Il
Settecento nella storia della civiltà e cultura medica
può essere considerato un periodo con un carattere
proprio, talvolta assai difficile da definire nettamente.
Generalmente questo secolo ci viene presentato come quello
delle frivolezze, degli abatini e delle dame incipriate; sicuramente
è anche questo, ma il XVIII secolo è soprattutto
il secolo dell'illuminismo, della ragione, a volte di drastica
rottura con tutto ciò che rappresenta il buio del passato.
Il settecento è il secolo delle stupefacenti scoperte
in ogni campo del sapere umano. Nel campo del pensiero scientifico
e della stessa medicina, almeno in un primo tempo, è
ancora fortissima l'influenza della filosofia nella convinzione
- tipicamente illuministica - che tutti i problemi si potessero
risolvere con il puro ragionamento. Ma la medicina di questo
secolo incomincia a rivolgersi meno ai filosofi e sempre più
agli scienziati delle discipline fisiche e naturali.
Così come nel Seicento i medici
erano divisi tra jatrochimici (secondo cui l'organismo sarebbe
stato una sorta di laboratorio chimico, una fabbrica in
cui le diverse funzioni erano esplicate dagli spiriti tramite
le virtù insite nei singoli organi) e jatromeccanici
(decisamente più sperimentalisti e galileiani, secondo
cui il corpo umano è una vera e propria macchina
in cui le funzioni si esplicano secondo leggi meccaniche
soggette a essere misurate matematicamente), anche nel Settecento
in medicina vi sono due concezioni antitetiche: il vitalismo
(secondo cui alla base della vita vi sarebbe una forza vitale)
e il meccanicismo (secondo cui i fenomeni vitali, caratterizzati
da materia e movimento, rispondono alle stesse leggi della
fisica).
I principali orientamenti medici sorti
specialmente a partire dalla prima metà del Settecento
e sui quali si fondarono vere e proprie scuole di pensiero
si possono così riassumere:
1. orientamento animistico di G. E. Stahl;
2. orientamento biologico meccanicistico di F. Hoffmann;
3. orientamento vitalistico di J. Brown.
Dalla tendenza verso la sistematica (costruzione di sistemi
di pensiero, di dottrina) e dall'influsso del romanticismo
nella medicina settecentesca sorgono due grandi sistemi
medici:
1. il mesmerismo di F. Mesmer;
2. l'omeopatia di C. F. S. Hahnemann.
Se il Cinquecento aveva posto la scienza
su nuove basi e il Seicento aprì nuovi orizzonti
di studio con l'anatomia microscopica, il Settecento avviò
l'Anatomia verso la medicina clinica. L'Anatomia Umana ebbe
in questo secolo insigni rappresentanti, soprattutto italiani.
Il più illustre tra gli scienziati del secolo fu
il forlivese G. B. Morgagni (1682-1771) insigne anatomico
e fondatore dell'anatomia patologica (studio delle alterazioni
degli organi provocate dalle malattie). Morgagni descrisse,
tra l'altro, le ghiandole uretrali, rettificò le
conoscenze sull'inserzione dei muscoli sternotiroidei e
iotiroideo. Descrisse il cornetto superiore (il cosiddetto
cornetto di Morgagni) nella cavità nasale e i noduli
delle valvole sigmoidee dell'arteria polmonare.
Contemporaneo di Morgagni fu il torinese
G. B. Bianchi (1681-1761) chiamato nel 1720 a insegnare
Anatomia nell'Università di Torino. Si occupò
soprattutto dei condotti lacrimali e degli organi genitali.
Altro famoso contemporaneo di Morgagni e Bianchi fu il veneziano
Giandomenico Santorini (1681-1737) autore, nel 1724, delle
Observationes anatomicae. Studiò in particolar modo
il sistema nervoso centrale. Dimostrò che il cervello
non era, come allora si pensava di natura ghiandolare. Si
occupò inoltre dello studio dei muscoli della lingua
e della epiglottide. Un altro illustre anatomico, tra i
più grandi del suo secolo, fu il tedesco B. Sigfrido
Weiss (1683-1771) meglio conosciuto con il nome latinizzato
di Albinus. Scrisse il De ossibus corporis humani (1726)
e un'opera dedicata alla miologia (studio dei muscoli) intitolata
Historia musculorum hominis del 1754. Weiss è inoltre
conosciuto per il commento alle tavole anatomiche di Bartolomeo
Eustachio. Un altro celebre anatomico fu il tedesco L. Heister
(1685-1758) che si dedicò specialmente alla splancnologia
(studio dei visceri o organi interni del corpo umano).
Heister descrisse esattamente i vasi sanguigni
che iniettava col mercurio. Il suo nome è legato
alla valvola spirale del condotto cistico (valvola di Heister).
Dal rinnovamento dell'anatomia trasse un grande impulso
la Fisiologia (studio delle funzioni del corpo umano) grazie
al bernese A. von Haller (1708-1777). Oltre che padre della
fisiologia von Haller fu anche studioso di embriologia (studio
degli stadi evolutivi degli organismi viventi dal concepimento
fino alla nascita) e di teratologia (studio delle mostruosità,
soprattutto fetali). Nella storia della fisiologia merita
un posto preminente anche l'italiano L. Spallanzani (1729-1799)
biologo e naturalista.
