Dall'articolo di Francesco Fuggetta, L'Unione Sarda, 15 febbraio 2010 Una figura dimenticata, quella del professor Luciano Provenzale. Eppure fu lui, nel 1966, ad effettuare la prima colonscopia al mondo. L'esame avvenne a Cagliari, all'Ospedale civile: prestigiose pubblicazioni americane e inglesi definirono quel momento "la nascita dea colonscopia, una delle pietre miliari nella storia dell'endoscopia digestiva". E fu sempre lui, in quegli anni, ad eseguire i primi interventi a cuore aperto e la prima applicazione di pace maker in Sardegna. A ricordare il chirurgo con una sua lezione è stato Alessandro Riva, ordinaria di Anatomia alla facoltà di Medicina di Cagliari, in occasione di un corso d'aggiornamento organizzato venerdì e sabato scorso a Fordongianus da Giuseppe D'Alia, presidente del Sied Sardegna, la società italiana di endoscopia digestiva. Nato a Penne, in provincia di Pescara, il 2 giugno 1912, Provenzale si laureò in Medicina alla Sapienza di Roma nel 1935. Docente di Patologia chirurgica nel 1941, nel '48 arrivò nella capitale Pietro Valdoni, il caposcuola della chirurgia italiana che quell'anno, con un intervento d'urgenza, salvò la vita di Palmiro Togliatti, ferito in un attentato. Provenzale divenne suo allievo e iniziò a dedicarsi alla cardiochirurgia. Dal 1957 si trasferì a Cagliari per dirigere, ad anni alterni, gli istituti di Patologia e di Clinica chirurgica, finché, nel 1964, fu chiamato alla cattedra di Clinica chirurgica. Sempre a Cagliari, diresse le scuole di specializzazione in chirurgia generale, anestesiologia e urologia. Dal 1963, con i suoi allievi Antonio Revignas, Mario Pisano e Luciano Di Martino, si occupa di colonscopia e tre anni dopo. sulla rivista della facoltà di Medicina di Cagliari "Rassegna medica sarda", pubblica tre lavori in cui descrive la nuova metodica della "pancolonscopia end to end". Una pratica che consiste nel far inghiottire al paziente un sottile sondino di polivinile lungo cinque metri, al termine del quale si trova un'asola nella quale viene . inserito un secondo tubicino lungo tre metri, in modo tale che le due estremità del secondo sondino escano dall'ano. Ad uno dei fili viene collegato un gastroscopio a fibre ottiche che, trascinato lungo il tubo del colon grazie ad una lenta tra¬zione sull' altro filo, permette la visione della mucosa. Provenzale, dopo aver pubblicato oltre duecento lavori e diverse monografie, morì d'infarto a Cagliari 1'8 aprile 1987, lasciando alla Sardegna un'importante eredità. Fra i suoi ventidue allievi, diventati famosi primari o docenti universitari, ben quindici sono sardi: Francesco Sforza, Giuseppe Binaghi, Luigi Mossa, Mariano Ciccu, Mario Pisano, Achille SandoIi, Romeo Milani, Luciano Di Martino (che dedicò al maestro, nel 1987, il primo congresso internazionale di chirurgia oncologica), Marco Polo, Valentino Martelli e Mario Saldì. Fra gli universitari, Giuseppe Saba, Giovanni Brotzu, Enzo Usai e Carlo Perria. From the Lumen to the Laparoscope Irvin M. Modlin, MD, PhD; Mark Kidd, PhD; Kevin D. Lye, MD From the Gastrointestinal Surgical Pathobiology Research Group, Department of Surgery, Yale University School of Medicine, New Haven, Conn. ARCH SURG/VOL 139: 1110-1126, 2004 WWW.ARCHSURG.COM Figure 10. Although the island of Sardinia (left) had languished in relative obscurity since the departure of the Carthaginians, the innovative contributions in 1966 of Luciano Provenzale (top right) and Antonio Revignas of Cagliari University to the development of colonoscopy once again reminded the world of the power of the heirs of the Caesars. Using the1955 technique of Blankenhorn for end-to-end intestinal intubation, with a small-caliber swallowed tube they positioned a pulley system of thin polyvinyl tubing arranged in tandem in the digestive tract and attached it to a lateral-viewing, nonsteerable Hirschowitz gastroscope. The application of a light pulling or pushing force enabled the gastroscope to progress endolumenally in a retrograde fashion along the length of the colon (center)
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