La rappresentazione in cera (ma più frequentemente in terracotta o in legno) del corpo umano intero o di sue parti è nota fin dalle più remote epoche storiche. Gli scavi archeologici ci hanno restituito, pressoché in tutte le culture, numerosissime testimonianze di questa pratica all'incrocio tra magia, medicina e religione.
Nell'antica Roma, per esempio, gli ammalati invocavano la guarigione rivolgendosi alle divinità (in genere Esculapio, dio della medicina) alle quali indicavano, servendosi di modellini di organi in terracotta, di quale malattia soffrivano.
La prima rappresentazione anatomica in cera del corpo umano che conosciamo, opera a cavallo tra arte e scienza, è il cosiddetto "scorticato" (così chiamato perché il corpo è rappresentato senza la pelle) eseguito nel 1600 da Lodovico Cardi (1559-1613) detto "il Cigoli". L'artista, formatosi nella scuola fiorentina del Bronzino, si appassionò ben presto agli studi di anatomia artistica partecipando, nell'Ospedale di S. Maria Nuova in Firenze, a numerose dissezioni cadaveriche. Lo scorticato, bellissima statuetta in cera rossa alta 61 cm, frutto delle sue conoscenze anatomiche, si può ancor oggi ammirare al Museo Nazionale del Bargello.

Circa un secolo dopo, un altro grande artista, l'abate siciliano Gaetano Zumbo (1656-1701), dopo avere approfondito le proprie conoscenze anatomiche a Bologna, sede di una delle più prestigiose università del mondo, iniziò, primo fra tutti, a modellare preparati anatomici in cera di vari colori.
Il primo lavoro in cera policroma riguardante l'anatomia umana eseguito dall'artista siciliano è una testa d'uomo, impressionante capolavoro di verismo anatomico, conservata oggi nel Museo della Specola di Firenze. Lo stesso Museo dal quale provengono le cere anatomiche cagliaritane.

La fortuna della ceroplastica anatomica e, più in generale, di quella medico-chirurgica, incomincia solo nel XVIII secolo, quando si avvertiva sempre più pressante il problema della preparazione professionale dei medici, dei chirurghi e delle levatrici (ostetriche). I professori, per aiutare i giovani studenti ad acquisire una maggior conoscenza delle discipline sia di base (anatomia, fisiologia, anatomia chirurgica, zoologia) che applicative (cliniche medica e chirurgica, ostetricia, ecc.), scoprirono l'importanza della ceroplastica medica. I preparati in cera si dimostrarono un validissimo aiuto didattico: permettevano infatti agli allievi sia d conoscere meglio tutte le strutture del corpo umano difficilmente visibili con la dissezione del cadavere, che di memorizzare, per esempio, scene di parto difficoltosi, le più comuni operazioni chirurgiche o particolari quadri patologici.

Dall'inizio del XVIII secolo si formò a Bologna una scuola di celebri ceroplasti che furono, in un certo senso, i maestri cui gli artisti fiorentini del Museo della Specola si ispireranno.
Il bolognese Ercole Lelli (1702-1766), pittore, scultore, architetto e appassionato cultore di anatomia umana pensò di servirsi dei modelli di cera colorata per insegnare agli studenti la struttura del corpo umano senza ricorrere alle dissezioni. Lelli otteneva i suoi preparati anatomici modellando su veri scheletri umani stracci e stoppa intrisi di cera ed essenza di trementina. Nel 1742 Lelli fu incaricato dal pontefice Benedetto XIV (Prospero Lambertini) di allestire una collezione di modelli in cera per arricchire il Gabinetto di Anatomia dell'Università di Bologna. Contemporaneo di Lelli e, in seguito suo aiuto, fu il bolognese Giovanni Manzolini (1700-1755), artista (pittore e scultore) e anatomico, affiancato, nei suoi lavori, dalla moglie Anna Morandi (1716-1774). Alla morte del marito la Morandi, che aveva oramai acquisito una notevole esperienza anatomica, continuò a modellare preparati in cera raggiungendo una perfezione tale da essere conosciuta in tutta l'Europa. Anna Morandi, forse l'unica donna del suo tempo a occuparsi di ceroplastica anatomica, ricoprì anche l'insegnamento di Anatomia Umana nell'Archiginnasio bolognese.

La scuola ceroplastica anatomica di Firenze, che deriva direttamente da quella bolognese, iniziò la sua attività grazie al chirurgo fiorentino Giuseppe Galletti, professore di ostetricia nell'Arcispedale di S. Maria Nuova in Firenze. Il Galletti si recò a Bologna per vedere le opere del Lelli, dei Manzolini e le cere ostetriche di Giovanni Antonio Galli (1708-1782), professore di ostetricia in Bologna e, tanto rimase affascinato dalla bellezza di queste opere d'arte che, una volta rientrato a Firenze, si ingegnò per formare una collezione di preparati ostetrici in cera. Dopo un periodo di grandi difficoltà finalmente, in seguito all'incontro col modellatore Giuseppe Ferrini, il Galletti creò una serie di modelli ostetrici in terracotta e in cera che servivano per mostrare i vari tipi di parto agli studenti di medicina, di chirurgia e della scuola di Ostetricia. Nel 1771, con l'erezione del Museo di Storia Naturale della Specola, il più importante del suo genere in Firenze e in tutta l'Europa, Ferrini passò a lavorare sotto la direzione di Felice Fontana, fondatore del celeberrimo laboratorio di ceroplastica anatomica in cui lavorò Clemente Susini, autore delle cere cagliaritane. Tanti altri Musei universitari e nazionali italiani e stranieri posseggono collezioni di cere anatomiche modellate nella Scuola fiorentina. Tra i Musei italiani, oltre i già citati di Firenze, Bologna e Cagliari, ricordiamo quelli di Pavia, Perugia, Pisa, Modena, Napoli e Trapani. Tra quelli stranieri citiamo il Museo dell'Accademia Militare di Sanità Josephinum di Vienna, il British Museum di Londra, il Semmelweis Museum di Budapest, il Museo del Dipartimento di Anatomia dell'Università di Leida in Olanda, ecc.