Le
splendide cere anatomiche custodite nella Cittadella Universitaria dei Musei di Cagliari raccontano
al visitatore interessanti e avvincenti storie (mediche
e non) del passato della Sardegna, degli Stati italiani
e dell'Europa della fine del XVIII secolo e della prima
decina di quello successivo. Infatti gli anni tra la fine
del 1700 e la prima metà del 1800 furono caratterizzati
da una serie di avvenimenti estremamente importanti per
la società sarda.
La raccolta delle Cere anatomiche cagliaritane, considerata
una delle collezioni più belle al mondo, oltre a
descrivere perfettamente il corpo umano, testimoniano lo
stato delle conoscenze mediche e chirurgiche dell'epoca.
Intanto, in quale anno, da quale località, come e
perché sono giunte a Cagliari queste cere?
La nostra storia incomincia nell'Università di Cagliari e precisamente nella Scuola
di Anatomia delle Facoltà di Medicina e di Chirurgia nel 1801. In
quell'anno il trentaquattrenne prof. Francesco Antonio Boi, insegnante di Anatomia Umana, non avendo nessuno studente che seguisse
il suo corso, chiese e ottenne dal vicerè di Sardegna
Carlo Felice di Savoia il permesso di recarsi nel continente
italiano (allora suddiviso in tanti stati) per istruirsi
maggiormente nella sua professione. Il prof. Boi salpò
da Cagliari alla volta della celebre Università di
Pavia dove allora insegnava Anatomia il grande prof. Antonio Scarpa. Dopo una breve permanenza in questa Università,
Boi si recò a Pisa e quindi a Firenze. Ancora agli
inizi del XIX secolo in questa città non esisteva
una facoltà medica, sicché i giovani fiorentini
che volevano laurearsi in Medicina o in Chirurgia (le due
lauree erano allora separate; solamente nel 1857 vennero
unificate in un solo corso universitario) dovevano recarsi
in genere a Pisa o a Siena.
Giunto a Firenze Francesco Boi incominciò a frequentare
il Gabinetto Anatomico (così venivano all'epoca chiamati
gli istituti di Anatomia) di quell'Ospedale diretto da Paolo Mascagni, uno dei più illustri anatomici
del tempo. Scriveva nel 1877 il prof. Meloni Satta, medico
e primo biografo del Boi, che le cere anatomiche di Cagliari
sono le fedelissime riproduzioni delle dissezioni cadaveriche
eseguite dal prof. Boi nella Scuola anatomica fiorentina.
Clemente Susini le modellò personalmente dal 1803
al 1805 nel famoso laboratorio di ceroplastica del Museo
di Antichità e Storia Naturale di Firenze (conosciuto
anche con il nome di Museo della Specola) all'epoca diretto
dall'abate Felice Fontana. Il viceré Carlo Felice le volle
acquistare per il suo Museo di Antichità e Storia Naturale allora ospitato
nel Palazzo viceregio di Cagliari. Fu così che le
cere anatomiche arrivarono a Cagliari nel 1805. Quando nel
1858 il Museo fu trasferito nel palazzo universitario, le
cere furono separate come "Gabinetto Anatomico"
e affidate alla custodia del professore di Anatomia.
Nel 1923 furono trasportate nella nuova sede dell'Istituto
Anatomico, che è quella attuale. Vennero ricordate
dal prof. Luigi Castaldi (1890-1945) docente di Anatomia
Umana Normale a Cagliari dal 1926 al 1943 che scrisse su
di esse e sul Boi una monografia pubblicata postuma nel
1947. Durante gli anni della seconda guerra mondiale esse
furono nascoste dal prof. Carlo Maxia, successore del Castaldi
nella direzione dell'Istituto, che in tal modo impedì
che fossero rubate o distrutte. Quando il prof. Luigi Cattaneo (1925-1992) assunse, nel 1963, la direzione
dell'Istituto Anatomico, curò personalmente la pulizia
dei modelli e il ripristino delle vetrine originali, ottenendo
inoltre dal Rettore Giuseppe Peretti che venisse allestito
nell'Istituto Anatomico un locale per custodirle.
Il Cattaneo curò nel 1968, per conto dell'Università,
la realizzazione del volume in cui, per la prima volta,
le cere anatomiche furono descritte e catalogate una per
una. Esse furono successivamente studiate a più riprese
dal prof. Bruno Zanobio, storico della medicina, che ne
ha parlato in diversi congressi nazionali e internazionali
e che nel 1978 ha tenuto su di esse la relazione inaugurale
al 35° Congresso Nazionale della Società Italiana
di Anatomia, tenutosi a Cagliari sotto la presidenza del
prof. Alessandro Riva. Nel giugno del 1991 il prof. Alessandro
Riva, nominato nel frattempo curatore della collezione,
ottenne dal rettore prof. Duilio Casula che le Cere, dotate
di didascalie, venissero collocate nella cosiddetta "sala
pentagonale" della Cittadella Universitaria dei Musei
di Piazza Arsenale, dove si trovano tuttora in esposizione
permanente.
L'anno seguente il Museo è entrato a far parte del
CIMAS (Centro interdipartimentale per i musei e l'archivio
storico) e lo stesso anno, per delega rettorale, Alessandro
Riva è stato confermato, come responsabile del Museo,
dal rettore Pasquale Mistretta. Nel 1998 , grazie all'intervento
del rettore e colla collaborazione dell'ingegner Giancarlo
Deplano, si è provveduto alla illuminazione, con
fibre ottiche, di ciascuna bacheca ed alla sistemazione
della sala che è stata arredata anche con due ritratti,
rispettivamente di Carlo Felice e di Clemente Susini, opera
del pittore cagliaritano Gigi Camedda. Tali quadri sono
stati affiancati a quello, ottocentesco, di F.A. Boi, già
presente. Nel 2000 è stato istituito un servizio
di biglietteria che ha anche l'incarico di distribuire materiale
illustrativo sulla collezione. Va ricordato infine che il
Museo è sede di attività
editoriale, sia cartacea che informatica, e che, nell'ultimo
decennio, alcune cere cagliaritane sono state, su richiesta,
esposte in prestigiose sedi museali di grandi metropoli,
quali la Villette di Parigi, la Hayward Gallery di Londra,
Il National Science Museum di Tokyo, la Triennale di Milano.