Spallanzani si inserì autorevolmente
nella lunga polemica sulla generazione spontanea (concezione
secondo la quale gli organismi viventi più semplici
possono anche non derivare da altri organismi. Oggi tale
teoria non è più accettata) schierandosi dalla
parte dei fautori della preesistenza secondo cui tutti gli
esseri viventi (anche i più semplici) derivano da
altri esseri viventi. Spallanzani dimostrò che gli
infusori (organismi unicellulari che si formano se si lascia
decomporre qualche sostanza organica nell'acqua) originano
esclusivamente da germi preesistenti. Infatti procedendo
alla distruzione (per esempio col calore) di questi, le
infusioni rimangono sterili. Spallanzani studiò con
grande passione la generazione animale, facendo numerosi
esperimenti e ricerche sulla fecondazione nelle rane, nei
rospi e nei cani.
Dimostrò la necessità, perché
avvenga la fecondazione, del contatto diretto tra le uova
e il liquido spermatico, confutando la diffusissima credenza
secondo cui lo spermatozoo fecondasse l'uovo grazie a una
specie di vapore chiamato "aura seminalis". Studiò
inoltre svariati argomenti di fisiologia della circolazione
del sangue, osservando, per esempio, il passaggio del sangue
dalle arterie alle vene attraverso i capillari nell'embrione
di pollo. Di embriologia del sistema nervoso si occupò
il bolognese Leopoldo M. A. Caldani (1725-1813), anatomico
e fisiologo, succes-sore a Padova di Morgagni. Caldani si
occupò del sistema nervoso nell'adulto, dei vasi
chiliferi, dell'organo dell'udito e del sistema circolatorio.
In fisiologia professava apertamente le teorie sull'irrita-bilità
di Haller. Scrisse due opere: le Istituzioni di Anatomia
(1787) e le Istituzioni di Fisiologia (1787). Quasi contemporaneo
fu il grande biologo e naturalista trentino Felice Fontana (1730-1805) che divenne, nel 1771, direttore
del Museo della Specola di Firenze. Al Fontana si devono
l'individuazione della struttura del nucleo delle cellule,
di quelle nervose e di quelle muscolari. Si occupò
soprattutto di studi sulla struttura microscopica dei nervi.
Nel 1775 fu nominato professore di anatomia
in Acqui un'altra
grande figura di scienziato italiano: il saluzzese V. Malacarne
(1744-1816). Si occupò particolarmente di estesiologia
(studio degli organi di senso) e di neurologia (studio del
sistema nervoso), dedicandosi allo studio del sistema nervoso
centrale e periferico. Si occupò anche di anatomia
comparata e di storia della medicina. Contemporaneo di Malacarne
fu G. B. Palletta (1747-1830), anatomista e chirurgo. Studiò
particolarmente la struttura dell'utero e della vaginale
del testicolo (uno dei sei strati di rivestimento del testicolo)
nonché il nervo buccinatore o buccale (che provvede
all'innervazione sensitiva della guancia).
Un altro illustre scienziato italiano fu
Paolo Mascagni (1752-1815) insegnante di anatomia, fisiologia
e chimica nell'Ospedale di S. Maria Nuova in Firenze (che
dipendeva dall'Università di Pisa). I più
importanti lavori scientifici di Mascagni furono quelli
sui vasi linfatici. Nel 1816 uscì una Anatomia per
uso degli studiosi di pittura e scultura . Nel 1819 fu pubblicato
un Prodromo della grande anatomia . Nel 1823 fu pubblicata
l'Anatomia Universa che Mascagni ultimò nell'anno
della sua morte, il 1815 (la versione in scala minore di
quest'opera è esposta nel Museo). In quest'opera
si possono ammirare le bellissime tavole illustranti, fra
l'altro, i vasi linfatici che lo scienziato italiano indagò
in modo approfondito.
Contemporaneo del Mascagni fu il grande
chirurgo e illustre anatomico Antonio Scarpa (1752-1832)
discepolo di Morgagni. Studiò il ganglio vestibolare
(che porta il suo nome) e il nervo naso-palatino. Compì
interessantissimi e approfonditi studi sugli organi dell'udito,
dell'olfatto e della vista. Il suo nome è legato
al cosiddetto triangolo di Scarpa situato nel lato anteriore
delle cosce. Sempre a cavallo tra XVIII e XIX secolo visse
il chirurgo e fisiologo francese M. F. Xavier Bichat (1771-1802)
insegnante di anatomia, fisiologia, anatomia chirurgica
e anatomia patologica. Si racconta che nell'ospedale parigino
Hotel Dieu riuscì ad eseguire, in un solo inverno,
più di seicento autopsie (l'autopsia ha lo scopo
di rilevare le alterazioni nel cadavere e interpretarle
riportandole a base dei sintomi osservati durante la vita
del paziente). Profondamente vitalista, Bichat riteneva
che la vita fosse l'insieme delle proprietà vitali
che resistono alla morte.
Queste sue teorie le espose brillantemente
in un'opera del 1799: le Recherches physiologiques sur
la vie et la mort. Lo scienziato francese è unanimemente
considerato il fondatore dell'istologia (disciplina che
studia i caratteri morfologici dei tessuti, cioè
dei materiali che costituiscono gli organi). Con Bichat
l'anatomia umana perse il carattere puramente descrittivo
indirizzandosi sempre più verso lo studio dell'intima
struttura degli organi e dei tessuti, sia normali che patologici.
Bichat riconobbe 21 tipi di tessuti semplici, che espose
nella sua più importante opera: l'Anatomia generale
del 1801.