
cultura generale. I programmi relativi ai test di selezione sono pubblicati sul
sito Internet (www.murst.it) del ministero dell'Università.
M.C.D.